Chapter 10: Il Segreto del Principe Katsuki


Mitsuki osservava il suo Principe, appoggiata al tronco di un grosso sempreverde.

Adorava sentirlo ridere e con lo sguardo luminosissimo. Suo figlio aveva ormai compiuto otto anni e rincorreva Eijiro.

Il piccolo drago aveva imparato a cambiare forma e soprattutto a volare. Ma non aveva ancora la padronanza delle sue fiamme.

«E' incredibile che otto anni fa era prossimo ad andare nel Valhalla».

Mitsuki non ebbe bisogno di voltarsi. Aveva riconosciuto l'odore di Masaru che si era affacciato alla finestra della cucina, al piano inferiore della loro casa.

Il suo viso era sporco di farina, la marmellata invece appiccicava le dita.

«La crostata è sfornata. Appena sarà più fredda la mangeremo, mia signora».

Mitsuki gli scoccò un bacio, poi si sedette sul davanzale. Le nuvole erano bianche e spumose nel cielo di giugno, il vento caldo non era afoso bensì piacevolissimo.

«Non voglio più giocare».

Eijiro smise si correre il principino Katsuki e quest'ultimo aveva il broncio e le guance arrossate. Stringeva con astio le collane al piccolo collo.

«Perché, Kat?».

«Perché sì!».

Il bambino gli diede le spalle e corse verso Mitsuki che lo prese in braccio. Anche Eijiro le si aggrappò a un polpaccio, con lo sguardo triste.

«Mamma, perché Kat non vuole più giocare con me?».

La donna guardò con un po' di panico Masaru.

«Perché siete giusto in tempo per mangiare la mia speciale crostata!».

Eijiro si illuminò, saltellando felice. Mitsuki scoccò un bacio veloce al suo Re, grata per quell'aiuto, ma il suo sorriso si spense nel vedere Katsuki con il faccino nascosto tra la spalla e il suo collo.

Il suo bambino era piuttosto caldo e stava sudando.

«Mangiamo la crostata, tesoro».

Il Principino non rispose subito, poi aggiunse: «Non la voglio».

Mitsuki decise di rientrare in casa. Eijiro andò immediatamente al secchio accanto al caminetto per lavarsi le manine. Prese posto su una delle quattro sedie al tavolo del cucinino, agitando le gambette.

L'odore di dolce era davvero forte e faceva venire l'acquolina in bocca.

«Neanche un pezzettino, mio Principe? E' la tua preferita» provò Masaru.

«No».

Mitsuki era preoccupata. Il suo istinto materno iniziava a scampanellare fragorosamente. «Lo porto a letto» mormorò.

La donna salì la stretta scaletta di legno per raggiungere il piano superiore. I bambini dormivano in due lettini di paglia e stoffa accanto al letto matrimoniale.

La stanza non era altro che un soppalco con il tetto spiovente. Sulla sinistra, un oblò affacciava verso alcuni alberi e un ripido burrone. A sud, brillava il mare e i gabbiani stridevano poco prima di riempirsi la pancia di pesce.

«Mio Principe, cosa c'è?».

Katsuki cercò semplicemente il lenzuolo per coprirsi. La donna sospirò, infilandogli le dita nelle ciocche bionde.

«Voglio dormire, mamma».

«Va bene, tesoro. Ma dopo mi aspetto tu mangi la crostata che ha fatto papà, d'accordo?».

Il piccolo si rannicchiò a pallina, chiudendo gli occhi.

La Regina rimase a guardarlo ancora un po', infine scese al piano inferiore. Eijiro aveva già la faccia sporca di marmellata.

«Mamma, Kat non vuole la crostata?».

«No, piccolo mio».

Masaru l'abbracciò dolcemente. Sentiva l'odore acre di sua moglie e la capiva perfettamente. Anche lui iniziava a preoccuparsi di suo figlio.

«Forse si sarà stancato sotto al sole».

«Forse hai ragione». Ma Mitsuki non credette affatto alle sue stesse parole.

E aveva ragione sia lei, sia il suo istinto materno; infatti, il giorno seguente, Katsuki non si alzò dal lettino. Il draghetto umano aveva dato l'allarma tirando le coperte dal letto e svegliando i genitori.

I due avevano immediatamente controllato il prezioso biondo.

«Kat, andiamo a giocare?».

«No, Eijiro... lasciami in pace».

Mitsuki infilò di nuovo le mani nei capelli del suo bambino e scoprì che era molto più caldo. Probabilmente doveva avere la febbre.

«Mamma, Kat è arrabbiato con me?».

La donna intenerita prese in braccio il suo draghetto e gli baciò una guancia. Eijiro era un bambino molto sensibile.

«No, tesoro. Katsuki è solo ammalato. Facciamolo riposare».

«Anche io dormo allora!».

Mitsuki sbuffò una risatina. «Meglio di no, piccolo mio. Altrimenti ti puoi ammalare».

Eijiro appassì, con un ditino contro le labbra.

«Ammalato, mia signora?» chiese Masaru, di ritorno dalla cucina con una brocca d'acqua.

La donna annuì. Non sapeva se chiamare Chiyo o aspettare. Il bimbo non volle neppure dissetarsi.

Le cose andarono peggiorando.

Verso il pomeriggio, Katsuki si rifiutò ancora di mangiare. La temperatura del suo corpo si era alzata e grondava copioso sudore. Il dolore alla pancia non tardò a manifestarsi, appena dopo forti colpi di tosse.

«Mamma...» pigolò.

La donna lo prese e lo portò immediatamente da Chiyo, mentre Eijiro piagnucolava spaventato.

L'anziana donna non ebbe bisogno di controllarlo a fondo perché subito comprese.

«Ricordate che il Principe Katsuki è un Omega?».

Mitsuki sussultò, guardando un Masaru altrettanto scosso. Eijiro era l'unico a non capire.

«Il ciondolo del Demone Izuku dovrebbe mutare il suo odore ed evitare così di spargere in giro la notizia che il primogenito della famiglia reale dei Bakugo è un Omega. Non tutti hanno una mentalità aperta, per questo sarebbe opportuno celarlo».

«Io... l'avevo dimenticato... e dire che il Demone Izuku ce l'aveva anche detto».

Chiyo guardò in modo comprensivo il Re che aveva parlato. Un attimo dopo questo corse a cercare il ciondolo a casa. Lo trovò in un piccolo scrignetto di legno in una credenza, sotto alcune ciotole capovolte.

«Può questo ciondolo far sembrare Katsuki un Alpha?».

Masaru sperò di trovare immediatamente la risposa. Il Sommo Odino dovette accogliere la sua preghiera perché non appena tornò, con il cuore in gola, trovò Katsuki profondamente addormentato e molto meno dolorante.

Chiyo gli aveva somministrato un potente infuso di camomilla, erbe amare e artiglio del diavolo. Mitsuki aveva gli occhi gonfi di pianto.

«Mettetegli il ciondolo, mio Re».

Obbedì. Il corpo di Katsuki venne inglobato improvvisamente in una luce bianca con piccole particelle simili al ghiaccio. Ma poi non accadde più nulla.

«Il suo odore si fortificherà tra qualche mese, come avviene normalmente negli Alpha».

«Chiyo-sama?» chiamò Eijiro, tirandogli la gonna. La donna gli sorrise. «Posso giocare adesso con Kat?».

«Quando starà meglio, figliolo».

Il draghetto abbassò la testolina... era infelice.

«Miei sovrani, i sintomi del Principino Katsuki sono riconducibili al primissimo calore di un Omega. Mia Regina, lei lo sa:  tenere appunto il calore sempre represso è un male; quindi, assicuratevi di permetterglielo di tanto in tanto».

Alle parole sussurrato di Chiyo, i due chinarono il capo per un flebile cenno...


***


Anni dopo...

Katsuki era barricato in casa, sotto una coperta, con fitte terribili alla pancia, tachicardia e gola secca.

Raramente accadeva ma lo odiava, specie perché i suoi genitori gli prendevano a tradimento il ciondolo e ora stava patendo le pene dell'inferno. 

Non capisco perché sto così male...
Se è un'influenza non dovrebbe essere già passata?
Sono giorni che soffro!


«Katsuki, mangia qualcosa».

Il giovane sollevò il capo dal cuscino divenuto più scuro per via del sudore. Aveva le guance rosse, gli occhi vitrei e il suo odore sembrava zucchero nella piccola stanza.

Con il tempo, Masaru e Mitsuki avevano ridimensionato la camera da letto e creato una stanza che il Principe condivideva con il Drago Eijiro.

«No, cazzo! Come posso farlo se a momenti vomito pure l'anima?!».

«Modera il linguaggio, ragazzino! Hai solo tredici anni!» abbaiò Mitsuki.

Il biondo sbuffò mentre si sedeva sul letto. La coperta lo faceva morire di caldo ma non voleva mostrare ciò che gli era accaduto frequentemente in due giorni.

Aveva imbrattato le mutande di umori. Si era continuamente masturbato.

«Devi nutrirti, mio Principe».

L'altro tacque. Anche se la zuppa era molto invitante e profumata aveva ben altre priorità. Di certo fisiche.

«Perché sto così male, mamma?».

La donna sospirò, scuotendo leggermente il capo. Era pronta a lasciare il vassoio sul bordo del letto e rialzarsi ma il figlio le bloccò con forza un polso.

«Dimmelo! Perché tu e papà mi avete nascosto il ciondolo? Non dovrebbe proteggermi da chissà cosa?».

La Regina non aveva mai amato mentire ma...

Un gemito doloroso del biondo le impedì di tener oltre quel pesante segreto. Mitsuki gli abbracciò la testa al petto.

«Figlio mio, non devi dirlo mai a nessuno».

«C-cosa?».

«Tu sei un Omega e come tale a volte devi andare in calore o il tuo corpo si sovraccaricherà di ormoni».

Katsuki trattenne il respiro, nei suoi occhi cresceva vistosamente l'orrore.

«Non restare vicino agli Alpha. Con il tuo forte odore potresti essere vittima di solo il grande Odino sa cosa».

Mitsuki non aggiunse altro. Lasciò il biondo da solo, con il cuore a pezzi.


Che cazzo vuol dire che sono un Omega?


Katsuki si era avvicinato alla finestrella. Eijiro stava parlando con alcuni ragazzi e ragazze e sembrava essere al centro dell'attenzione. Sorrideva mentre mostrava i muscoletti sulle braccia.

Le unghie riuscirono a incrinare un pezzetto di legno dell'oblò. Katsuki ardeva di rabbia e di.. di...

... di gelosia

Improvvisamente scosse il capo. Cadde di peso all'indietro sul letto, per poco la zuppa non si rovesciò in terra.

«Se sono un Omega e schifosamente anche in calore...».

Tacque, con una mano sulle labbra e i gomiti sulle ginocchia. Sarebbe dovuto stare lontano da Eijiro, allora! Ma come poteva? Erano inseparabili, dopotutto!

Katsuki poggiò il vassoio con la zuppa in terra e si coricò sotto la coperta. Non avrebbe mai rivelato al suo migliore amico di non essere un valoroso Alpha...


Che razza di schifo... essere un Omega...



Angolo di Watchie

Il caro Principe Katsuki! Finalmente ci terrà compagnia insieme al suo fedele Drago Eijiro per un po'! A domani con un altro capitolo! Ciao!

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