Capitolo 36: Ospedale

Senza essermene resa conto ho urlato per richiamare mio padre prima ancora di aver aperto gli occhi e, una volta finalmente spalancati, noto due paia di occhi, molto diversi tra di loro, che mi fissano con grande curiosità e gratitudine.
-Papà.- ripeto in un sussurro, per assicurarmi che sia davvero qui.
Mi prende la mano e me la stringe leggermente, come se non volesse farmi del male.
Non mi importa molto del dolore ora, voglio solo avere la mia famiglia al mio fianco.

-Mamma?- sussurro nuovamente, dopo aver appurato che non è qui.
Il silenzio avvolge la stanza quando la porta dalla quale è appena uscita la donna, che potrebbe essere un'infermiera o un medico. Mio padre sposta lo sguardo da me al resto della stanza, evitando sempre i miei occhi.
I nostri occhi sono così tanto simili che se si incontrassero, saprei subito che cosa gli passa nella testa.

-Papà? Che è successo alla mamma?-
Se solo avessi una vista da vampiro, potrei vedere le mie parole cadere nel vuoto.
Un forte colpo mi fa saltare sul letto e prendere un colpo al cuore, cosa che mi fa produrre una scarica di imprecazioni degne del miglior scaricatore di porto.
-Charlotte Victoria Gonzales Bellson!-
C'è solo una persona che mi chiama in questo modo e sta entrando dalla porta della stanza con addosso delle scarpe ortopediche bianche e una vestaglia azzurra con il logo dell'ospedale.
-Mamma!- dico cercando di scendere dal letto.
Sfortunatamente, incappo nei fili della flebo che non mi ero accorta di avere, riuscendo a rotolare a terra, tirando il filo termina all'interno del mio braccio sinistro fino a sentire che qualcosa è uscito dal mio arto e battendo la testa contro un mobile che hanno dovuto mettere in questa stanza.

Quando mi riesco ad alzare, trovo il mio braccio con un piccolo buco nel posto in cui ci sarebbe dovuta essere la flebo e un leggero capogiro mi prende.
Non mi faccio vincere dal malessere e corro incontro a mia madre per abbracciarla.
Voglio assicurarmi che lei sia davvero qui e che stia bene.
-Piccola, torniamo a letto che adesso arriveranno le infermiere e dovranno rimetterti tutti quei tubi.-
Mi guardo indietro e vedo quello che dovranno infilarmi nuovamente nel braccio e rabbrividisco.
Non mi pare proprio il momento per ricordarsi che ho paura degli aghi.
-Meglio rimanere qui tra le tue braccia.- dico come se non mi facesse ribrezzo pensare a degli aghi nel mio corpo.

-Ha ragione, Margharet. Stare con te è molto meglio di tantissime cose.-
Le parole di mio padre precedono le sue braccia che avvolgono le sue due donne, iniziando un mega abbraccio.
-La mia famiglia.-
Il mio è poco meno di un sussurro commosso, ma sono sicura che entrambi mi abbiano sentito visto come hanno stretto maggiormente l'abbraccio.

-Bella scena commovente, ma la ragazza deve tornare a letto e farsi rimettere la flebo.-
Stringo di più mia mamma, mormorando contro di lei che non ne ho più bisogno, dopo aver sentito le parole della donna di prima.

L'infermiera ha avuto la meglio e ora sono sola in questa stanza con degli aghi nel mio braccio. Se mi fermo a pensarci troppo, rabbrividisco e cerco di toglierli.
Mi manca Adam con le sue battute squallide e mi manca James, con quel suo modo di fare che mi fa saltare i nervi e sorridere allo stesso tempo.

-Mi sento sola.- mormoro a me stessa, unica abitante di questa spoglia stanza di ospedale.
Come se le mie parole avessero richiamato un genio della lampada, la porta si apre nuovamente e ne fa capolino una chioma bionda e degli occhi glaciali che scrutano l'abitacolo.
-Adam!- esclamo, cercando nuovamente di alzarmi.
Faccio in tempo solamente a mettermi seduta, prima che il mio vichingo riesca a raggiungermi e mi tenga ancorata al letto.
-Tuo padre mi ha detto che cosa hai combinato quando ti sei alzata prima, preferirei evitarlo.- dice facendosi spazio sulle lenzuola candide -Anche se mi sarebbe piaciuto vedere lo spettacolo!-
Ridiamo assieme come non facevamo da troppo tempo.

Mi ha chiesto come stavo e poi ha cercato di darmi tante di quelle informazioni per evitare che fossi io a fare domande.
Ha anche raccontato che James l'ha raggiunto per davvero nella sua stanza, a notte fonda, facendomi arrossire fino alla punta delle orecchie prima di dirmi che non era lì per quello che sperava lui. Bensì, era lì per chiedergli dei consigli su una ragazza.
Ma cosa vai a chiedere consigli ad Adam per una ragazza? Le uniche femmine che conosce Adam siamo io e sua madre.
Ah, già. La mia e Gwen.

Quando il mio migliore amico mi ha lasciata sola, di nuovo, ho fatto lavorare il mio cervello sulla ragazza per cui James ha chiesto consigli e l'unico risultato che ho ottenuto è stato un mal di testa lancinante.

Ricordavo di essere sola in stanza, prima di aver chiuso gli occhi nella speranza di cancellare il dolore alle tempie che sentivo, mentre ora c'è qualcuno nella stanza.
Sento il suo respiro e il suo sedere sulla mia stessa branda, ma non parla e non si muove.
Tengo gli occhi chiusi, sperando che continui a pensare che io stia ancora dormendo e che, chiunque sia la persona che è qui, riveli la sua identità.
-So che sei sveglia, Charlotte.-

Come non detto.

Apro gli occhi e li poso subito sulla figura di James.
Mi hai fatto venire il mal di testa per cercare una risposta al tuo mistero e ora ti presenti con queste occhiaie sotto gli occhi che mi fanno sentire in colpa?
-Come stai?- chiediamo in contemporanea, mentre mi metto a sedere.
Ridiamo per la situazione per pochi secondi e poi lui si avvicina a me e prende la mia mano libera dai tubi tra le sue.
Non mi ero mai accorta che le sue mani fossero così grandi e che dessero così tanta sicurezza!

-Come stai, Charlotte?-
Le sue parole, dette in maniera così premurosa, fanno crollare le difese che sono riuscita a tenere alzate fino a ora e mi lancio in una sequenza di parole veramente lunga.
Ho tanto di cui parlare e, finalmente, sfogarmi.

Ehi!

Ed eccoci qui! Tutti i vostri personaggi preferiti sono tornati e sono tutti in salute. Margharet (anche se non è stato specificato nel testo perché non ho voluto "rompervi" e rendere questo capitolo talmente lungo che anche Wattpad mi avrebbe detto <<Smetti di scrivere: hai rotto le balle>> mettendo le varie chiacchiere avute tra Charlotte e i suoi genitori e amici) ha avuto un trauma cranico.
Non preoccupatevi! Era di lieve entità e, come avete potuto leggere, sta bene ed è tornata quella di una volta.

Avete visto che James è andato davvero nella camera di Adam? Ahahah! E in piena notte!
Chi si immagina gli ormoni del grande vichingo (e sì, c'è il doppio senso XD) quando ha aperto la porta e si è trovato il grande ramo davanti? Ahahah!
E l'eccitazione scemata quando ha sentito che voleva solo dei consigli?

E niente,
Ci sentiamo al prossimo capitolo, con la speranza di essere riuscita a strapparvi una risata anche in questo capitolo un po' più malinconico.

P.S. C'era una domanda che Charlotte avrebbe voluto fare, la stessa che avrete nella testa voi, ma non l'ho ancora inserita volontariamente.
Sì, potete uccidermi ahaha!

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