Chapter 65: Speranze
Poco Prima...
Liv fece un versetto.
Irge sussultò, scosso dai suoi profondi pensieri e la guardò.
Era rimasto a fissare in catalessi il cielo scuro e la pioggia battente. Adesso non pioveva più e poco distante, Tori, Skar e Zora si divertivano a saltellare nelle pozzanghere e a sbattere le alucce con forza.
La piccola draghetta era sempre avvolta nella pelliccia. Guardava curiosamente i suoi simili e ogni tanto faceva qualche versetto interessato. Irge le baciò la testolina.
«La tua mamma e il tuo papà torneranno presto».
La piccina tirò fuori la lingua, felice. Non vedeva l'ora di tornare ad annusare Izuku e a dormire sul muso di Rody.
Il sorriso di Irge si spense. Aveva pensato istintivamente a Katsuki e ad Eijiro. Scosse il capo: doveva mantenere alta la speranza e soprattutto la fiducia!
Improvvisamente, la piccola iniziò a chiamare con forza nuovamente i suoi genitori. Alternava pigolii a grida forti e squillanti con versi dal fondo della gola chiaramente infelici. Guardò Irge con i suoi occhi pieni di lacrime, per poi tornare a gracchiare.
L'Omega la portò al viso e si strofinò contro la piccola guancia. Liv annusò la pelle, dopodiché tirò fuori la lingua in una richiesta di coccole. Arrivarono a valanga con baci e carezze sulla testolina.
Irge la liberò dalla pelliccia e la lasciò giocare con le sue dita.
«Sei adorabile, bambina mia».
Fu l'ombra di Rean a intimorire Liv ma non Irge.
Il Drago abbassò il muso verso Liv e le sbuffò un po' di fiato caldo, facendola ridere. Per i cuccioli, quello era un modo per instaurare un legame e sentirsi meno soli.
C'è qualcosa di strano nell'aria.
Irge lo guardò mentre accarezzava il dorso di Liv con due dita. Rean gli fece cenno di seguirlo verso l'esterno, dove la pioggia aveva ricominciato a cadere, sebbene leggera.
Se l'Omega rabbrividì, Liv invece tremava.
Tornò indietro solo per prendere la pelliccia e avvolgerla, ma senza mai lasciarla. Adocchiò una Dragonessa giovane e non molto grande che riposava covando le uova di Katsuki ed Eijiro.
Lei dischiuse gli occhi, Irge sorrise.
Si era offerta perché aveva da poco avuto dei cuccioli e conservava una temperatura ottimale del corpo per un'altra covata. Lì per lì, Irge non aveva voluto accettare; in fondo aveva fatto una promessa a Katsuki ed Eijiro.
Ma poi Mitsuki gli aveva annuito.
«Capiranno. E' per il bene delle uova».
Irge si era fatto coraggio ed aveva spinto dolcemente le uova sotto la pancia della Dragonessa.
Il guaito di Liv risvegliò l'Omega dai capelli neri. Le baciò di nuovo la testa, i suoi occhi puntarono su Rean.
Questo puntava cupamente il muso al tetro cielo, scrutando attentamente lo strato di cumulonembi ammassati insieme.
Nell'attimo in cui Irge si apprestava a dire qualcosa, Rean sputò una fiammata al cielo, dopodiché fece scudo all'umano e alla draghetta con un'ala a un contrattacco di una pioggia di fiammelle bluastre.
Non appena il corvino si trasformò in Drago, percepì la brulicante presenza di falene-ombra che stridevano, sempre più vicine. Aiutò Rean a colpire l'apparente vuoto cielo, tenendo Liv nelle zampe anteriori chiuse a mo' di gabbia.
I Draghi Alpha di Lurk sbucarono dalla fitta vegetazione e volarono veloci verso le nubi. Per qualche istante non accadde nulla, poi il grigiore mutò in lampi rossi e oro.
«Che diavolo sta succedendo?!».
Mitsuki era corsa all'esterno, completamente trafelata. Irge le passò la piccola Liv, fece un cenno di scuse e volò in alto con le fauci dischiuse e piene di fiamme.
Aveva dei cuccioli da proteggere!
Liv guaì spaventata tra le dita della Regina del caduto Ormr.
«Non preoccuparti. Noi abbiamo i Draghi dalla nostra parte» ma mentre lo pronunciava, la paura per Eijiro e Katsuki gli attanagliava il cuore.
Una lacrima gli solcò la guancia.
«Figli miei...» sussurrò con voce spezzata.
Un ruggito di rabbia e terrore risuonò alle sue spalle.
Mitsuki si voltò con scatto felino. La giovane Dragonessa che covava i suoi futuri nipotini ruggì di nuovo: qualcosa la stava minacciando.
La donna non vide nulla, se non la carnivora che mostrava i denti dinanzi a sé e frusciava nervosamente la coda.
Quando la creatura sparò una fiammata bianca ed accecante, per un singolo momento, lei scorse qualcosa che bruciava e altre due che si spostavano in alto e in due direzioni opposte.
Due grosse falene con ali violacee e teschi neri. Ad ogni battito d'ali cadeva una polverina scarlatta che svaniva poco prima di finire al suolo.
Mitsuki adocchiò con la coda dell'occhio un secchio alla sua sinistra. In pochi secondi lo afferrò e lo scaraventò contro la prima creatura invisibile.
Con la seconda, scagliò un coltello che portava sempre con sé in una fodera sulla schiena. La lama luccicante sibilò e un grido di dolore risuonò, in contemporanea al suono di carne squarciata.
L'arma rimase a mezz'aria per qualche istante, dopodiché piombò rumorosamente in terra.
Mitsuki si avvicinò alla Dragonessa con sollievo: non era ferita. Liv si agitò nella pelliccia.
«Sei stata molto coraggiosa, amica Drago» le disse in un sussurro.
La creatura le spinse il muso contro la mano per una coccola, dopodiché leccò appena la testolina di Liv. La draghetta s'immobilizzò per qualche secondo ma poi tirò fuori la lingua.
Era affamata.
Mitsuki l'avvicinò a uno dei capezzoli della Dragonessa; la tenne fino a quando non si riempì il pancino in modo soddisfacente.
I Draghi erano davvero una benedizione.
«Mia signora!».
La bionda sollevò gli occhi a Masaru.
«Che diavolo ti è successo?» esclamò l'altra.
L'uomo era bagnato dalla testa ai piedi per la precedente pioggia, il suo volto spaventato.
«Mia signora, ero di vedetta sulla sponda a sud di Lurk quando ho visto un enorme Drago bianco al centro del mare, insieme a quelli marini!».
Liv fece un verso arrabbiato. Per lo sgomento, Mitsuki l'aveva allontanata da uno dei rosei capezzoli della Dragonessa.
«Scusami, piccolina. Hai ragione. Ecco, torna pure a nutrirti».
La draghetta poppò rumorosamente, tanto era affamata. Masaru abbozzò un sorriso; era ironicamente dolce vederla avvolta nella pelliccia con solo la testa visibile.
Assomiglia a un arrosto in miniatura!
«Quindi? Che tipo di Drago era?» domandò Mitsuki.
L'uomo le infilò le dita nei biondi capelli; la sua signora era bellissima anche in ginocchio, quasi come prostata alle zampe della tranquilla Dragonessa nera.
«Enorme. Non ne avevo mai visto uno così!».
«Ne è sicuro, mio Re?».
Masaru si voltò; Irge, trafelato e con i capelli spettinati, si avvicinò di un passo, con occhi ampi e speranzosi. I suoi figli gli svolazzavano alle spalle.
«Sì. Perché, Irge?».
«Perchè quello potrebbe essere il Re dei Draghi» l'Omega fece un cenno convinto a sé stesso. «Non è stato sconfitto, allora!».
«Il Re dei Draghi?» espirò incredula Mitsuki.
Di nuovo Liv protestò per essere stata allontanata. La donna si scusò con un bacino alla testa prima di avvicinarla al gustoso capezzolo gonfio di latte.
«Voglio andare a vedere» mormorò Irge. «Probabilmente il Re si sta dirigendo alle Porte delle Ombre per vendicarsi della distruzione del Regno dei Draghi».
Mammina, non ci lasciare!
I tre draghetti pigolarono con fare infelice.
«La mamma va solo a dare un'occhiata ma poi torna».
Portaci con te!
«Siete ancora troppo piccoli per volare velocemente o a lungo. Resterete qui al sicuro, a giocare con Liv».
Sentito il suo nome, la draghetta fece un verso contento per essere stata presa in considerazione, ma poi tornò a mangiare.
Irge baciò tutti e tre sulla testa e fece altrettanto con Liv, dopodiché si trasformò in Drago e volò verso il mare, sotto la nuova pioggia battente.
Zora zampettò in terra, con le alucce aperte. Versò un paio di lacrime.
«Venite qui» pronunciò dolcemente Mitsuki.
I tre cuccioli obbedirono. E mentre la donna li accarezzava con la mano sinistra, Masaru si godeva la scena in silenzio. Per molti motivi aveva sposato la sua signora.
E ogni volta ne spuntavano sempre di nuovi.
Quando Irge scorse la testa del Grande Alpha bianco il suo cuore venne colmato di gioia.
Si inchinò con il capo. Adocchiò sott'acqua delle teste che si muovevano.
Il Re dei Draghi ruggì al cielo: era ora di andare. Irge si spostò di lato: l'armata alata era pronta per stanare e uccidere il Signore delle Tenebre Afo.
Felice, tornò a Lurk e diede notizia a Rean.
C'era ancora una speranza.
Angolo di Watchie
Speranze e Watchie cozzano nella stessa frase, non trovate? Ma sì, accendiamo una fiammella in quest'oscurità e vediamo che cosa succederà. Scopritelo leggendo i prossimi capitoli!
A domani!
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