Chapter 19: Tra Mare e Nuvole


Strisciava.

Il fruscio era lieve ma iniziava a farsi sempre più nitido.

Superava con calma gli ostacoli e scavava nel terreno una linea non precisa. L'odore del pericolo che trasportava sovrastava il silenzio.

Eijiro sollevò improvvisamente la testa. Il fuoco si era spento, il rumore della tempesta era ancora forte e faceva scuotere la vegetazione che schermava il cielo. Le gocce di pioggia cadevano ma si schiantavano da qualche parte come lame di coltelli affilati.

Guardò Katsuki che riposava contro la sua pancia e si era spostato la coda sulle spalle proprio come una coperta. L'aria si era fatta di piombo.

Un sibilo...

Il drago sputò una fiammata poco più avanti del piede di Katsuki, lo avvolse ai pettorali per la coda e se lo portò in groppa.

«Che diavolo...!» borbottò l'umano.

Eijiro ringhiava e batteva le zampe anteriori sulla sabbia. All'improvviso qualcosa che si era aggrovigliato a una liana gli piombò sull'ala sinistra.

Katsuki venne sbalzato su un fianco verso un basso cespuglio. Guardò sconcertato il maestoso drago che sferzava l'aria e si dibatteva contro il nulla.

Ma aguzzando la vista, nonostante la semioscurità, comprese che cosa fosse accaduto. Katsuki afferrò una pietra poco distante e colpì la testa del serpente che era atterrato accanto a lui.

«Bastardo!» soffiò.

Eijiro crollò su un fianco con gli occhi chiusi. La sua ala sinistra non si era piegata ma svettava verso l'alto perfettamente rigida. Katsuki passò timidamente la mano sul morso alla membrana più esterna.

«Oi... Eijiro?».

La creatura tornò umana. L'Alpha gemette ma non dischiuse gli occhi.

«Il mio braccio sinistro... è paralizzato».

«Quel maledetto serpente era velenoso, allora!».

«Mi ha morso nella mia forma di drago, il veleno passerà nell'arco di quarantottore» Eijiro sbuffò leggermente. «Mi dispiace, non potremo proseguire subito».

«Fanculo! Ci penserò io a te!».

L'Alpha sorrise. Nonostante il dolore pungente che sembrava scavargli dalla punta delle dita intorpidite fino alla spalla, era felice. Neppure spaventato: Katsuki era sempre al suo fianco.

Il morso era molto più visibile poco sopra il gomito. Il Principe glielo sfiorò delicatamente, poi poggiò la fronte sul bicipite.

«Grazie per avermi salvato».

Eijiro già dormiva profondamente...

***

Il fuoco scoppiettava e faceva tribolare l'aria.

Il cielo era quasi del tutto scuro, ma strascichi d'arancio tingevano la linea dell'orizzonte che lo separava dal mare. Le stelle brillavano formando le costellazioni e la brezza fredda del vento increspava delicatamente le onde.

Katsuki controllava minuziosamente la cottura dei tre enormi pesci che era riuscito miracolosamente a pescare poco prima del calar del sole.

Eijiro sedeva di fronte a lui, con le ginocchia al petto e il braccio ancora immobile cullato dall'altra mano. Di tanto in tanto le dita dalle unghie affilate lo massaggiavano.

Il biondo sussultò leggermente, la mano volò al ventre.

«Stai bene?» domandò l'Alpha, apprensivo.

«Sì, solo crampi».

«Mi dispiace» gemette affranto il rosso.

Il Principe girò uno dei pesci infilzati da un sottile legnetto. «Perché cazzo ti stai scusando? Ti ho obbligato io a volare per molte ore e ora sei stato ferito sempre per causa mia».

«Potrei anche morire per te e lo sai».

Il biondo lo guardò per un attimo per poi tornare a fissare le fiamme rosse. Nei suoi occhi galleggiava la tristezza.

«Non abbiamo granché da mangiare e ci stiamo arrangiando con l'acqua del mare... questo non ci fa bene, soprattutto a te».

Katsuki non si pronunciò. Da quando aveva memoria, nei momenti di grande stress aveva sempre avuto mal di pancia e crampi. Forse dipendeva dalla sua natura di Omega.

Istintivamente strinse a vuoto l'aria sul petto. L'Alpha chinò lo sguardo mortificato.

«Le tue collane...».

«Avevo solo prurito» mentì il Principe.

Ovvio che avesse cercato le sue collane, soprattutto il Dente dell'Alpha Bianco. L'aveva sempre stretto durante i momenti di sconforto. Katsuki scosse leggermente il capo, era stato un emerito stupido!

«Kat... non ti manca il Villaggio?».

«No. E lo sai. Ho fatto la mia scelta».

Il rosso trovò finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. Si stupì... Katsuki non aveva la benché minima ombra di risentimento. Abbozzò un sorriso.

«Non ti manca essere Principe? O-».

Il biondo gli lanciò uno dei pesci. Non rispose mai, troppo concentrato a divorare qualcosa che aveva cotto alla perfezione. Aveva troppa fame per dare corda a un discorso che non avrebbe mai più voluto sentire.

Però capiva perfettamente Eijiro.

«E tu non te ne penti di esserti accoppiato con me?».

L'Alpha ponderò in silenzio la risposta. Un attimo dopo sedeva accanto al suo Omega: gli abbassò la mano con il pesce e lo baciò dolcemente.

«Mai. E' stata la miglior scelta di tutta la mia vita».

Katsuki arrossì leggermente. Si accoccolò con la testa sulla spalla intorpidita con gli occhi chiusi. Non se ne sarebbe pentito neanche lui.

Mai.



Il soffio del vento era a tratti piacevole, ad altri un po' meno.

Katsuki si rigirò e si strinse in posizione fetale.

Che diavolo era quella sensazione di galleggiamento? Allarmato, dischiuse le palpebre. Intorno a lui soffici nuvole rosa come zucchero filato si muovevano lentamente e nascondevano perfettamente il mare.

Eijiro nelle vesti di drago, gli fece un occhiolino. Stavano volando in alto nel cielo chissà da quanto tempo.

Il Principe pensò che dovessero essere passate almeno undici ore, visto che era l'alba.

«Hai volato per tutta la notte?».

Il drago scosse negativamente il capo.

«Quindi è da poco?».

Un cenno.

«Dove stiamo andando?».

Il prossimo battito d'ali del drago scaturì una tale velocità che Katsuki fu costretto a sorreggersi alle corna pur di non cadere nel vuoto.

«Stupida lucertola!».

Eijiro sapeva dove andare. Nel cuore della notte si era risvegliato rinvigorito e con il braccio completamente funzionante. Si era intenerito a Katsuki che dormiva profondamente contro il suo petto.

Ci aveva pensato attentamente. Lo aveva preso in braccio e si era trasformato in drago per librarsi in aria.

E mentre l'isolotto dietro di lui diventava man mano sempre più piccolo, Eijiro pensò che mai più avrebbe permesso a Katsuki di vivere un pericolo dopo l'altro. Un umano non sarebbe sopravvissuto al veleno di un serpente dal manto a teschio.

Non se era una creatura che poteva uccidere in quattro secondi netti.



Angolo di Watchie

Dove pensate che si starà dirigendo Eijiro il Drago dal Manto Scarlatto? 
Vediamo cosa mi risponderete. Intanto, a domani!

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