Capitolo 30: L'unico modo

Non riesco più a comportarmi normalmente nei confronti di James, qualcosa dentro di me sta cambiando e anche lui lo sta facendo.
Non riesco ancora a capire se tutto questo sia un bene.
Probabilmente non lo è.
Quando mi ha preso il mento tra le dita e mi ha sussurrato in un orecchio, dolci brividi hanno percorso interamente il mio corpo, fin quando i miei occhi non colgono ogni cosa presente a terra.
Libri, probabilmente della biblioteca, fogli, disegni e foto sono sparsi in un ordine che dapprima sembra casuale sul pavimento.

-Perché c'è un posto vuoto?- chiedo quando noto un vuoto importante nel centro dei fogli.
Un lungo brivido mi percorre la schiena, quasi fosse un serpente che striscia sul mio corpo quando vedo James poggiare la lettera in quel posto vuoto senza darmi risposta.
Mi abbasso, poggiando le mie ginocchia a terra e osservando tutto da più vicino.
Ora riesco a capire il collegamento e quel che vedo mi lascia ogni secondo di più senza fiato.
Non può essere.

-Padre.-
Nella sala del trono regna il caos e mio padre, assieme a mia madre e Miguel, stanno dirigendo dei lavori dei quali non sono stata informata e che non riesco a capire.
-Non ora, Charlotte.-
Il tono di voce stanco e il gesto con la mano mi fanno capire di essere un qualcosa di poco conto e sono tentata di tornarmene in camera mia con la coda tra le gambe, ma quando mi volto trovo lo sguardo di James che mi trapassa e mi ordina di riprovarci.
Io non sono un qualcosa di poco conto.

-Padre.-
Nuovamente ripete che ora non può parlare e che devo ripassare dopo, così provo con mia madre, ma il risultato è lo stesso.
Mi sto innervosendo.

-Ora basta!- grido facendo in modo che gli sguardi di tutti siano puntati su di me.
-Vi siete preoccupati per me dopo quello che mi è successo, salite nella mia camera per vedere come sto solo alla mattina presto e la sera tardi, mi avete pregato di riprendermi e che quello che è successo non si ripeterà più, mi avete promesso che il colpevole la pagherà cara e quando vedete che sono finalmente fuori dalla mia camera e cerco di avere un contatto con voi, nonostante stia morendo dentro, voi mi ignorate con un "Non ora, Charlotte."!-
Vedo che gli addetti ai lavori e gli inservienti stanno lasciando pian piano la stanza per lasciarci un po' di privacy, mentre Miguel non si perde nemmeno una virgola del mio discorso.
-Non sto più bene e quando cerco di parlarne con voi vengo ignorata! Come posso sentirmi a casa in questo modo?-
Non riesco più a trattenermi ed esplodo, non tenendo più niente. Nemmeno le lacrime riescono a rimanere arginate nei miei occhi.
-Tutto qui dentro mi ricorda quello che ho subito e voi non state facendo niente per aiutarmi! Nemmeno mi state ascoltando!-

Ho il fiatone dopo questo lungo monologo e gli occhi dei regnanti sono spalancati e fissi su di me.
-Charlotte! Ma di che cosa vai blaterando? Certo che stiamo facendo qualcosa per aiutarti: stiamo installando telecamere di sicurezza in tutto il castello.- il Re sembra cadere dai peri.
Ma come diavolo fa a pensare che quello possa aiutarmi ora?
-Te l'ho detto che non volete aiutarmi e io, in un posto del genere, non voglio più starci. Me ne torno a casa mia.- la mia delusione è più che palpabile e giro i tacchi, lasciando i miei genitori come dei pesci lessi.
Scusate.

-James, mi accompagni a preparare le valigie?-
Non risponde, ma mi apre le porte e mi scorta fino alla mia stanza. Una volta lì mi butto sul letto e lascio che calde lacrime scorrano sul mio viso.

-Charlotte Victoria Gonzales Bellson!-
Mi pulisco il viso quando sento la Regina chiamarmi con il mio intero nome da dietro la porta della mia stanza.
Ora che non ci sono più i segni delle lacrime sul mi volto posso farla entrare.
-Che cosa c'è?- chiedo con un tono scocciato che non mi appartiene.
Vorrei solo poterti dire la verità.
Vorrei solo poterti chiedere scusa.

-Che cosa c'è?- ripete con un'enfasi che non credevo possibile -Hai pure il coraggio di chiederlo? Ma ti rendi conto dell'inutile scenata che hai fatto prima? Ci hai fatto sfigurare davanti all'intero personale!-
Non l'avevo mai vista così arrabbiata, ma l'unica cosa che posso fare è portare avanti la mia "sceneggiata".
-Questa è l'unica cosa di cui vi importa: non farvi sfigurare davanti a qualcuno! E tanto l'unica cosa che io so fare è farvelo fare, quindi tolgo il disturbo!-
Sento le lacrime premere di nuovo contro gli argini dei miei occhi per uscire, ma devo trattenermi. Non posso più mostrarmi debole, non ora.
Scusami mamma, ma è l'unica cosa che posso fare per avere la vostra più completa attenzione.
-Smettila di dire stupidaggini e chiedi immediatamente scusa a me e a tuo padre!-

Presa dalla voglia di far finire questa storia una volta per tutte, mi lascio ricoprire dalla rabbia che ho provato quando ho capito di non essere abbastanza: abbastanza forte per ribellarmi a un mostro, abbastanza regale da non essere lo zimbello del mondo, abbastanza intelligente per poter capire prima qual era la cosa giusta da fare e abbastanza normale per riuscire a portare una valigia al piano di sotto.
-Chiedere scusa? Io a voi? Siete voi che dovete porgere le vostre scuse a me! È colpa vostra se un mostro ha fatto di me il suo giocattolino sessuale! È colpa vostra se mi sono ritrovata in un continente che non era quello della mia nascita, con una persona che ha guadagnato dal mio rapimento e con persone che mi hanno minacciata dal primo momento in cui ho messo piede in questo castello! È tutta colpa vostra!-
Non è vero mamma, non ascoltare le mie parole.
Non ascoltarmi.

La vedo cadere a terra, producendo un suono sordo con le ginocchia, ma non posso curarmene.
Devo andarmene ora che ne ho la possibilità.
Capirete tutto quando me ne sarò andata via da qui.
-Perché Charlotte? Perché vuoi farci questo?-
La sento la tua voce spezzata mamma, la sento e non sai quanto vorrei correrti incontro e abbracciarti. Sussurrarti che questo è stato solo un incubo e che non è successo niente di tutto questo.
-Perché questo è l'unico modo.-
La mia voce è quasi un sussurro, ma lei mi sente.
Mi sente e smette di respirare per pochi secondi.
-L'unico modo per cosa?-

Non rispondo e chiudo la porta alle mie spalle.
James mi sta aspettando alla macchina. Una volta che mi siedo all'interno, non riesco più a trattenermi e scoppio in un pianto disperato.
-Era l'unico modo.-

Vi ho spezzato il cuore?
Probabilmente sì. Probabilmente mi state lanciando maledizioni in ogni lingua che conoscete e vi state armando per venirmi a cercare.
Ma vi posso assicurare che niente è perduto e che nei prossimi capitoli la storia volgerà alla fine.

Non è facile essere arrivata a questo punto e a volte mi mangio le mani pur di non mettermi ancora a scrivere capitoli di questa storia, solo per evitare di scrivere la parola fine.
Come quelle persone che non hanno mai visto l'ultimo film di una saga, o visto l'ultima puntata della loro serie tv preferita.
Non riesco a credere di essere quasi arrivata alla fine e se fossi più cattiva, avrei trasformato questo capitolo nella fine di questo libro.
Per vostra fortuna sono cattiva, ma non così tanto e quindi penso che ci saranno almeno altri due capitoli prima dell'epilogo.

Se avrete la pazienza di aspettare prima di venirmi a inforcare con i vostri forconi o a mutilarmi con le vostre armi, conoscerete la fine di questo libro e capirete il motivo del gesto disperato di Charlotte.
Fidatevi se vi dico che questo era l'unico modo.

Al prossimo capitolo!

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