Chapter 64: Draghi
Eijiro non riuscì a trattenere il pianto.
Non appena schiacciò il volto nel petto di Katsuki, singhiozzò pesantemente. Debolmente, il biondo prese ad accarezzargli i capelli.
«Mi dispiace...» ripeté.
«No! Non dirlo! Ti porterò fuori di qui e starai meglio! Ti auto-curerai!».
Katsuki smise per qualche momento di muovere le dita nelle ciocche rosse. Non ci aveva pensato. Il suo Alpha gli aveva dato una speranza... ma venne distrutta dal fatto che di lì a poco sarebbe spirato.
Si era sempre chiesto se gli anziani Barbari potevano riconoscere l'arrivo della propria ora... a quanto pare sì. E quelle storie che l'avevano sorpreso e spaventato da bambino avevano molto più senso.
Ci aveva creduto, ora lo stava vivendo.
Tutta la vita gli stava scorrendo dinanzi, senza alcun suono, fotogramma dopo fotogramma.
Il Valhalla lo sentiva e basta.
Nell'anima, probabilmente.
Il Principe cercò e trovò una delle mani di Eijiro: era così calda sotto al suo palmo.
«Sarai un ottimo padre, lo so».
«Resisti ancora un po', amore mio!».
Katsuki tossicchiò, un rivolo di sangue gli tracciò una nuova linea fresca dal labbro inferiore al mento.
«Eijiro... ti amo».
Ma quelle parole non trovarono la risposta dell'Alpha dei capelli rossi bensì un soffio d'avvertimento di Sigrun e un boato terribile. Le creature delle Ombre avevano sbarrato la strada.
Oltre di loro un bagliore cupo iniziava a mostrarsi. Le Porte!
Sigrun si mosse nervosamente a destra e a sinistra, pensando a come superare l'ostacolo. Quell'idea arrivò da Eijiro.
«Tieniti stretto il mio Principe: io ti libererò il passaggio, tu seguimi e usciamo di qui!».
L'anellide sorpreso annuì. Il giovane Alpha si trasformò in Drago; alla coscia e al fianco capeggiavano due squarci sanguinanti.
La prima fiammata strappò le tenebre e colpì dinanzi, in tanti zampilli rosso-oro che si aprirono a raggiera. Le creature stridettero di dolore. Il Drago si assicurò di bruciare tutti, muovendo l'attacco da sinistra verso destra.
Dopodiché annuì a Sigrun e proseguirono.
Eijiro non si stancò mai di liberare il passaggio ma di tanto in tanto adocchiava l'anellide: non si fidava ancora!
Le Porte delle Ombre erano lì, dinanzi a loro, oramai vicine.
Il Drago dal Manto Scarlatto afferrò delicatamente con la coda Katsuki e lo portò sulla propria groppa, dopodiché varcarono finalmente insieme l'ingresso.
Fu allora che si accorse di quanto fosse bianco il Principe e di come il suo viso fosse un pasticcio di sangue.
Mio Principe!
Il Drago adocchiò Sigrun fermo sulla soglia che sibilava ma non lo considerò. Volò in alto, oltre lo strato di nuvole con la disperazione nel cuore. Lo sentiva: il suo compagno era in fin di vita!
Katsuki, non mollare!
Nessuna risposta.
Eijiro ruggì in pura agonia, senza sapere cosa fare.
Qualcuno mi aiuti!
Mi dica cosa fare per salvare il mio compagno!
Che cosa avrebbe fatto Irge? E-.
Il Drago sollevò in alto la testa: i suoi occhi erano sbarrati per via di un'improvvisa realizzazione.
Rean! Le sue lacrime!
Forse poteva salvare Katsuki!
Veloce, bucò lo strato di nuvole e scrutò attento il mare alla ricerca di qualche isola o porzione di terra dove poter mettere in atto la sua speranza.
Scrutò avidamente.
Adocchiò ogni singolo particolare.
Annusò perfino.
Ma non trovò nulla.
Lì per lì non si arrese ma quando vide solo acqua e cielo si abbandonò a ruggiti di rabbia e agonia.
Devo salvare il mio compagno!
L'ho promesso!
Eijiro si mise a scalciare l'aria e a graffiarla con le zampe. Quella ferita alla coscia, per quanto dolorosa, non lo fermava affatto. Così come quella del fianco.
In quel momento, era troppo disperato per percepire dolore.
D'un tratto, un ruggito possente e profondo sovrastò i suoi.
La creatura rossa si fermò, un po' incredula; al secondo, più breve ma ancora così forte da spostare alcuni strati di nuvole cupe, guardò verso il mare. E lo stupore si mischiò con la paura di star sognando.
Il Grande Alpha Bianco aveva fatto capolino dal mare.
Alcuni dei suoi occhi erano chiusi, accecati e feriti ma era vivo e vegeto! Eijiro gli si avvicinò per inchinare il capo in segno di rispetto.
L'enorme carnivoro sbuffò un po' di brina: era felice. Successivamente si guardò la groppa.
Eijiro comprese subito e vi si poggiò su.
Si ritrasformò in umano, svitò il tappo della boccetta e fece scivolare le gocce preziose nella gola del suo Principe che non respirava più.
«Coraggio, Kat!» gli disse disperatamente. Lo spinse di testa nel suo petto.
Dopo qualche istante, la cruda realtà sopraggiunse in modo prepotente.
«Katsuki!» chiamò, scuotendolo leggermente.
Gli occhi del giovane Principe erano socchiusi, il viso cadaverico, le labbra e le punte delle dita cianotiche. Il suo corpo era sempre più tiepido. Eijiro gli poggiò l'orecchio sul petto per cercare qualche battito di vita.
Ma non udì nulla.
«KATSUKI!».
Mentre lo scuoteva con forza e urlava il suo nome, nella mente di Eijiro si fecero strada tutti i ricordi del suo compagno che aveva collezionato in svariati anni.
Dai più belli ai più brutti, quelle immagini mute sovrastavano le sue stesse grida di dolore e di realizzazione che erano usciti da quel mondo terribile troppo tardi.
Capì che il suo Principe non ce l'aveva fatta quando gli prese la mano per poggiarsela sulla guancia e questa cadde a picco, pesante e senza vita.
«Katsuki...» rantolò il rosso, straziato.
Non c'era più nulla da fare.
Aveva perduto il suo compagno.
Singhiozzò a lungo e senza sosta sul petto immobile del biondo. Ogni tanto lo guardava per assicurarsi che tutto fosse solo un incubo, poi ricominciava. Eijiro era devastato.
All'improvviso, un dolore terribile serpeggiò nella ghiandola sul collo. La strinse con forza, così come serrò i denti all'immenso bruciore sfrigolante.
Il marchio che li univa si stava sfaldando!
«No! Katsuki non è morto! E' ancora il mio compagno!» urlò al cielo.
La collera, la rabbia, la disperazione...
... il corpo dell'Alpha si accese di un bagliore rosso e poi bianco, accecante. Mutò in Drago, nella sua seconda trasformazione ma i suoi occhi persero le iridi e così la coscienza razionale.
Solo puro istinto.
La creatura schizzò come un razzo verso le Porte delle Ombre, le superò e si affidò al suo olfatto per scovare quel mostro di Afo. Bruciò le creature che osarono sbarrargli la strada, ruggì minacciosamente alle nuove che tuttavia si ritirarono immediatamente, troppo terrorizzate.
Solo quando scorse il nemico si fermò.
Lo colpì con una fiammata così potente che lo Stregone non riuscì del tutto a pararla con una barriera. Poi lo afferrò in vita e iniziò a scuoterlo, proprio come un cane con un giornale da ridurre in mille pezzi.
Rapido, così com'era venuto, il carnivoro rosso portò il bottino urlante verso le porte.
Sigrun soffiò, il Grande Alpha rispose con un ruggito possente.
E qualche secondo dopo, dal mare, centinaia di Draghi più o meno feriti emersero in spruzzi vigorosi e rumori. Agitarono con forza le ali e le code per allontanare il miasma e diradare le nuvole.
Era quasi l'alba...
Angolo di Watchie
Mi sto divertendo molto a scrivere queste parti, lo confesso. Tra un codice di programmazione e il lavoro, mi ritaglio un pochino di tempo per dedicarmi a ciò che mi piace di più fare: scrivere.
Miei cari amici lettori, preparatevi ormai per il Gran Finale!
A domani!!
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