I - Cedric, Cedric, Cedric

Data di pubblicazione: 30 dicembre 2021


Giugno 1995

Cedric Diggory giaceva sull'erba del campo di Quidditch. Nei suoi occhi non era rimasto alcun bagliore di vita, il dolce sorriso che contraddistingueva il suo bel volto di diciassettenne era ora freddo, rigido, le labbra sottili e pallide erano serrate.

Le urla del padre, Amos Diggory, avevano riempito il campo ed erano andate a fondersi con l'aspro gracchiare dei corvi che governavano l'orto di zucche. L'uomo venne colto dalla più profonda disperazione quando si era accorto che suo figlio, il suo adorato figlio, non era semplicemente steso a terra assieme ad Harry Potter - chissà, forse troppo stanco dopo la dura prova del labirinto, si disse - ma era morto. Morto, senza vita, un corpo freddo, con gli occhi vitrei rovesciati verso l'alto.

Il subbuglio generale si trasformò ben presto nel caos più totale, le urla, i volti pallidi degli studenti, i visi rigati di lacrime erano tutto ciò che gli occhi scuri della giovane Autumn Morgan riuscivano a vedere mentre, frenetici, si muovevano da uno spalto all'altro.

Il giovane Diggory era... - al solo pensiero sentiva mancare l'aria - Cedric era.... Il dolce, brillante e gentile Cedric. Cedric, probabilmente uno dei suoi migliori studenti, uno dei più sensibili e dotati. Cedric, così buono ed onesto.

Cedric, Cedric, Cedric...

Il cervello della ragazza stava ripetendo il nome del giovane Tassorosso senza sosta.

Cedric, Cedric, Cedric...

Un nome, un semplice nome, ma che nella sua testa rimbombava al punto da farle venire un'emicrania.

Cedric, Cedric, Cedric...

Si era portata istintivamente il dorso della mano alla bocca, e con lo sguardo smarrito ed offuscato la giovane professoressa cercò fra la folla di studenti, che si erano accalcati e sparpagliati, la rassicurante figura del preside Albus Silente. Si mosse leggermente con il desiderio di scendere dagli spalti, ma dovette fermarsi e lasciarsi cadere con un tonfo perché, non appena si era alzata, si era resa conto che non riusciva a stare in piedi. Le gambe non le sentiva più ed ogni urlo o voce giungeva al suo orecchio come un suono ovattato, lontano miglia e miglia. Finché non sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

"Autumn, dobbiamo andare, seguimi". La voce rotta di Minerva McGranitt l'aveva strappata all'improvviso dalla sua bolla di isolamento facendola precipitare nuovamente in quella orrenda realtà. Fece un breve cenno d'assenso col capo, si sistemò gli occhiali dorati ed ovali sul naso, e senza fare domande si apprestò a seguire la professoressa di Trasfigurazione.

Velocemente, si passò la manica della tunica sugli occhi arrossati, mentre qualcosa sembrava come esserle rimasto incastrato in gola, rendendole quasi impossibile respirare.

Cedric, Cedric, Cedrc.

*

Quello a cui assisterono poco dopo, nello studio del professor Moody, fu a dir poco inverosimile. Severus Piton, Minerva McGranitt, il giovane Harry e Autumn Morgan erano impalliditi di fronte alla figura di Alastor Moody che poco a poco, lentamente, si trasformava in Barty Crouch Junior. Silente, dal canto suo, si mostrava sempre un passo - o forse anche più di uno - avanti rispetto a tutti, ed i suoi saggi occhi azzurri non si mostrarono particolarmente sconvolti di fronte a tale raccapricciante spettacolo. Autumn strinse saldamente, con entrambe le mani, le spalle di Harry. Lo fece d'istinto, senza pensarci, quasi come volesse rassicurarlo o proteggerlo. Harry era uscito dal labirinto scosso e ricoperto di sangue, riportando con sé il corpo senza vita di Cedric a cui si era disperatamente aggrappato. Ed ora si era scoperto che il Professor Moody, per tutto l'anno scolastico, non era stato altri che il figlio di Barty Crouch, un pericoloso e devoto seguace di Voldemort che tutti davano morto da tempo.

Autumn strinse Harry più forte.

*

Grazie al Veritaserum, Barty Crouch descrisse ogni minimo dettaglio della sua storia e del piano di Voldemort. A causa della pozione, parlava con distacco, in completa tranquillità, come se non si rendesse conto delle parole che stava pronunciando, del peso che queste possedevano. Autumn posò per un attimo il suo sguardo su Harry che sembrava respirasse appena, al pari di un manichino senza vita. La professoressa gli accarezzò lievemente i capelli ed Harry parve ridestarsi.

"Professoressa Morgan, vada nel campo di zucche, troverà un grosso cane nero ad attenderla" esordì ad un tratto Silente. "Lo conduca nel mio ufficio, in fretta". Autumn parve leggermente perplessa - un grosso cane nero? - ma si limitò ad un: "Corro". Tuttavia, prima di chiudere la porta dietro le sue spalle, lanciò un breve sguardo d'intesa ad Harry, come se non lo volesse lasciare. Harry si limitò ad un lieve cenno del capo, che stava a significare che non doveva preoccuparsi, dopotutto c'era Silente con lui.

Una volta lasciatosi lo studio di Moody alle spalle, Autumn si lanciò a per di fiato lungo i giardini di Hogwarts. Correva velocemente lungo il sentiero, vicino casa di Hagrid, finché non vide il cane nero, così simile ad un Gramo, attenderla vicino al recinto. Si arrestò di colpo. Mentre il cane, mansueto, le veniva incontro, la ragazza non poté fare a meno di notare che lei aveva già visto quell'esemplare canino, tanto simile ad uno spinone. Ma dove? Il grosso cane le venne incontro, scodinzolando, come se l'avesse riconosciuta, e le toccò delicatamente la mano con il muso umido.

"Seguimi, a quanto pare c'è bisogno di te al castello". Lo spinone, come se avesse compreso, non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a correre verso la scuola, Autumn lo imitò. Ma ecco che, mentre si affrettavano per raggiungere lo studio Silente, la rivelazione la colse in un attimo: ad Hogsmeade. Ad Hogsmeade aveva già visto quel grosso cane, in compagnia di Harry, Ron ed Hermione, verso il mese di Gennaio, quando li aveva casualmente incontrati nei pressi del villaggio. A suo tempo lo aveva scambiato per un semplice randagio a cui i tre stavano dando qualche carezza, e a cui lei, salutandoli cordialmente, si era aggregata. Per tutta risposta, il cane si era dimostrato estremamente docile e ben disposto alle attenzioni della ragazza, al punto che si era addirittura messo a pancia in su reclamando ulteriori coccole, senza mai smettere di scodinzolare. Effettivamente, analizzando ora il suo ricordo con maggiore attenzione, mentre Autumn accarezzava il cane i tre adolescenti si erano guardati sottecchi lanciandosi qualche sorrisetto divertito, ed Harry aveva addirittura alzato gli occhi al cielo, ma la giovane professoressa non aveva dato particolare peso a tutto ciò.

Ciò che era certo è che i tre giovani Grifondoro conoscevano bene l'animale, se no il Preside non avrebbe mai reclamato la sua presenza. Ma perché era così importante al punto di dover essere portato al castello? Ad un tratto, mentre lei ed il cane si accingevano ad entrare nel portone principale, un dubbio iniziò ad insinuarsi nella sua mente, mettendo radici poco a poco. I suoi occhi neri si posarono sulla figura scura a quattro zampe vicino a lei. "Che sia.. E' mai possibile...?" pensò, ma come quel pensiero era nato, morì all'istante.

Di colpo, le era tornato in mente il volto di Harry, coperto di sangue, che si stringeva all'ormai freddo corpo di Cedric - Cedric, Cedric, Cedric - il volto di Moody divenire quello di Barty Crouch Junior, e poi il tutto fondersi in un unico agitato ricordo che le stava facendo esplodere la testa.

Senza neanche accorgersene, erano arrivati allo studio di Silente. Pronunciò la parola d'ordine, frettolosamente salirono le scale e si chiusero la porta alle spalle, e fu in quel frangente che ad Autumn non prese quasi un infarto ma, allo stesso tempo, ebbe conferma del dubbio che si era instillato poco prima nella sua mente. Il mansueto cane scodinzolante mutò forma davanti ai suoi occhi: le zampe animalesche lasciarono il posto ad arti umani, il pelo arruffato divenne una folta chioma nera come la pece, ed il muso appuntito prese la forma di un naso perfettamente regolare e di un profilo elegante e virile. Gli occhi scuri, che la stavano fissando, mutarono e divennero di un grigio intenso. Autumn indietreggiò di qualche passo finendo contro il muro, sobbalzando, e per poco non le caddero gli occhiali. Su di lei torreggiava un uomo alto dai lunghi capelli scuri, la barba incolta e la pelle bianca come la cera.

"Sirius Black" furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, mentre l'uomo in questione non le staccava gli occhi di dosso. I suoi dubbi si erano concretizzati. "Come ho fatto a non pensarci prima?" disse più a se stessa che ai presenti nello studio.

L'anno prima, il professor Silente le aveva svelato - senza in verità entrare troppo nel dettaglio - come i suoi studenti, Harry Potter ed Hermione Granger, avevano salvato un in realtà innocente Sirius Black dal Bacio del Dissenatore, e di come questi fosse poi fuggito con Fierobecco verso altri continenti europei. Remus Lupin - dopo la fine dell'anno scolastico precedente - le aveva raccontato la sua amicizia storica con i Malandrini e il tradimento di Minus. Inoltre, che James Potter, Black e Minus erano in realtà animagus non registrati, ma non aveva specificato in quali animali si tramutassero i tre. Di conseguenza, Autumn non aveva la benché minima idea di quale forma animale avesse il padrino di Harry, e per un secondo si chiese perché i ragazzi non le avessero confidato, lì ad Hogsmeade, che quel cane in realtà era Black, ma si rispose che molto probabilmente volevano cercare di tenerlo al sicuro il più possibile, evitando di andare a raccontare troppo in giro.

Sirius lanciò un ultimo sguardo agli occhi scuri e al viso leggermente arrossato della professoressa Morgan, per poi voltarsi di scatto e dirigersi spedito verso Harry, mettendogli un protettivo braccio intorno alle spalle. La giovane professoressa si apprestò ad uscire, ma la calma voce del Preside la richiamò: "Professoressa Morgan, resti".

*

Silente desiderò che Harry raccontasse tutto, per filo e per segno, vane furono le proteste di Sirius che sentiva lo spasmodico bisogno di proteggere il ragazzo da tutto e da tutti. Le sue mani tremanti non avevano mai lasciato le spalle del giovane Potter, neanche per un secondo. Autumn era rimasta in silenzio, leggermente in disparte, non volendo insinuarsi nell'incontro fra Harry ed il suo padrino.

E quindi era stato Codaliscia, sotto ordine di Voldemort... Ma era come se fosse stato Lord Voldemort stesso ad uccidere il giovane Diggory, Voldemort aveva pronunciato la sentenza fatale. Autumn si sentì vacillare, e si appoggiò ad un mobile dello studio. Cedric, Cedric, Cedric...

Il volto emaciato di Sirius appariva privo di qualsiasi emozione, rigido, duro, come una statua. Ma la mascella era contratta e gli occhi erano umidi. Harry, di soli quattordici anni, aveva dovuto scontrarsi con Voldemort, rischiando la vita... Harry aveva visto un giovane ragazzo innocente morire sotto i suoi stessi occhi... Harry aveva dovuto rivedere gli "spettri" dei suoi genitori fuoriuscire dalla bacchetta di Voldemort. Harry, il suo Harry, il figlio di James e Lily. E lui dove era? Non era il suo padrino? Non avrebbe dovuto accudirlo e proteggerlo? L'uomo si portò una mano alla fronte e represse con forza un singhiozzo.

Autumn e Sirius erano frastornati dal vagone di informazioni che Harry aveva riportato, ed anche Silente, nonostante il suo sguardo perennemente calmo, era evidente che fosse abbastanza teso. Si chiesero come un ragazzo di quattordici anni potesse sopportare tutto ciò, come potesse riuscire a tollerare un tale peso senza sprofondare. Black riprese la forma canina e tutti e quattro abbandonarono lo studio di Silente, diretti verso l'infermeria.

*

Grazie alla pozione di Madama Chips, Harry dormiva profondamente. Sirius vegliava su di lui, accucciato vicino al letto. Di tanto in tanto alzava il muso e dava uno sguardo verso la brandina, come per assicurarsi che Harry fosse ancora lì e non sparisse all'improvviso. Facendo un sospiro, poggiò nuovamente il muso a terra, mentre i pensieri nella sua mente non gli davano tregua. Voldemort era tornato, l'assassino di James e Lily era risorto... Ad un tratto, un moto di rabbia lo colse ed istintivamente digrignò i denti. Avrebbe voluto squartare Lord Voldemort con le sue stesse fauci, e poi sarebbe passato a quel verme di Codaliscia. Peter... ancora oggi, se ripensava ai tempi dei Malandrini, avvertiva un lieve nodo in gola. Erano stati gli anni migliori della sua vita, e poi la prima guerra magica li aveva travolti spazzando via tutto, non lasciando nulla. Ed ormai, la seconda guerra era alle porte, inutile ignorarlo o considerarlo impossibile, come invece quel rincitrullito di Caramell continuava a sostenere durante il bel siparietto che aveva fatto dinanzi a Silente.

I pensieri di Sirius vennero interrotti da una porta che si apriva, non si voltò pensando fosse per l'ennesima volta la signora Weasley oppure gli amici di Harry. Eppure, le sue narici vennero attraversate da un odore diverso, un odore che, qualche mese fa, aveva sentito per la prima volta ad Hogsmeade. Di colpo, alzò il muso e vide la professoressa Autumn Morgan. La ragazza lanciò al cane un fugace sguardo e si mise seduta sullo sgabello vicino al letto di Harry. Gli passò delicatamente la mano sulla fronte come se volesse sistemargli la frangetta, con fare materno. Sirius si limitò a fissarla, in silenzio. L'uomo non seppe dire per quanto la ragazza rimase accanto ad Harry, talvolta stropicciandosi gli occhi - per le lacrime o per la stanchezza? - talvolta rimboccandogli le coperte piano, cercando di non svegliarlo. Sirius ripensò a quando l'aveva incontrata per la prima ad Hogsmeade. Le si era subito accostato, docile, per cercare di apparire al meglio un povero randagio in cerca di attenzioni, e lei lo aveva accolto con talmente tanto calore che Sirius era rimasto totalmente spiazzato. Generalmente, essendo un cane piuttosto grosso e dal pelo nero perennemente arruffato, le persone lo scrutavano con calma prima di avvicinarsi. Lei, al contrario, non aveva esitato un momento e lui, seguendo l'istinto, le si era completamente "donato". Ripensando a come si era messo a pancia in su, tutto scodinzolante, si sentì fortemente imbarazzato.

Ad un tratto, gli occhi color smeraldo di Harry si aprirono lievemente. "P-professoressa..." e le sue labbra si distesero in un lieve sorriso. Lo spinone a quel punto si alzò dal pavimento, pronto ad accoglierlo. Ma Autumn non diede tempo ad Harry di prendere coscienza e, con un incantesimo non verbale, lo fece nuovamente scivolare fra le braccia di Morfeo.

"Ha bisogno di riposo, deve dormire" proferì la professoressa, e Sirius capì che si stava rivolgendo a lui, anche se teneva lo sguardo fisso su Harry. Poi, senza fiatare né degnare il cane di uno sguardo, si alzò e si diresse verso la porta, uscendo.

Autumn si aggirava per i corridoi del castello senza una meta precisa. Sarebbe dovuta tornare nell'ufficio di Silente, lo sapeva, ed aiutare il preside ed i suoi colleghi a gestire il drammatico evento che aveva toccato Hogwarts, eppure non ce la faceva. I suoi pensieri l'avevano trascinata dentro un vortice, e non riusciva a trovare alcuna via d'uscita. Camminava a passo svelto, senza avere effettivamente in mente una destinazione. Le tempie ancora le pulsavano e di tanto in tanto tirava su il naso. Si ritrovò ad uscire dal castello, a percorrere la strada verso le serre, nel giardino. E fu lì che vide la Professoressa Sprite, ma non era sola. Piangeva grossi lacrimoni e stringeva le mani ai genitori di Cedric, Amos Diggory e sua moglie. Autumn non riusciva a sentire le loro parole, ma i loro sguardi dicevano già tutto. La Sprite li abbracciò ed i genitori si allontanarono, procedendo verso l'entrata del castello. Autumn, come se avesse messo radici, rimase paralizzata attendendo l'avvicinarsi del padre e della madre di Cedric. Se una parte di sé urlava e scalpitava per scappare via da quella situazione - come si poteva affrontare il dolore? - l'altra parte non osava fuggire e desiderava esattamente essere dove era in quel momento.

Ad un tratto, i signori Diggory si accorsero della sua presenza e, con gli occhi rossi e bagnati, la salutarono educatamente. Autumn mosse qualche passo ed azzerò la distanza fra loro, schiarendosi la gola.

"Noi... noi tutti, il Preside, la scuola... vi siamo vicini. Tutti noi".

La signora Diggory le strinse dolcemente la mano. "Grazie... grazie... Lei è molto giovane, deve essere la Professoressa Morgan, vero?".

"Cedric ci parlava tanto di lei, era entusiasta della sua materia" aggiunse il padre, con la voce rotta. "Una volta ottenuti i M.A.G.O., una parte di lui era quasi tentata di dedicarsi alla scrittura, magari scrivere per la Gazzetta... Oppure scegliere l'insegnamento, come lei".

Autumn si sentì morire. La vista le si era completamente appannata, e le lacrime che avevano già in precedenza macchiato gli occhiali di certo non l'aiutavano. Boccheggiò, e una parte di sé avrebbe quasi voluto urlare: "Perché parlate di Cedric al passato?! Lui ha solo diciassette anni, è pieno di sogni e ha tutta la vita davanti. Lui è vivo! E' VIVO!". Ma ovviamente tacque, sopraffatta dal dolore e dalla verità che, perfida ed ingiusta, la stava poco a poco schiacciando.

Cedric, Cedric, Cedric...

Uno studente poteva morire così? Durante un Torneo indetto dalle scuole, mentre stava dimostrando tutto il suo valore? Un ragazzo poteva morire così, per mano di un ripugnante assassino? Cedric poteva morire così?

"Era straordinario. Straordinario". Nella sua mente vi era un vomitare di parole che Autumn avrebbe voluto esprimere per rendere onore al giovane e coraggioso Tassorosso, per dare conforto alla famiglia, perché - dannazione! - Cedric lo meritava. Ma non riuscì ad andare oltre, ogni singola sillaba sembrava essersi incastrata in gola, voleva provare a parlare, ma la voce era come sparita e, senza neppure accorgersene, le sue guance erano completamente bagnate.

Cedric, Cedric, Cedric... è morto.

*

"E ora" disse Silente "è venuto il momento che due di noi si riconoscano per ciò che sono. Sirius... ti prego di riprendere il tuo solito aspetto". Autumn vide il grande cane nero fissare intensamente Silente, incerto sul da farsi, ma poi eseguì l'ordine e lo spinone si tramutò in Sirius Black. La signora Weasley cacciò un urlo, ma Ron l'ammonì all'istante, spiegandole che era un alleato ed un amico. Da quanto Piton aveva messo piede nell'infermeria, Sirius non aveva smesso di guardarlo con aria minacciosa, ed in forma canina Autumn poteva giurare di averlo sentito perfino ringhiare. Silente aveva deciso che era giunta l'ora di scoprire tutte le carte, per questo aveva voluto tutti in infermeria, vicino ad Harry, premurandosi di chiudere la porta a chiave ed allontanare Madama Chips. "Stringetevi la mano" disse il Preside, rivolgendosi a Piton e Sirius. "Ora state dalla stessa parte. Se i pochi che sanno la verità non restano uniti, non c'è speranza per nessuno di noi".

Piton continuava a guardare Black con profondo disprezzo, e di certo accettare di collaborare con lui era un'idea che non lo sfiorava minimamente, e il solo pensiero di stringergli la mano probabilmente gli dava il vomito. Ad ogni modo, Sirius era esattamente dello stesso identico avviso. Non smetteva di squadrare il professore di pozioni con profondo disgusto. "E sia" esordì "Va bene, collaboreremo. Ma non gli stringo la mano, questo è certo".

"Non affaticarti Black, lungi da me voler stringere un'insulsa zampa pelosa che è stata dodici anni ad Azkaban" rispose Piton con una smorfia, ma tenendo pronta la mano sulla bacchetta, memore delle vicende adolescenziali. Per tutta risposta, Sirius scoppiò in un'amara risata che fece sobbalzare tutti i presenti.

"Non sporcherei mai la mia insulsa zampa con la mano di un Mangiamorte. A proposito, il marchio è sull'avambraccio destro o sinistro? Sai, non lo ricordo mai con precisione, ed almeno vorrei evitare di stringere la mano che si trova vicino a quel simbolo merd..." "Adesso basta".

Piton e Black si voltarono istintivamente verso Silente, ma non era stato lui a parlare, bensì la professoressa Morgan. Autumn era in piedi, vicino a Ron ed Hermione, e guardava i due uomini con profonda rabbia. "Basta" ripeté, con voce dura ed alterata "fatela finita" scandì in tono duro e fermo. "Harry ha affrontato Voldemort, per Merlino... VOLDEMORT!".

Harry, che era ancora steso a letto, deglutì. Non aveva mai visto la Professoressa Morgan alterarsi a quel modo, assumere un'espressione così dura, che quasi sembrava trasfigurarle il viso. Lanciò uno sguardo ai suoi due amici, ed anche loro la guardavano con gli occhi sbarrati. "Avete entrambi più di trent'anni... più di trent'anni, per Morgana!" ora Autumn stava praticamente urlando, ma non le importava. Dentro di sé sentiva ancora gli strascichi del pianto disperato che l'aveva accompagnata poco prima, assieme ai genitori di Cedric. Dentro di sé sentiva un tumulto costante che non le dava tempo di essere lucida, di razionalizzare.

"E di certo potete deporre le asce di guerra, almeno oggi! Oggi... oggi che Harry si è salvato, oggi che..." e la sua voce, inevitabilmente, si incrinò, ma i suoi occhi rimasero fieri, senza ombra di lacrime. "...che uno studente innocente non c'è più".

Calò il silenzio nell'infermeria, Harry stringeva convulsamente le coperte, Hermione, con gli occhi lucidi, continuava a guardare la professoressa e Ron, rosso in volto, si guardava la punta delle scarpe, come se fosse stato lui quello appena sgridato.

"Grazie, Autumn" fu Silente ad interrompere quel silenzio. Il volto di Piton era impassibile, mentre Sirius non si era minimamente aspettato una reazione del genere da una ragazza, all'apparenza, così mansueta e silenziosa. "Ora, per favore... Severus... Sirius..." Silente esortò i due uomini a compiere l'azione da lui precedentemente richiesta. Nessuno seppe dire chi l'avesse tesa per primo, fatto sta che quel giorno Sirius Black e Severus Piton si strinsero per la prima volta la mano.

*

"Beh, suppongo che qui le nostre strade si dividano". Fu Sirius, una volta riacquistata la forma umana, a rompere il silenzio che fino a quel momento aleggiava fra loro. Silente aveva chiesto ad Autumn di scortare il padrino di Harry fino al confine della Foresta Proibita, e successivamente l'uomo avrebbe dovuto rifugiarsi a casa di Remus. La professoressa si era limitata ad un cenno d'assenso, così lei ed il grosso cane nero si erano avviati al di fuori del castello. Ma giunti al confine della Foresta, Sirius decise di abbandonare momentaneamente la forma di Felpato, sentendosi al sicuro.

Era tornato, Voldemort era tornato. Non era più una fantasia, non era più un pallido spettro che aleggiava sul mondo magico, lui era tornato, in carne ed ossa. Ed ora più che mai Sirius aveva bisogno di conferme, di informazioni. Avrebbero combattuto? Ovvio che sì, domanda futile. Ma in che modo? E lui, da ex galeotto ricercato quale era, sarebbe stato estromesso da tutti i piani del Preside di Hogwarts per la sua sicurezza, oppure avrebbe potuto dare un contributo concreto?

"Suppongo che Silente vorrà rimettere su l'Ordine della Fenice" continuò Sirius, cercando di instaurare una sorta di dialogo. Autumn non ci mise molto a comprendere dove voleva andare a parare il ragazzo di fianco a lei, il Professor Silente l'aveva avvisata riguardo l'indole di Sirius - testardo ed impulsivo, sempre pronto all'azione - e comprese che, probabilmente, stava cercando di carpire informazioni e quale sarebbe stata la sua posizione in futuro, nell'Ordine.

"Sì, Silente mi ha accennato qualcosa" disse ad un tratto Autumn, evasiva. "Ma mi darà ulteriori dettagli successivamente, oltretutto io non ho mai fatto parte dell'Ordine e dovrete spiegarmi bene in che cosa consiste. Quando ho iniziato a frequentare Hogwarts la prima guerra magica si era ormai conclusa, quindi per me sarà tutto nuovo". Sirius si voltò a guardarla, e poté cogliere distintamente un nota amara e di profonda angoscia nella voce della ragazza. Il suo sguardo era rivolto lontano - sembrava come non vedere Sirius - ma era ben attenta a non esporlo troppo per cercare di celare il rossore degli occhi. I mossi capelli biondi erano scomposti ed arruffati, ed il naso era arrossato, ogni tanto tirava fuori un fazzoletto scuro per soffiarselo. Per lei doveva essere stata una giornata tutt'altro che facile, non c'era traccia della dolce e radiosa ragazza che aveva incontrato ad Hogsmeade. Harry era sano e salvo, ma un altro suo studente aveva perso la vita, assassinato.

"Quel Diggory... Cedric, era un tuo studente, vero?". Non sapeva nemmeno lui perché gli fosse uscita una domanda del genere, quando immaginava perfettamente la risposta, visto lo stato della ragazza. Si morse la lingua non appena pronunciò quella frase, dandosi dell'idiota. Autumn sentì mancarsi le gambe e le lacrime pizzicare agli angoli degli occhi, ancora una volta. Respirò, cercando di mantenere un tono di voce dignitoso.

"E' tanto evidente?" disse, e si aprì in un malinconico sorriso incorniciato dai graziosi occhiali. "E'... era uno dei migliori" aggiunse, con una punta di orgoglio. Sirius si limitò a sorriderle, provando come un senso di profonda tenerezza. Sembrava veramente giovane per essere una professoressa di Hogwarts.

"Sei molto legata ad Harry". Questa volta Sirius non porse una domanda, ma la sua era una vera e propria affermazione. Autumn si destò, come fosse stata appena risvegliata, e sembrò vedere effettivamente l'uomo dinanzi a sé per la prima volta, iniziando a fissare quegli occhi grigi.

"Sì" fu la semplice, ma sincera, risposta di Autumn. "Il mio figlioccio immagino sarà molto bravo nella tua materia". E per la prima volta, dopo innumerevoli ore, Autumn si aprì in un sorriso sinceramente divertito. "Oh beh... Diciamo di sì, dai, però potrebbe fare decisamente di più". Sirius, vedendo che si stava sciogliendo, incalzò il discorso.

"Cosa insegni?"

"Letteratura... Letteratura magica" rispose Autumn.

"Ai miei tempi ricordo un pallosissimo e passivo Professor Granner, ma tu sembri fatta di tutt'altra pasta..." Sirius la guardò di sottecchi, ricordando chiaramente lo sguardo di fuoco che aveva rivolto a lui e a Mocciosus poco prima, in infermeria. "Di certo la passione non ti manca".

Autumn abbassò lo sguardo lievemente imbarazzata, era un complimento?

"Beh, grazie".

Dopo qualche secondo di silenzio, fu Sirius ad esordire con un: "No, grazie a te".

Autumn lo guardò, inclinando leggermente la testa di lato. Grazie? "Per Harry" aggiunse il padrino. "Non so perché siate così legati, ed ammetto di essere curioso, ma ho visto come sei accorta nei suoi confronti. Come una sorella maggiore. Grazie, davvero" ed era stato sincero, Sirius. Sapeva bene che Harry non aveva avuto un'infanzia felice, tutt'altro, ma sapere che era circondato da persone vigili e disposte a dargli amore, lo rendeva più sereno ed alleggeriva i macigni che aveva sul cuore. Ad un tratto, Sirius si era reso conto di aver instaurato un discorso per il semplice gusto di farlo, e l'Ordine al momento era diventato l'ultimo dei suoi pensieri.

Per tutta risposta, Autumn si aprì nel sorriso più dolce che il Malandrino avesse mai visto. Gli occhi violetti brillavano e le guance erano un po' arrossate dall'imbarazzo, sembrava quasi una bambina. Ora che ci pensava, era lo stesso identico sorriso che gli aveva rivolto quando si erano incontrati per la prima volta ad Hogsmeade, e lui era sottoforma di Felpato. Appena lo aveva visto, gli aveva sorriso come una bimba entusiasta sorride ad un cucciolo.

"Beh... Non ci sono storie eclatanti o incredibili da raccontare". Poi si voltò verso il sole, stava calando e la notte si appropinquava a scendere su Hogwarts. "...ma un giorno con più calma saprai tutto. Ma non ti aspettare nulla di incredibile, eh. Semplicemente, spesso, diciamo che ho... ecco, assecondato il continuo infrangere le regole di Harry, Hermione e Ron".

"Quindi immagino che ti avranno adorata all'istante" fece Sirius con un ghigno. "Inoltre sei molto giovane"

"Ho venticinque anni".

"Fammi capire" fece l'animagus sgranando gli occhi "quindi, quelli che erano i tuoi professori, ora sono tuoi colleghi?" le domandò Sirius con un tono tra il divertito e lo sconvolto.

"Non ti credere, la McGranitt adesso mi chiama per nome, ma io non faccio che chiamarla ancora professoressa. Non riuscirò mai rivolgermi a lei con Minerva, neanche fra cento anni".

Sirius le sorrise. Doveva ammetterlo a se stessa, parlare la stava rilassando, i nervi si stavano distendendo, e per un momento, anche se solo per un fugace momento, la sua mente si era sentita sgombera e le tempie avevano smesso di pulsare.

"Ora devo andare" esordì il moro, Autumn si limitò ad un lieve cenno del capo.

"Ma prima, credo che dovremmo presentarci come si deve". Sirius tirò i capelli indietro e le porse la mano destra, segnata dalle cicatrici di Azkaban.

"Piacere, sono Sirius. Sirius Black". Autumn lo guardò perplessa e alzò un sopracciglio.

"Grande giornata di strette di mano per te, eh?" fece con un tono un po' ironico, che però strappò all'uomo un lieve sorriso. La ragazza assecondò il giovane, e gli tese la mano.

"Autumn, Autumn Morgan". Autumn si era aspettata una mano gelida ad accoglierla, gelida come gli occhi dell'uomo che la osservava, invece la mano di Sirius era un po' ruvida ma estremamente... calda. La stretta era salda, e le dava come un senso di conforto. Dal canto di Sirius, la diafana mano della ragazza era esattamente come se l'aspettava: fredda, ma incredibilmente liscia e morbida.

"Allora a presto, Autumn"

"A presto, Sirius".

La ragazza si voltò e a passo svelto si diresse verso il castello. Prima di tramutarsi in cane, Sirius le lanciò uno sguardo ed iniziò a fissarla mentre si allontanava. La statura minuta, i capelli mossi e color del grano sparpagliati dal vento, incorniciavano la sua figura facendola sembrare una fata dei boschi.

"Sì, una piccola fata" pensò Sirius, con un sorrisetto che non riuscì a reprimere.

Autumn giunse all'entrata del castello, ma prima di entrarvi, istintivamente - senza alcun motivo razionale - si voltò verso la Foresta Proibita.



Angolo del delirio:

Ebbene sì, sono riuscita a recuperare tutti i capitoli del 2018. Quanti sono? Quattro. Sono tutti così lunghi? Eh, praticamente sì XD Infatti sto pensando se alcuni è il caso di dividerli, vedrò. Quello che è certo è che la storia sarà ad aggiornamenti lenti, perché non voglio pubblicare tutto assieme e poi farvi aspettare chissà quanto tempo per il prossimo capitolo.

Chi è Autumn Morgan? Autumn Morgan è la professoressa, da me creata, la quale insegna letteratura magica presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, e sì, ho inventato questa materia che nell'universo della Rowling non esiste. Ci tengo a precisare che esistono una MAREA di fanfiction su Harry Potter, ma personalmente NON ho mai letto l'invenzione di una materia del genere, né su WP né su EFP. Se qualcuno dovesse aver letto qualcosa di simile, cortesemente, avvertitemi. Grazie. Sulle caratteristiche della materia da lei insegnata avrete maggiori informazioni andando avanti con la storia.

Altro dettaglio: esistono moltissime fanfiction het a tema romantico su Sirius, ma spesso sono ambientate durante il periodo dei Malandrini. Non ho mai letto storie di Sirius in coppia con una insegnante.

Perché la protagonista si chiama proprio così? Mi sono ispirata a uno dei miei film preferiti, 500 days of Summer. Alla fine della pellicola, Tom incontra un nuovo amore di nome Autumn, e ho sempre trovato che fosse un nome bellissimo. Inoltre, una delle mie cantautrici preferite si chiama Emilie Autumn. Morgan è facile, è un riferimento al personaggio arturiano della Fata Morgana (Morgan le Fay) ;)

Ha gli occhi viola? Sì, ma non è un mutante o qualche essere particolare, semplicemente mi sono ispirata agli occhi dell'attrice Elizabeth Taylor. Infatti, lei aveva gli occhi un mix di verde intenso e blu, di conseguenza risultavano violetti.

La sua indole caratteriale emergerà nel corso dei capitoli, ma è da subito chiaro che Autumn svolge il suo lavoro con dedizione ed è fortemente attaccata ai suoi studenti. In particolare, si nota il rapporto che ha con il Golden Trio, e spesso ha "coperto" le loro infrazioni del regolamento scolastico.

Ci tengo subito a precisare, però, che questa non sarà una storia corale. I capitoli vedranno sempre al centro Sirius o Autumn, oppure entrambi.

Entriamo nel vivo della storia: questo capitolo è una vera e propria riscrittura degli eventi finali del Calice di Fuoco, infatti alcune battute - in particolare quelle di Silente - sono letteralmente riprese dal romanzo della Rowling. Più avanti andrò a segnare con precisione quali. Inoltre, ci sono anche alcuni refusi da sistemare (in particolare per quanto riguarda la "d" eufonica") ma lo farò con calma nei prossimi giorni. Ovviamente se vi sono strafalcioni illeggibili non esitate a segnalarmeli!

So che nel capitolo, in alcuni punti, parte lo spiegone, ma al momento era necessario per comprendere a pieno determinate dinamiche. Allo stesso tempo, alcuni aspetti non sono spiegati al cento per cento, perché li do per scontati. Immagino che chi legge fanfiction di HP sia ben istruito in merito agli eventi creati dalla Rowling

Altro dettaglio, per alcuni non importante, ma io tengo a precisare. Durante questi eventi, Sirius, Remus, Severus (e sicuramente qualche altro personaggio che ora mi sfugge) hanno circa 35-36 anni, e di conseguenza il loro aspetto riflette l'età che hanno. Questo per farvi capire che, quando io rileggo i libri, scrivo ff o le leggo, non immagino Gary Oldman & co. Sono tutti grandissimi attori, ma non ho mai capito perché hanno castato persone così anziane rispetto all'effettiva età dei personaggi. Infatti, se si nota bene, nella mia copertina ho usato un fanmade di pinterest in cui Oldman viene "unito" a Ben Barnes, e quindi appare molto più giovane.

Spero di non aver dimenticato nulla xD E ora sta a voi, cosa ne pensate? Vi è piaciuto il primo capitolo? Fatemi sapere :)

Vi abbraccio <3

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