- ͙۪۪̥˚┊❛ [koi no yokan - DottoreXM!Reader NSFW] ❜┊˚ ͙۪۪̥◌

-𝙉𝙎𝙁𝙒 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙣𝙩𝙨, 𝘿𝙤𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙏𝙧𝙖𝙫𝙚𝙡𝙡𝙚𝙧 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙢𝙗𝙞 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧𝙚𝙣𝙣𝙞, 𝙪𝙣 𝙥𝙤' 𝙙𝙞 𝙋𝙖𝙣𝙩𝙖𝙡𝙤𝙣𝙚𝙓𝙍𝙚𝙖𝙙𝙚𝙧-

La conoscenza è soltanto un mezzo attraverso cui esprimiamo il nostro io, la nostra coscienza non è altro che l'espressione di sé. Non tutti sono portati per esprimere tali comportamenti, c'è chi è più debole, chi è più forte, chi semplicemente non ci riesce, la stupidità.
E solitamente queste persone sono benedette da una divinità diversa, c'è chi riceve il bacio della conoscenza e chi dell'amore. (y/n) era sicuramente una di queste persone. 
Non si voglia credere che egli fosse stupido, ecco; era solo un po' più portato per il combattimento che per la cultura. Oltretutto il suo cervello era stato riempito più da romanzi e storie d'avventurieri che da nozioni matematiche, in tenera età. 
Quindi, si può allora intendere, che quando di fronte ai suoi occhi si ritrovò la minacciosa presenza de Il Dottore, non provò a cercare un piano di fuga, quanto ad impugnare la spada ferrea mentre incalzava con passo deciso contro l'uomo.
Oh sciocco ragazzo, pensare di sconfiggere quella figura lontanamente umana! Pur senza visione, né delusione, avrebbe potuto distruggere il ragazzo- gli sarebbero bastate le sole parole: ma avrebbe potuto, sì, perché in qualche modo fu salvato.

Il calore di una tiepida bevanda calda era come una benedizione per chi abitava le fredde terre di Snezhnaya. E così la cameriera, porse la tazza di fronte al ragazzo in questione. Dall'altro lato del tavolo, Pantalone sorrideva soddisfatto, tenendo tra le mani un semplice calice contenente, dall'odore, Dandelion's Wine- molto pregiato nella regione poiché le modalità d'importazione erano davvero complicate. (Y/n) aggrappò quasi con avidità il manico di porcellana con le dita fredde, bevendo velocemente il liquido senza preoccuparsi di un'ipotetica scottatura. 

<<Vedo che il freddo gelido delle mie terre non ti rende facile l'abituarti alla tua nuova sistemazione, o sbaglio?>>

Disse il commerciante mentre si sistemava gli occhiali dorati sul naso. Con gli occhi vispi dall'aspetto pigri scrutò il viso del ragazzo, tenendo conto dell'espressione del suo volto dopo la sua domanda. 

<<Peggio per te, non credo che dopo ciò che ho sborsato per averti ti lascerò andare tanto facilmente>>

Allungò una mano e gli accarezzò il viso, pizzicandogliela un po' in seguito mentre concludeva:

<<Sei il mio esemplare più prezioso>>

(Y/n) non viveva una brutta vita, a finale. Certo, era triste, poiché il suo animo da avventuriero venne condannato ad un'esistenza di uccellino in gabbia, ma divenire un trofeo è forse meglio di finire assassinato- o destinato agli esperimenti de Il Dottore. 
Spesso, data la vicinanza tra Pantalone e quest'ultimo, egli si ritrovava ad assistere ad infelici scene, mentre sedeva sulle gambe di colui che chiamava padrone. 
Dottore, dal canto suo, aveva sempre dimostrato un certo interesse per (y/n): un esemplare di un'altra terra, con poteri di un altro mondo, oh, come gli era allettante l'idea di poterlo avere tutto per sé.
Questo pensiero si fece ancor più forte quando, in una conversazione origliata, lo sentì dire chiaramente che del Dottore ei non si interessava, non importa la sua genialità, non aveva nulla di interessante. 

Poteva esistere qualcuno a cui non interessava il suo potente personaggio? Qualcuno che nonostante avesse l'onore di assistere ai suoi sperimenti, non si curava di lui? Non lo adorava? Come era possibile tale cosa?

La sua ossessione iniziò lentamente, con sguardi più lunghi e discorsi più mirati ad illustrare la sua sapienza e conoscenza. Inizialmente, per quanto potesse sembrare scontata, quelle maggiori attenzioni, se così si possono chiamare, aiutarono a catturare l'interesse di (Y/n) che, piano piano, cominciò ad interessarsi genuinamente alle ricerche del più grande. 
Quando Pantalone era in missione a Liyue, era Dottore a doversi prendere cura del suo prezioso giocattolo: non si sarebbe potuto dire che gradiva tale situazione, ma di sicuro quella particolare e curiosa compagnia non gliela facevano disdegnare.
La prima volta che successe, fu proprio in quello stesso laboratorio. 

(y/n), obbligato su una sedia, stava ascoltando la noiosa predica su come i neurorecettori potevano essere alterati per compiere chissà quale azione: uno strano luccichio attirò la sua attenzione dall'altra parte della stanza e, così, durante il monologo dell'altro si avvicinò.
Una luce lampeggiava su un meccanismo che sembrava produrre caramelle gommose a forma di orsacchiotto. 

<<Se ne assaggi una, tempo di un'ora e ti ritroverai ad essere nient'altro che un vegetale. Mi domando quale sarebbe la reazione di Pantalone ad una tale scoperta- Ma mi taglierebbe i fondi, quindi non toccarle.>>

Disse sogghignando dietro di lui: per sembrare forse più minaccioso- o per semplice mancanza di rispetto, l'uomo non si era semplicemente avvicinato per dirgli tale parole, ma si era posizionato in modo da incastrarlo tra il piano d'acciaio e sé stesso.
Nello girarsi, il più basso ebbe l'opportunità di sperimentare la vicinanza dell'altro: il camice bianco pesante confezionato su misura per rendere un dovere igienico confortevole a quelle basse temperature lasciava intravedere il dolcevita nero che serviva come ulteriore protezione dal freddo dell'eterno inverno della regione; il profumo che questo emanava era particolare, non era una vera e propria fragranza, era più come il blando odore di prodotti chimici, solventi, per l'esattezza. Ciò quindi non spiegava la sensazione di conforto e calore che (y/n) provò nello stare così vicino a lui.

Dottore si fermò a guardarlo da sotto la maschera, incuriosito dalla reazione dell'altro. Dapprima il suo corpo tutto si irrigidì alle parole, allontanando il viso curioso quasi immediatamente dal macchinario; subito dopo essersi girato invece questo si rilassò, come se fosse tra le braccia di una persona amata. I suoi occhi erano comunque vispi, come se effettivamente non avesse mai lasciato la sua posizione di "sull'attenti", ma il fenomeno era comunque abbastanza strano.

<<Mh è simpatico poter comunque testare le tue reazioni, ora che Pantalone non è qui...>>

Nel dire così avvicinò una mano alla sua guancia: la freddezza del movimento era percettibile anche a chi non fosse direttamente partecipe alla conversazione. 
Il suo tocco, però, era così caldo che il ragazzo non poté fare altro che inclinare leggermente la testa verso la sua mano per goderselo appieno. 
Dottore era stranamente interessato, di tutte le volte in cui lui e Pantalone avevano visitato il suo laboratorio- e di tutte le volte in cui aveva dovuto occuparsi come se fosse una guardia del corpo di lui- non aveva mai prestato esattamente attenzione al ragazzo. Non aveva mai effettivamente pensato di studiare le sue reazioni più del suo corpo.
E fu giusto un movimento ad iniziare tutto.

Dottore fece un passo in avanti, facendo incontrare il proprio corpo col suo e, preso alla sprovvista, (Y/n) si mosse in modo impacciato, facendo strusciare delicatamente e per sbaglio le loro due intimità. Il più alto ne rimase quasi impassibile, ma fu come se una piccolissima parte della sua compostezza si fosse persa; per il ragazzo fu invece decisamente imbarazzante, risultando in un arrossamento palesemente visibile sulle sue guance. Un piccolo movimento, una leggera pressione nel punto sbagliato: non ci volle molto per far finire Dottore su quella stessa sedia dove sedeva prima (y/n) mentre quest'ultimo era inginocchiato tra le sue gambe mentre delicatamente, per quanto questa parola si possa addire al fare del secondo fatui più forte, l'altro gli teneva la testa in posizione. 
Il più alto spingeva ritmicamente i fianchi stringendo tra le dita le ciocche (h/c) del ragazzo di fronte a sé, godendosi quella sensazione di controllo che questo "esperimento" gli donava.  (y/n) stringeva leggermente il tessuto del camice e, in risposta al gesto de Il Dottore, alzò gli occhi (e/c) per osservarlo con uno sguardo da cerbiatto indifeso che non fece altro che aumentare la fame dell'altro. Allontanò il proprio membro dalle sue labbra, solo per dividergliele con il pollice ancora coperto dal guanto di candido tessuto:

<<Apri bene, di nuovo, fammi vedere in cosa sei bravo>>

Disse; il tono arrogante ed autoritario che caratterizzava la sua voce fecce non poco effetto su (y/n) che seguendo le sue indicazioni, aprì la bocca, appiattendo la lingua per creare più spazio possibile: il suo sapore era particolarmente amaro, ma non del tutto inappetibile. 
Dottore iniziò a spingere sempre più infondo, iniziando a perdere quel minimo di contegno personale che cercava di conservare; non appena la punta del suo membro sfiorò la gola morbida e calda del ragazzo, perse immediatamente tutto l'interesse di mostrarsi superiore di fronte a tale attività e iniziò a spingere con un ritmo sempre più veloce e sempre più in profondità, utilizzando (Y/n) come se fosse totalmente sotto il suo potere.
L'una volta forte ed impassibile fatuus era ora impegnato a studiare ogni espressione del viso del ragazzo che lo guardava con lo stesso sguardo remissivo mentre gli tirava i capelli e lo utilizzava per il suo stesso piacere: tale visione era buona parte dell'atto che, proprio per questo, gli stava portando un tale piacere che aveva effettivamente zittito il più grande; ciò che si riusciva ad udire ora erano solo i suoi ansimi pesanti. 
Più era vicino all'apice, più quella facciata di sé andava scomparendo: il Dottore buttò la testa all'indietro in piena estasi, chiudendo gli occhi sotto la maschera e ascoltando i rumori provenienti dall'atto e dal ragazzo sotto di sé; più passava il tempo, più immaginava la condizione fisica del ragazzo. Avrà ossitocina in corpo? Sarà in pieno desiderio sessuale adesso? Vorrebbe fare da solo durante questo? Più pensava alla sua condizione, più si sentiva vicino al rilascio. (Y/n) di rimando cercava di soddisfarlo in qualsiasi modo, cercando di aumentare il piacere muovendo per quanto possibile la lingua durante le spinte. In cuor suo, anche se non l'avrebbe mai ammesso, stava provando decisamente di più adesso che quando si ritrovava a compiere tali gesti con Pantalone. Stranamente era molto più felice di soddisfare Dottore. E nel mentre entrambi erano persi nel proprio flusso di pensieri, il più alto aumentò inconsapevolmente il ritmo: con la saliva e il liquido che gli sporcavano tutte le labbra e gli angoli della bocca, Dottore tornò a guardare il suo esperimento, denti stretti e respiro intermittente; (Y/n) strinse la presa al camice mentre cercava di mantenersi in posizione finché non sentì un gemito più roco dell'altro, contemporaneo al caldo rilascio del suo seme nella sua bocca. 
Il ragazzo, di conseguenza, lo ingoiò tutto, guardando l'altro con affanno mentre, quest'ultimo, cercava di ricomporsi con un braccio a coprirgli gli occhi già coperti dalla maschera, come se potesse comunque vedere il suo stato nonostante la copertura. 

<<Diamine...>>

Il Dottore si rimise composto, il suo respiro ancora affannato mentre prendeva con la stessa mano con cui stringeva prima i suoi capelli il viso del ragazzo: gli strinse le guance mentre osservava le labbra sporche di saliva e liquido bianco, gli occhi lucidi per lo sforzo- 

<<Ora capisco perché ti ha tenuto per lui.>>

Disse, lasciandogli il viso di botto per pulirsi con un tovagliolo e rivestirsi per bene: un pensiero, prima di alzarsi e tornare al lavoro, si fece spazio però nella sua testa. 

<<Vieni qui.>>

Continuò poi, dopo un po', pattandosi sulle gambe per indicare al ragazzo il comando. Quest'ultimo non ci pensò due volte, sedendosi sulle sue gambe come se fosse il premio da sempre desiderato. Lo studioso quindi gli pulì le labbra, sistemandolo per quanto possibile e, senza fare cerimonie, accarezzò all'altezza del cavallo dei pantaloni del ragazzo per provare il suo punto. Quando per sua, non molto, sorpresa scoprì che egli era a sua volta eccitato, non aspettò per abbassare leggermente i pantaloni e l'intimo del ragazzo per farne uscire il membro. 
Con gli occhi fissi su di lui -che non osava professare parola- iniziò ad accarezzare leggermente con un dito la sua punta, compiendo movimenti circolari: già umido di liquido, iniziò a muovere la mano guantata su e giù lungo il membro, ricevendo in cambio le più indifese e vogliose espressioni mai osservate prima d'ora. Non ci volle molto prima che (Y/n) iniziasse ad annaspare, supplicando in modo impacciato all'altro di continuare. In quello stesso momento, Dottore allontanò la mano; un piccolo ghigno si faceva largo sulla sua faccia.

<<Mh, questa si che è un'espressione interessante.>>

Con la mano libera gli strinse le guance, girandogli il viso a forza prima a sinistra e poi a destra. Lo rivestì, prendendolo di peso e facendolo sedere sul bancone: un 'espressione sofferente era disegnata sul viso del ragazzo, che disperato cercava di supplicare Dottore di continuare, ne aveva bisogno.
Ma quest'ultimo lo guardava totalmente disorientato, continuando a lavorare ed inveendogli di stare in silenzio: ciò che non sapeva è ognuna delle sue sue espressioni era ben impressa nel suo cervello.

Il gioco di Dottore continuò altre volte: talvolta, quando (y/n) era particolarmente bravo, gli permetteva di venire, ma la maggior parte delle volte era un lasciarlo incompiuto, disperato.
Nel tempo, l'intelligente fatuus, iniziò in qualche modo ad affezionarsi al ragazzo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma questo gioco di attenzioni e scienza, di tradimento e erotismo, iniziava a diventare parte della sua routine. E lo stesso valeva per (y/n), che iniziò a provare sempre di più una sensazione di calore quando era con Dottore, cosa che gli era difficile provare con Pantalone. Quasi desideravano, entrambi, che il banchiere passasse più tempo a lavoro, in modo da concedere ai loro incontri più spazio.

L'errore fu quando una sera, nell'atto dell'amore, (y/n) disse il nome sbagliato.

La rabbia fu immensa: lo sguardo prima mite dell'uomo era diventato feroce, spada alla mano, stava per giustiziare il povero ragazzo infedele.
Sembrava il primo giorno in cui lo vide, solo che, questa volta, a salvarlo non fu il corvino, quanto lo sciocco genio che con la sua claymore parò il colpo.

I due fatui rimasero a parlare da soli per un po' e, tra litigi e urla, la situazione finalmente si calmò. Il ragazzo, ancora spoglio, si copriva le membra con una sottile coperta mentre si riscaldava di fronte al fuoco: Dottore si avvicinò, passo lento e cauto, e dopo essersi tolto il cappotto lo usò per coprire il ragazzo infreddolito. Prendendolo poi per il polso lo trascinò verso i propri alloggi, non professando una parola: l'unica cosa udibile i singhiozzi del ragazzo stesso.

<<Un mese intero di fondi, inaccettabile->>

Disse, sospirando in seguito. Fece scivolare la mano dal polso al suo palmo, stringendo leggermente la presa mentre chiudeva la porta a chiave con la mano libera. Subito dopo si avvicinò al letto, sedendosi e compiendo quello stesso movimento che era solito fare per attirare la sua attenzione: dopo avergli lasciato la mano, si pattò sulle gambe, questa volta allargando le braccia però.
Una volta sedutosi sulle sue gambe, ancora con i lacrimoni che gli correvano lunghe le guance e il corpo tremante più di terrore che di freddo, si ritrovò in un caldo ma impacciato abbraccio. Senza dire effettivamente niente, il Dottore faceva scivolare delicatamente la mano su e giù, lungo la schiena coperta dal suo stesso cappotto del ragazzo. Come aveva osato Pantalone solo provare a pensare di assassinare tale creatura? Non ne capisce il potenziale? L'importanza? Quella che poteva sembrare pura curiosità scientifica era in verità la versione di amore del mai amato, che impacciatamente cercava di consolare il suo nuovo tesoro.

Una volta calmatosi, (Y/n) alzò gli occhi: lo ringraziò con un filo di voce e nulla più, rilassato da quel conforto. Dottore allora si portò una mano sul viso, spostando da quello stesso la maschera, rivelando un viso pieno di cicatrici rosse ma comunque delicato; piccoli nei interrompevano ulteriormente qui e lì il tessuto epiteliale candido, impreziosendo il viso.

<<Ringraziami guardandomi negli occhi.>>

Disse, avvicinando il suo viso a quello del ragazzo: quest'ultimo ringraziò di nuovo, guadagnandosi le sottili labbra del Dottore sulle proprie. Un piccolo bacio, nulla di estremamente importante, se non fosse che a darlo fosse stata una delle persone più fredde di Teyvat.
Da quel dolce bacio ne nacque un altro, un altro ancora, finché tutto non iniziò a sfociare nel carnale. Il tocco vellutato dei guanti del dottore accarezzava l'intero corpo nudo del ragazzo mentre questo veniva studiato nel minimo dettaglio: non l'aveva mai visto completamente nudo, non ne aveva mai avuto l'opportunità; aveva di certo provato ad immaginarselo, di notte- puramente per scopi scientifici secondo lui. Dottore fermò la sua mano sul cuore, ascoltandone il battito mentre (y/n) rimaneva immobile, le labbra leggermente socchiuse e l'evidente eccitamento del ragazzo- così come il suo.
Il ritmo cardiaco aumentò quando con una strana delicatezza che non gli apparteneva, penetrò il ragazzo lentamente, prestando attenzione a non ferirlo. Era una sensazione nuova, strana ma piacevole: iniziò a spingere, prima piano, poi sempre più velocemente e, nel mentre, continuava a stimolare l'erezione dell'altro che giaceva con le gambe sulle sue spalle e la testa sprofondata nei cuscini a cui si aggrappava come se ne valesse della sua vita.
Non ci volle molto prima che Dottore venisse dentro di lui- e ogni volta che succedeva, solo il pensiero di star rendendo definitivamente suo (Y/n) aumentava la produzione di testosterone, facendo ricominciare il processo d'accapo.
Passarono buona parte della notte così, finché non fu abbastanza per entrambi.
Fu la loro prima notte insieme.
E dopo aver finito di pulirsi e pulire le candide membra sporche e stanche del ragazzo, Dottore gli si stese affianco, avvolgendo le proprie braccia intorno alla sua vita, stringendolo appena.
Non fu professata parola, ma quella gentilezza, quella possessività, poteva solo far intendere una cosa: mi appartieni, ti amo.

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   Koi no yokan è un'espressione giapponese che vuol dire a grandi linee "premonizione d'amore", ossia sapere già dal primo incontro che ci si innamorerà.


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