Welcome
« Portiamola a casa mia. » propose Liam, mentre tutti gli altri con le braccia incrociate al petto guardavano Sophie con espressione inferocita ma soprattutto preoccupata.
In lontananza, abbastanza lontani dal falò perchè potessero essere sentiti, Zayn si fumava una sigaretta e Niall gli parlava della situazione.
« Pensi che sia pericolosa? »
Zayn si girò a guardarlo, la mano con la sigaretta tra le dita vicino alle labbra, poi scosse la testa, indifferente. « Non ne ho idea. » poi fece un lunga boccata di fumo, che espirò proprio in faccia al biondo che prese a sventolarsi la mano di fronte al viso, l'espressione disgustata.
« A me sembra realmente spiazzata. »
« Tutti lo sono quando vengono colti in fragrante. »
« Ma ciò che ha visto l'ha davvero turbata, o sospresa. Dipende da come la vedi. » disse Niall inclinando leggermente la testa.
Zayn smosse con l'indice la sigaretta per far cadere per terra residui di cenere, « A me non interessa. Potrei difendermi affermando che un temporale era passato nelle vicinanze.. »
« Tu. E noi? » Niall si portò le mani alla vita, poi scattò il braccio verso la ragazza misteriosa. « Non so se ti rendi conto, ma ha visto una ragazza cambiare forma, un ragazzo con il potere del fuoco, dell'acqua, del volo, della terra e dell'aria! Non sono cose da cui ci si può difendere semplicemente. »
Zayn scosse le spalle, scuotendo piano la testa. « Troverete un modo. »
Niall gli lanciò uno sguardo indignato, « Sei solo un egoista di merda. » e se ne andò, piantando l'amico su due piedi, mentre l'altro finiva con un unica boccata la sigaretta e la buttò a terra, schiacciandola con il piede.
Sophie non aveva detto molto oltre ad aver risposto alle poche domande che le avevano rivolto. Era troppo frustrata per dire qualsiasi cosa, sottoposta a tutti quelli sguardi che non facevano oltre che osservarla, inquadrarla dalla testa ai piedi.
Niall aveva appena raggiunto il gruppo, e si avvicinò a Louis, il quale era seduto per terra e fissava la ragazza con sguardo indagatore. Il biondo gli si sedette accanto, prendendo un pugno di sabbia tra le mani e facendolo scorrere tra le dita aperte. « Scoperto qualcosa? »
Louis interruppe il contatto, scuotendo la testa. « Non riesco a vedere niente dentro di sè. E' come se non ci fosse, anche se c'è. »
Niall corrugò la fronte mentre si spazzolava la mano per togliere gli ultimi granelli, « Come sarebbe a dire? »
« Quello che ho detto. » Il biondo lanciò un'occhiata alla ragazza, le gambe incrociate, faceva girare i pollici e lanciava sguardi furtivi a tutti, soprattuto a Harry e Liam che parlottavano tra loro. Le ragazze la squadravano dalla testa ai piedi, alcune facendo versi di disapprovazione. L'unica forse che si stava mettendo nei suoi panni era Beatrice, la mutaforma.
« A me non sembra pericolosa, comunque. »
« Nemmeno a me. » affermò il moro, le fiamme che stavano scemando che si riflettevano nei suoi occhi chiari.
Harry incominciò ad annuire freneticamente a Liam, consenziendo a qualcosa, poi si rivolse alla ragazza, abbassandosi alla sua altezza.
Con il pollice indicò Liam che si stagliava alle sue spalle, « La sua casa è libera per stanotte. Ti porteremo lì, però dovrai dirci tutto. » Le si avvicinò talmente tanto che i loro nasi si sfioravano, « Tutto. »
Sophie face un segno di consenso, poi venne fatta mettere in piedi e, mentre Niall faceva partire dalle mani un fiotto d'acqua per spegnere il fuoco, sotto le occhiate ammonitrici di tutti, avanzarono lungo la spiaggia avvolta nel buio della notte.
I ragazzi la circondavano come guardie del corpo, mentre le ragazze la seguivano dietro. Beatrice le lanciava occhiate preoccupate, chiedendosi chi mai fosse quella ragazza. Credeva alla storia che non sapeva dove si trovasse, e che nemmeno li conoscesse, ma agli altri suonava troppo strana e dovette accodarsi.
Isabelle dietro di lei continuava a ripetere che fosse tutta una finta, per poter andare il giorno dopo dai telegiornali e godere della solita fama giornaliera.
Beatrice non pensava fosse così, per niente. Perchè una ragazza dall'aria così spaventata e smarrita avrebbe dovuto fare la spia?
Sophie non aveva idea di dove stesse andando, però si fece condurre da questi ragazzi così attenti e, avrebbe potuto dire, anche un pò irritati. Solo uno di loro le stava lontano, ed era il ragazzo dalla pelle olivastra, che si accendeva un'altra sigaretta. Harry era quello più determinato, lo sguardo cupo che non ammetteva regole, gli occhi verdi che si stagliavano su quel volto così delicato.
Liam le lanciava occhiate furtive, con stampato in volto lo stesso sguardo interrogativo che avevano assunto tutti gli altri quando l'avevano scoperta.
Louis la guardava attentamente, gli occhi azzurri spalancati e che cercavano di fare brecciolina tra i suoi scuri. Sophie non sapeva se potesse leggerle effettivamente la mente, ma in tal caso si chiedeva se lui sapesse tutto lo sconcerto e il timore che lei allora provava.
« Ecco. » Si erano fermati di botto davanti ad una casetta che si poteva raggiungere attraverso una rampa di scale immersa nella sabbia. Harry le si mise frontalmente. « Ora tu entri là dentro e noi staremo con te, fin quando non scopriremo qualcosa. »
Non le diede neanche il tempo di rispondere che la prese per il braccio, trascinandosela dietro. Liam precedeva la fila e quando arrivarono sotto l'atrio pitturato di bianco, trovarono la porta d'ingresso già aperta.
L'arredamento era molto semplice, di quel che Sophie potè vedere. C'era un divano posizionato di fronte ad un camino, un tappeto persiano al centro della stanza, e una scala a chiocciola che portava al secondo piano della piccola abitazione. Harry la strattonò un'ultima volta gettandola sul divano.
« Sai che non sono un animale, vero? »
Harry si andò a sedere sul tappeto e la guardò fisso in viso. « Dicci quello che sai. Tutta la storia. »
Allora erano entrati tutti nell'ingresso, chi seduto per terra, chi accanto a lei. Liam era appoggiato al camino, lo sguardo basso, mentre Louis accanto a lei continuava ad osservarla. Le ragazze erano rimaste in disparte, tranne Isabelle che, con le gambe in posizione indiana, volteggiava sopra Harry.
« Davvero, io so solo di voi e che sono a Los Angeles. Vengo da Londra, oggi è il mio compleanno .. »
« Auguri, allora! » la interruppe Niall che stava scendendo le scale a chiocciola, riunendosi al gruppo. Harry lo mandò silenziosamente a quel paese, mentre con lo sguardo esortava Sophie a proseguire.
« Grazie. » si passò una mano tra i capelli, la fronte imperlata di sudore e la gola secca. « Le mie amiche mi hanno regalato un libro intitolato 'The Power Of Magic', e la trama parlava di ragazzi che esponevano i loro poteri intorno ad un falò, giovani che poi li avrebbero utilizzati per salvare il mondo, la gente, dai pericoli imminenti. Stavo per iniziare a leggerlo quando mi è venuto un forte mal di testa, i tuoni che peggioravano la situazione, e poi sono svenuta. »
Trasse un respiro profondo, e incominciò a giocherellare con il bordo dei pantaloncini sgualciti. « Quando mi sono svegliata, mi sono trovata in una stanza sconosciuta, senza i miei vestiti, senza telefono, senza niente che mi appartenesse. Poi sono stata risucchiata da uno specchio e catapultata su quella spiaggia dove voi vi stavate dirigendo. »
« Fine? Nient'altro? » Isabelle aveva la testa appoggiata alla mano, in posizione d'ascolto. « Beh, è interessante. »
« Chi erano i ragazzi della trama del libro? » chiese il riccio, ancora immobile, mentre dall'altra parte della stanza Niall si mangiava rumorosamente un pacco di patatine.
« Non c'erano tutti i nomi, » rispose sinceramente, « solo qualcuno accennato..tipo Liam, Harry.. » i ragazzi in questione drizzarono le spalle.
Entrambi rivolsero lo sguardo verso Louis, il quale ora si guardava le mani. « Secondo me, ha ragione. Forse è questo il motivo per cui non posso leggerle nella mente. Lei non appartiene a questo mondo. »
Sophie scosse impercettibilmente la testa, mentre Isabelle si abbassava, sedendosi normalmente accanto ad Harry sul tappeto. « Questa storia ha dell'assurdo. »
« No, » il riccio scattò in piedi e si appoggiò alla mensola del camino di spalle, le braccia incrociate sul petto. Non credeva a niente che avesse detto quella ragazza, o almeno non poteva crederci. Era tutto troppo assurdo per poter essere reale; come può una ragazza entrare in un libro? E poi, lui non era un personaggio immaginario, sapeva di esistere per davvero. Se fosse stato in un libro per ragazzi, lo avrebbe saputo, no? Strinse le mani a pugno, nascoste dalle braccia, fin quando non sentì le unghie premere forte contro il palmo della mano. Io sono reale, pensò. Lanciò uno sguardo rapido a Liam che si contorceva le mani, ancora appoggiato alla colonna del fumo. « Non credo che questa ragazza sia caduta in un libro. Per niente. »
Jasmine alle spalle del divano si volse verso Harry, « E come te lo spieghi il fatto che non riusciamo a farle niente? »
Harry aggrottò le sopracciglia, visibilmente sconcertato. « Che vorresti dire? »
« Né io, né Louis riusciamo ad usare i nostri poteri su di lei. »
Jasmine poco prima aveva provato a costringerla a dire la verità, ma in risposta ottenne solo una Sophie che inclinava impercettibilmente la testa di lato, chiedendosi perché mai una ragazza la guardasse con tanto di occhi.
« Io ci credo. » Beatrice si staccò dalla porta di ingresso, sulla quale era stata appoggiata per tutto quel tempo. Non era una ragazza a cui piaceva parlare, si limitava ad annuire a ciò che gli altri dicevano al suo posto. Non faceva mai un passo avanti, per nessun motivo, anche perché temeva Harry. Sì, lo temeva a causa del suo potere. A scuola quando si trovava immerso in una rissa, lo vedeva davvero brillare, accendersi come un fuoco su una pira. Non gli era mai stata troppo vicino per questo motivo, e non diceva le cose dal suo punto di vista perché non voleva farlo infuriare, o qualsiasi cosa comportasse l'accensione di un fuoco. Fino a quel momento.
« Io credo in tutto quello che ha detto. » Spostò lo sguardo su tutti loro, incluso Harry che la guardava scettico, « Come spieghereste il fatto che non l'abbiamo vista arrivare, o più semplicemente: come faceva a sapere che saremmo stati proprio lì? »
Guardò dritto Niall dall'altra parte della stanza, il sacchetto delle patatine schiacciato nella mano destra e lo sguardo duro. « Proprio tu avevi parlato del coprifuoco, o sbaglio? »
« Sì. »
« E allora? »
« Allora io penso che dovremmo provare tutti i nostri poteri su di lei. » Louis si alzò, massaggiandosi il braccio destro. Aveva provato a leggerle più volte nelle mente, senza avere alcun risultato. Se fosse stato vero che la ragazza proveniva da un altro mondo, allora quello sarebbe stato l'unico modo per provarlo. « Se non riuscirete a scalfirla minimamente, allora la sua tesi è vera.»
« E dimmi, con i poteri come il fuoco o il vento, che dovremmo fare? » Harry aveva ancora le braccia strette contro il petto, fermo come una statua. « Potremmo farle male. »
« No. » Niall buttò nel camino spento il pacchetto di patatine accartocciato, e si piazzò accanto ad Harry, con Jasmine che si stava sedendo accanto a Isabelle, immobile. « Se è vero che non appartiene a...qualsiasi cosa sia questo tempo, non dovremmo torcerle nemmeno un capello. »
« Bene, allora. » Liam si sfregò le mani e si staccò dalla canna fumaria, avvicinanandosi al divano da dove Sophie guardava la scena con preoccupazione. « Il volo non potrebbe funzionare, nemmeno il potere con gli occhi o la mente. Fatevi avanti tutti voi altri. » Poi si girò verso Sophie, « Per te va bene? »
« Se serve per far capire che ciò che ho detto è tutto vero, allora sì. »
« Okay. » Beatrice si avvicinò al divano a sua volta e si sedette per terra, ai piedi di Sophie. « Vediamo se riesco a diventare te. »
Il salotto cadde nel silenzio, tutti con il fiato sospeso, pronti per l'esito che intanto non si avvicinava minimamente. Lo sforzo di Beatrice era notevole, gocce di sudore le imperlavano le tempie e il collo, i capelli che si appiccicavano alla fronte madida, gli occhi concentrati. Louis spostava lo sguardo da Sophie a Beatrice, cercando una qualsiasi traccia di cedimento, ma non riuscì a vedere nulla. La mutaforma aveva le braccia tese verso il pavimento, i palmi delle mani poggiati sul tappeto persiano. Isabelle dietro di lei la guardava turbata, mentre cercava con lo sguardo di capire, percepire le emozioni degli altri. Liam guardava semplicemente la scena, Harry era quello più concentrato. Pregava affinchè qualcosa funzionasse, ma ovviamente le sue speranze caddero quando Beatrice si rialzò, scrollando la testa e portandosi i capelli dietro, la frangetta appiccata alla fronte. « Niente da fare. »
Sophie tirò un sospiro di sollievo, mentre si sfregava le mani sulle cosce. Sperava che in questo modo tutti potessero mettersi l'anima in pace e che non la guardassero come se fosse una mina vagante, ma mancavano ancora un po' di persone. Beatrice, lo sguardo sempre puntato su di lei, bisbigliò a voce così bassa che a mala pena i suoi compagni la sentirono. « Il mio potere deve essere aggiunto alla lista. » si volse verso la porta, « Clary, Anastasia, provate voi. »
Le due ragazze, rimaste in silenzio e in disparte da quando erano entrati nelle piccola casa di Liam, si avvicinarono titubanti.
Clary le si mise di fronte, mentre Beatrice si allontava lasciandole lo spazio.
Tese con forza le braccia verso terra e contrasse piano le dita, richiamando il suo potere. Anastasia dietro di lei, sempre in piedi, sollevò piano le braccia verso il soffitto, mentre in tutta casa si scatenava una specie di tromba d'aria. Tutti vennero colpiti dalle raffiche, le magliette che si sarebbero potute strappare da un momento all'altro, i capelli sparati in tutte le direzioni, persino quelli di Clary, che le andarano davanti agli occhi. I suoi corti capelli neri vennero spinti dal vento scatenato dalla sua amica, mentre dei rampicanti fuoriscivano magicamente dalle strisce di cemento tra un mattone e l'altro. Incominciarono a salire, il vento che si sferzava su tutti loro, ma ciò che accadde fu troppo assurdo da descrivere. Tutti avevano lo sguardo puntato su Sophie, nonostante li venisse voglia di chiuderli per il vento che li soffiava contro e tutto intorno, però ciò che li stava davanti, era troppo strano per non essere visto. Sì, il vento e la terra si erano rivoltati, chiamati dalle loro due amiche, e tutti vennero colpiti in pieno da questa tempesta domestica fatta di terra e aria, tranne Sophie che se ne stava impassibile seduta sul divano, con le mani appoggiate sulle cosce mentre si guardava intorno. Era come se avesse tutto intorno a lei una barriera invisibile, infatti non le arrivava addosso nemmeno un filo di vento, e i rampicanti che uscivano dal pavimento si attorcigliavano ad un ovale invisibile. Clary riaprì gli occhi e rilassò le mani, mentre Anastasia poneva fine a quella tempesta di vento. Si diedero una rapida occhiata intorno. Tutti erano scombinati, le magliette stropicciate e i capelli sparati in ogni direzione. La stanza era stata messa a soqquadro, ma Sophie era impeccabile. Louis la guardava sbalordito accanto a lei, mentre Zayn le puntava un dito contro, accanto alla porta d'ingresso, mentre si aggiustava la sua giacca nera. « Questo è strano. »
« No. » Harry si staccò un po' dal muro, sotto lo sguardo indagatore di Niall. « Non è ancora finita. » Spostò lo sguardo alla sua destra e lo scagliò contro Zayn, il quale si stava sfilando una sigaretta dal suo pacchetto. « Perché non fai qualcosa tu? »
Se la mise tra i denti e trafficò nella tasca per trovare l'accendino. Con la sigaretta che pendeva tra le labbra, riuscì comunque a parlare. « E che dovrei fare? Abbrustolirla con un fulmine? » se l'accese rapidamente e inspirò forte, facendo uscire dalle labbra una densa boccata di fumo. « No, grazie. »
« In effetti, sarebbe pericoloso iniziare una tempesta di fulmini in un appartamento, non trovi?» Isabelle si librò in volo e andò a sedersi sui gradini più alti della scala a chiocciola.
« Allora provo io. » Harry incominciò ad aprire e chiudere le mani, lo sguardo concentrato su Sophie che, preoccupata, inghiottiva a vuoto.
« Harry, ricordati che non devi farle del male. » Niall era preoccupato, mentre si torturava l'unghia del pollice. Harry si girò piano verso di lui, « Ma con chi ti credi di parlare? »
Il biondo abbassò la testa, sussurrando un 'con uno squilibrato' che non venne sentito da nessuno. Harry inspirò a fondo e chiuse gli occhi, le mani chiuse in pugno.
Quando mostrò di nuovo le sue iridi verdi, Sophie giurò di aver visto davvero della fiammelle tremolare al loro interno, e venne divorata dal terrore. Possibile che ci volesse così tanto per far capire le sue intezioni? Che poi, non aveva niente in mente, solo il voler tornare a casa quanto prima, ma questi ragazzi, Harry soprattutto, sembravano non voler capire. Erano troppo impegnati a mantenere all'oscuro i propri segreti, per poter pensare a come lei si sentisse. Una cavia in un laboratorio, prima che una cura contro un male incurabile venisse provato su di lei.
Il riccio allungò le mani e dalle dita partirono delle lingue di fuoco che si buttarono sopra la ragazza, intorno alla quale riapparve quello scudo invisibile. Le fiamme lo inglobarono totalmente, nascondendo Sophie alla vista di tutti. La ragazza d'altra parte non vedeva nulla al di fuori di un mare di lava che imperversava sopra di lei, avvolgendola totalmente. Harry incominciò a sudare, mentre dalle mani fece partire altre fiamme che si abbatterono sopra la barriera invisibile con tutta la forza che ci mise. Fu Niall a farlo fermare, scagliando un'onda gigante contro l'ovale infuocato, facendo estirpare le fiamme, ma allagando tutto il divano e il resto della stanza. Quando l'acqua aveva toccato la barriera, schizzò contro il resto del gruppo, che allora era zuppo dalla testa ai piedi. Il biondo pose una mano sul braccio sudato di Harry, che respirava affannosamente. « E' tutto inutile. »
Sophie sul divano era completamente asciutta, lo sguardo paralizzato dal terrore di ciò che era successo. Tutto era impossibile, non poteva essere successo per davvero.
Niall e Harry erano gli unici ad essere asciutti, la pelle di Harry che irradiava letteralmente calore. Anastasia creò in men che non si dica un turbine di vento caldo che asciugò tutto, inclusi i suoi amici, mentre Isabelle abbandonava la scale e si riuniva ai suoi compagni. Si sedette accanto a Sophie e le mise una mano sulla spalla, mentre con l'altra si allisciava la coda ai capelli. « Io ora ci credo. »
Sophie la guardò riconoscente, la mano che le irradiava una sensazione di sicurezza. Zayn per tutto il tempo era rimasto accanto alla porta e aveva finalmente finito l'ennesima sigaretta.
Harry aveva i vestiti che fumavano letteralmente e Niall che lo incitava a rilassarsi. Liam aveva la faccia dello stesso colore della sua maglietta, mentre Louis si accorgeva che tutti in quella stanza erano d'accordo con Isabelle, che ora sorrideva a Sophie. Il moro poi spostò lo sguardo su Harry che aveva ancora la fronte aggrottata, ma i suoi pensieri irradiavano una sorte di pace interiore. Si alzò e Beatrice prese il suo posto, mentre stringeva una mano gelida di Sophie tra la propria. « Va tutto bene? »
La ragazza annuì piano, nel caso avrebbero potuta minacciarla un'altra volta per qualsiasi altra cosa, ma pian piano sui volti dei presenti apparve sorpresa e tranquillità. L'unico che sembrava ancora scovolto forse era proprio Harry che non aveva ancora staccato i suoi occhi dai suoi.
Liam le si avvicinò volando e, tornato con i piedi per terra proprio di fronte a Sophie, si accovacciò davanti a lei e le prese l'altra mano. « Beh, allora benvenuta nella nostra storia. »
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