Chapter 38: Erek, Principe di Otr
Katsuki si guardava intorno con stanchezza.
Le montagne erano alte, un po' azzurrate e un po' rosate. Venivano nascoste in parte da fitti banchi di nuvole e di vapore acqueo.
Il freddo era davvero pungente. I denti non smettevano di battergli e non aiutava avere il torso nudo.
Anche il piccolo draghetto tremava. Katsuki lo strinse il più possibile tra le braccia, premuto al petto per poterlo riscaldare.
Gli abeti alti e sottili si estendevano talmente tanto che si tingevano del bluastro della foschia della lontananza. Erano cosparsi di neve e l'odore di felce e di rugiada era davvero intenso.
Katsuki ripensò a Izuku.
Chissà come starai?
Crollò in ginocchio, vinto dalla solitudine e dal freddo. La mano sinistra stringeva le collane, anch'esse gelide, mentre il vento soffiava tra i capelli e sussurrava cose indistinguibili nelle orecchie.
I suoi occhi faticavano a restare aperti.
Voleva Eijiro.
Voleva le loro uova.
Katsuki scivolò su un fianco e sulla neve, poco distante dalle tre file di gradinate di roccia scura che conducevano a un parallelepipedo molto strano.
La base era fatta di pietre, una sull'altra, cosparse di fiori rosa. Quattro entrate cupe capeggiavano. Verso l'alto sorgeva una pietra del medesimo colore del rame, con su incisi ancora il simbolo già visto.
Katsuki rimase a contemplarlo fino a che non si abbandonò al dolce tepore del sonno eterno...
***
Odore di zuppa.
Passi leggeri.
Il tintinnio delle collane.
Katsuki Baguko dischiuse gli occhi ma per almeno trenta netti secondi rimase in stato confusionale. Fu il guaito preoccupato del cucciolo di Drago rosso a risvegliarlo totalmente.
Si rimise a fatica disteso.
Quando si accorse del suo ventre piatto strinse le palpebre pur di non scoppiare nuovamente a piangere. Il draghetto gli infilò la testa tra il braccio e il fianco sinistri.
Era in cerca di coccole.
Il Principe se lo portò sulla coperta scura che ricopriva le sue gambe e mentre gli accarezzava la pancia, contemplava l'ambiente in cui era.
Non è possibile!
Era nuovamente nella tenda dove si era risvegliato... chissà quando?
Katsuki si pizzicò lo spazio tra gli occhi. La frustrazione non faceva che salire sempre di più. Strinse le collane in un moto di rabbia.
Tik mancava, così come Eijiro.
«Ben svegliato, Principe Katsuki».
Il giovane sussultò, volgendo gli occhi curiosi dinanzi a sé. Un affascinante uomo stava entrando con un vassoio di legno e una grossa scodella di zuppa.
«Sei stato piuttosto attivo durante il tuo sonno febbrile. Ma ora stai meglio. Le medicine hanno funzionato».
Katsuki lo fissava in cagnesco.
«Mi chiamo Erek, Principe Omega dell'Isola Efesto».
«Devo parlare con te!» esclamò di getto l'altro.
«Di che cosa?».
Il tono cordiale, il timbro calmo, il sorriso sincero... Katsuki portò una mano alla tempia. Di cosa doveva parlare esattamente?
Strinse nuovamente le collane ma non si accorse dello sguardo profondo che gli riservò il Principe gentile.
Erek, ora che lo guardava meglio, era identico e preciso a lui.
Aveva lunghi capelli biondi, sui lati della fronte e tempie, due ciuffi rimbalzavano un po' e non superavano gli zigomi. Tre file di trecce tiravano le ciocche alla nuca, in un'unica che scendeva oltre le spalle.
I suoi occhi affilati erano costeggiati da un leggerissimo trucco aranciato, le iridi rosse e vivide incutevano timore.
Erek indossava degli enormi orecchini scarlatti a forma di nove, quattro paia di collane; una arancione a girocollo, una vermiglia sul petto nudo e due più massicce e pesanti che scendevano sulla prima fila di costole.
Katsuki più lo guardava più sentiva l'orrore crescere.
Un mantello rosso gli copriva le solide spalle, la pelliccia bianca e morbida le proteggeva dal gelo notturno di Efesto.
Le braccia avevano dei rivestimenti di stoffa aranciata, con cuciti piccoli triangoli che si alternavano a punti marroni; brillavano d'oro ogni volta che venivano illuminati dal lume ad olio.
Le gambe toniche erano racchiuse in un paio di pantaloni bluastri e ai piedi stivali di camoscio color nocciola.
Erek si sedette accanto al suo giaciglio e avvicinò le dita al cucciolo di Drago. Questo fece un suono simile ad uno starnuto e si nascose dietro la schiena di Katsuki.
«I cuccioli di Drago sono molto timidi».
Ma il Principe di Ormr non era d'accordo. Dietro di lui, il draghetto strofinava il musetto contro la sua pelle con fare spaventato.
«Non gli piaci».
«Non mi aspetto di piacere a tutte le creature, Principe Katsuki».
Il biondo adocchiò la zuppa poggiata accanto al suo giaciglio ma non la mangiò. E se fosse stata avvelenata?
«Sei diffidente e lo capisco. Ma puoi fidarti di me».
Il cucciolo stava intanto annusando il cibo. Fece un verso curioso poi affondò la lingua e assaggiò.
Guardò Katsuki come per rassicurarlo che era buono.
Ma il giovane lo lasciò mangiare, facendogli giusto qualche carezza dalla testolina fino all'attaccatura delle alucce. Trattenne a fatica un sorriso per via dei rumorini affamati.
Erek osservava in silenzio Katsuki e questo tentava di non rivolgergli lo sguardo fisso al draghetto scodinzolante.
«E' incredibile. Siamo due gocce d'acqua, Principe Katsuki».
«Come conosci il mio nome?».
Alla domanda piccata e all'occhiata truce, Erek si alzò in piedi. Con fierezza raggiunse la pelliccia che fungeva da porta ma non l'aprì.
«Io ho il dono della Veggenza, mio Principe. Sapevo che saresti arrivato qui».
Il cucciolo fece un verso: la scodella ormai vuota gli era finita in testa. Katsuki gliela tolse e il piccolo gli si accoccolò tra le braccia, come un bambino piccolo.
«Se hai il dono della Veggenza, allora saprai perché siamo venuti qui!».
«Siamo?». Erek gli si avvicinò un po' con uno sguardo penetrante. «Sai che sei arrivato qui da solo, vero Principe Katsuki?».
Il biondo sussultò, guardandolo negli occhi.
Impossibile! Lui era partito con Eijiro e Tik!
«Stai mentendo! Tu non sei un Veggente!».
«Deliri, Principe Katsuki. Perché non riposi un po'? Ti porterò dell'altra zuppa».
«Dov'è Eijiro? E Tik?!» urlò invece l'altro.
Il draghetto fremette spaventato. Katsuki gli baciò la testolina ma non senza smettere di fissare il divertito Erek che non gli aveva ancora risposto.
«Dovresti saperlo cosa siamo venuti a fare qui, Veggente delle mie collane!».
«I Demoni mi hanno tolto la facoltà di poter leggere nel futuro come si deve, mio Principe» raccontò mesto Erek.
L'altro spalancò bocca e occhi: ecco cosa doveva dire! Era sulla punta della lingua!
Strinse le collane... di nuovo il buio nella sua mente.
Il draghetto guaì infelicemente. Katsuki non capiva. Che cosa gli stava succedendo?
«Io sono venuto qui con il mio Drago Eijiro e un altro più piccolo, Tik» mormorò sottovoce.
Erik riprese la scodella e il vassoio ma mentre stava lasciando la tenda, per poco non si scontrò con un Alpha.
«Oh, sei tornato giusto in tempo. Il nostro ospite si è finalmente ridestato».
Il suono nasale della voce si era tinto di una sfumatura gentile ed innamorata. Katsuki sollevò gli occhi alla figura appena entrata...
...e il suo cuore si fratturò.
«Ho trovato dei cervi e un paio di conigli, mio Principe».
«Eijiro!».
L'Alpha si voltò verso Katsuki che tratteneva il respiro, ma non lasciò andare il fianco di Erek.
«Dov'è Tik, Eijiro?».
Il rosso sollevò un sopracciglio, guardando il Principe di Efesto.
«E' molto confuso. Arrivare all'Isola Efesto in barca l'ha provato molto».
Barca?
«No! Ci sono venuto in volo! Su Eijiro, lui è un Drago!».
«Forse ti confondi, Principe Katsuki. Eijiro è un cacciatore e sa parlare con qualsiasi specie vivente. Ha un dono tutto suo».
Erek sfiorò il copricapo di piume aranciate e nere sulla nuca del suo Alpha.
Katsuki notò i morsi che li univano e si ricordò del suo. Sussultò: la ghiandola era libera.
«Eijiro!» chiamò con disperazione.
L'altro aspettò un cenno di Erek per potersi avvicinare.
«Come conosci il mio nome?».
Katsuki si strinse le collane e poi portò la mano sulla pancia. Il dolore che provava nel cuore era indescrivibile.
«Sta avendo un attacco di panico» mormorò Erek.
Il biondo di Ormr non capì neppure quelle mogie parole: non riusciva a respirare e i suoi polmoni chiedevano disperatamente ossigeno.
Le lacrime colavano senza sosta sulle sue guance biancastre.
Non un suono usciva dalla sua bocca dischiusa.
Voleva il suo Eijiro.
Stritolò di nuovo le collane. L'Alpha lo aiutò a coricarsi ma il draghetto gli soffiò contro. A un'occhiataccia, si nascose gli occhi dietro la coda.
«Eijiro... Alpha...».
«Poveretto. Chissà cosa deve aver affrontato in mezzo al mare, da solo».
Katsuki neppure replicò alle parole di Erek.
Lui sapeva la verità. Era arrivato a Efesto con Tik ed Eijiro.
Di nuovo strattonò le collane e a poco a poco si addormentò.
«Vado a cacciare di nuovo. Controllerò che non vi siano nemici».
«Certo, Eiji. Fai attenzione».
L'Alpha era davvero bellissimo, snello ma muscoloso, con una cicatrice che trapassava l'occhio destro.
Sul capo aveva una bandana vermiglia, accompagnata da intrecci marroni e dorati, sfere piatte dorate e campanellini di cristallo. In essa, un'altra bandana di colore verde, e un copricapo impellicciato bianco.
Due finta corna di bue gli conferivano un aspetto minaccioso.
Aggrappate alle ciocche rosse della nuca, le piume che Erek prima aveva accarezzato.
Eijiro indossava orecchini d'osso e di cristallo molto lunghi, che tintinnavano ad ogni movimento del capo.
Sfoggiava una vistosa sciarpa rossa che nascondeva il collo e parte della spalla sinistra. Era tenuta chiusa con una spilla dorata con un finto rubino e piume bianche.
Ai bordi di essa, scendevano intrecci marroni abbelliti da altre piume, perline e conchiglie.
Eijiro indossava dei medio-larghi pantaloni color nocciola, con una stoffa dai motivi a rombo orizzontali che camuffava la sua virilità.
Essendo cacciatore, non andava in giro senza una lama a uncino affilata e dei coltellini tenuti in un fodero alla cintura, sul retro. I suoi stivali scuri rumoreggiavano con forza sul terreno ma sapeva renderli silenziosi poco prima di catturare la sfortunata preda.
Sul suo viso stoico, appena sotto le palpebre, due segni colorati e orizzontali; uno rosso e uno giallo. I suoi occhi... la pupilla era affilata come quella di un carnivoro predatore, dorata all'esterno e vermiglia alle iridi.
«Io vado, mio Principe».
Eijiro scoccò un bacio sulle labbra di Erek prima di lasciare silenziosamente la grotta.
Fuori l'aria era gelida; il rosso si alzò la sciarpa contro le labbra ma non batté ciglio al freddo che sfiorò il suo ventre nudo.
Guardò i magri alberi, poi la neve e si allontanò con calma.
Erek sospirò, osservando Katsuki che dormiva.
Il cucciolo di Drago gli soffiò di nuovo contro ma lui gli sorrise.
«Non voglio fargli del male, piccolo. Puoi rilassarti».
Il draghetto gli scoccò un'occhiata di avvertimento ma poi tornò a strofinare il musetto contro la guancia di Katsuki.
Erek gli rimboccò le coperte, riprese il vassoio e se ne andò. Per un secondo sogghignò.
«Principe Katsuki del Regno di Ormr».
Non pronunciò altro, si allontanò nella stessa direzione di Eijiro...
Angolo di Watchie
Che ne pensate? Quanto vi convince Erek? Si accettano teorie complottistiche, miei amici lettori e lettrici. Ci vediamo domani! :)
Ciao!
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