Capitolo 32: Un copione tutto da buttare

Felipe è riuscito a riprendersi e quando si è risvegliato, nella mia camera dell'unico albergo presente a Primtopia, ha voluto sapere tutta la storia.
E quando ha detto tutto, intendeva proprio tutto. Ha voluto sapere anche della mia aggressione.

È bello sapere che qualcuno sia rimasto dalla mia parte nonostante non conoscesse quello che stava dietro alle mie decisioni e quando ha scoperto chi c'è dietro tutto questo, si è scandalizzato più di noi.
-Non può essere!-
Sembra un disco rotto. Va avanti così da troppo tempo ormai.
-Abbiamo le prove che sia così, quindi è per forza così!-
Adam sta perdendo la pazienza e i suoi passi sulla moquette iniziano a essere rumorosi e forti.
Ogni tanto mi sembra di sentir tremare il pavimento a causa sua.
-Ma io vado lì e gliela faccio pagare cara!-
Felipe si è finalmente ripreso e a grandi passi cerca di raggiungere l'uscita con intenzioni tutt'altro che buone.
-Fermo, Rocky! Non puoi fare niente finché i reali non capiscono quello che sta succedendo dentro le mura di quel castello.- James blocca l'uscita a Felipe che sbuffa prima di tornare a sedersi sul letto.
E la mia mente corre ai miei genitori. Chissà come staranno.

-Qualcosa si sta muovendo!-
Un grido mi ridesta dall'oblio in cui ero caduta senza rendermene conto e quando viene gridato per la seconda volta collego che qualcosa si muove e salto dalla poltrona, gridando impaurita.
Con gli occhi chiusi dalla paura comincio a saltare sulla poltrona chiedendo furiosamente dov'è.

Il silenzio avvolge la camera e, con timore, apro solo un occhio per vedere che cosa succede.
Tre paia di occhi mi stanno fissando senza scacciare quella bestia che si muove e quando allungo una mano per incitarli a sbarazzarsi di quel mostro, scoppiano a ridere.
-Che cosa avete da ridere? Io rischio la vita e voi ridere. Ah, gli uomini d'oggi!-
Tra le risate, e alternandosi le parole tra di loro, riescono a dirmi che quello che si sta muovendo sono le cose a palazzo.
Qualcosa sta cambiando.

La mia bocca si spalanca e forma una o veramente di grandi dimensioni, mentre mi accascio nuovamente sulla poltrona.
-Raccontatemi che cosa sta succedendo a casa.-
Smettono di ridere e una volta che tutti hanno preso posto, cominciano a raccontare.

Finalmente posso nuovamente uscire da questo buco di hotel per riprendere i panni di vecchietta ficcanaso e questa volta ho il permesso di andare a palazzo.
Non sapevo che quel posto enorme e tutto quel personale, che a volte sapeva essere impiccione, mi sarebbe mancato così tanto.
Eppure, ogni volta che mi sveglio la notte, per colpa dei soliti incubi sull'aggressione subita, ripenso ai bei momenti passati al castello e la malinconia mi prende. Mi lascio sempre cullare da questo nuovo sentimento che non avevo mai provato prima per riuscire a colmare il buco nel mio petto creato dal dolore.
Mamma, papà, sto tornando.

Davanti a quel cancello in ferro battuto che non molto tempo fa avevo varcato piena di entusiasmo per la visita al castello, mi vengono le lacrime agli occhi.
Sono commossa e sono costretta a tenermi al braccio che Felipe mi ha offerto, come gesto di galanteria e per dare più credibilità al piano.
Le guardie si fermano e ci squadrano per bene, prima di chiederci qual è il motivo della nostra presenza qui.
-Abbiamo udienza con il Re.- Felipe gonfia il suo petto, cercando di far sì che diventi più evidente della sua pancia morbida, con la quale tanto mi piacerebbe giocare.
Ci fanno passare e mi lanciano altre occhiate che mi fanno pensare.
E se mi avessero riconosciuta?

-Tranquilla Principessa, la parte difficile l'abbiamo superata.-
Sì, come no.
Un maggiordomo ci accompagna fino allo studio di mio padre e ci lascia davanti alla porta chiusa.
Come se io non sapessi la strada, vero Louie?
Quando bussiamo ci viene data l'autorizzazione a entrare e la prima cosa a colpirmi, quando ancora la porta è chiusa, è la voce.
Non è papà.
Felipe apre la porta e mi fa passare per prima, lasciandomi sempre più stupita della galanteria di questo ragazzo e i tendoni neri che ricoprono gli scaffali e il quadro in cui sono raffigurata da neonata mi colpiscono come un pugno in pieno petto, facendomi capire quante cose siano cambiate in così poco tempo.
Siamo sicuri che era l'unico modo?

-Buongiorno, come posso esservi utile?- la voce sibillina di Miguel mi fa venire la pelle d'oca: sta andando molto peggio di quanto avessi immaginato.
-Sì, potrebbe andare a chiamarmi il Re? Avevamo udienza con lui.-
Fingendo una voce che non è mia mi rivolgo all'uomo che occupa la sedia di mio padre, anche se quello che vorrei fare è qualcosa completamente diverso.
-Mi dispiace, ma il Re non è disponibile, così come la Regina e quindi dovrete accontentarvi di me, il Vice Re e colui che salirà al trono nel caso succeda qualcosa di brutto.-
Il ghigno malvagio sul suo volto mi fa salire un istinto omicida che non ho mai sentito in vita mia, e la voglia di usare le mie stesse mani per procurare del dolore a quell'uomo infimo mi fa prudere le mani.
Comincio a grattarmi i palmi, sperando di riuscire a calmarmi.
-Mi dispiace, ma la mia povera nonnina ha il desiderio di poter parlare con il Re prima della sua dipartita.-
Ovviamente parla della dipartita del personaggio che sto interpretando, ma dopo le parole di Miguel sembra quasi che quello in pericolo sia papà.
-Come dicevo prima, il Re non è nelle forze di poter vedere nessuno. Purtroppo il suo desiderio, Signora, non potrà essere esaudito.-
Ci lanciamo sguardi di fuoco che promettono scintille, mentre Felipe acconsente a lasciar perdere e chiede solamente se il "Vice Re" potrebbe consegnare il messaggio.
Che poi, che razza di carica è il Vice Re?
Lo so che stai architettando qualcosa.

-Mi dispiace principessa, il piano è andato in fumo.-
Sento Felipe che mi parla, ma sono impegnata a notare che quest'ala del castello è stranamente vuota e silenziosa, quindi potrei avere una possibilità se seguo il pensiero che mi ha appena illuminato la mente.
Senza pensarci due volte, mi lancio velocemente verso la mia meta, sentendomi chiamare dal mio accompagnatore.
Busso, dando colpi secchi e forti contro la porta davanti alla quale sono ferma.
Dovete aprirmi il prima possibile. Voglio vedere come state.

Una voce bassa e roca dà il permesso a entrare, anche se solo per Miguel. Me ne frego ed entro.
-Che cosa c'è, Miguel?- chiede mia mamma, con una voce che stento a riconoscere, prima di vedermi e bloccarsi.
Cerca di ricomporsi in un attimo, anche se la nera tuta sgualcita che indossa non lascia spazio per i dubbi su come si senta.
-Posso fare qualcosa per Lei, Signora?-
Non ce la faccio più a seguire il copione.
Apro la bocca per risponderle, ma dalla porta, che avevo lasciato aperta, entra Felipe che mi chiama.

E dice Charlotte.

Ed ecco qui il capitolo del venerdì!
Finalmente si intravede una luce in fondo al tunnel, eh?
Charlotte vede di nuovo sua mamma e, per la prima volta, Felipe sbaglia qualcosa, portando il piano a sfumare.
O forse no? 😏

Che cosa pensate di questo capitolo? E piccola domanda che vi farà vincere una pizza: indovinate qualcosa che succederà nel prossimo capitolo, dai.
Sono curiosa di vedere che cosa vi aspettate 😂

Al prossimo capitolo!

P.S. Ho trovato una foto sul web che ritrae perfettamente Adam! Lou_Marie_Allie sei pronta?

Diciamoglielo che Adam lo diceva da più tempo! 😂😂😂😂

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