Chapter 12: La Preoccupazione di una Madre


«A che pensi, mia signora?».

Mitsuki non sollevò lo sguardo dalle fiamme del braciere. Era una serata speciale, si festeggiava il matrimonio tra un Omega e un Alpha. I due erano la gioia fatta persona.

Entrambi indossavano una pelliccia di grizzly sulle spalle; una coroncina di margherite adornava i biondi e lisci capelli dell'Omega dagli occhi neri e un ciondolo con delle perle azzurre il collo dell'Alpha moro.

Si tenevano le mani dove brillavano due anelli.

Eijiro parlava con Katsuki, seduti su un tronco poco distante. Mangiavano dei cosciotti di tacchino ben arrostiti e di tanto in tanto ridevano.

Masaru capì.

«Vanno molto d'accordo i nostri ragazzi».

«Più del dovuto».

Masaru sospirò, stringendola al petto con affetto. Eijiro era felice come un cagnolino e se fosse stato drago di sicuro non avrebbe smesso di scodinzolare.

«Una delle maledizioni di Afo colpisce anche l'amore tra draghi e umani» sussurrò Mitsuki.

Masaru non disse nulla.

«Eijiro non sa che Katsuki è un Omega».

La bionda non aggiunse altro alle sue stesse parole. La coppia di novelli sposi si stava avvicinando per parlare della loro gioia. Il Re volse un'ultima occhiata ai due pupilli prima di costruire un bel sorriso.

Eijiro e Katsuki non erano granché interessati a quella cerimonia.

«Andiamo via» propose il biondo, con un ghigno.

«Non è molto carino, Kat. E poi questo matrimonio è fantastico!».

Il giovane Principe perse il sorriso, la mano strinse il dente di drago al collo. Eijiro non lo notò, troppo concentrato a divorare la quarta porzione di carne alla brace.

«Aspetta... sei sporco».

Katsuki s'immobilizzò. Eijiro gli tolse un po' di salsa dall'angolo della bocca e l'assaggiò. Se per quest'ultimo fu un gesto di amicizia, per l'altro no.

E se gliel'avesse detto?

«Eijiro, senti».

Katsuki spalancò gli occhi. Stava parlando?! Non erano solo pensieri? Eijiro gli volse la completa attenzione.

«C'è qualcuno che ti piace?».

Il rosso tornò a guardare i novelli sposi. Non fece troppo caso allo sguardo preoccupato di Mitsuki.

«Sì, certo».

Il cuore del biondo perse un battito e probabilmente s'incrinò anche. Strinse nuovamente le collane.

«E chi è?».

«Non ci crederai mai ma è-».

«Eijiro!».

I due ragazzi volsero l'attenzione a Mitsuki. La donna sembrava sorridente ma le sue sopracciglia aggrottate verso il basso promettevano ben altre emozioni.

Lei agitò la mano a ventaglio. L'Alpha dai capelli rossi indicò Katsuki, lei negò. Allora puntò in dito unghiato verso se stesso e lei annuì.

«Aspettami qui».

«Sì, cazzo. Mi devi ancora dire chi è la tipa che ti piace!» bofonchiò il Principe.

Eijiro se ne andò trotterellando e ridendo. Katsuki si mise a braccia conserte... ora che si guardava le punte degli stivali era molto più cupo.

Dovrei essere felice che gli piaccia qualcuno...

Socchiuse le palpebre, le dita si facevano passare le perle delle collane negli spazi di esse.

E allora perché sono quasi geloso?

Guardò sua madre. La donna si stava allontanando con Eijiro, mentre Masaru intratteneva ancora gli sposi. Katsuki rimase seduto sul tronco.

«Eijiro, è arrivato il momento di separarti da Katsuki. Non dormirete più insieme».

Il rosso smise di sorridere. «Perché, madre?».

«Oramai sei quasi un adulto, figlio mio. E' giusto che tu e il Principe viviate-».

«E' perché mi piace?!».

Mitsuki si voltò con scatto felino per via di quell'interruzione: nei suoi occhi brillava lo stupore. Eijiro tratteneva a fatica le lacrime. Il fuoco alle spalle evidenziava solo un lato del suo viso contrito dalla rabbia.

«Rispondete, madre... è perché mi piace Katsuki ed è ormai molto più che un fratello per me? Perché ne sono innamorato? Per questo volete dividerci?».

La donna tacque per qualche attimo ma poi annuì.

«Perché?».

«Perché non posso permettermi di perdere Katsuki per uno sciocco sentimento. Non lo sai cosa Afo potrebbe fare se tu e il Principe stareste insieme come coppia?» replicò decisa lei.

Eijiro aveva smesso di respirare. Aveva talmente tanta collera che riusciva a sentirla spingere sullo sterno, come per soffocarlo.

«Madre, perché mi state facendo questo? Io amo Katsuki!».

«Smettila, Eijiro! Tu non puoi amare il Principe e se tieni davvero a lui devi allontanarti!».

«Ma è un Alpha come me! Che male ci sarebbe?».

Mitsuki lo schiaffeggiò improvvisamente. Eijiro barcollò indietro con una mano sulla guancia pulsante.

«Stai lontano da Katsuki! Rimani il suo amico e fratello o dovrò costringerti a lasciare Ormr!».

«Voi non potete farmi questo...» gemette Eijiro. «Non sei neppure la mia vera madre!» ringhiò.

Quelle parole affondarono nel cuore di Mitsuki, cancellando completamente la sua immotivata rabbia.

«Eijiro, aspetta!».

Ma il ragazzo scappò via in direzione dei cespugli.

«Mi dispiace...» sussurrò la Regina con gli occhi pesanti di lacrime.

Lo aveva fatto per proteggere Katsuki. Non poteva sopportare l'idea di vederlo ucciso da qualche maledizione di Afo.

Le parole di Eijiro gli risuonavano con forza nelle tempie. Si era accorta dei sentimenti del figlio adottivo dopo che l'aveva visto cancellare la macchia di salsa dalla bocca del Principe.

Aveva capito immediatamente che non era stato solo un gesto fraterno. Gli occhi languidi del rosso avevano brillato di passione e dolcezza, cose tipiche in un sentimento forte.

Come l'amore.

Soffocò a fatica un singhiozzo. Si era fatta odiare.

Ma si riprese comunque. Era dopotutto una Regina.

Mitsuki tornò da suo marito e gli strinse la mano senza dire nulla. L'uomo non chiese, la guardò semplicemente di sottecchi prima di fissare il fuoco scoppiettante.

L'odore della sua donna era carico di dolore.

I Barbari cantavano e tracannavano interi boccali di birra ma quell'aria di festa non c'era più per la famiglia Bakugo.

Katsuki era stanco di aspettare.

«Dov'è Eijiro?».

La donna non gli rispose. Non lo sapeva...


***

Eijiro si fermò quando gli stinchi iniziarono a bruciare e le gambe tremare.

Mentre annaspava per ingoiare avidamente aria preziosa, i singhiozzi per poco non lo strangolarono. Crollato in ginocchio, senza più energie, si lasciò totalmente andare, urlando e piangendo.

«Perché, madre?».

Quella donna si era macchiata di un'orribile colpa e non era sicuro che sarebbe riuscito a perdonarla. Strappò dei ciuffi d'erba, i suoi pugni volarono al cielo e si scontrarono contro il terreno.

Riversò la sua intera rabbia fino a che, stanco, non si distese a guardare le soffici nuvole brune. Le nocche gli bruciavano ed erano sporche di sangue.

«Che importa?» sospirò sottovoce.

Quando dischiuse le palpebre il fiato gli morì in gola. Un muso affilato giallo, con striature aranciate gli sbuffò un po' d'aria calda in viso.

Eijiro si tirò immediatamente seduto. Non riuscì a staccare gli occhi di dosso all'esile drago che lo guardava con i suoi enormi occhi rosso fuoco.

Ai lati della testa si aprivano a ventaglio delle appendici, probabilmente orecchie; il collo lungo era cosparso di squame che brillavano sotto al sole, le zampe lunghe possedevano lunghi artigli neri e la coda picchiettava dolcemente sul terreno.

Il drago cambiò forma. Un Omega basso, magro, con capelli lisci, lunghissimi e neri, e occhi rossi lo guardava con curiosità.

«Sei triste, Drago» disse con voce piccola e vaga.

«Anche tu» rispose Eijiro. «E' il tuo territorio? Scusami... io sono arrivato fin qui perché sono arrabbiato».

«Mi chiamo Irge, sono un Drago Solaria» e il piccolo Omega gli cancellò una lacrima dal viso.

Un odore dolce come il miele s'infilò nelle narici dell'Alpha dai capelli rossi. Sussultò nel capire il motivo. Irge gli fece cenno di tacere, poi gli allungò la mano dinanzi ed indicò la casetta un po' nascosta dietro alcuni alberi.

«Puoi aiutarmi a creare il nido per le mie uova?»

Eijiro annuì appena. «Che cosa ti occorre?».

«Cose che si trovano qui intorno. Ma io non riesco a volare né a mantenere la mia forma di drago a lungo...» rispose stancamente Irge. «In cambio ti prometto dei pasti caldi e un tetto per la notte. A Ormr la temperatura cala e si alza in modo drastico».

Eijiro scorse un capanno di legno poco distante dalla casetta.

«Dormirò lì dentro. Sei in dolce attesa e potrebbe disturbarti il mio odore».

«Ma-».

Eijiro scosse il capo con un sorriso e gli afferrò la piccola mano. «Va tutto bene. Ora dimmi cosa devo fare per te e le tue uova».

Irge sorrise e quelle gote colorate di rosa fecero dimenticare temporaneamente al Drago il suo Principe.

«Mi occorrono semplicemente paglia, frutta e diversi secchi d'acqua».

«Sarà fatto, Irge» rispose il giovane, poi si trasformò in drago.

Irge rimase ad ammirarlo estasiato; era così grande e potente, due volte più di lui in forma non umana. Eijiro chinò il capo poi spiccò il volo e la potenza delle sue maestose ali piegò le cime degli alberi.

«Sei una creatura così gentile, Eijiro... ma il tuo cuore è molto triste»...




Angolo di Watchie

Eh... la Regina ha sbagliato. Ammetto che questa parte mi sono veramente divertita a scriverla, anche se mi ha dato rogne perché non mi ricordo mai bene le cose. Grazie per il vostro supporto, a domani! 

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