The storm

« Allora, dobbiamo rimanere tutti vicini, sopratuttto tu. » Harry si rivolse ad Anastasia che intanto rimaneva immobile attaccata al muro. « Se siamo vicini, non può prenderti. »
« Ci riuscirà lo stesso. » chiuse gli occhi sconsolata, « Come ha trovato loro due, prenderà anche me. »
« E noi non lo permetteremo. Oggi rimani a casa con Isabelle e Clary, noi andiamo in giro e cerchiamo di trovare qualsiasi traccia. » Niall camminava avanti e indietro di fronte al ventilatore accesso accanto al camino, in una giornata troppo caldo da spassare in casa. « Anzi, io non posso andare da nessuna parte. » fece un cenno a Sophie che intanto stava in cucina a bere un bicchiere d'acqua. « Io e Zayn rimaniamo ovunque lei sia. »
Harry chiuse gli occhi, scuotendo la testa. « Fa' come ti pare. Liam, Louis, noi andiamo. »
« Harry, io posso trasportare solo una persona. »
« Ho la macchina. Voi mi starete vicini sorvolando la vettura. »
Liam annuì e andò vicino a Louis che intanto si era cambiato la maglietta tutta sudata. « Vediamo se riusciamo a scoprire qualcosa. » lo prese per la vita e si avviarono verso la porta, uscendo volando dall'abitazione. Harry si rivolse a tutti i presenti, lanciando un rapido sguardo a Sophie che stava tornando in salotto. « Aggiorniamoci. » e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
La ragazza andò e si siedette sul divano, mentre la porta d'ingresso si riapriva e Zayn entrava nell'appartamento. « Ho deciso che è meglio stare qui. »
Andò da Niall e gli diede una pacca sulla spalla. « Ho saputo tutto. »
« Già. » poi entrambi si andarono a sedere vicino a Sophie, che guardava Anastasia ancora appoggiata al muro. « Come pensi che stia? »
« Male. » disse lei senza aspettare un secondo di più. « E' come se stesse aspettando di essere portata al patibolo. » poi si prese la testa sconsolata tra le mani. « Se solo conoscessi la storia.. »
« Hai trovato il libro? »
Sophie scosse la testa, « E non penso di trovarlo mai. E' troppo complicato. »
« Cosa? Trovare il libro o stare accanto ad Harry? »
La ragazza si girò verso Zayn che giocherellava con l'accendino. Aveva i capelli sparati in alto e la barba appena tagliata. « Trovare il libro, ovvio. »
« Ma come va con Harry? »
« Non è cambiato niente. » sì, avevano parlato di più, ma Sophie si era resa conto che Harry non avrebbe mai cambiato totalmente la sua opinione nei suoi confronti. « E mai cambierà qualcosa. »
« A me sembra strano, comunque. »
« Perche? »
Niall scosse le spalle, « Perchè ha voluto accompagnarti proprio lui in libreria a cercare un libro? Insomma, non è il tipo che fa 'ste cose. »
« Esatto. Sapendo poi che tu e lui sareste stati insieme per un pò. »
Sophie si alzò in piedi e sbattè le mani sulle cosce, « Sentite, non ne ho idea. Io so solo che lui pensa io sia ancora la ragazza che si sta prendendo gioco di tutto, quando invece io voglio solo cercare un modo per tornare a casa mia. » si toccò la perla della sua collana. « Deve esserci per forza un modo. »
« Perchè ti tocchi sempre la perla? »
Sophie si girò verso Niall, « Non lo so, mi viene naturale. Mi fa mantenere con i piedi per terra, forse. »
Zayn stava mantenendo l'accendino acceso e passava sulla fiamma l'indice dell'altra mano, annerendolo. « Ti ricorda la tua vecchia vita? »
Sophie annuì, « E anche le persone che ho lasciato e che magari a quest'ora si staranno chiedendo dove sia finita, o hanno addirittura chiamato il 911. »
« Che vita drammatica. » continuò il moro, chiudendo l'accendino con uno scatto e riponendolo nella tasca della giacca. « Chissà se Harry con uno di questi in mano diventi un vero e proprio piromane. »
« Zayn, lo è già. »
L'altro si girò e scosse le spalle. « Sarebbe figo. »
Lo è già, stava per dire oggettivamente Sophie, ma si trattenne in tempo prima che rovinasse tutto. Si allontanò dai due e si avvicinò a Isabelle e Anastasia che parlavano a bassa voce. « Io sarei pronta ad aiutarti, Ania. Sempre. »
La ragazza annuì facendo scuotere i suoi lunghi capelli ricci, « Ci spero. Solo che.. »
S'interruppe quando Sophie le si era ormai affiancata.
« Solo cosa? »
« Ma come puoi pensare di immischiarti in discorsi che non ci sarebbero mai stati se tu non fossi arrivati a rovinarci la vita? » Clary stava scendendo le scale, mantenendosi al corrimano. « Insomma, tutto ciò sta accandendo per causa tua, e penso che tutti ne siano più o meno d'accordo. »
Sophie deglutì a vuoto, con la gola stranamente secca.
« Clary, basta. » Beatrice si avvicinò alla ragazza e le appoggiò una mano sulla spalla. « Non dire queste cose. »
« Ma tu, Beatrice, da quand'è che sei diventata così aperta con noi? » Clary era ormai arrivata a terra, e tutti la guardavano come se fosse una stella del cinema ad aver fatto la sua comparsa. « Già. » proseguì. « Da quando lei è caduta da quel dannato cespuglio quella sera. »
I corti capelli neri le arrivavano al mento, e ad ogni passo oscillavano, mossi anche dall'aria che il ventilatore spostava. « Lei ci sta cambiando, chi in bene e chi in male. »
« Clary..» Jasmine era seduta per terra, « ..basta. »
La ragazza mosse l'indice della mano a destra e a sinistra, in segno di diniego. « Non ho finito. »
Ormai era di fronte Sophie. « Io non vi sto facendo del male. »
« Invece sì. Ci stai pian piano rovinando la vita. »
« Ti giuro che .. » ma Clary la interruppe con la mano.
« Fammi finire. » poi si passò una mano sulla fronte madida di sudore. « Cosa ancora più importante, e che mi fa infuriare molto, ma molto di più, è che tu mi stai rubando Harry. »
Isabelle scoppiò a ridere e tutti la guardarono stupiti, mentre Clary le lanciò uno sguardo indignato. « Ecco a cosa volevi andare a parare. »
« Giuro che non sto rubando niente a nessuno. » si difese Sophie, ma Isabelle le si mise davanti, affrontando Clary a viso aperto.
« Da un po' di giorni mi stai altamente sulle palle. Non pensi che Harry non ti sia cagando di striscio per questo motivo? Insomma...le ragazze stronze non possono piacere a tutti. »
« E quelle ingenue e stupide sì? »
A questo punto Sophie si spostò e si mise accanto ad Isabelle, « Io non sono una stupida. »
« Forse, ma ingenua sì. »
Sophie scosse la testa, « Nemmeno. »
Clary le sorrise con un angolo della bocca, « Altrimenti ti saresti resa conto del fatto che Harry stia cambiando giorno dopo giorno. »
« Ma la vuoi finire? Hai rotto le palle con questa tua storia di amore e cuori infranti. Se Harry non è interessato a te, non è certamente colpa di Sophie. Lo era già da prima. »
« Tu non hai voce in capitolo. »
Clary si girò a guardare Jasmine dritta in faccia. « E tu da quando sei dalla sua parte? »
L'altra scosse le spalle, « Non sono dalla sua parte. Semplicemente, so quando uno deve smetterla di criticare perchè forse sta sbagliando. »
« Io non sbaglio mai. » La voce di Clary venne però smorzata dalla finestra della cucina e da quella del salotto che si aprirono di botto, urtando contro il muro con violenza, facendo esplodere i vetri che si riversarono tutti sui ragazzi. Sophie e Beatrice si buttarono a terra, coprendosi la testa con le mani, mentre Isabelle e Anastasia spiccarono verso l'alto. Niall e Zayn si accucciarono sul divano, stretti l'uno all'altro per proteggersi a vicenda, Jasmine e Clary si buttarono di lato, però la riccia cadde su dei pezzi di vetro troppo taglienti e si tagliò il braccio.
Clary si girò verso l'amica e nonostante la pioggia di vetri, riuscì a concentrarsi abbastanza da far allungare una radice della pianta dell'angolo della stanza e farla avvolgere intorno al braccio ferito, fermando l'emorraggia.
Quando le finestre furono totalmente in frantumi, grosse cariche di vento si riversarono per le aperture, scatenando in casa una vera tromba d'aria.
Isabelle venne sbattuta da un muro all'altro, mentre Anastasia si copriva la faccia con le mani. « Cosa diamine sta succedendo? » urlò la bionda al di sopra del vento, mentre Beatrice strisciava piano per terra per affacciarsi da quella che fino a qualche minuto prima era la finestra più grande della casa. Quello che riuscì a vedere, nonostante il vento le facesse chudere sempre gli occhi, le fece accapponare la pelle. Un ciclone gigantesco era in mare aperto, il cielo tempestato di nuvole grigie, e avanzava verso il centro abitato a velocità soprannaturale.
Isabelle lo intravide e sbiancò, mentre tutti gli altri ragazzi restarono impietriti. Era davvero enorme, e così potente da distruggere qualsiasi cosa si trovasse a Los Angeles, inclusa la stessa città.
Zayn, Niall e Sophie si guardarono rapidi e Niall scosse la testa. Non poteva fare nulla per impedire che accadesse il peggio. Era la fine.
Sophie fece di no, ma nessuno sembrò notarla. Poi si girò e vide Anastasia concentrata, i capelli sparsi ordinatamente alle sue spalle. « Ania, no! »
La riccia lanciò un'occhiata rapida ai suoi amici, poi si diede una spinta forte con le gambe e uscì dalla finestra.
Nel momento stesso in cui abbandonò la casa di Liam, calò il vento, fin quando tutta l'aria nella casa si placò, mentre fuori si riversava il tornado.
« No, no, no, no! » ripetè Niall. « Dobbiamo fermarla! »
Clary era accanto a Jasmine e le curava il braccio utilizzando il suo potere. « Isabelle, tu non puoi fare niente. Il vento così potente ti ucciderebbe. »
La bionda tornò con i piedi per terra, « Non possiamo lasciare Anastasia da sola, soprattutto dato l'imminente pericolo. »
« Se solo avessi il mio potere.. »
« Non avresti potuto far niente comunque, Niall. » Jasmine parlò con un filo di voce, mentre la sua faccia era un'espressione di dolore. « Dobbiamo solo sperare che stia bene e che gli altri siano al sicuro. »
« Io vado di sopra. Vedo se riesco a trovare qualsiasi cosa.. » Zayn si alzò dal divano, seguito a ruota da Niall, mentre Sophie strisciava piano fino alla porta d'ingresso, spalancata, e usciva fuori, quando nessuno le stava prestando attenzione.
Varcata la soglia, il vento le piombò addosso e la fece ondeggiare mentre cercava di mettersi in piedi, arrancando con i piedi immersi nella sabbia che intanto infuriava come una vera tempesta del deserto. Lei aveva il terrore dei tornadi fin da quando era piccola. I suoi genitori una volta misero un dvd in cui un ciclone spazzava via un'intera famiglia. Da allora, aveva paura persino del vento forte. Si parò gli occhi con una mano, alzando la testa per vedere cosa stesse succedendo ad un palmo dal suo naso. Quella volta non era impaurita più di tanto, perchè sapeva che quella tempesta non era normale. Era sicuramente qualcuno che voleva attirare l'attenzione di qualcun altro. Forse nel gruppo era stata l'unica a capirlo, ma non le interessava. Anche se da quel momento Niall e Zayn sarebbero stati come lei, Sophie avrebbe cercato comunque di distinguersi, sempre. Con la mano sulla faccia, riusciva a vedere attraverso le dita, e vedeva il ciclone affiancato da un tornado più piccolo. Era sicuramente Anastasia ed era andata incontro alla fine del suo potere. Sophie chiuse gli occhì e incominciò a correre alla cieca, con la testa bassa e i passi che diventavano sempre più pesanti e difficili da compiere per il vento che le soffiava contro. Il mare era in tempesta e creava vortici così profondi che dall'alto poteva sembrare che una mamma stesse usando il frullatore per dolci. Il piccolo tornado si faceva sempre più grosso ma a debita distanza dal ciclone. Le orecchie le soffiavano, e camminava spedita contro vento fin quando non le giunse una voce alle orecchie. Era amplificata, come se la stessero trasmettendo attraverso una radio gigante, ma sapeva che il messaggio riguardava solo alcuni di loro, mentre il resto della città effettuava il piano du evacuazione, scappando il più velocemente possibile.
« Ben arrivata! Non pensavo sarebbe stato così semplice. »
Sophie guardò verso l'alto e vide Anastasia galleggiare per aria, la bocca aperta e gli occhi spalancati. « ...sei tu. »
« Sì, sono io. » L'uomo nero uscì piano dal vortice d'aria che si sbiadì alle sue spalle. « Sorpresa? Pensavo che Niall ti avesse avvertita del mio arrivo. »
« Stai lontano da lei! » Sophie si ritrovò ad urlare, la sua voce al di sopra del vento che sferragliava tutto intorno a loro. « Non farle del male! »
La maschera nera si girò verso di lei, presentandole quel ghigno così raccapricciante che Sophie sentì un nodo allo stomaco. Ecco chi era l'uomo che faceva star male i suoi amici, colui che si prendeva i poteri. Era solo una maschera agghiacciante.
« Ciao Sophie. »
La ragazza restò allibita, esortata da una Anastasia ad andare via. Non riuscì a fare un passo, sembrava fosse congelata. Non aveva neanche la forza di aprire bocca. « Ora tocca a lei. » con la maschera ancora rivolta a Sophie, allungò la mano inguantata di nero verso Anastasia che gridò con quanta voce aveva in gola. Il vento intorno a lei cominciò a sfumare, fin quando non scomparve del tutto e Anastasia fece ricadere la testa all'indietro, priva di sensi, mentre continuava a galleggiare per aria. L'uomo nero si riavvicinò la mano al ghigno e Sophie lo sentì ridere da dietro la maschera. « Grazie mille, cara. »
Poi si abbassò leggermente, mentre le nuvole in cielo cominciavano a diradarsi. « Sai, Sophie. La tua amica stava cercando di allontanare il ciclone per salvare Los Angeles. Forse però tu sei stata l'unica a capire che ci fosse qualcuno dietro. » scagliò il braccio verso Anastasia e la fece alzare più in alto. « Ora mi manca solo il pezzo forte. »
Rivolse il volto mascherato verso di lei, mentre Sophie si sentì il petto ghiacciare.
Non riusciva a compiere un movimento, quell'uomo la stava sicuramente immobilizzando. « Sai che c'è? » disse inclinando leggermente la testa. « Tu sei il mio piccolo diamante grezzo. » detto questo, abbassò di scatto il braccio, alzandosi verso l'alto e sparendo in cielo, mentre il corpo di Anastasia precipitava senza peso verso la spiaggia. Sophie si sentì risvegliare, poi urlando incominciò a correre come una forsennata verso la ragazza. Prima che la riccia toccasse terra, Liam apparve all'improvviso e l'afferrò più veloce di una freccia diretta al bersaglio, tenendola stretta tra le sue braccia muscolose. Si appoggiò la testa di Anastasia contro il petto e atterrò, tenendola sempre salda. Sophie chiuse gli occhi e si inginocchiò a terra, scoppiando a piangere. A qualche metro di distanza, una BMW aveva appena parcheggiato, e Harry e Louis corsero da loro. Il riccio si bloccò a metà strada, le braccia sconsolate lungo i fianchi e i capelli appiccicati alla nuca e alla fronte. Troppo tardi, pensò, mentre Louis si avvicinava ad osservare Anastasia. Poi andò da Sophie e le appoggiò una mano sulla spalla scossa dai singhiozzi. « Non ce l'ho fatta. » disse lei, la voce ridotta ad un sussurro, mentre quella dell'uomo nero le risuonava forte e metallica nelle orecchie e nella mente.
« Starà bene. » la consolò Louis, mentre dava un cenno ad Harry. « Andiamo a casa adesso. »
Lei si fece tirare su in piedi, le gambe sporche di sabbia e la faccia ridotta ad un lenzuolo fradicio. « Cosa hai sentito? » sussurrò Sophie, pensando agli episodi che colpivano Louis quando uno di loro stava male.
« Ne parliamo dopo a casa. Liam, tu vai. » il ragazzo annuì e, stretta Anastasia tra le braccia, si librò in volo, allontanandosi in fretta sopra di loro. Louis manteneva Sophie per la vita, mentre si avvicinavano entrambi ad un Harry sconsolato. Il moro le fece cenno e tutti e tre entrarono in macchina, anche se il tragitto lo trascorsero in silenzio, in quel silenzio opprimente che ti schiaccia il cuore. D'altronde, Sophie non avrebbe saputo che dire. Insomma, aveva fallito un'altra volta.
« No. » le sussurrò Louis all'orecchio. Erano entrambi seduti sul sedile posteriore, mentre Harry davanti non dava cenni di aver ascoltato. « Non hai fallito. Sei stata l'unica ad aver capito qualcosa. »
Sophie si asciugò rapida una lacrima che scivolava lenta sulla zigomo, e poi cercò di sorridergli. « Dimentico che tu riesca comunque a capire cosa ci passa per la mente quando sei nei paraggi. Persino quando non sei in grado di esercitare la tua forza su di me. »
« Vi sentirei tutti comunque, Sophie, e adesso la tua aura è abbastanza sconsolata. » le accarezzò la coscia, togliendo un pò di sabbia.
La ragazza annuì e l'abitacolo ricadde nel silenzio.

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