Capitolo 4: Verità sconvolgenti e sveglie che iniziano a suonare

"E da quando sarebbe tua figlia, ladra di bambine?"
Sono sicura di aver capito male.
Anzi, no! Questo è uno scherzo di cattivo gusto come quelli che passano in televisione e  piacciono tanto ad Adam.
Mi guardo intorno, cercandolo con lo sguardo per dirgli di porre fine a questo scherzo, perché non è affatto divertente.
-Che cosa stai dicendo?- balbetta mia madre con un filo di voce.
Intorno a me ci sono solo uomini e donne d'affari vestiti con completi eleganti neri, che mangiano come se al nostro tavolo non stia succedendo nulla.
Che siano anche loro complici dello scherzo?

-Proprio quello che ho detto, signora Smith. O dovrei chiamarla signora Vargas?- ribatte lui sicuro di sé.
I camerieri sono tutti spariti in cucina, non si fanno più vedere.
Anzi, assistono allo scherzo da dietro il vetro della cucina insieme ai cuochi.
-Non so di cosa tu stia parlando.- trema la voce di mia madre, come sento fare al suo corpo al mio fianco.
"Adam Militiello, se questo è uno dei tuoi scherzi la pagherai molto cara, sappilo."

-Oh, ma invece lei lo sa benissimo di cosa parlo. Non era una cittadina di Primtopia?-
Qui stiamo passando il segno, mi volto verso il ragazzo per dirgliene quattro, ma mia madre mi anticipa dicendo che non è un reato trasferirsi.
-Trasferirsi no, ma rapire infanti sì.-
-Io non ho rapito nessuno!- esclama mia madre tra le lacrime.
-Ora basta! Qualunque sia il ...-
-Io non ho mai rapito nessuno, ho solo dovuto tenerla in custodia tutto questo tempo e fingere che fosse mia figlia.-
Cosa!?!
-Mamma.- supplico.
-Charlotte, non sono tua madre. Tu per me sei sempre stata solo un lavoro ben retribuito, anche se con gli anni sono riuscita ad affezionarmi a te un po' più di quel che avrei dovuto.-

Inizia a girarmi la testa, non ci capisco nulla.
Le ultime parole che sento sono da parte di James:
-Lei è in arresto per complicità in rapimento di neonata.-
E l'ultima cosa che vedo sono i commensali di nero vestiti che raggiungono James.

Sento e vedo tutto completamente nero, ma poi succede una cosa che mi fa capire di star sognando: suonano le mie sveglie!
Sentire per la prima volta in vita mia delle sveglie che suonano per risvegliarmi dai miei incubi o sogni, mi emoziona, così lascio che suonino ancora un po' per gustarmi il loro rumore.

Quando mi stufo, sapendo di essere in un sogno, penso di spegnerle, ma loro rimangono sempre accese.

Apro gli occhi.
Le sveglie stanno suonando per davvero, solo un paio, ma per me è già un grande traguardo, anche se non riesco a capire come mai solo ora, mi si dipinge un sorriso vittorioso sul volto.
Mi alzo e le spengo.

Dopo averlo fatto mi ributto sul letto, per godere ancora di quel tepore che mi può dare e mi vengono in mente le scene dell'incubo di stanotte.
Mia mamma mi ha tenuta solo perché le davano dei soldi e io sono stata rapita da neonata.
Che storia divertente a pensarci adesso!
Vado subito a raccontarlo a mia mamma.

-Mamma! Devo raccontarti il sogno che ho fatto!-
Faccio per uscire dalla camera, ma un altro paio di sveglie comincia a suonare, così mi fermo per fermarle, lasciando che il sorriso che avevo sulle labbra si ingrandisca e riprendendo poi il mio cammino verso il salotto.
Il sorriso che avevo sulle labbra scompare quando non trovo mamma nell'appartamento, ma solo tanti uomini in nero che mi fissano, facendomi bloccare sul posto.
-Dov'è mia mamma?- chiedo impaurita.
-Dove è giusto che stia: in viaggio verso Primtopia per essere processata.-
Quindi non era un sogno, era la realtà!

Mi guardo intorno e il mio sguardo cade sull'orologio appeso sulla parete del salotto: sono le quattro e un quarto.
Oh, no!
-Principessa, si sente bene?-
Mi volto di scatto verso gli uomini in nero: come mi hanno chiamata?
-Scusate?-
-Abbiamo chiesto se si sente bene.-
Nego solo con il capo, tutto quel che credevo vero e bello della mia vita si è rivelato tutta una finzione, chissà se anche Adam ne era a conoscenza.
Aspetta, Adam!

Corro in camera mia e agguanto il cellulare e chiamo immediatamente il mio migliore amico.
-Zucchero filato! Ciao! Ti sono mancato?-
-Non è tempo per le battute, vieni subito a casa mia, ti prego!- esclamo per poi chiudere la chiamata.
Ho sempre un credito pari a pochissimi centesimi, anche se non lo uso mai, se non per le emergenze, così lo lancio a caso in direzione del letto.
Ovviamente non poteva solo cadere sul materasso e fermarsi lì, no! Il mio telefono doveva mancare il letto, prendere lo spigolo del comodino e cadere a terra.
Corro per vedere le sue condizioni ed è completamente fuori uso.
Suonano di nuovo le sveglie e il dubbio che io sia stata così sbadata da scordarmi di impostare ogni sveglia che ho comprato inizia a solcare tra i miei troppi pensieri.
Non ho più voglia di spegnerle.

-Vi dico che mi ha chiamato lei! Sono il suo migliore amico!-
Sento le grida di Adam provenire dalla porta di ingresso e mi precipito lì, lasciando cadere nuovamente a terra il telefono che avevo tra le mani.
Se fossimo in un'altra situazione, la scena mi farebbe sbellicare dalle risate, ma ora come ora vedere il mio migliore amico che tenta di superare tutti quegli uomini in nero per venire da me mi mette solo tanto nervoso addosso.
-Lasciatelo entrare, l'ho chiamato io.-
A queste parole ogni uomo si scosta, lasciando passare Adam. Al che io gli corro incontro e lo abbraccio, lasciando finalmente che tutte le lacrime che tenevo rinchiuse senza nemmeno rendermene conto escano e gli bagnino la maglia.
-Vieni, andiamo in camera tua e ne parliamo, ok?-
Tiro su con il naso e, senza staccarmi da lui, mi lascio trascinare in camera.
-Che cos'è successo?-

Sono minuti eterni che Adam mi pone sempre la stessa domanda e sono sempre dieci minuti che io cerco di rispondergli, ma peggiorando solo il mio pianto.
Prima di rispondere, questa volta cerco di calmare i miei singhiozzi e tiro forte su con il naso, per far in modo di non lasciare colare la candela.
E fermandomi ogni tanto, con il rischio di ricominciare a piangere, riesco a raccontargli alla buona quel che mi è successo.
-Inoltre, le mie sveglie non hanno mai suonato.. Perché come un'idiota, mi sono sempre dimenticata, di impostarle.- concludo il mio monologo.
Adam è scioccato, si vede che non si aspettava una cosa del genere e io mi aggrappo più forte a lui, ricominciando a piangere come una ragazzina.
Dei colpi alla porta mi fanno trasalire e stringere di più al biondo.
-Scusate l'interruzione, ma dobbiamo portarla a Primtopia.-
Nego con il capo, non smettendo un attimo di piangere.
-Ma lasciatele il tempo per riprendersi, insensibili!- urla contro qualcuno il mio migliore amico.
Riesco a sussurrargli un flebile grazie prima di addormentarmi contro il suo ampio petto, sfinita dopo tutto il tempo trascorso a piangere e le brutte emozioni provate e nel sentir suonare un altro paio di sveglie.

E così tutta la verità è svelata, che ne pensate?
Cosa pensate succederà nei prossimi capitoli?

Una sola cosa è certa: con me questi personaggi non avranno vita facile muahahahah!

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