Chapter 49: Battaglia tra Draghi


La pioggia rumoreggiava fuori.

Mitsuki sedeva in cucina, con le dita intrecciate dinanzi alla bocca. Un'espressione triste era incisa sul suo viso che veniva illuminato a tratti dai lampi.

Masaru osservava fuori con disinteresse, la sua mente era altrove.

Al sospiro pesante della Regina, lui le andò a massaggiare le spalle.

«Come starà Katsuki?».

«Spero bene. Era molto malato. Non l'avevo mai visto in quello stato».

Lei le poggiò la mano sul dorso di quella sinistra, senza guardarlo.

«Come madre mi sento disgustata da me stessa».

Masaru le scoccò un bacio sulla guancia. «Mi sento allo stesso modo ma dobbiamo comportarci come tale perché li abbiamo esiliati. Per proteggerli, mia Signora».

«I sudditi sono rimasti barricati nelle loro case, almeno. Non avrei retto se avessero fatto qualcosa contro di loro».

Masaru le si sedette accanto e le prese la mano. Era fredda rispetto alle sue ben più calde. La cucina si era tinta del blu del temporale, le ombre dei mobili sembravano mostri pronti a uccidere.

«Hai visto quanto sono cambiati in un solo anno?».

Mitsuki sorrise, sebbene a malincuore. «Sono il mio orgoglio».

«Anche il mio».

Mentre erano in procinto di baciarsi, della polvere cadde dal soffitto. I due sovrani ebbero solo il tempo di guardare prima di una forte esplosione che li sotterrava sotto i detriti...


Poco prima...

«Così, tu hai due fratelli?» domandò Eijiro.

«Sì, esatto! Anche se siamo piccoli, sappiamo già pensare come bambini di dieci anni!».

Eijiro le accarezzò dolcemente la testa, ma il suo sorriso si spense nel posare lo sguardo su Katsuki.

Chiyo depositò sulla fronte dell'Omega una pezzuola bagnata, poi gli fece cadere nella bocca dischiusa dieci gocce di un intruglio che profumava di rugiada e felce azzurra.

«Non preoccuparti, Eijiro. Il potere ha esaurito completamente le sue forze. Ma si rimetterà molto presto. L'antidoto che gli ho somministrato è molto potente e-».

Una potente esplosione interruppe la donna.

Per la paura, Zora si ritrasformò in Drago e si accucciò sotto al tavolino con le piante, pigolando spaventata.

Eijiro si affacciò alla finestra: oltre la fila di alberi una fiammata brillava nell'oscurità della prossima tempesta e le fiamme facevano tribolare l'aria.

Adocchiò una creatura che osservava il capolavoro. Nelle sue fauci scoppiettavano fiamme rosse, le medesime dell'inferno scoppiato.

«Chiyo-sama, prenditi cura di Katsuki e Zora!».

Si ritrasformò in Drago. Raggiunse in fretta il luogo contaminato. Il suo cuore sussultò.

La casa di mamma e papà è andata completamente distrutta...!

I Barbari stavano urlando di prendere acqua nel tentativo di domare le fiamme prima che altre case avrebbero seguito la medesima triste sorte.

Eijiro raggiunse il suo nero avversario.

Il Drago nemico era più grande di lui, con le fauci più affilate e gli artigli aguzzi. Il rosso fremette.

Quello era...!

Il Drago servitore di Garlock!

Eijiro scoprì i denti, pazzo di rabbia.

Come aveva fatto quel mostro ad arrivare fino a lì? Probabilmente doveva aver fiutato l'odore suo e di Katsuki durante il viaggio verso Ormr.

Di nuovo fremette.

Questo significava che non era mai stato così lontano?

Il Drago nero lo attaccò con una fiammata diretta, Eijiro la evitò con un rapido affondo verso il basso. Per poco la punta della sua coda non venne bruciata.

Ripagò con la stessa moneta ma il nemico non era così veloce e così venne ferito alla zampa sinistra inferiore. Il ruggito d'agonia fece vibrare l'aria satura di zolfo e l'elettricità dei fulmini.

Il più grosso si agitò nell'aria pur di non perdere l'equilibrio. L'affondo di zanne verso il collo di Eijiro non andò a buon fine.

Iniziò un'azzuffata di denti, coda e artigli. Eijiro era bravo a schivare e la sua vista gli permetteva di seguire perfettamente i fulminei attacchi.

L'Alpha nero lo schiaffeggiò in faccia con la coda, facendogli perdere stabilità nel volo. I due caddero verso le fiamme alte e possenti.

Ma Eijiro non aveva intenzione di morire in quel modo: spiegò le ali... 

... fu allora che una fiammata improvvisa gli trapassò l'ala sinistra.

Il giovane ruggì, il nemico lo prese in groppa, portandolo verso le nubi. Salì il più possibile per trovare l'altezza giusta.

Guardò l'agonizzante Eijiro e lo fece scivolare nel vuoto, nel fuoco. Lo colpì al dorso con il suo attacco, poi qualcosa di straordinario accadde.

Un fulmine scaricò dal cielo.

Il Drago nero lo evitò per un soffio ma fu poco fortunato nel contraccolpo ventoso che lo investì dal basso. La scarica doveva aver colpito qualcosa.

Rimase a guardare l'origine del mulinello di fuoco con soddisfazione, infine volò via.

Ma non fece molta strada.

Si voltò immediatamente per via dell'odore di pericolo nell'aria. Ruggì spaventato. Aveva appena risvegliato una bestia silente.

Eijiro salì dalle fiamme, il suo corpo sembrava come ricoperto di diamanti rossi che riflettevano l'inferno rosso. I suoi occhi ardevano di collera, vermigli, le scariche del fulmine serpeggiavano intorno al suo corpo maestoso.

Nonostante il buco nell'ala ancora volava.

Il Drago provò a scappare, Eijiro gli comparve dinanzi in un battito di palpebre. Si era mosso più della velocità della luce, con una scia scarlatta.

Quello nero attaccò grazie a una fiammata ma improvvisamente qualcosa di anomalo accadde.

Il cielo si colorò di rosso per qualche istante, un fulmine colpì l'Alpha della Grotta del Teschio in un boato terribile.

Eijiro batté le ali per allontanare il fumo.

Il Drago nero era diventato pietra.

Cadde nel vuoto, il suo corpo si disintegrò e la sua cenere venne sparsa via dal vento caldo.

«EIJIRO! AIUTACI, TI PREGO!».

Il rosso adocchiò diversi Barbari che agitavano le braccia per richiamare la sua attenzione. Si avvicinò senza la minima esitazione.

«Ti prego, aiutaci a spegnere le fiamme!».

Eijiro annuì; iniziò a volare in cerchio, dapprima lentamente per poi acquistare sempre più velocità. Creò un forte vento color corallo e carico di elettricità.

I Barbari erano atterriti.

Le fiamme si spensero per via della forza centrifuga della potenza del Drago dal Manto Scarlatto. Dopodiché si occupò di spostare i detriti della casa.

Gli umani aiutarono certamente. Lavorarono insieme per lunghi minuti, fino a quando non scorsero una botola.

Un donnone con le trecce e un elmetto con corna di ferro sul capo biondo lanciò un grido felice. «Forse sono ancora vivi!».

I Barbari sollevarono il coperchio in ferro, Eijiro fece luce con una fiamma accesa nella bocca.

«Sire!».

Il donnone aveva scorto Masaru che stringeva Mitsuki. Gli porse la mano.

Il Re aveva quella destra insanguinata, la Regina una tempia squarciata. I suoi occhi socchiusi avevano ben poco di reattivo: stava perdendo i sensi.

«Eijiro...» sussurrò, con la vista annebbiata.

Il Drago non la considerò. Volò a bassa quota verso la torre di Chiyo.

Ma a un passo dall'atterrare, crollò in terra. Era tornato umano.

Un umano con un buco nella spalla sinistra.

Poco prima di svenire, scorse Zora correre verso di lui e urlare il nome dell'anziana guaritrice.

Kat... suki...



Angolo di Wachie

Sapete come si dice qui in Campania? "Fai come sei fatto che non è peccato". Mi riferisco alla parte finale, dove Mitsuki è stata ignorata da Eijiro. Beh, che si aspettava la Regina dopo l'esilio? Bacetti e champagne?
La vostra Watchie non ha terminato le idee, soprattutto perchè a Ormr succederà qualcosa. Sto seminando troppe cose ehehe Ma è giusto così. La mia idea di Fantasy è che debba essere un racconto pieno di avventure senza mai risultare "too much".
A domani!

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