Capitolo 41: Presagi

Quando il nero torna a essere uno spettro completo di colori, posso notare che quello che mi impediva la visuale era la cascata di ricci scuri della donna che mi ha cresciuta. E che ora si ritrova riversa a terra, sotto di lei, una pozza rossa si sta allargando.
Gwen!

Mi accascio su di lei, non sono pronta a lasciarla andare.
Sento mia mamma piangere sul corpo di mio padre, ma sento le parole che sta rivolgendo a sua moglie e so che Adam cercherà di aiutarlo.
Gwen invece è qui da sola ed è qui solo per me: mi sento responsabile e il suo respiro corto mi fa presagire il peggio.
-Chiamate delle ambulanze!-
Inizio a gridare mentre cerco il punto colpito per fermare l'emorragia.
Non avrei mai pensato che potesse servirmi veramente quel corso di primo soccorso. O almeno, ho sempre sperato che non mi servisse nella vita.

-Charl...- la flebile voce di Gwen mi impedisce di continuare a urlare per stare a sentirla, senza mai smettere di tamponare la ferita.
-Andrà tutto bene, non sprecare il fiato. Sei una donna forte. Te la caverai...-
Inizio a parlare a vanvera, cercando di calmare lei, ma in primo luogo me. Dicono che il primo passo per salvare vite sia calmare la vittima.
-Char, mia dolce Charlotte...- la tosse spezza le sue parole e vedo del sangue uscirle dalle labbra.
-Ti prego, non dire niente. Non sforzarti. Tra poco arriveranno i medici e ti salveranno.-
Continuo a parlarle sopra perché ho paura che voglia salutarmi per sempre e io non voglio che succeda.
-Char...-

-Ora ti finisco! Principessa dei miei cog...-
La voce di Miguel non mi sfiora minimamente, troppo concentrata a soccorrere la prima persona che mi ha fatto da madre e l'interruzione della sua frase mi fa presagire che qualcosa di buono può essere in corso.
-Charlotte, ti prego.- Gwen tossisce -Ascoltami.-
Annuisco in maniera meccanica e frettolosa: ascolterò quando si sarà ripresa, prima non voglio sentire nessun addio.
-Ti volevo bene. Te ne ho sempre voluto. Non ho mai voluto soldi per accudirti.-
Queste parole, che confessano il suo affetto per me in diretta nazionale, mi fanno inumidire gli occhi.
Non volevo sentire addii.

-Lasci Principessa, ora ci pensiamo noi.-
Delle mani racchiuse in guanti azzurri spostano le mie sporche di sangue e un altro paio di persone in camice bianco prendono il corpo della riccia.
Ancora accasciata a terra, vengo raggiunta da mia mamma che si abbassa al mio livello per abbracciarmi e piangere sulla mia spalla.
Eppure, io ho finito le lacrime.

Un lampo.
Uno, due, t...
Un tuono.

Un, due, tre.
Pioggia scrosciante oltre questi muri asettici.

Gwen mi ha insegnato a contare quanti secondi passano tra un lampo e un tuono, per capire quanto è distante un temporale.
E pare che il temporale sia proprio sopra di noi.
Un altro presagio, negativo questa volta.

Mi sembra di essere seduta sulle poltrone della sala d'aspetto dell'ospedale del Regno da quel che mi pare un'eternità, anche se potrebbero essere passati pochi minuti o tante ore.
Ormai il mio corpo sta vivendo separato dalla mia mente.
Me ne sono successe di tutti i colori negli ultimi tempi e l'unico responsabile è ora nelle segrete del castello. E io riesco ad avere solo pensieri di vendetta nei suoi confronti.
Non riesco a concepire l'idea che lui sia sano e salvo dietro a delle celle, mentre mio padre e Gwen lottano per rimanere in vita.

Un altro lampo.
Questa volta non mi metto a contare, visto che non ne ho il tempo.
Un altro tuono.
Il temporale è proprio sopra la mia testa.
Sono nell'occhio del ciclone.

Ricordo in maniera vaga di aver fatto delle ricerche sui miti riguardanti tuoni e tempeste, tra le quali spiccava il Dio scandinavo Thor che usava i tuoni e i fulmini contro i suoi nemici per annientarli.
Niente di buono su cui concentrarsi.
Poi ricordo che c'era un Dio, chiamato Tuoni. Era il Dio di... Ricordo che ai tempi lo associai a un altro Dio Greco, che mi pare fosse Ade. Anche se spero più in Apollo.
Anche qui niente di bello su cui concentrarsi.
Un vecchio mito, trovato quasi per caso, torna in maniera prepotente nella mia testa: "un forte Dio donò il tuono agli uomini per avvisarli dell'arrivo di un temporale".
Questo potrebbe essere qualcosa di buono! Oppure essere l'eccezione che conferma la regola.

Non so come prendere questo temporale. Non so che cosa fare, né cosa pensare.
Riesco solo a stare seduta immobile su questa sedia e cercare qualcosa di positivo in qualcosa che non ha alcun collegamento con quello che sto vivendo.

Un altro lampo.
-Andrà tutto bene, vedrai.-
James mi parla nell'orecchio, cercando di superare il rombo del tuono che è appena cominciato.
Un suono che non vuole finire. Potrebbe essere collegato alle loro vite, che non finiranno oggi.
Annuisco senza prestargli veramente attenzione.

Il tuono finisce, facendo tirare un sospiro di sollievo alle mie orecchie.
La luce sparisce e l'ospedale si ritrova in completa oscurità per pochi secondi, fino a che non si sono attivati i generatori di emergenza.
Tra serie TV, studi e film ormai so bene come funzionano gli ospedali.
Quando la luce riparte, qualcosa dentro di me si rompe e capisco che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Lo sapevo che il tuono non poteva essere un buon segno!

Un lampo.
Uno, due, tre, quattro, cinque...
Nessun tuono.
La tempesta è passata.
Oltre i vetri della finestra, posta davanti a me, un arcobaleno pieno di colori prende forma.
Questo sì che è un buon segno!

-Regina.-
Un dottore entra tutto trafelato nella saletta in cui siamo stipate da troppo tempo e cerca mia madre, già in piedi e pronta a correre se ce ne fosse bisogno.
Al diavolo l'etichetta per una volta.
Lo sguardo del medico si posa su di lei, per poi passare a me e fermarsi per pochi attimi, come se avesse paura di aprire la bocca.
-Oh, ma per favore! Ci dia queste notizie senza pensarci due volte!-
Quattro paia di occhi si posa, sgomenti, su di me, ma non riesco ad attendere ancora per dei responsi di vitale importanza.
Vorrei ringhiare, ma il medico apre la bocca mentre si sistema il camice sul collo.
Queste non sono delle buone notizie.

Lo so! Mi state odiando ancora di più di quanto stavate facendo nel capitolo precedente, ma, ehi! Il capitolo si chiama "Presagi", avreste dovuto immaginare che non avreste avuto risposte!

Il prossimo capitolo arriverà in perfetto orario, non tarderò nemmeno di un minuto (se riuscirò a rimanere sveglia, alle 0.00 il capitolo sarà online, promesso).
Per ora vorrei sapere se le emozioni di Charlotte vi sono sembrate veritiere, se vi sono arrivate o sono piatte.
Insomma, fatemi sapere che cosa ne pensate.

So bene che essendo un capitolo di passaggio non piacerà a tutti, ma sono capitoli necessari che porteranno al finale del libro.
Questa volta è vero che non mancano troppi capitoli 😅
Non ho mai scritto un libro così lungo 😅🤷‍♀️

Al prossimo capitolo!
Se sarò ancora viva 🙈

E con questo triste capitolo, oltre con delle notizie che ancora non sono pervenute, lasciando tutti con il fiato sospeso (me compresa), vi auguro un sereno e lieto anno nuovo, augurandovi che possa essere simile a quello di Charlotte solamente per le cose buone! 💕

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