<<Sapevo di essere un genio, ma non pensavo che sarebbe stato così facile vincere.>>
Fermo, al mio posto all'interno della cerimonia, fisso tutti gli invitati e i reali e cerco di nascondere il ghigno soddisfatto che vorrei dipingere sul mio viso.
<<Soprattutto dopo il fiasco che ha avuto Miguel.>>
Quel pappa-molla era bravo solo con le parole, ma non è mai stato bravo a portare a termine il piano.
La porta è ancora chiusa davanti a me e mio padre, che già tiene il mio braccio aggrappato al suo per evitare di farmi cadere.
Anche se il mio cuore è già caduto e niente potrà mai salvarlo.
"Come stai?"
Le parole dell'uomo che mi ha donato la vita sono solo un flebile sottofondo per il mio cervello, chiuso a riccio in sé stesso per evitare ulteriore dolore.
Le porte si aprono davanti a noi e sento qualcuno sospirare, mentre i nostri piedi si muovono in sincrono per raggiungere l'estremità della sala.
Per raggiungere il posto già centrato dai miei occhi.
La figura del mio futuro sposo si staglia longilinea ai miei occhi, mettendo in risalto, fin dal principio, le troppe differenze che ha con l'uomo che amo.
Sento gli occhi inumidirsi e il peso del braccio di mio padre scomparire, ma, quando sposto lo sguardo, quel che vedo è molto più raccapricciante.
Al mio fianco, che mi tiene il braccio, come vuole la tradizione, ci sono io.
Vedo me stessa, vestita nel mio stesso modo e acconciata nella stessa maniera, ma quello che mi fa accapponare la pelle è il suo viso perfettamente truccato.
Quel viso che, in molti, hanno definito forte e bello, ma che ora riesco solo a vedere come orrido e patetico.
La pelle cadaverica non è nascosta dai chili di trucco che ha addosso e le occhiaie nere spiccano come una rosa in un campo di girasoli.
Ha perso peso e lo si nota dalle guance scavate, serrate in una smorfia di dolore, insieme alle sue labbra rese rosse dal trucco necessario per coprire il sangue dovuto ai continui morsi che si è data.
Gli occhi, spenti e morti, guardano dritti davanti a sé, cercando di nascondere tutto quel che prova.
Per quanto quel che vedo non mi piaccia, non riesco a distogliere lo sguardo.
Lei volta e le sue iridi ambrate si posano su di me, mostrandomi il colore rosso, come quello del sangue, che caratterizza i suoi occhi per colpa dei suoi incessanti pianti.
Ed è in questo momento che non riesco più a reggere questa visione, spostando i miei, di occhi, ancora una volta su Lord Alec. Al suo fianco, però, rivedo la me stessa che mi stava accompagnando tenendomi il braccio.
Non voglio, non voglio vederla ancora. Non voglio.
I miei occhi vagano per tutta la lunga e infinita sala, finemente decorata secondo i gusti di mia mamma e di Adam, senza posarsi su niente in particolare per più di una manciata di secondi, visto che il mio riflesso compare al fianco di tutti.
La testa inizia a girarmi e sento le gambe faticare a tenermi in posizione eretta, nonostante l'aiuto donatomi dalla presa di mio padre al mio fianco.
"Stai bene?"
Il suo è solo un sussurro, per non allarmare nessuno, né mostrare alle telecamere che ci stanno riprendendo che qualcosa non va, ma io lo sento.
E anche questa volta non rispondo.
Continuo a camminare, avvicinandomi sempre di più dove non vorrei.
La testa sembra una trottola impazzita e le forze iniziano a essere fin troppo scarse nel mio corpo, mentre i miei occhi sono sempre più frenetici per la sala, nel disperato tentativo di sfuggire dalla realtà.
Se ricompare ancora una volta, chiudo gli occhi.
Dirigo gli occhi verso un angolo isolato della sala, dove non dovrebbe esserci nessuno e il muscolo che batte, trasmettendo il sangue necessario per vivere a tutto il corpo, si ferma. Così come il mio respiro.
Il mio riflesso sparisce, ma non riesco a tirare un sospiro di sollievo perché la persona su cui si sono posati i miei occhi è quasi peggio del fantasma che vedevo prima.
Che cosa ci fa qui?
I nostri occhi collidono e una lacrima solitaria prende a scorrere libera, mentre la testa smette di volteggiare al ritmo di marcia nuziale e le gambe riprendono a sorreggermi nella mia maniera corretta.
I suoi occhi tristi non lasciano i miei neanche per un secondo e mi accompagnano per tutto il tragitto.
Che cosa ci fai qui, James?
Un fazzoletto stropicciato tra le sue mani, così vicine al viso, entra nella mia visuale e mi lascia ancora più perplessa.
Che cosa sta succedendo qui? Quante persone distrutte ci sono qui dentro?
Compio un passo, un passo che mi porta più lontana dalla persona che amo.
Compio un altro passo e il suo sguardo è sempre più appiccicato al mio.
Un altro passo e il mio cuore è immobile.
L'ennesimo passo e devo ricordarmi come si faccia a respirare, ma il mio cervello non riesce a rimembrarmelo.
L'ennesimo passo e la salda presa di mio padre sguscia via dal mio braccio.
Distolgo lo sguardo da James, puntandolo su mio padre che mi lascia tra le mani del ragazzo rosso davanti a me, mentre l'officiante fa fermare la marcia nuziale.
"Carissimi, celebriamo il grande mistero dell'amore di Cristo per la sua Chiesa. Oggi la Principessa e futura Regnante Charlotte Victoria Gonzales Bellson e Lord Alec Bloomwod sono chiamati a parteciparvi con il loro Matrimonio."
Le parole del parroco davanti a noi si imprimono nella mia mente, imponendomi di cercare con gli occhi la persona che avrei davvero voluto al mio fianco.
Quella persona che ha compiuto, al mio posto, la scelta più importante della mia vita.
Quella persona che, nonostante tutto, non riesco a smettere di amare.
I nostri occhi si incatenano per l'ennesima volta da quando ci siamo conosciuti e sento una strana forza che mi spinge verso di lui.
Il suo sguardo sembra dire tante cose, ma tra queste non pronuncia mai quel che io vorrei sentire.
E mi lascio trasportare dalla corrente che sono sempre stati i suoi occhi.
Il matrimonio è iniziato, nonostante fosse l'ultima cosa che voi tutti volete.
E anche James è presente, sì.
Mi dispiace avvisarvi che da questo capitolo inizieranno i veri guai di questo libro e andranno avanti per un bel po'. Spero che sopporterete i dolori che vi verranno inflitti (tramite la lettura, non vengo a frustarvi nelle vostre case) e capirete le "mie" scelte.
La fine si avvicina sempre di più, così come il famoso epilogo che non vedete l'ora di leggere (e io di pubblicare).
Ci vediamo martedì con il prossimo capitolo, sperando che anche questo triste capitolo vi sia piaciuto e che le emozioni della nostra Charlotte vi siano arrivate tutte.
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