Chapter 16: Luna Rossa


Eijiro sedeva sul bordo di uno strapiombo, con una grotta cupa e piccina alle spalle.

La luna piena si stava lentamente tingendo di rosso e lui sentiva gli arti piuttosto deboli. Agitava lentamente le gambe nel vuoto, inghiottito da un banco di fitta nebbia verso il basso.

Anche se era un umano, sentiva le ali e la coda pesare un macigno, i polmoni compressi, un senso di fame d'aria e un dolore al coccige. Gli prudevano le mani e il nervosismo cresceva sempre di più nel fondo dello stomaco.

«Non mi ha voluto perché mi riteneva un Alpha debole...».

«E' uno stronzo quel Drago di merda! Non dargli retta!».

Eijiro si voltò di poco, con evidente sorpresa.

Katsuki era lì, un po' affannato, con qualche foglia incastrata tra i biondi capelli un po' sudati, le guance arrossate e rametti secchi sulle punte degli stivali. Sferzò il mantello prima di sedersi accanto all'amico abbattuto.

«Hai salito tutto il ripido sentiero tortuoso per venire a consolarmi?» surrussò Eijiro.

Katsuki gli sfiorò i capelli rossi.

Il giovane sbuffò dalle narici un fumo color corallo, pieno di particelle che brillavano come dei minuscoli rubini.

Quando il biondo dischiuse le palpebre, l'altro ragazzo era divenuto di nuovo drago.

Ma l'orrore piombò ferocemente.

Le ali della creature si stavano irrigidendo e perdendo il colore vibrante. Il Principe sfiorò l'abrasiva pelle e ritirò la mano, come scottato.

Stava diventando pietra!

Le carezze del suo umano lo confortavano e, in parte, lenivano il dolore che stava crescendo in proporzione alla sua pelle sempre più dura e pesante.

Gettò un'occhiata stanca alla luna piena: si era colorata di un quarto di rosso sangue.

«Non ti lascerò tramutare in pietra!» gemette rabbioso Katsuki.

E' come la mia mamma... farò la stessa fine...

Il Drago scosse leggermente la testa, sbuffandogli in viso un po' di fiato caldo.

Se quel tocco aveva sempre acceso risate e solletico, questa volta provocò un'improvvisa voglia di piangere nell'umano.

Katsuki lo abbracciò al petto, il ciondolo che camuffava il suo odore e la sua natura di Omega tintinnò contro la fronte del drago.

«Eijiro... dobbiamo rimanere uniti per sempre! Non permetterò che diventi pietra come la tua mamma drago!».

La creatura era sempre più debole.

Sulla sua groppa, invece, una grossa chiazza dura che gli schiacciava i polmoni stava espandendosi. Non sarebbe passato molto tempo prima del suo ultimo respiro. Eijiro sperava di andarsene così, poggiato sulle cosce dell'amico e beato da quelle carezze.

«Ci dev'essere un modo! Non voglio perderti così! Per colpa di una fottuta maledizione di un pezzo di merda!».

Eijiro sollevò il capo per guardarlo dritto negli occhi.

«Un modo ci sarebbe...».

Katsuki non batté ciglio quando lo rivide di nuovo in forma umana. L'amico era così pallido che i capelli sembravano un pugno in un occhio, tanto sgargianti apparivano.

Per ogni respiro, l'Alpha annaspava e tossiva leggermente. Deglutiva in continuazione a causa della gola secca e i quattro arti tremavano vistosamente.

«Dimmelo!» ordinò brusco Katsuki.

«Devo accoppiarmi subito... con un Omega. Va bene anche se non arrivano subito le uova... ma il morso è fondamentale... la Luna Rossa vuole sentire l'alchimia che si sviluppa tra un Alpha e un Omega».

Katsuki chinò lo sguardo ai propri pugni stretti sulle cosce.

Di sicuro avrebbe potuto salvare il suo prezioso amico!

Un improvviso colpo di tosse lo fece sobbalzare in una posizione inginocchiata. Eijiro si rannicchiò in posizione fetale mentre tossiva e vomitava sangue.

Il biondo sapeva che sarebbe stato l'unica speranza.

Con forza nata dalla collera polverizzò il dente di drago che portava al collo e portò il capo di Eijiro sulle proprie ginocchia, in silenziosa attesa.

L'amico era gelido ma grondava così tanto sudore che le goccioline sembravano piccoli rubini.

A una sferzata di foglie autunnali e arance dolcissime, Eijiro mosse le narici e guardò Katsuki che lo osservava con la stessa espressione di chi attendeva una sentenza.

Gli accarezzava timidamente la fronte, un po' ricurvo in avanti. In quel modo la luna non osava sfiorare il viso del rosso crinito.

«Che... buon odore...» mormorò a fatica quest'ultimo.

Katsuki lo aiutò a sedersi, poi lo abbracciò strettamente. Quello del sangue che ricopriva Eijiro lo disturbava non poco.

«S-sei tu, Kat...?».

«Sì. Io sono nato Omega» ammise flebile il biondo. «Ma i miei mi hanno sempre protetto con il Dente dell'Alpha Bianco, datomi da Izuku il Demone» raccontò, mentre sollevava il cordoncino nero senza più pendente. «Hai detto che ti basterebbe accoppiarti con un Omega, vero?» e l'altro annuì appena. «Allora fallo con me. Diverrò il tuo compagno!».

«Allora... quella volta sulle montagne...».

Katsuki gli accarezzò timidamente le labbra ed annuì.

«Era questo il segreto che mi tenevi nascosto?».

«Sì... mi dispiace, Eijiro».

Il rosso aveva abbassato gli occhi. Era molto confuso. Gli venivano in mente tanti ricordi ma quello in cui Mitsuki lo obbligava ad allontanarsi dal Principe lo fece sussultare.

Ora capiva. Sua madre adottiva era stata molto dura con lui per proteggere Katsuki.

Sorrise appena, come sollevato. Ma poi si fece esterrefatto, tanto da non riuscire a parlare.

Katsuki era terribilmente serio e, anzi, gli stava offrendo la ghiandola sul collo reclinato verso il burrone con fare di sottomissione totale.

L'Alpha si leccò istintivamente la bocca, i suoi occhi per un solo istante divennero affilati come quelli di un predatore.

«Forza. Mordimi ed eviteremo la tramutazione in pietra!».

«Kat... s-sei sicuro?» gemette il rosso. «E poi-».

«Non dirmi che non vuoi farlo con me? Non dopo che abbiamo condiviso praticamente il nido da cuccioli? E che abbiamo sempre fatto il bagno insieme, dormendo perfino nudi insieme?! E che siamo stati costretti a reprimere i nostri maledetti sentimenti per quattro interminabili e fottuti mesi?!».

«E' diverso!» esclamò il rosso, con forza, ma senza guardarlo. «Qui si tratta di cambiare tutto! Di costringerti a una vita che tu non vuoi!».

Katsuki gli prese dolcemente il viso tra le mani.

«Oi, chi cazzo ti dà il permesso di decidere per me?».

«Nostra madre non ha mai accettato del tutto la nostra relazione. Anche quando ci aveva dato il permesso di stare insieme...».

«E con questo? Me ne sbatto!».

Eijiro sospirò piccato. «Kat, una volta sentii della storia di Igor e Hansel... un drago e un umano, entrambi Alpha, che erano stati cacciati da Ormr perché avevano fatto un sacrilegio. Accoppiarsi e amarsi...».

«Tsk! Se avessi studiato attentamente a quest'ora sapresti che erano leggi del re della prima famiglia reale di Ormr che aveva sterminato draghi per il puro piacere di farlo! Aveva convinto i Barbari di allora che i Draghi erano mostri incantatori e Creature delle Ombre».

Ma il rosso scosse il capo.

«Senti... anche se dovessimo venir esiliati per chissà quale fottuto motivo, a me andrebbe bene lo stesso».

Eijiro deglutì nel sentire il palmo di Katsuki sulla guancia.

Bon c'era il benché minimo ripensamento o dubbio nello sguardo del Principe. Quest'ultimo gli cancellò una lacrima e fece altrettanto con un rivoletto di sangue all'angolo destro del labbro inferiore.

«No, Kat...».

«Non me ne frega un cazzo del Villaggio! Non voglio diventare il prossimo Re. Non voglio vivere una vita soffocante con doveri ed obblighi!» disse sicuro il Principe.

Non ho mai smesso di amarti, stupida lucertola.
Non ti basta?

Un bacio.

Un famelico tocco sulle labbra che sapevano di sangue ma che erano sottili quanto morbide. Un attimo dopo quell'iniziale smarrimento, anche il rosso rispondeva con foga e passione.

I due caddero in terra, Katsuki sull'altro che gli teneva le mani intrecciate appena sopra l'orlo dei pantaloni. Il cuore del drago umano pulsava con così tanta forza che lo sentiva vibrare contro il suo petto.

«Katsuki...».

«Vedi di aprire bene le orecchie, inutile lucertola... Voglio diventare il tuo cazzo di Omega!» poi gli mise un dito sulle labbra arrossate dal bacio. «Quindi niente storie. Ti amo, sono un Omega e voglio essere marchiato da te. Ti pare poco? Sono gli ordini del tuo Principe e non puoi sottrarti!».

Un improvviso vigore pervase il corpo di Eijiro. La Luna Rossa era tinta come il sangue per metà ma lui poteva ancora avere padronanza del suo corpo.

«V-vuoi farlo?» chiese, mentre gli accarezzava una guancia. «Non si torna indietro, Kat».

«Odio ripetermi».

Eijiro si ammorbidì dolcemente. «Lo so. E l'ho sempre apprezzato... come ho sempre amato la tua forza».

Una protuberanza rovente forzava la patta dei pantaloni del ragazzo drago e pulsava sotto quella di Katsuki. Quest'ultimo la guardò con interesse per poi poggiarci su la mano.

«Facciamolo prima che dello scadere del tempo, Eijiro!».

L'odore di Katsuki si fece molto più pronunciato e dolce: il rosso non ebbe più voglia di aspettare. Lo prese tra le braccia e lo portò nella caverna alle loro spalle che profumava di violette, margherite e muschio.

Lo adagiò sul mantello, poi passò a denudarsi velocemente dei vestiti. Il biondo fece altrettanto e in poco tempo entrambi non ebbero più impicci di stoffa.

I rossi raggi della luna piena sembravano infiltrarsi nella bocca della caverna e illuminarla come se se fosse stata un antro infernale. Le spire scarlatte serpeggiavano lentamente sugli avvallamenti delle pareti con fare ipnotico ma per i due giovani tutto ciò non aveva importanza.

Katsuki socchiuse gli occhi quando vide la protuberanza mostruosamente enorme sebbene a riposo dell'amico.

Deglutì un po' mentre rifletteva attentamente se sarebbe stato in grado di prenderla tutta dentro di sé.

Inoltre - ed arrossì ancor di più - era fottutamente un verginello che conosceva solo il mondo della masturbazione. Così come Eijiro che era fortunato dal fatto che si stesse facendo guidare dal suo Alpha Interiore.

Katsuki venne sorpreso da un tocco alle labbra che lo portò istintivamente ad avvolgere braccia e gambe intorno al corpo di Eijiro, a quattro zampe su di lui. Era un abile baciatore il drago umano e ci metteva una grande passione.

«Questo è il bacio che non mi avevi concesso nel nostro ultimo giorno insieme, quattro mesi fa».

Katsuki mosse le sopracciglia, il ghigno era bello e ironico sul suo viso arrossato. Accarezzava la guancia e sollevava dolcemente alcune ciocche rosse dalla fronte.

«Ma davvero?».

«Sì. E' stato terribile dimenticare quello che c'era stato tra di noi e dimenticarti».

Eijiro gli si accucciò sul petto. Quante notti aveva pianto... e quante volte si era dovuto fermare dal toccare anche solo con un dito la pelle di Katsuki immerso nel sonno.

«Anche per me».

L'Alpha leccò soavemente la ghiandola odorosa.

«Mi aspettavo molte più scenate sulla mia vera natura».

«Sono solo molto felice che sei un Omega. Non ci sono più intoppi per stare insieme. Sono rimasto stupito, vero, ma non sono né potrei mai essere arrabbiato dal fatto che mi hai tenuto nascosta la verità».

Katsuki si fece più cupo.

«Non essere triste. Immagino che sia stata nostra madre a pregarti di non dire nulla anche a me, a un Alpha».

Il tono era risultato quasi canzonatorio, freddo e rabbioso. Eijiro scosse il capo: non voleva arrabbiarsi in quel momento e in più si era auto-convinto di non colpevolizzare Mitsuki.

Però non poteva fare a meno di sentirsi piuttosto ferito.

Sua madre aveva dimostrato di non considerarlo degno della sua fiducia.

«E se non sarò alla tua altezza come Alpha?».

«Smettila di pensare a chi non è qui, stupida lucertola!».

Eijiro gli alitò in un orecchio per poi succhiargli il lobo. Katsuki gemette ma lo fece con ancor più vigore al passaggio della lingua umida che gli tracciò una scia dal collo, al mento, alla clavicola.

Una scia di baci arrivò dalla giuntura dei pettorali fino all'ombelico.

Eijiro andò velocemente a stuzzicargli il capezzolo sinistro: lo fece con sapiente bravura, con la punta della lingua che inumidiva l'aureola e le labbra che si chiudevano di scatto sul bottoncino di carne.

Succhiò e mordicchiò fino a quando non lo fece deliziosamente gonfiare. La stessa sorte toccò anche all'altro.

Katsuki gemette oscenamente, con una mano contro la bocca piena di saliva. Il suo cuore pulsava violentemente fino a risuonare nelle orecchie in fiamme.

«Chissà come sarà stato terribile passare il calore da solo, Kat...».

«Sì, cazzo! Non farmici pensare, porca miseria!».

Eijiro gli spinse un po' bruscamente tre dita nella bocca. «Succhia, ti prego» implorò.

Katsuki lo vide affannato e lottare con un corpo che stava irrigidendosi a vista d'occhio. Uno strato biancastro e ruvido ricopriva un lato del viso, le spalle e i polpacci. Obbedì alla richiesta con la paura negli occhi ampi.

«Mi dispiace se sarò frettoloso...».

«Facciamo presto. Avremo altre occasioni per farlo» pronunciò sicuro Katsuki.

Eijiro sbuffò una risatina.

Spostò l'umano a quattro zampe, gli aprì le sode chiappe con una mano ed ecco che l'indice si fece strada nel caldo antro oscuro.

Tutti e due sussultarono, soffiando un po' come dei gatti in calore.

Il biondo aveva inarcato la schiena e imprecava, non certo della sensazione che punzecchiava nel suo retto. Eijiro prese a muoversi: un passaggio sicuro, avanti e indietro, con la punta dell'affilata unghia che non graffiava ma sfiorava le terminazioni nervose delle carni pulsanti.

«Ti piace?» domandò il drago umano.

«Sì...» ammise l'altro, in un gemito eccitato.

Eijiro gli scoccò un bacio sull'osso visibile del coccige per poi mordicchiargli una natica. Il medio scivolò nelle carni umide. Una chiazza trasparente e vischiosa stava sgorgando da Katsuki ed aiutava il processo di dilatazione e stimolazione, con un buonissimo odore di arance zuccherine.

L'Alpha deglutì, improvvisamente affamato e non si stupì nel vedersi impennare leggermente il proprio fallo.

Lavorò in silenzio, abile e veloce, dopodiché inserì anche un'altra falange.

Katsuki gemette un'altra volta: il suo amichetto tirava e sfiorava uno dei suoi addominali per ogni sussulto del corpo che vibrava.

«Lo sto per mettere» anticipò con fatica Eijiro.

Katsuki annuì ma al dolore improvviso che sopraggiunse non era minimamente preparato. Gridò, imprecò, si torse e istintivamente strinse i muscoli anali alla punta del grosso membro del rosso.

«No... no! Devi rilassarti, Kat!» lo ammonì l'altro, addolorato.

Il biondo obbedì. A poco a poco quel dolore per via del corpo estraneo diventava molto più sopportabile e anzi, addirittura, piacevole. I suoi muscoli si adattarono pochi istanti dopo.

«Mi muovo. Tu rilassati. Ti piacerà» sussurrò Eijiro, con il respiro pesante.

Katsuki aveva paura. Sembrava che di lì a poco avrebbe perso il suo migliore amico.

Non è più il mio migliore amico! 
Né mio fratello! 
E'... il mio compagno!


Eijiro sorrise dolcemente. Aveva sentito.

Il Principe inspirò a fondo mentre sentiva muovere il grosso fallo che pulsava e solleticava contro le sue umide carni dilatate perfettamente. Fu un movimento leggero, quasi timido, come di primo acchito. Poi, con la voglia che cresceva sempre di più a ritmo della folle corsa contro il tempo, il ritmo divenne molto più sostenuto.

Il silenzio venne interrotto da una cavalcata oscenamente volgare e dal suono umido, con i testicoli gonfi di Eijiro che sbattevano contro quelli di Katsuki e mettevano a dura prova la sua resistenza.

Una goccia di seme bianco si era formata sulla punta del fallo dell'umano.

Eijiro si fece ancor più selvaggio e non smise di ancheggiare, con il respiro più pesante che mai, neanche quando gli avvolse strettamente le braccia intorno ai fianchi. Gli premette la mano aperta sul ventre.

Un'improvvisa voglia di avere dei cuccioli balenava nella mente del Principe.

Aprì la bocca, ma solo un gemito strozzato ne uscì. Le lacrime di piacere che rotolavano giù le gote in fiamme si mischiavano alla saliva che traboccava oltre le labbra rosse di piacere.

Katsuki deglutì: aveva bisogno di liberarsi! L'orgasmo era al culmine e lo sentiva formicolare nei muscoli pelvici e per tutta la media asta.

Eijiro inarcò la schiena: non poteva più resistere. Alla bocca della caverna la luce della luna si era fatta molto più forte. Non aveva più molto tempo.

«M-mordimi...! ALPHA!» piagnucolò Katsuki.

Nascondeva il viso nella piegatura di un braccio, per Eijiro fu difficile capire che tipo di espressione avesse. Ma obbedì. Baciò delicatamente la ghiandola gonfia al lato destro del collo, tra la mandibola e la clavicola. Il sapore era come miele quando la sfiorò con la lingua.

Eijiro morse con forza, imprimendo i denti nella carne tenera. Katsuki fece un urlo muto ma si sentì stordito e... completo. Un rivolo di sangue si diluì con un po' di saliva e svanì nel mantello sotto di loro.

Il knot arrivò: Katsuki smise di fiatare alla sensazione del rigonfiamento alla base del fallo di Eijiro incastrato dentro di lui. Guardò istintivamente il suo ventre e rimase sorpreso di vederlo quasi gonfio.

Eijiro inspirò a fondo l'odore dell'Omega, dopodiché lo riempì in modo potente.

Katsuki urlò, con la mente annebbiata di piacere.

L'odore dell'Alpha lo inebriava: le ciliege con il cioccolato fondente e un pizzico di alcool lo conducevano all'isola del benessere. Sentiva il suo corpo immerso come in acque caldi e gentili.

Attraverso la foschia rosata che lo inglobava, il Principe fece vagamente caso a qualcosa che scivolava in lui, come spruzzi solidi. Ma durò davvero troppo poco, perché Eijiro, sfinito, crollò in terra e affannato.

L'Omega si leccò le labbra: lo tenne immobilizzato sotto di lui che gli sedeva sul bacino, poco sopra il membro a riposo e lo morse sulla ghiandola. Eijiro sussultò, con gli occhi chiusi e il capo un po' rovesciato all'indietro, sul mantello.

Il legame si era solidificato.

E qualcosa anche in Katsuki.

Solo che... ancora non lo sapeva.

Il biondo gli si coricò vicino. Eijiro respirava in modo tranquillo e un sorriso era sulle sue labbra.

«Non diventerai pietra, vero?».

«No. Starò per sempre insieme a te».

Katsuki chiuse gli occhi. Era tutto ciò che desiderava...



Angolo di Watchie

Ebbene, capitolo impossibile da dividere, quindi meglio così! Il piccante tutto in una volta. 
Nel prossimo capitolo... succederà. Il cosa ve lo faccio pensare a voi ;)
A domani

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