Capitolo 46: Boccheggiare e biglietti criptici
Io e Adam boccheggiamo, seppur per motivi differenti: lui per la botta al suo adorato naso perfetto appena colpito e io...
Bè, io lo faccio per lo spettacolo che si è posto davanti ai miei occhi, mentre posso già sentire la bocca che inizia a sbavare.
James è a petto nudo sulla soglia della porta, con dei jeans a vita bassa di colore scuro e il petto sudato per la recente corsa.
Piccole gocce trasparenti e luminose scendono, accarezzando uno per uno tutti quei solchi che compongono il suo addome, facendomi immaginare di passarci la lingua in mezzo.
"Charlotte! Ma che cosa stai pensando?" mi rimprovero da sola, mentre con lo sguardo scendo, seguendo quelle linee che paiono costruire una v perfetta e invitante per il mio palato.
Riesco a riprendere le mie capacità mentali solo quando un qualcosa di rosato, sporcato di rosso mi copre la visuale del bel corpo di James.
Non mi ero mai accorta di quanto esercizio potesse aver fatto per ricoprire questo ruolo!
Davanti a me, Adam mi sta sventolando la sua mano sporca di sangue come se fosse una bandiera bianca.
-Terra chiama Charlotte! Ci sei?-
Scuoto la testa violentemente, cercando di togliere dalla mia testa dei pensieri che non dovrebbero esistere e rispondo in maniera affermativa al mio migliore amico.
-Oh, finalmente ti sei svegliata!- arrossisco fino alla punta dei capelli dopo le sue parole, ma cerco di nasconderlo andando a studiare la mia caviglia gonfia.
-Ti fa male?-
Le mani calde di James mi fanno venire i brividi, partendo dalla caviglia, punto da lui toccato.
Va bene che sei in pre armaggeddon, Charlotte! Ma contieni gli ormoni!
-Sì, Jacque me l'ha medicata quando ho finito di parlare con mamma.-
E come si suol dire, la chiamata in causa entra in scena, sbattendo la porta con forza e preoccupazione.
-Ditemi che Charlotte è qui!-
Lo sguardo di mia mamma si posa immediatamente su di me, come se avessimo due calamite che ci permettono di ricongiungerci sempre. O forse come se fosse ovvio il fatto che se fossi stata in camera, il mio posto sarebbe stato su questo meraviglioso materasso.
-Sì, ma'. Sono qui, che cosa succede?- chiedo sedendomi sul bordo del letto e lasciando che le grandi mani di James smettano di massaggiarmi la parte dolente.
-Nelle segrete... Miguel...- sembra sotto shock e il suo non riuscire a completare questa frase mi fa balzare in piedi con un movimento atletico.
Ma chi voglio prendere in giro? Sono meno atletica di un'ameba!
Corriamo alle celle, o almeno gli altri corrono. Io sono ferma immobile tra le braccia della mia guardia del corpo che cammina a passo svelto.
-Posso camminare, lo sai?-
Lui non risponde, allungando il passo e mordendosi il labbro con forza. Come se portarmi in braccio fosse una delle torture peggiori che gli potessero infliggere.
Abbasso lo sguardo, rifugiandomi nell'unico angolino della mia mente ancora privo di dolore e delusione.
Quando arriviamo davanti alle sbarre che tenevano rinchiuso il principale nemico del regno, i miei piedi tornano ad avere un contatto con il terreno, ma non fanno in tempo a saggiarne la durezza che nuovamente lo perdono.
E questa volta non posso che ringraziare James per avermi presa in braccio.
Vedere quel corpo a penzoloni, con il collo racchiuso in un lenzuolo che un tempo avrebbe dovuto essere bianco, mi fa boccheggiare e sentire le gambe molli.
Che cosa lo avrà mai spinto a compiere questo gesto?
Adam, subito dietro di noi, trattiene il fiato, stupendosi di quel che si trova davanti ai nostri occhi e questo mi fa pensare a quanto entrambi possiamo aver sbagliato corso di laurea quando eravamo in Italia.
Corso scelto da me, per giunta.
-Principessa.- la guardia che ho incontrato prima, quella che mi aveva detto che se avessi avuto bisogno di lui avrei dovuto premere il bottone, mi chiama in maniera titubante.
Non riesco a capire se è scosso anche lui da quel che è successo o ha qualche problema sul fatto che James mi porti in braccio.
Mi volto verso di lui, chiedendogli con lo sguardo di continuare, cercando di non pensare a quel che i miei occhi hanno appena visto.
-Quando ho scoperto il corpo, durante la ronda dopo che lei ha lasciato questo posto, ho trovato questo.- dice allungando verso di me la sua mano.
Tiene stretto un pezzo di carta che continuo a guardare come se si trattasse di un fantasma, prima di decidermi e strapparglielo di mano.
-Ho capito subito che fosse diretto a Lei e spero mi voglia perdonare per aver controllato cosa ci fosse scritto: non avrei mai voluto che trovasse delle frasi che le avrebbero potuto fare del male.-
Annuisco senza più ascoltare quello che mi sta dicendo, con gli occhi fissi sul mio nome scritto su quel foglio bianco piegato in maniera grossolana.
Sento le braccia di James tremare per lo sforzo di tenermi in braccio così a lungo e ne approfitto per chiedergli di riportarmi nella mia camera, cosa che fa senza emettere un suono.
So che non vuoi avere questi contatti con me, ma almeno fingi che non ti dispiacciano così tanto.
Quando raggiunge la mia porta, mi faccio lasciare davanti, non volendo prolungare la sua tortura e mi congedo con gli occhi bassi, perdendomi il suo volto prima di superare l'uscio.
Mi lascio cadere contro il duro legno finemente decorato, colpendo a terra con il sedere.
Sono troppo stanca anche per sentire dolore.
Apro quel pezzo di carta, con le mani tremanti.
Perché ha voluto scrivermi? Per darmi un ultimo smacco prima di suicidarsi?
Con occhi curiosi leggo quelle poche righe, scritte con una grafia poco elegante e piena di tremolii.
Ho letto velocemente, quasi come se andassi con calma, quelle scritte nere avrebbero potuto farmi del male, però non sono riuscita a capire niente di quello c'è scritto.
"Cara Principessa, o forse dovrei ormai dire Regina,
la sua vita sembrerà più semplice senza che io le metta ancora i bastoni tra le ruote,
ricordi solo che non è tutto oro quello che luccica e quel che pare perfetto è solo marcio fino al midollo.
Le auguro una vita serena.
Miguel, legittimo erede al trono."
Tadaaa!
Ecco che tutto sta andando verso la fine, Miguel è definitivamente fuori dai giochi, il Re in pericolo di vita e Charlotte, l'imbranata Charlotte, sul punto di diventare Regina.
Tre capitoli (con un epilogo che forse ci sarà o forse no), prima della fine di questo libro e l'inizio del secondo.
Lo farò finire bene o creerò qualche casino per lasciarvi sul fiato sospeso come fanno i finali di stagione delle serie tv?
E che cosa ne pensate di questo capitolo? E del biglietto lasciato da Miguel?
Non voglio fare spoiler, ma quello sarà veramente molto importante. Però non vi dico quando! Eheh!
Al prossimo capitolo!
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