Capitolo 9: Chi dice che un'imbranata non può fare tutto?
Per il ballo è già tutto deciso, tra pochi giorni farò un'estrazione e poi le guardie andranno da ogni prescelto per invitarlo al ballo che si terrà fra una settimana.
Sto seguendo le lezioni di galateo, di comportamento, di etichetta e quelle da me più temute: quelle di ballo.
Adam non ha mai voluto accompagnarmi a queste ultime, trovava sempre delle scuse, anche banali, nonostante una volta sia tornato a casa per stare con la sua famiglia e informarli della situazione.
Ho già chiesto al Re e alla Regina il permesso di poter invitare anche la famiglia di Adam al ballo, in fondo lui è la parte più importante del mio passato in Italia: hanno accettato e appena lo vedrò glielo riferirò.
Sono ancora molto preoccupata per quel che succederà a questo importante ballo, ma riesco a pensarci molto meno perché mio padre, il Re, ha deciso di affidarmi una guardia del corpo che deve seguirmi ovunque io vada e la persona designata è proprio James-ti-rovino-la-vita-in-un-giorno-e-me-ne-frego.
Sono una ragazza goffa e a volte svampita, ma sono riuscita a eludere il suo controllo abbastanza volte da far diventare lo starmi alle calcagna una sfida per lui e non è ancora riuscito a capire dove vado quando mi perde per il castello.
Il rapporto con i miei genitori migliora ogni minuto che trascorriamo insieme, sono in piena sintonia con loro, mi fanno dei regali che non ho bisogno di ricevere e mi insegnano tutto quello che avrebbero dovuto fare in questi anni.
Oggi mi hanno regalato un telefono cellulare nuovo, con tanto di sim con offerta all-inclusive, tutto ciò che mia mamma, pardon, la donna con la quale ho vissuto per tutta la vita, non ha mai voluto farmi fare e solo ora capisco il perché.
-Ehi vichingo!- accolgo il mio amico, di ritorno dalla nostra terra natia, Torino.
-Principessa!- esclama, abbozzando un inchino che non gli riesce per niente bene.
Scoppiamo a ridere e ci abbracciamo come se non ci vedessimo da anni, anziché da pochi giorni.
-Ho una bella notizia per te.- gli dico lasciandomi circondare le spalle dal suo possente braccio e avviandoci verso la biblioteca, il nostro punto di ritrovo e mia stanza preferita di tutto il castello.
-Ah, sì? E che cosa sarebbe? Che ti hanno fatto un trapianto di cervello per renderti normale?-
Gli faccio la linguaccia, mormoro un "idiota" rivolto nei suoi confronti, gli pungolo il fianco facendolo saltare e staccare da me e inizio a ridere sguaiatamente.
-Una principessa non dovrebbe ridere in questo modo.- mi riprende James.
Prima o poi potrei strozzarlo, devo aggiornarmi sulle leggi di questo paese per sapere se l'omicidio da parte di un reale è legale.
-E lui che fa? Ci segue?- chiede Adam.
-Purtroppo sì, è la mia guardia del corpo.- replico alzando gli occhi al cielo.
Come se avessi bisogno di qualcuno che mi segua cinquanta ore su ventiquattro per la mia "sicurezza".
Diamine! Sono sempre in questo castello e non esco mai, cosa potrebbe mai farmi del male?
Oltre a me stessa, ovviamente.
-Posso dirti la bella notizia o dobbiamo parlare di altro fin quando non me ne sarò dimenticata?-
-Quindi è già troppo tardi?- il mio amico è serio, si avvicina alla mia testa, ci bussa sopra e chiama la mia memoria per richiamare alla memoria la bella notizia che avrei dovuto dargli.
Mi scosto da lui, guardandolo male e trattenendo a stento una risata per la sua idiozia, cosa che non riesco più a fare quando lui comincia a ridere.
Quando arriviamo in biblioteca e smettiamo di ridere, riesco a dirgli che la sua famiglia è mia ospite personale per il ballo di settimana prossima.
Lui è felicissimo di questo e manda subito un messaggio a sua mamma per avvertirla.
Tornerà a casa qualche giorno prima del ballo per aiutare sua mamma, suo padre e i suoi due fratelli nel viaggio e portarli a destinazione, così da essere in tempo per essere qui da me, in tempo per il ballo.
Se penso al ballo, mi vengono milioni di brividi in tutto il corpo per le figuracce che sono sicura di fare in quella serata così speciale.
So che è certo che rovinerò tutto con una delle mie, ma è da quando so del ballo che sto cercando di auto convincermi che andrà tutto bene e che i miei genitori non avranno nessun imbarazzo nell'avere una figlia come me.
-Sei pronta Charlotte?- mi chiede mia madre davanti alla porta della stanza in cui farò l'estrazione per decidere chi sarà invitato del popolo e chi no.
Vorrei dire di no, che sto tremando come una foglia, che sicuramente farò cadere il contenitore dei nomi e combinerò uno dei miei soliti disastri, che mi sento come se mi stesse per uscire il cuore dal corpo, che sono sicura che mi verrà un attacco d'ansia, ma quando mi volto verso di lei faccio un sorriso tirato che possa sembrare sincero e annuisco solamente.
-Andrà tutto bene, piccola mia. Ora che sei di nuovo con noi niente potrà mai andare storto-
Sorrido più sinceramente e mi volto nuovamente verso l'imponente porta di legno scuro davanti a me.
Le porte si aprono e ci avviamo all'interno.
Sento l'ansia crescere a ogni passo che compio, sento gli occhi dei pochi presenti addosso a me, sento il chiacchiericcio di chi non credeva che io mi trovassi di nuovo qui.
Sento tutto e allo stesso tempo nulla.
-Una principessa cammina con la testa alta, guardando davanti a sé, non i suoi piedi.- mi sussurra mia madre.
Ma come faccio a non guardarmi i piedi con questi tacchi che porto ai piedi e questo lungo vestito nel quale potrei incastrarmi e cadere da un momento all'altro?
Continuo a fissare le differenze tra le mie decolté blu elettrico, che richiamano gli inserti del mio abito bianco, e il pavimento di parquet di legno chiaro.
-Charlotte, per favore, alza la testa.-
E così faccio.
Alzo la testa e vedo lo sguardo di mio padre puntato su di me. Il suo sguardo è luminoso e felice.
Gli sorrido e tengo gli occhi puntati su di lui, che mi da sicurezza.
Senza rendermene conto sono arrivata davanti a lui senza cadere e tiro un impercettibile sospiro di sollievo.
-Sei pronta?- mi chiede mio padre, una volta che ha alzato il pezzo di tessuto rosso che copriva la boccia contente i nomi.
-Sì, padre.- riesco a dire senza balbettare e con tono sicuro.
-Ci saremo noi a garantire che nulla vada storto.-
I miei genitori sono al mio fianco e ora credo nelle loro parole.
Finalmente sembra andare tutto nel verso giusto per Charlotte, ma sarà sempre così?
O deciderò di farla soffrire smembrata da un cane a tre teste geneticamente modificato da colui (o colei) che l'ha fatta rapire?
-Ma, ehi! Che scrittrice sei che vuoi farmi morire così?-
OPS!
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