Capitolo 24
Eve POV
"Ceh quindi.... Tu... No dai... Sei scesa a patti con quello lì? Ma è una cosa impossibile!" inizia a urlare José pazza di gioia.
"Lo faccio solo per Martijn, sapendo che è timido"
"Ragazza.... Tu hai un futuro da donna d'affari. Comunque per il discorso del set fotografico e tutto il resto ti mando un messaggio...." mi spiega José mentre ci incamminiamo per tornare al tavolo.
"Grazie José...."
All'improvviso la sala torna buia di nuovo, e nessuno di noi due capisce perché. Io tiro fuori il telefono dalla mia borsetta, per cercare di vedere dove stiamo andando.
Poi José realizza.
"Cazzo sta per iniziare Martijn! Siamo in ritardo"
Torniamo al tavolo velocemente, José lascia giù dei fogli che aveva in mano. Io faccio lo stesso con la mia borsa.
Noto che la giacca di Mar è appoggiata sullo schienale della mia sedia il suo telefono è nella tasca lì sul tavolo.
Sapendo che il suo telefono è importante lo prendo e poi seguo dietro al palco Louis.
"Hey Louis!"
"Eve.... Ciao cara"
"Dovrei portare il telefono a Martijn" dico facendoglielo vedere.
"Appena puoi vai e sgattaiola dietro la console. Lasciaglielo là vicino"
"Grazie"
Iniziano ad accendersi delle luci. E poi tutto il pannello led che fa da sfondo al palco.
La gente inizia ad accorrere sotto il palco e, chissà perché, sono tutte donne e ragazze invitate dai vip alla festa.
Nel buio riesco a intravedere Mar dietro alla console. Quindi mi avvicino all'uomo della sicurezza. Gli faccio vedere il braccialetto della zona artisti.
"Prego..." dice aprendomi la porta.
Entro proprio accanto alla console, mi nascondo dietro le casse.
"Hey cicci..." mi saluta Mar.
"Hey grigliatina, hai dimenticato il telefono!" dico passandoglielo.
Lui se lo mette accanto alla console, e dato che c'è fa partire la musica di intro.
"Si inizia... Se vuoi rimanere qui, lì c'è un pouf" mi invita lui a restare.
"Stupiscimi..." gli dico ammiccando.
Lui mi bacia la guancia destra, e io vado dalla parte opposta a sedermi. Solo quando mi allontano mi rendo conto di quanto sono fortunata ad averlo incontrato...
Che bonazzo... Stasera è proprio gnocco, così elegante...
Inizia ad avere la faccia da aggressivo. E malinconico appena inizia il suo show....
Con una voce potente e roca... Dice la solita frase di benvenuto.
"WHAT'S UP AMSTERDAAAAMMM!"
Che però detta da lui.... È quasi eccitante.
E poi... La sua musica.... Vabbè è da matti. È una cosa fenomenale. Ti strazia, ti esaurisce, ti uccide e ti fa risorgere allo stesso tempo.
Alla fine non resisto e mi metto a ballare insieme ad un gruppo di ragazze che non so nemmeno chi siano....
Dopo un po' torno là dietro alla console e mi siedo di nuovo. Martijn mi nota e mi sorride. Gli faccio il cuore con le mani e lui lo fa al pubblico.
Poi mette la mia canzone ossessione, scared to be lonely.... E che... Non canto?
Però stavolta esamino a fondo le parole della canzone.
Ma è triste... È brutto pensare di aver paura di essere soli...
E solo lì mi rendo conto che Mar potrebbe aver vissuto questo sentimento.... Ecco perché è così fragile.
Dopo mi faccio un appunto mentale di chiedergli il perché del testo.
L'ultima canzone che suona Martijn... È una canzone molto melodica. Il suono di quelli che sembrano quasi violini nella mia testa, mi trascinano in un viaggio che mi fa chiudere gli occhi e sentire... Percepire i sentimenti che ci sono dentro.
Come una scatola magica che devi comprendere prima di aprire. E quando la apri ne esce il mondo.
Martijn é così. É strano, e più complicato di una donna. Ma quando lo capisci veramente, non puoi che affezionarti a lui, sperando di non innamorartene.
Eh. Il problema è che mi sa che qui. Ora. In questo momento, mi sto aprendo alla seconda fase.
Spero di non rovinare tutto. Perché non voglio assolutamente rischiare di perdere una relazione così particolare ed intensa.
Neanche me ne rendo conto... Martijn ha finito e si siede accanto a me.
"Eve... Eveline a che pensavi?" mi fa scendere dalle nuvole Martijn.
"A te. Devo essere sincera, stavo pensando a te"
"Ah, beh. Bei o brutti pensieri?"
"Tutti e due..." dico essendo onesta.
"Posso restare qui, o vuoi che mi allontani... Se vuoi stare da sola..."
"Oh no no tesoro, stai qui con me...." dico circondandogli la vita e abbracciandolo.
Mi appoggio al suo petto, facendo attenzione a non sporcargli la camicia bianca col rossetto viola.
Lui mi attrae al suo petto, facendomi letteralmente sedere sulle sue gambe.
"E quali sarebbero i pensieri brutti?"
"Non saprei sinceramente. È più una cosa che riguarda me, nei tuoi confronti"
"E sarebbe?"
"Mah non saprei risponderti... Comunque se dovesse capitare io sarei nella merda"
"Ok, dai che mi devi dire? Non hai un ragazzo vero? Chi devo ammazzare? Chi ti ha ferito?" inizia a blaterare lui.
"Ahhh no no sta tranquillo. Nessuno mi ha ferita. Il problema sei tu"
Lui mi guarda con sguardo preoccupato.
"Vuoi che ne parliamo fuori? Sembra una cosa importante...."
Prendo la mano di Martijn e, sempre sgattaiolando dietro la console, usciamo dalla zona palco.
Andiamo al nostro tavolo, dove gli altri ci stanno aspettando.
"Heeyyy Martijn, fenomenale come al solito"
"Grazie ragazzi. Eve ti è piaciuto lo spettacolo?" mi chiede.
"Moltissimo.... Davvero"
"Va bene" inizia a dire José "Volete rimanere o andiamo?"
Martijn mi guarda. Già, dobbiamo parlare.
"Io ed Eve vorremmo andare a casa..." dice lui.
"Martijn che si tira indietro? Ma quando mai... Va bene, ti faccio portare la macchina"
"Grazie Jo. Porto a casa con me Eve"
Prendo la borsetta mentre Martijn la sua giacca.
"Va bene. Buona serata ragazzi... Eve ti mando il famoso messaggio...."
"Grazie José, buona notte!"
Io e Mar ci incamminiamo verso l'uscita. Io sono sempre aggrappata al suo braccio, e sto pensando a una scusa valida per non dirgli che forse mi sto innamorando di lui.
Ma non mi viene in mente niente.
Cazzo dai Eve! Te lo ha detto anche lui, a Martijn piace la tua onestà e schiettezza.
Mica vai a dirgli 'sei una merda'... E neanche 'ti amo', perché non è vero.
Per ora.
"Eve... Vuoi che ti accompagni a casa invece che fermarti da me? Perché ti vedo turbata" mi chiede Martijn.
"No, no figurati. Se posso stare da te accetto volentieri"
"No perché l'attesa mi sta uccidendo. Voglio sapere cos'ho che non va"
In quel momento usciamo dalla festa, trovandoci fuori in strada ad aspettare che portino la macchina a Martijn. Spero che vada tutto bene.
Stiamo cinque minuti buoni in silenzio, un silenzio spettrale e scomodo per entrambi. Poi finalmente arriva la macchina.
L'autista lascia le chiavi a Martijn e noi saliamo.
Mar mi chiede "Vuoi guidare te?"
"No tesoro, ho bevuto"
"Ah, già. A casa comunque ho una bottiglia di vodka liscia che mi aspetta"
"Credimi, servirà più a me che a te" gli confido.
Aiuto....
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