Chapter 40: Placca di Tuono
Grrr!
Un guaito.
Un grido.
Katsuki si svegliò di soprassalto. Lì per lì non riuscì a capire cosa stesse succedendo, poi fu l'istinto a pilotare mente e corpo.
A suon di gomitate si liberò dai rami e dalle enormi foglie che l'avevano protetto dalla neve. Si gettò a peso morto sulla figura che stava tentando di infilare il cucciolo di Drago in una sacca di iuta. Graffiò le mani e morse un braccio.
L'uomo ringhiò, con forza si liberò del povero Principe sbattendolo di schiena contro il tronco di un albero.
A Katsuki mancò il respiro, gli occhi s'annebbiarono di macchie nere traballanti e lacrime.
«Lascia-lo...!».
La figura aveva il volto interamente coperto da una sciarpa nerastra che faceva ombra sugli occhi.
Strattonò il povero baby Drago dalla coda ma così facendo scaturì l'ira del Principe.
«Lascialo, maledetto!».
Il biondo lo atterrò con una testata al petto e gli torse il braccio così tanto all'indietro che il manigoldo fu costretto a lasciare il draghetto. Rotolò come una pallina nella neve.
Katsuki tolse con rabbia la sciarpa dal viso del nemico.
Ma la sua rabbia sfumò nel cogliere alcuni familiarissimi tratti del viso.
«Eijiro?».
Gli occhi erano due sottili spiragli verticali bordati d'oro ma sembravano senza vita.
Il giovane lo voltò ma lo tenne fermo sulla neve con un piede sul petto.
«Come hai fatto a trovarmi? Perché volevi portarmi via il cucciolo?!».
Non una parola dalla bocca di Eijiro.
In un modo di rabbia, il Principe gli afferrò la sciarpa rossa al collo ma così facendo toccò il suo braccio nudo con l'altra mano.
E di nuovo una scarica di dolore attraversò la mente.
L'Alpha si rotolava nella neve, il baby Drago soffiava indispettito e il Principe crollava in ginocchio con le mani ai lati della testa.
Quando si toccò le collane, di nuovo sussultò.
Un'altra porzione di gemme si era incrinata.
Il cucciolo gli mordicchiò i pendenti e iniziò a tirarli mentre Katsuki non riusciva a staccare la mano dal braccio di un Eijiro che ringhiava ancora, in preda al dolore.
All'improvviso, un fulmine a ciel sereno piombò sul cucciolo e un enorme polverone di neve si sollevò. Katsuki rotolò via, verso un lago dall'acqua freddissima ed Eijiro venne sollevato verso l'alto da qualcosa di viscido che gli si avvolse intorno alla gabbia toracica.
«Hai interferito una volta di troppo, stupido piccolo mostro!».
Katsuki sollevò la testa dolorante, il respiro gli si mozzò.
Il draghetto era divenuto una statua di ghiaccio biancastro, senza vita e con le alucce ancora aperte.
Il Principe scattò verso di lui a un nuovo fulmine bianco-violaceo. Lo afferrò giusto in tempo prima di crollare nuovamente verso l'acqua.
«Avresti dovuto semplicemente prenderlo e ucciderlo, mio Eiji e invece hai fallito».
Quella voce!
Il biondo sollevò il capo verso l'alto e-.
Gemette.
La sua caviglia! Il dolore esplose più forte al secondo tentativo di rimettersi in piedi. Aveva urtato contro le rocce aguzze del basso fondale del lago azzurrissimo.
Una macchia rossa stava fiorendo allo stivale sinistro.
Il cucciolo era ancora tra le sue braccia. Ed Eijiro?
«Impossibile...!» soffocò incredulo.
Erek... aveva la metà inferiore del corpo di un serpente ed era sollevato di svariati metri, stagliato contro il cielo ricoperto da strati di nubi grigie.
Eijiro era al suo fianco, con gli occhi aperti e senza iridi. Lo teneva al proprio petto con un braccio e senza alcuno sforzo.
«Eijiro è mio. E' il mio compagno».
«No! Ti sbagli! E' il mio!» urlò furioso Katsuki.
Uscì dall'acqua gelida, i vestiti gli si erano incollati alla pelle e l'appesantiva. Scivolò per via della caviglia ferita.
Erek si abbassò per poter appoggiare Eijiro sulla neve. Quando si avvicinò a Katsuki, il suo aspetto era totalmente diverso.
I capelli lunghi e neri, lisci e setosi, gli occhi dai bulbi come il cielo senza luna e le iridi violacee. La pelle glabra; aveva segni marcati netti sotto le palpebre inferiori e alla bocca e questi s'intrecciavano dalle spalle, alle braccia, allo stomaco.
Dischiuse la bocca, affondò le zanne lunghe e aguzze nella giugulare di Eijiro. Il povero Alpha sussultò un po' ma non si svegliò.
«Che cazzo gli stai facendo?!» gridò Katsuki.
Erek gli si avvicinò in un baleno: i suoi occhi terrificanti e ampi riflettevano il volto terrorizzato del biondo.
«So perfettamente perché siete venuti sulla mia Isola e no, non aiuterò mai la Progenie del Male! Afo mi ha ridotto in questo stato, uccidendo il mio promesso sposo, un bellissimo Drago dal Manto Scarlatto!».
Katsuki fece per stringersi le collane quando un'intuizione gli balenò in mente.
Ogni volta che aveva stretto le perle era accaduto qualcosa di strano e pezzo dopo pezzo la sua memoria si era sgretolata. Aveva toccato Eijiro e si erano incrinate le perle.
Poi...
Guardò il povero cucciolo di Drago che aveva voluto aiutarlo.
«Eijiro è il mio Alpha. L'ho già marchiato. Il suo sangue mi terrà in vita fino a quando non avrò abbastanza potere per distruggere quel malvagio Stregone! E' lui che mi ha impedito di essere felice, di avere dei figli e di poter vivere pacificamente sull'Isola Efesto!».
Erek si leccò il sangue di Eijiro dalle zanne ma era evidente che stesse fremendo di rabbia e trattenendo le lacrime.
Katsuki stringeva le collane, in silenzio rifletteva su quanto udito.
«Tu avevi un regno, non è così?».
«Sì. Il Regno di Otr. Era il Villaggio gemello di Ormr e i miei genitori erano molto amici dei Draghi». Erek gli diede le spalle.
Aveva la coda nera, con su disegnati in una tonalità marrone i medesimi simboli che Katsuki aveva visto scolpiti nelle pietre. Brillavano le squame, così come le lunghe unghie nere e i capelli.
Il Barbaro sussultò, improvvisamente gli balenava in mente un'altra intuizione. Erek lo intuì, perché sorrise con fare mellifluo.
«Esatto, Principe Katsuki. Attraverso quei simboli ho continuato ad incantarti».
«Mi hai tolto anche la facoltà di parlare con i Draghi!».
Erek stavolta scosse il capo. «Quel cucciolo non era capace di comunicare. Se lo hai pensato, vuol dire che hai avuto molta più paura di quel che pensavo».
Katsuki ringhiò frustato alla risata briosa dell'altro. Ma fece un respiro pesante, nella speranza di poter riacquistare sangue freddo.
«Perché il tuo aspetto è cambiato?».
Erek si passò una mano sui capelli. «Quello che avevi visto sarà ciò che diventerai tra alcuni anni. Era un buon modo per incantare anche il tuo fedele Eijiro. Quello che sono ora è a causa di Afo».
Ho visto cosa diventerai, Principe Katsuki...
Katsuki non disse neppure una parola.
Seguitò un attimo di silenzio, dopodiché, ben più mesto, Erek riprese: «Nel mio giorno di nozze, Afo piombò giù dal cielo e distrusse il mio Regno. I miei genitori, il mio Alpha, i miei amici...» volse lo sguardo al cielo, stringendo i pugni. «Quel mostro mi tolse tutto per il puro gusto di farlo. Otr era una città prospera, la patria dei Draghi dal Manto Scarlatto e lui...».
«Conosci la mamma di Eijiro?".
«Sì. Torah. Era la Dragonessa più virile che io abbia mai incontrato. Era molto fedele a mia madre, la Regina Andra, moglie del buon Re Argon. Riuscì a scappare dalla furia di Afo con il suo uovo, dopo che il suo Alpha venne ucciso prima di poterla marchiare...».
Il biondo deglutì prima di rispondere pacato: «La Luna Rossa».
Il volto di Erek si deformò in un'espressione malefica.
«So che cosa è accaduto, molti anni fa. Sinceramente non capisco perché continui a dimenticare il fatto che sono un veggente» sbuffò il Principe Serpente. «Torah sarà vendicata. Chi è con i Demoni non è solo un mio nemico ma anche di tutti quanti i Draghi! Tu non sei degno di essere considerato il loro Principe!».
«Ti sbagli! I Draghi amano il figlio di Afo! E poi lo hai detto tu stesso! Sono passati anni da allora! Sei rimasto bloccato nel tuo mondo!» scattò Katsuki.
Erek scosse lentamente il capo. «Non puoi capire, Principe Katsuki... sei ancora un bambino che si permette di avere delle uova da uno dei più bei esemplari del mondo! Eijiro è l'ultimo Drago dal Manto Scarlatto, lo sai questo?!». Il tono cambiò in uno pieno di rabbia.
«Ripopoleremo la sua specie insieme!».
«Sarai una macchina genera-draghetti? Patetico davvero!» Erek scoppiò di nuovo a ridere.
Ho visto anche questo, Principe Katsuki...
Katsuki ignorò la sua rabbia e con tono pacato riprese: «Perché Afo ti ha tolto ogni cosa?».
«Perché voleva la Placca di Tuono, Principe Katsuki; quella che tu intendevi usare per salvare il figlio di Afo».
Katsuki tirò molto di più le collane. Iniziava a riaffiorare qualcosa nella sua mente.
Erek si portò due dita alla bocca e dal fondo della gola, in uno spettacolo pressoché terribile, tirò fuori qualcosa.
La sua bocca apertasi molto più del normale si assestò con scricchiolii ossei inquietanti.
«Eccola qui. La Placca di Tuono. Forgiata con i fulmini di noi Dominatori dei Fulmini di Otr e l'essenza malvagia di Afo».
Katsuki era rabbioso. Non riusciva a perdonare Erek!
«Non te la darò mai. Non ti permetterò di salvare il figlio di Afo!».
«Tu non sai un bel niente!» urlò il biondo.
«Invece so molte cose. Sono un Veggente, lo hai dimenticato? A quanto pare sì! Quando ho visto che saresti venuto per prendermi la Placca di Tuono ho fatto in modo di incantarti ma per colpa di quello stupido Drago in miniatura i miei piani sono andati in rovina!» ringhiò Erek, puntando al draghetto divenuto statua di ghiaccio. «Non ti stai domandando com'è possibile che noi di Otr abbiamo potuto raccogliere un po' del miasma di Afo se solo i Demoni possono vederlo?».
L'Omega smise di respirare, incredulo.
«La nostra è una magia potente. I fulmini da sempre riescono a creare tracce luminose quando scaricano al suolo o in mare. E con esse il miasma è risultato visibile, imprigionandosi nell'elettricità».
Erek gli si avvicinò, la Placca era in bilico tra pollice e indice.
Assomigliava al canino di un Drago, di un colore iridescente, con i bordi leggermente frastagliati, come quelli della punta di pietra di una freccia barbarica.
L'orrore gli fece spalancare gli occhi.
«Esatto, mio giovane Principe. Questa è l'ultimo legame che mi lega al mio Alpha, Eifiro».
Katsuki strattonò con forza le collane, con la rabbia che cresceva sempre di più. Eijiro non si muoveva, non respirava, era bianco...
«Che cosa gli hai fatto, maledetto pazzo?!».
Con forza isterica, sovrastando le grida rabbiose e contrariate di Erek, le collane vennero rotte e il mondo si tinse di nero assoluto.
Katsuki urlò, pazzo di dolore: per ogni perla dissolta misteriosamente nel vuoto, aghi infuocati gli trapassavano la mente.
Immagini.
Parole.
Baci.
Promesse.
Lacrime.
«Fa male! Fa tanto male! Eijiro! EIJIRO!».
Katsuki venne stritolato al petto e alla bocca da qualcosa di viscido e freddo.
Era forse finita per lui?
Ho cercato di cambiare il futuro... e non ci sono mai riuscito...
Ma combatterò ancora per proteggere ciò che mi è rimasto,
Principe Katsuki...
Angolo di Watchie
Ed eccoci qui! Al 40esimo capitolo! Non so ancora quanti ce ne saranno. Non scrivo le storie a capitoli ma in un'unica pagina che poi divido e correggo prima di pubblicare.
In questo caso, colgo l'occasione per ringraziare Eevee87Bk perché, in svariati capitoli fa, mi aveva dato un'ottima intuizione legata alle origini di Eijiro. E quindi, un po' di crediti vanno a lei. Grazie!
A domani, un abbraccio a tutti!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top