Chapter 61: Nell'Oscurità
Il Principe barcollò leggermente in avanti, più che teso.
Gli occhi ancora gli facevano molto male e il non poter contare sulla vista lo faceva sentire odiosamente spaurito.
«Tu sei la madre di Izuku?».
Nessuna risposta ma solo un flebile singhiozzo. Katsuki non chiese più; passo dopo passo si inoltrò nelle infinite tenebre.
Per molti minuti i suoi passi risuonarono con lo stesso suono del ghiaccio che si crepa sotto a un improvviso peso. Katsuki percepiva un gelido vento serpeggiare tra il suo viso che veniva accarezzato dalle piume bianche del suo mantello e la nuda schiena. La presenza lo guidava e lo proteggeva allo stesso tempo.
Allo strascico del mantello che veniva leggermente tirato, il Principe si fermò. Non appena protese la mano dinanzi a sé sussultò: una fredda e sottile lastra di cristallo.
Izuku...
«Che cos'è?» domandò Katsuki.
Izuku è lì dietro...
«E' una barriera?».
Anche se non ricevette risposta, il biondo capì che si era dato la risposta corretta.
Dopo qualche istante di riflessione, fece scontrare con forza i palmi aperti sulla superficie perfetta e un suono potente risuonò con un riverbero.
Ripeté quel gesto per circa sei o sette volte, senza neanche sapere il motivo esatto.
Dentro il suo cuore stava accrescendo il desiderio di salvare Izuku e parlare con lui.
Il Principe colpì con i pugni ma dopo il quarto le nocche iniziarono a fargli molto male.
«Izuku!» chiamò all'improvviso ma con voce un po' rauca.
Ma nessuna risposta ottenne. Katsuki ricominciò a colpire la barriera.
Lo fece per infiniti attimi, fino a che non si stancò e barcollò di qualche passo all'indietro.
«Izuku! Rispondimi!».
Alcuna risposta.
In un eccesso di rabbia, Katsuki si passò nervosamente una mano dalla fronte alla nuca per poi stringere le collane.
E l'intuizione arrivò.
«Il mio potere!» espirò flebile.
Si concentrò come aveva appreso dal brevissimo addestramento di Rean. Chiuse gli occhi, senza mai lasciare le preziose collane piene di gemme colorate...
... eppure, nulla accadde.
Katsuki sussultò ma non si arrese.
Quell'immenso potere che riempiva la sua anima non c'era: non trovava la scoppiettante fiamma aranciata, né percepiva il verso del draghetto di Otr.
«Che cazzo sta succedendo? Perché non riesco ad attivare il mio potere?!» ringhiò.
La presenza, o meglio, Inko, gli accarezzò il viso e si concentrò delicatamente sulla zona intorno agli occhi. Il Principe comprese con orrore che, quand'era stato accecato, probabilmente...
«Afo mi ha maledetto, non è così?!».
Non aspettò una risposta: abbatté con collera le mani sulla barriera e mentre schiaffeggiava con violenza l'ostacolo, un grido rabbioso uscì dalla sua bocca.
Perché quel maledetto essere riusciva sempre ad anticiparlo?
Poco prima di smettere di urlare, un suono gli attraversò la mente. Katsuki tacque all'istante, il suo respiro rimase bloccato tra la trachea e la bocca chiusa.
Di nuovo.
Per l'Omega quello fu un verso, il medesimo di un Drago.
Sollevò gli occhi ciechi e chiusi improvvisamente verso l'alto. Inko gli era poco distante e lo guardava: Katsuki lo percepì da una sorte di paura un po' scomoda sulla noce del collo.
Il verso risuonò di nuovo, dolce, triste e quasi materno allo stesso tempo.
Quando sulla fronte del Principe si poggiò qualcosa, lui sussultò a bocca aperta. Proprio come se fosse emerso dalle profondità dell'acqua, arretrò di alcuni passi, sconvolto.
«Tu sei...» biascicò. «...Torah?» pronunciò con voce più ferma.
Di nuovo il verso.
Ti aiuterò.
Il cuore di Katsuki traboccò di gioia. Ciò che aveva percepito contro la fronte era stato il muso della Dragonessa mamma di Eijiro.
L'Omega si lasciò guidare dall'istinto.
Allungò la mano sinistra allo spazio invisibile accanto a lui ma non poté nascondere la sorpresa nel percepire sotto ai polpastrelli qualcosa di solido... e quel qualcosa era la pancia della Dragonessa.
Concentrati.
Anche se probabilmente il suo potere era stato bloccato, il giovane obbedì ugualmente.
Per lunghi attimi non accadde nulla.
Dopodiché una luce rossa illuminò le tenebre. Crebbe lentamente, delineando la sagoma della grossa e magnifica Torah ma senza mai definirla completamente. Una possente fiammata si abbatté a bruciapelo contro la lastra e anche se Katsuki ne venne in parte colpito non urlò né provò alcun dolore.
Anzi...
E' piacevole... è come l'abbraccio di mia madre...
Torah continuò a bruciare la barriera fino a quando un suono forte non riecheggiò minaccioso. Senza smettere, insistette piuttosto sulle crepe che stavano fiorendo sempre più, biancastre e profonde.
Non passò troppo tempo prima che tutto si sbriciolasse e crollasse.
Salutami Eijiro... e digli che l'ho sempre amato...
Quelle parole commossero il Principe Katsuki. Annuì, mentre strofinava velocemente via le lacrime. La Dragonessa fece un cenno con il capo e quando la luce delle fiamme nel suo corpo si spense, lei scomparve.
Ma non Inko.
«Izuku! Sono venuto a salvarti!» esclamò fortemente l'Omega.
D'un tratto, venne afferrato per una caviglia da qualcosa di viscido e trascinato in terra.
«Che diavolo?! Che sta succedendo?!».
La bestiola di Afo, Sigrun lo avvolse nelle sue spire, soffiandogli in faccia.
«Lasciami! Non intralciarmi, stupida bestia! Devo salvare Izuku!».
La lingua sottile e biforcuta gli solleticò in faccia; a Sigrun non dovette piacere il sapore del sangue perché sibilò ferocemente e strinse di più il povero Katsuki.
Lascialo!
L'anellide guardò in direzione opposta, i suoi occhi malefici si assottigliarono come in un avvertimento pericoloso.
Lo sai anche tu che Afo è il male assoluto!
Non vuoi tornare ciò che eri un tempo?
La bestia si mise a guardare attentamente Katsuki che lottava per respirare. Improvvisamente si fiondò nel vuoto, strisciando con incredibile velocità.
Sigrun!
La voce di Inko fu un eco lontano e disperato nella mente dell'Omega.
L'anellide si stava dedicando a leccare affettuosamente una figura inchiodata a una parete così nera da essere un tutt'uno con la terra e il cielo.
Izuku...
Katsuki cercò di rialzarsi immediatamente in piedi, anche con il fiatone per essere stato quasi ucciso stritolato. Inko era triste.
«Izuku, sei qui, vero?» chiese il biondo, la mano era già protesa in avanti. «Dì qualcosa, perché non posso più vedere niente!».
Dopo alcuni istanti di silenzio, un debole sospiro riecheggiava nell'oscurità.
«Principe... Katsuki?».
Un sorriso sbocciò sulle labbra del biondo, sebbene solo per qualche momento perché poi fu sostituito da un'espressione decisa.
«Liv è viva! E' al sicuro con le mie uova! Andiamo a sconfiggere Afo!».
«Mi ha tolto i poteri, Principe Katsuki. Non posso fare niente».
Sigrun osservava in silenzio i due.
«Se rimango qui sarà meglio. Ho fatto cose di cui non avrò mai la possibilità di redimermi...».
«Dovresti saperlo che il mio potere è risvegliato solo per metà. Come ho riportato in vita Liv ed Eijiro, farò altrettanto con tutti quelli che sono morti!» Katsuki sorrise nuovamente. «Andiamo a prendere a calci in culo quello Stregone del cazzo!».
«Non ho più neanche le Visioni, Principe Katsuki...» sussurrò Izuku.
Non arrenderti, Izu...
Il Demone sussultò. Guardò istintivamente oltre Katsuki dove, accanto alla figura di sua madre, era comparsa quella di Rody.
Il tempo di un incrocio di sguardi e l'Alpha si dissolse in battito di ciglia.
L'Omega da un solo corno abbassò la testa, con gli occhi pieni di lacrime.
Mi dispiace averti rifiutato...
Izuku fremette: Rody gli era comparso dinanzi e gli aveva poggiato la mano sulla guancia.
Ma sai... ero solo in collera...
«Lo so. Neanche io mi perdonerò mai per ciò che ho fatto».
Non sei stato tu, amore mio!
Izuku scosse il capo. «Avrei potuto essere più forte e invece ho permesso tutto questo, mamma». Guardò l'anellide con occhi determinati. «Sigrun, per favore, liberami. Non ho più intenzione di restarmene a guardare perché sarebbe peggio se gliela dessi vinta! Afo ha seminato anche troppo dolore!».
La bestiola strisciò lentamente accanto a Katsuki.
Era dubbiosa perché da un lato voleva finalmente essere libera dalla sua prigionia trasfigurante ma dall'altro non desiderava perire per aver tradito il Signore delle Ombre.
«Sigrun, ti prego!» gemette Izuku.
Ancora esitazione.
«Sarai te stesso...».
L'anellide allungò la testa verso il Demone che gli sorrise malinconicamente, dopodiché gliela spinse contro il petto in un gesto quasi disperato.
«Avrai finalmente la pace».
Confortato dal timbro soave, la creatura fece cadere due gocce della sua saliva corrosiva su ciò che teneva bloccato Izuku. Un odore terribile si levò tutt'intorno; gli esserini neri stridettero e si disciolsero.
Quando il Demone fu libero, crollò in ginocchio, con una mano sul petto.
Non gli rimaneva più molto tempo.
«P-Principe Katsuki... inginocchiati, per favore...».
Il biondo obbedì. Izuku s'incise uno dei polsi con le unghie affilate, il sangue le macchiò.
«Posso ancora essere d'aiuto, in qualche modo...» mormorò, passando il liquido rosso sulle palpebre del Principe. «Ma ci vorrà del tempo per guarire...».
«Riacquisterò la vista?» domandò Katsuki, incredulo.
«Il sangue di un Demone può contrastare alcune maledizioni...».
Katsuki annuì, dopodiché si alzò in piedi.
«Dobbiamo uscire di qui e-».
Un feroce colpo di tosse gli esplose dalla bocca. Il Principe s'incurvò in avanti, con la mano contro la bocca... la sentì umida sul palmo.
Dopo che l'ebbe avvicinata al naso, non fece alcuna reazione ma strinse semplicemente il pugno.
Il miasma lo stava avvelenando rapidamente.
Sangue.
Sigrun si accucciò accanto a Izuku a e Katsuki.
«Ci porterà direttamente da Afo. Questo posto è un labirinto» mormorò il Demone, prendendogli la mano.
L'anellide strisciò velocemente con i due ospiti nelle tenebre: conosceva la strada...
Angolo di Watchie
Ci stiamo sempre di più avvicinando alla fine. "Ma Watchie perché nel Regno delle Ombre ci sono degli spiriti?". Provate voi a dare una risposta. In questo capitolo ci sono degli indizi. Non mi rimane che ringraziarvi e dirvi "A domani!"
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