Capitolo 3: Piangere

La mia mente è ancora bloccata, ma il mio corpo si è mosso senza che io me ne accorgessi e ora mi ritrovo seduta accanto a lui e le mie braccia avvolte attorno al suo busto.
Il suo viso, premuto contro la mia spalla, mi sta bagnando l'abito, ma lo lascio fare: ha un evidente bisogno di sfogarsi.
E io sarò l'amica di cui ha bisogno e che io voglio essere.

Sembrano essere trascorse ore, prima che il suo pianto si calmi, ma per me potrebbe essere durato anche solo un minuto.
Quando finisce, lo sento tirare su con il naso e dentro di me prego che non mi abbia macchiato questo bell'abito con il muco, infine cerca di divincolarsi dal contatto fisico, ma glielo impedisco.
-Che cosa succede?-
La mia domanda è poco più di un sussurro al suo orecchio, consapevole che non possa più fare finta di niente.
Sperando, finalmente di ricevere una risposta.

Per attimi interminabili, non risponde, prendendo solo respiri profondi.
Inizio a credere che, anche questa volta, non avrò quello che chiedo.
-Oggi...- inizia, prima di bloccarsi ancora.
Non lo lascio, sento che ha bisogno di tutto questo.
Prende di nuovo fiato e comincia a raccontarmi che in questa data è la stessa in cui morì il suo gemello, solo anni dopo.
Sento le sue lacrime correre nuovamente sui miei vestiti e le mie che mi bagnano le guance.
So come ci si sente a perdere qualcuno, ma avrei sperato che, lasciando trascorrere degli anni, si sarebbe potuto affievolire.
Gli accarezzo la schiena, sperando che si calmi tra le mie braccia e che mi lasci il tempo per nascondere il segno del pianto dal mio viso, prima che lui sgusci via dal mio abbraccio.

-Mi dispiace se ho detto qualcosa di brutto appena mi sono svegliato, non ho ancora smaltito del tutto la sbornia.-
So che è un'idea cattiva, ma penso che sia l'unico modo per sapere quello che chiedo da tempo.
-James?-
Lo chiamo, mentre si stacca dal mio abbraccio e torna a sedersi in maniera composta sul mio letto.
Dopo un suo cenno di assenso gli faccio quella domanda alla quale non ha voluto rispondere per molto tempo, sperando che l'alcool che ha ancora in corpo gli sciolga la lingua.
-Ah, Charlotte. Vuoi ancora sapere perché il nostro rapporto è cambiato così tanto, ma non so se sono ancora abbastanza ubriaco per parlarti anche di questo.-
E lo sento.
Sento quel sonoro crack che ha appena fatto il mio cuore.
Ci avevo sperato troppo.

Cercando di non dargli a vedere il mio stato d'animo, mi alzo dal letto ed entro nella cabina armadio con la scusa di mettermi qualcosa di più comodo.
Una volta lì, non riesco più a trattenermi e, con una tuta gialla in mano, lascio che dei singhiozzi silenziosi sconquassino il mio petto.
Ed è così che lui mi trova, parecchi minuti dopo. Accovacciata sul pavimento, con la tuta stretta contro il petto, come a farmi da scudo e con il trucco completamente sparso sul mio viso, mentre lo guardo tra le calde lacrime.
Balbetta qualcosa che assomiglia a un "io" e se ne va, come se quello che vede gli provochi una forte fitta di nausea.
E io lo aspetto, sperando che torni per darmi una spiegazione o solo per aiutarmi ad alzarmi.
Lo aspetto, con il cuore ricolmo di speranza perché è diventato una persona troppo importante per me.
Ma il mio cuore si rompe di nuovo, lasciando uscire tutta la mia speranza dalle crepe che lui ha ripetutamente causato.

Prendo il mio quaderno rosa e mi siedo sul balcone. Ormai, la primavera è quasi finita e le temperature stanno salendo e il corto completo da camera che ho deciso di indossare non è affatto leggero.

Prima di aprire il diario alla pagina di oggi, ripenso alla mia vecchia vita e mi immagino se fossi ancora bloccata lì, in una vita che mi metteva i bastoni tra le ruote ogni qualvolta le fosse possibile.
Sarei chiusa in biblioteca con Adam, tutti i giorni, a studiare per degli esami che difficilmente sarei riuscita a passare nonostante sapessi le cose.

Guardandomi adesso, invece, vedo una ragazza che ne ha superate di ben peggiori di quegli esami che ti sembrano così importanti e con una corona in testa. Corona che, ora, non pesa più.
Mi metto a scrivere, mettendo nero su bianco tutto quello che mi è capitato in questa giornata infinita e di come mi sono sentita, occupando pagine intere sull'episodio accaduto con James.
Non so se sia più una buona idea tenerlo ancora come mia guardia, anche se so che ha bisogno di questo lavoro e di un posto in cui vivere.

Chiudo gli occhi, respirando a fondo la brezza del mare che il leggero vento porta fino a qui, nonostante la spiaggia non sia proprio dietro l'angolo.
Un sospiro, dietro di me, mi fa capire di non essere sola e apro gli occhi di scatto. Sento una presenza alle mie spalle, ma non mi muovo, facendo credere a chiunque ci sia che sono ancora immersa nei pensieri per vedere la sua prossima mossa.
La persona si avvicina e riesco a sentire le sue gambe sfiorare la mia schiena, così come poi sento il suo profumo dolce a amaro entrarmi nelle narici, soppiantando il dolce odore del mare.
James. Che cosa ci fai qui?
Vorrei parlare e fargli un'infinità di domande. Vorrei girarmi e tirargli un pugno su quel bel viso perfetto, così come lui tira fuori il mio lato manesco.
Vorrei abbracciarlo e sentirlo vicino a me come non ho mai sentito nessuno.
Più di tutto, però, vorrei che sia lui ad avvicinarsi a me e dimostrarmi che non sono solo un lavoro.

Il mio cuore, ormai, ha smesso di sperare e so che i desideri nascosti nel fondo della mia anima non potranno mai avverarsi.
Come se mi avesse letto nel pensiero, lo sento chiamarmi e dire che sa che sono vigile e conscia della sua presenza.
Non rispondo, cercando di sopprimere la speranza che le sue parole stanno facendo rinascere dentro di me come fa una fenice dalle ceneri.
-Io... io lo so che tutto questo è una pazzia. Nessuno dei due vuole stare lontano dall'altra, ma è così che deve essere.-
Non parla più, ma so che è ancora qui. Le lacrime hanno ricominciato a pizzicarmi i lati degli occhi, ma cerco di mostrarmi forte quando gli rispondo.
-Peccato che niente di quel che fai, dà credito alle tue parole.-
E quello che succede dopo, mi fa rimanere a bocca spalancata, con il cuore che non batte più e la mente in subbuglio.

E ora dovrete aspettare per leggere quel che è successo, mi sento come quando Malefica lanciò l'incantesimo del sonno su Aurora.
No, scherzo, mi sento lei moltiplicata a tutti i cattivi della Disney e non! 😈😈

Però, mi sento un pizzico di bontà che preme il mio cuore, così vi farò una domanda e il primo che risponde in maniera corretta riceverà una bella pizza farcita a casa sua direttamente dalla sottoscritta.
Pronti?

Che cosa è successo secondo voi?

Ora passiamo alle solite domande di rito che vi propino a ogni capitolo e che sarete stufi di leggere, ma, ehi, avete deciso voi di leggere le mie storie e ora vi arrangiate! 😂💕
_Che cosa vi è parso del capitolo?
_Che emozioni vi ha suscitato? (se lo ha fatto e spero tanto di sì, visto come ho rischiato di piangere io in certi punti)
_Vi è piaciuto?
_Siete contenti che stiamo entrando nel vivo della storia?
E sì, perché entro pochissimi capitoli arriverà il momento che rovinerà l'idilliaco momento di gloria della nostra Regina preferita.

Un piccolo regalo prima di lasciarvi:

Al prossimo capitolo!

P.S. Spero che non abbiate tolto l'altro libro dalla biblioteca: riceverete una sorpresa molto presto e non vorrei che ve la perdeste 😎

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