Capitolo 16

Eve POV

Troia.

Non serve aggiungere altro.
Martijn si abbassa a fare qualsiasi umile lavoro come garante di vita e lei... Pezzente lo chiama.

Evidentemente non lo amava abbastanza. La cosa mi dispiace solo perché ho capito, da come Martijn parlava di lei, quanto cazzo ne era innamorato.

Ora la sua casa è sottosopra. Lui è ancora peggio.

"Martijn... Cicci. Siediti sul divano dai" lo faccio sedere prima che svenga dal piangere. È disperato, veramente.

Mia madre è ancora quì, e sta cercando di rimettere un po' in ordine il disastro che Charelle ha procurato. Martijn l'ha già ringraziata tra le lacrime.

"Char..." è l'unica cosa che riesce a dire tra le lacrime.

"Oh tesoro mio.... Shhhh non piangere... Shh tranquillo" gli dico prendendogli le mani nelle mie e massaggiandogli i dorsi per farlo calmare.

Ha di quei lacrimoni agli occhi....

"La amo alla follia..." mi dice disperato, in una frase quasi urlata.

Io gli metto le mani sulle spalle, ma lui mi inghiotte in un abbraccio stretto che mi fa stendere sopra di lui. Amore bello.... Mi dispiace tanto per lui. È davvero molto emotivo, e non può sopportare una cosa del genere.

"Non lo dubiterei neanche morta. Ma ora non piangere dai..." gli asciugo le lacrime con i miei pollici.

Lui intreccia le gambe con le mie, immobilizzandomi completamente.

"Anzi, me lo fai un sorriso? Eh?" gli dico alzandogli manualmente le fossettine carinissime ai lati della sua bocca.

Più che altro gioco con le sue guanciotte fino a quando non inizio a fare facce buffe anche io. E a quel punto si mette a ridere.

"Eve sei fuori di testa" Mi dice ancora coi lacrimoni, ma con un sorriso che Charelle non credo vedesse da tempo. Martijn non sorrideva se c'era Charelle in mezzo. Forse lui non lo sa, ma io ho visto tutto.

"Sei molto più bello col sorriso. Accidenti, questo è il Mar che conosco!"

Mi lascia un bacetto sul collo, essendo la cosa più vicina alle sue labbra. Poi si rifugia con la testa proprio nell'incavo del mio collo, continuando a darmi diversi bacetti leggeri.

"Non andartene mai Eve... Mi sei rimasta solo tu..." Mi sussurra piangendo, praticamente slinguazzandomi l'orecchio.

"Mi avrai qui quanto vuoi picci. Ma adesso basta piangere. Consumi troppa acqua"

Lo sento ridacchiare, poi si muove fino ad alzarsi dal divano e mi aiuta a rialzarmi, prendendomi poi in braccio.

"Martijn... Caro mio guarda che cammino pure io. Puoi mettermi giù..."

"No, potresti andartene. Così puoi dimenarti quanto vuoi"

"Che scemo che sei..."

Le sue mani passano dalle cosce al mio sedere, lui sghignazza.

"Si vede che sei tornato in te, dai lasciami. Puliamo questo macello"

"È vero. Serviva anche distruggermi la casa oltre al cuore evidentemente...."

Ci armiamo di aspirapolvere e pazienza e iniziamo a rimettere in ordine la casa. Le parti peggiori sono il salone principale, dove abbiamo trovato anche un vaso di vetro di murano in mille pezzi, e la camera da letto di Martijn.

Tutte le sue cose sono a terra. Sul letto vedo solo una cosa. Il suo grembiule da pub pulito. Ecco, aveva già capito tutto, ha solo cercato la prova.

"Penso che dovrei lasciare il lavoro a questo punto"

"Te lo scordi. Te lo impedisco io."

"Che autorità sarebbe lei per dirmi cosa fare?" mi chiede puntandomi col dito indice.

"Quella che non se ne andrà neanche se vuoi, quindi... Sei obbligato a farmi questo favore"

"Woah... Ok ok non arrabbiarti...."

Inizio a ridere, lanciandogli il grembiule. Lui lo prende al volo mettendolo sopra il mobile per l'indomani.

Tutti i suoi vestiti sono per terra. Non c'è niente che non sia al suo posto. Anche le mutande sono ovunque apparte che nel cassetto.

"Dai Martijn, ripuliamo"

"Meglio iniziare, è vero"

Inizio ad appoggiare tutto sul suo letto, per evitare che i suoi vestiti vengano pestati.

"Certo che ce ne vuole a svuotare così tutto....." faccio questa osservazione.

"Beh. Ti va di aiutarmi a mettere invece che nei cassettoni ormai pieni, tutto appeso con gli appendiabiti? Dato che stiamo mettendo in ordine"

"Come no! Certamente"

Martijn si allontana un momento, entrando in quello che sembra lo stanzino delle scope. Ne esce con uno scatolone.

Ma quanti scatoloni ha questo in giro per casa?

Lo appoggia sul letto e lo apre tagliando lo scotch con le forbici che si è portato dallo stanzino.

Ne tira fuori otto confezioni di appendiabiti di legno, ovviamente neri. Ma ci vede all'interno del suo armadio?

"Ecco, allora.... Ci sono sia quelli normali che quelli per i pantaloni, con le pinzette"

"OK. Ti piace avere tutto in ordine? "

"Sono un tantino puntiglioso, sì"

Inizio con l'isolare le sue mutande dal resto della massa di roba. E credetemi. É veramente troppa.

Trovo anche dei boxer coi dinosauri. Mi metto a ridere.

Martijn mi guarda e appena nota le mutande dinosaurose che tengo in mano, praticamente me le toglie dalla vista a velocità lampo.

"Hahahaha ma sono carinissime! Non vergognarti"

Lui le guarda.

"Ti piacciono?" mi chiede incredulo.

"Massí sono adorabili. Un po' di allegria...."

Lui sorride, piegandole e mettendole nel cassetto.

Io inizio a cercare in mezzo alla massa i suoi calzini, il che è come trovare un ago in un pagliaio.

Poi inizio con le magliette. Oddio ma sono tutte stropicciate!

"Mar.... Sarebbero da stirare, no?"

"Ehm... Io in realtà.... Non so stirare" mi dice col sorrisetto tipo 'Ehm..... Potrebbe essere un problema'.

"Lo faceva lei, vero?"

"Quando poteva, sì. Altrimenti mamma o mia sorella"

"Hai una sorella? Oddio non ne avevo idea"

"Sì non sono figlio unico. Comunque se vuoi tento di stirare qualcosa"

"Mi sa che è il caso che te lo insegni...."

Facendo il pollice in sú va a prendere asse e ferro da stiro, attaccandolo poi alla corrente.

Mentre si scalda, inizio a cercare se ha dei pantaloni o camicie che dovrei stirargli io, perché troppo complicato per lui.

Trovo infatti una camicia e un paio di pantaloni di un completo. E la giacca?

"Mar.... E la giacca?" gli chiedo facendogli vedere a cosa mi sto riferendo.

"Ah è quella che ho indossato ieri sera"

Almeno quella si è salvata, essendo appoggiata sullo schienale di una sedia.

Inizio con lo stirargli queste due cose, e gliele appendo nell'armadio.

Poi lui si presenta davanti a me con un'altra cosa in mano. Un abito, da donna.

"È di Charelle. Potresti stirarglielo? Era il suo preferito...."

Continua a guardare quel vestito, ricominciando a piangere.

Oddio....

Vi prego aiutatemi....

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