Capitolo 16: Un ragazzo nel mio letto!

Dmitri sarà nostro ospite fin quando vorrà rimanere a Primtopia, il Presidente Petrov è stato avvisato e ha acconsentito con fin troppa gioia per i miei gusti.
Nel pomeriggio mi sono dedicata completamente ad Adam, tra le varie cose e i suoi viaggi verso la sua famiglia ci hanno allontanato un pochino, ma solo sul piano fisico.
Sono riuscita a fargli capire che la Russia esiste davvero e ha deciso di scusarsi con Dmitri il prima possibile, fortunatamente. Purtroppo ora è convinto che a non esistere sia l'Australia.
Quel ragazzo ha qualche rotella fuori posto.

Abbiamo occupato la biblioteca, ha voluto sapere come ho fatto a imparare a ballare così in fretta e gli ho raccontato di come sfuggivo a James per rifugiarmi in una stanza segreta scoperta per caso e poi raggiungerla per sfamare la sua curiosità.
Infine ci siamo nascosti lì per il resto del tempo, anche se so già la ramanzina che mi farà James.

Finalmente riesco a entrare in camera mia e mi lascio cadere sul mio morbido letto come se avessi corso cinque maratone.
Stendo le braccia verso i cuscini, ma le mie mani trovano un ostacolo simile a della carta sul mio materasso.
Mi alzo a sedere di scatto, facendo in modo che la testa mi giri per il movimento brusco e volto la testa verso la testiera del letto.
Vedo poco e niente perché la testa mi gira ancora, ma a tentoni con le mani riesco a trovare l'ostacolo di prima: lo porto vicino al mio viso mentre il girotondo del mio cervello smette di esserci e noto che si tratta di una busta da lettere.
L'unica cosa scritta all'esterno è il mio nome in nero, che risalta sul resto della busta completamente bianca.

La curiosità ha la meglio su di me e apro subito la busta, trovandoci all'interno altra carta.
Qualcuno mi ha mandato una lettera.
Spinta dalla voglia di scoprire cosa c'è scritto la apro e inizio a far scorrere i miei occhi sulle scritte nere eleganti.

Principessa Charlotte,
Lei non mi conosce, ma io conosco molto bene la Sua famiglia.

Già dalle prime righe sento dei brividi attraversarmi la schiena come segno di un brutto presentimento, ma lo ignoro e vado avanti, cercando di convincermi che si tratti di una lettera buona.
Altrimenti non sarebbe mai arrivata a me, giusto?

Non Le chiederò come sta o se la scoperta di non essere quella che pensava di essere Le abbia sconvolto la vita, non sono cose che mi interessano.
Quello che Le chiederò è di rinunciare al suo diritto al trono e di tornarsene da dove è venuta, come se tutto questo fosse solo un Suo bellissimo sogno.
Sono stufo del potere della Sua famiglia, potere che da sempre sarebbe dovuto appartenere ad altre famiglie.
La Sua famiglia è solo un'usurpatrice e Le sto chiedendo di non esserlo a Sua volta.

Per ora mi limiterò a chiederlo con le buone maniere, ma non dubiti del fatto che ricorrerò alle maniere forti se Lei deciderà di non darmi ascolto e tornarsene da dove è venuta.
Un Suo NON ammiratore.

Rabbrividisco dalle dita dei piedi alla punta dei capelli: questa è una lettera minatoria?
Con la testa piena di dubbi e confusione esco dalla mia camera con la lettera in mano, lasciando che siano i miei piedi a condurmi.

-Charlotte.-
Davanti a me si trova la donna che per una vita intera ho chiamato mamma, che mi ha consolata nei momenti difficili e mi ha sempre dato un motivo per andare avanti con il sorriso sulle labbra. Colei che mi ha dato tutto e in cambio io le ho donato il mio cuore.

-Gwen.- rispondo fredda, ma piena di nostalgia.
-Hai già smesso di chiamarmi mamma?- mi sbeffeggia lei.
Non so a cosa stessi pensando quando sono scesa in queste segrete dove le luci vanno e vengono e fanno sinistri rumori per fermarmi davanti alla sua cella. Forse sono accorsa da lei per forza dell'abitudine.
-È opera tua questa?- chiedo distaccata, lanciandole dentro la cella la lettera che ho spiegazzato e riletto tante volte fin quando le sono arrivata davanti.

Sorride come per prendermi in giro, ma quando inizia a leggere la lettera il sorriso.
-Torna immediatamente a casa e fingi che tutto questo non sia mai successo: altrimenti le conseguenze saranno veramente serie.- la sua voce è ricolma di agitazione, aumentando la paura dentro di me.
Riprendo in mano la lettera e mi avvio fuori dalle segrete, tutta la sua agitazione e l'inquietante atmosfera mi sta facendo sentire poco bene.

-Ascolta le mie parole, mia piccola Charlotte!- la sento gridare fin quando non esco dalle segrete.
Continuo a sentire la sua voce anche una volta entrata nel mio bagno personale.

Esco dal bagno con un grosso asciugamano attorno al corpo, lasciando liberi i miei lunghi capelli mori ancora bagnati, dopo essermi fatta un bagno con idromassaggio per rilassarmi dopo l'agitazione appena vissuta.
-Allora cara, sei pronta per me?- sento chiedere da una familiare voce maschile, una volta entrata nella camera.

Sul letto c'è James sdraiato comodamente che mi guarda con uno sguardo che fatico a identificare.
Salto dallo spavento, portandomi le mani al petto per stringermi l'asciugamano al petto, cercando di evitare la caduta dello stesso.
-Prima o poi imparerai a entrare solo dopo aver ricevuto il permesso? E a farlo quando io sono in condizione di essere vista?- chiedo scocciata, cercando di allungare l'asciugamano e coprirmi il corpo più possibile.
-È talmente divertente così, perché dovrei cambiare abitudini?- chiede divertito, mentre mi squadra dalla testa ai piedi.

-Toc toc! Mia dolce Char, ho bisogno di te!- dice Adam entrando.
Appena vede il mio corpo avvolto solo da un asciugamano e James così spiaggiato sul mio letto assume un colorito tendente al viola e balbetta delle scuse inutili, pensando di aver interrotto qualcosa.
Riesco a fermarlo appena in tempo, spiegandogli che è solo la mia guardia del corpo che, come lui, entra senza bussare.
-Anch'io ho bisogno di parlarti, ma prima dimmi per cosa hai bisogno di me.- gli dico con un sorriso, nascondendomi dietro al suo possente corpo, per nascondermi dallo sguardo di James.
-Devi liberarmi da quel biondo che non smette di parlare in una lingua a me sconosciuta e che mi sta sempre addosso.- mi dice con urgenza.
-Ma guarda, il grande e grosso ragazzone che vuole la compagnia maschile ora chiede a me di liberarlo da un maschio.- lo prendo in giro, sapendo che starà alzando gli occhi al cielo anche se non lo vedo.
-Fammi vestire e sistemare e cercherò di impegnarti Dmitri,- gli dico strizzandogli un bicipite.

-E tu di cosa volevi parlarmi?- mi chiede girando la testa verso di me, per guardarmi in faccia.
Sporgo la testa verso James e lo vedo completamente serio, cercando di capire se possa o meno fidarmi di lui.
Decido di usare Adam come scudo fino a quando non riesco a entrare nella cabina armadio.
Alla fine penso che i miei genitori gli hanno affidato la mia vita per un motivo, quindi posso fidarmi a dirgli questa cosa.
-James, prendi la lettera che c'è nel primo cassetto del comodino vicino alla tua testa e leggila ad alta voce.- dico dopo essermi vestita e uscita dall'armadio.

Ecco altri guai per la principessina!
Chi sarà mai l'autore di questa lettera? Lo (o la) avremo già incontrato (o incontrata)?
Come reagiranno James e Adam?
100 punti alla casata che indovinerà le reazioni!
Via ai commenti!

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