Danger on the road


Sophie uscì rabbiosa dalla stanza e lo sbattere della porta fece voltare tutti i ragazzi nel corridoio nella sua direzione. Niall le si avvicinò, ma lei lo respinse con una mano alzata, allontanandosi verso l'altro corridoio, prendendo l'ascensore, diretta verso il giardino dove era stata prima con Louis. L'erba aveva il perimetro costeggiato di panchine e una piccola fontanella nel mezzo, dove un angelo faceva uscire l'acqua dalla sua caraffa leggermente piegata. Aprì la porta arancione e si andò subito a sedere sulla panchina più lontana, così che nessuno potesse vederla.
Non voleva parlare, aveva troppa rabbia dentro di sè per poter spiaccicare una singola sillaba. Si sdraiò sulla panchina, le gambe distese, un braccio sporto che solleticava l'erba sottostante e l'altro piegato sugli occhi per ripararsi dal sole che ora era sicuramente nel suo punto più alto. I medici avrebbero dovuto passare da un momento all'altro per dare il pranzo ai pazienti, e Sophie si ritrovò a pregare che Harry non lo ricevesse, mai.
Non riusciva proprio a capirlo. Se non fosse arrivata, sarebbe rimasto lo stesso ragazzo allegro che mostrava il suo potere davanti agli altri, intorno al falò? Perchè aveva preso di mira proprio lei, si chiedeva. Non gli aveva fatto davvero niente, o almeno qualcosa di cui non se ne fosse accorta, ma era stata abbastanza cosciente da sapere di non aver fatto nulla di sbagliato. Lui la trattava come se fosse un essere insulso che dovrebbe sparire in poco tempo, ma non che lui fosse meglio. Sophie stava covando un certo risentimento nei suoi confronti e si giurò che non sarebbe più entrata in contatto con lui. Se non ci fosse stato, sarebbe stato tutto più semplice. I ragazzi le erano molto simpatici ed erano tutti molto bravi, alcune ragazze avevano un carattere particolare ma le accettava comunque. Harry era la macchia sbavata in un quadro perfetto.
Il fruscìo dell'acqua della fontana poco distante la fece rilassare, trasmettendole una certa pace interiore. Tolse il braccio dagli occhi e si rimise seduta, con le gambe incrociate sul legno della panchina. Vide una coppia di anziani signori passeggiare poco più in là, con i bastoni stretti nelle loro mani per mantenersi saldi a terra. Gli occhi erano ridotti a due fessure dietro ai loro occhiali spessi e i cappelli estremamenti inopportuni in una giornata calda come quella. Avevano entrambi i camici dell'ospedale e Sophie notò che avevano tutti e due le calze dentro i sandali. Sorrise ricordandosi di suo nonno materno che l'estate si metteva sempre le calze nelle scarpe di cuoio. 'Sophie, io sono vecchio. Voi giovani avete la vostra moda, io seguo quello di tutti gli altri anziani.'
« Eccoti qui! » una voce sommessa e lontana attirò la sua attenzione, facendole alzare il viso verso il cielo azzurro. Isabelle stava scendendo in picchiata dal tetto dell'ospedale, atterrando con un tonfo sull'erba fresca di fronte ad una Sophie che si copriva gli occhi con la mano a mo' di visiera. « Ti abbiamo cercata dappertutto. »
« Non volevo che mi cercaste. Volevo stare da sola. »
La bionda si raccolse velocemente i capelli in una coda alta, tirandoli talmente tanto che sembrava si fosse fatta un lifting sugli zigomi. Non che ne avesse bisogno. Era una ragazza molto bella e fine, con i tratti delicati di una modella. « Ma io no. » si sedette accanto a lei e fece un sbuffo teatrale. « Ah, Sophie, Sophie. Sei proprio una cazzona. »
La mora si girò strabiliata, non capendo per quale assurdo motivo l'avesse chiamata così.
L'altra in risposta indicò con l'indice la porta arancione aperta dalla quale si stava riversando fuori tutto il gruppo. « Avresti dovuto chiuderla. »
« Sophie! » Niall le raggiunse con l'affanno mentre tutti gli altri se la prendevano comoda, raggiunto ormai l'obiettivo. « Si può sapere che cazzo ti è preso? »
« Ferma, lasciami indovinare. » Jasmine si mise accanto al biondo con le braccia incrociate sotto il seno. « La colpa è di Harry? »
Niall buttò fuori tutta l'aria e rise. « Allora non è un problema. Fa il coglione con tutti, quello lì. Non sappiamo cosa possa averti detto, ma non crederci. »
« Invece ci deve credere eccome. » Clary stava aiutando Zayn ad avvicinarsi alla panchina, facendolo sedere accanto a Isabelle. « Se Harry dice qualcosa, non spara cazzate. »
« Tu zitta. » Isabelle la squadrò dalla testa ai piedi, « Se stai di sotto per Harry, non significa che tu debba appoggiarlo in tutto e per tutto. »
Clary si scosse i capelli neri e fece una smorfia schifata, per poi allontanarsi, rientrando in ospedale. Liam scosse la testa, « Sei davvero molto delicata. »
« Certo, con chi voglio io. Lei non è la prima della mia lista. »
Beatrice si andò a sedere a sinistra di Sophie. « Tornando al discorso di prima..»aspettò che gli altri si girassero a guardarla, anche se odiava stare al centro dell'attenzione. « Non devi credere a tutto quello che dice. A volte è frustrato e spara tante cosa ad occhio. Però poi appena è solo, ci pensa su e si pente. »
« Ed è troppo orgoglioso per ammetterlo. »
« Ma come fate ad averlo nel vostro gruppo? »
« Beh. » Liam si mise a volteggiare per aria, facendo di tanto in tanto delle piccole capriole, « Anche lui è un potenziale..'supereroe', diciamo così. »
Incrociò le gambe come Sophie e iniziò a meditare ad occhi chiusi. « E' pericoloso se rimane da solo. Forse una terapia di gruppo può salvarlo dall'orgoglio che lo acceca costantemente. »
Isabelle si alzò di scatto, con una spinta sorvolò Liam e con un calcio lo fece cadere per terra, facendolo atterrare con il sedere. « Parla come mangi, cretino. »
Liam le diede uno spintone mentre con l'altra mano si massaggiava il sedere, ma la bionda lo spinse ancora una volta. Tutti rimasero a guardarli, stupiti. Nemmeno i bambini si comportavano in quel modo. Sembravano avere cinque anni insieme, e che uno avesse preso la caramella dell'altro. Volteggiavano su tutti loro che li guardavano a testa alta, con gli occhi feriti dalla luce solare, quando all'improvviso, mentre si mantenevano per le braccia respingendosi a vicenda, una forte folata di vento li fece staccare e capitombolare per terra. « Siete degli idioti. » Anastasia si strofinò le mani tra loro, sedendosi nuovamente per terra.
« Comunque. » Niall tirò su in piedi Sophie e le appoggiò un braccio sulle spalle, allontanandosi dagli altri. « Non voglio sapere quello che ti ha detto, ma davvero: non prenderlo troppo sul serio. Forse sentirsi dire determinate cose fa più che male che pensarle da soli, ma quello che esce dalla sua bocca è pura cazzata. Dice cose solo per il gusto di ferire, ma poi si pente. Vedrai che gli passerà 'sta cosa. » Le stropicciò i capelli, arrufandoglieli tutti. « E anche a te. »
« Niall, smettila. Tanto non te la da! » Zayn aveva gridato dalla panchina e scoppiò a ridere, contagiando tutti gli altri, mentre Niall, girandosi, gli mostrò non molto delicatamente il dito medio. Sophie ridendo si tolse il braccio dalle spalle. « In effetti, non ci sto già pensando più. » Ovviamente, era una bugia e lo sapeva anche lei, ma dirlo a voce alta forse avrebbe potuto cambiare tutto. Si toccò la collana al collo, con la perla incastrata tra le due clavicole e, stringendosela in pugno, ritornò dagli altri. Rimasero tutti stranamente in silenzio, non sapendo cosa dire, quando Zayn trafficò con la mano libera nella tasca della sua giacca. « Chi mi aiuta a prendere una sigaretta? »
Niall si piegò in avanti, facendo quasi toccare i loro nasi. Con un sorriso puramente ironico, lo guardò negli occhi. « Sai dove te la metto la sigaretta? »
« Ehi voi. » Clary era uscita dall'ospedale, rimanendo sotto l'arcata della porta spalancata, interrompendo il biondo che ricevette un bacio sulla guancia da Zayn e delle parole mimate che significavano tipo 'continuiamo dopo, baby.' « I medici mi hanno detto che Harry è guarito e può uscire. »
« Ma è impossibile! »
« No, se gli ho fatto accelerare la guarigione della ferita. »
« Perchè l'hai fatto? » Isabelle le si avvicinò, con sguardo inferocito. « Non riuscivi a sopportare l'idea di rimanere in ospedale? »
Okay, si disse Sophie, i ragazzi non sono molto gentili gli uni nei confronti degli altri. Anzi, sembrava proprio che si stessero accendendo delle rivalità man mano che le ore passavano.
« No. Perchè sento che sta per succedere qualcosa e non possiamo restare qui. »
« Che genere di cosa? » Sophie si avvicinò a Isabelle che era ancora in piedi davanti a Clary, solo che si stava pian piano alzando da terra.
« E a te che importa? Tanto non puoi fare niente. »
« Cosa sta succedendo? » le sputò addosso Isabelle, interrompendo il contatto visivo che si stava instaurando tra Sophie e l'altra ragazza.
Clary scosse le spalle, gli occhi socchiusi piantati su Isabelle. « La terra trema. »
« Sarà uno dei soliti terremoti...» Niall venne interrotto dalla mano della bionda che per poco non gli diede uno schiaffo. « In che senso? »
« Incomincio ad affaticarmi quando la richiamo. Sta succedendo qualcosa alla terra, e non è un terremoto. »
« E che dovremmo fare? Io sono ancora disabile per adesso. » Zayn aveva rifiutato l'idea di fumarsi una sigaretta, e in quel momento si stava stiracchiando sulla panchina, le caviglie accavallate e la mano libera dal gesso che martellava contro il suo stomaco.
Clary roteò gli occhi al cielo, « Ce ne dobbiamo semplicemente andare. »
« Ma Harry? » chiese Anastasia che si stava aggiustado i folti capelli ricci. « E' tutto intubato. »
« E' già uscito. »
Isabelle strabuzzò gli occhi, incredula. « Come hai fatto? »
« Quante spiegazioni, oh. » Clary andò verso Zayn e lo prese per il braccio sano, sollevandolo e mettendolo in piedi. « Andiamo. »
« Ma come dovremmo andarcene? Siamo venuti con il pullman. »
« Ho chiamato il tappeto volante. »
Niall le si affiancò, prendendo Zayn dall'altra parte. « Ma davvero? »
« No, testa di c- »
« Okay. » Liam si mise in mezzo al gruppo, « Chi vuole un passaggio? »
Jasmine si alzò finalmente da terra e si fiondò tra le sue braccia. « Io. »
« Io posso trasportarmi andando a favore delle corrente. » Anastasia sollevò le braccia e non appena individuò da quale parte soffiasse il vento, si lasciò sollevare per aria.
« Io non posso fare un cazzo. » Niall si staccò da Zayn facendolo quasi cadere, « Me ne vado a piedi. »
Isabelle prese tra le braccia Louis e si librò in aria, Clary creò con un certo sforzo una radice che la aiutò a muoversi con Zayn appeso al suo collo, facendo il giro dell'ospedale, mentre Sophie, Niall e Beatrice proseguirono a piedi. « Ci vediamo all'ingresso. »

Harry era al volante di una macchina nera, con il finestrino abbassato e gli occhiali da sole alzati sulla testa. Quando Sophie uscì dal pronto soccorso e se lo ritrovò davanti, fu alquanto basita. Un tipo che era stato appena operato al petto, già in moto in una macchina persino lussuosa come quella? Ma un'altra domanda già le solleticava la mente: da dove l'aveva presa? Erano arrivati con l'autobus...
Un clacson continuo li fece accelerare, mentre Harry, una mano premuta sul volante, con l'altra si scuoteva i capelli.
« Sentite, non vorrei essere sempre io quello che rompe le palle... »
« Ma già lo sei, Niall. »
Il biondo fece finta di non aver sentito Isabelle che camminava con Louis di fianco, e continuò a camminare, con lo sguardo puntato su quella bellissima macchina. « Ma non ci entriamo tutti, lì dentro. »
« Tanto per cambiare. » Isabelle e Liam si avvicinarono, « Noi voliamo, non possiamo fare altrimenti. »
« Okay, » Niall si passò una mano tra i capelli. « Liam, potresti giusto darmi un passaggio fino alla spiaggia? Da lì posso proseguire da solo. » Il moro annuì e si mise alle spalle di Niall, stringendolo per la vita.
« Io posso nuovamente volare a favore di vento. » Anastasia si stava attorcigliando un boccolo tra le dita. « E posso portare Jasmine con me. »
Harry fece partire un secondo clacson più prolungato del primo, e li fece spaventare, mentre se la rideva sotto i baffi. « Io vado in macchina. » Clary si prese Zayn sottobraccio e si avviarono verso la BMW nera.
Beatrice prese Sophie per la maglietta, trascinandosela dietro. « Dobbiamo andare in macchina anche noi. »
La mora lanciò uno sguardo al resto del gruppo che si stava preparando a spiccare il volo, e incontrò solo gli occhi di Niall che la stavano incoraggiando, mentre le mostrava tutti e due i pollici. Clary si sedette sul sedile anteriore, Zayn, Beatrice e Sophie su quello posteriore. L'ultima ad entrare fu la mora che si ritrovò seduta dietro il sedile di guida di Harry. Il riccio si affacciò dal finestrino e lanciò una rapida occhiata ai compagni. « Ci vediamo a casa di Liam. »
Poi Sophie vide Isabelle prendere Louis da sotto le ascelle e spiccare il volo, Liam a ruota con Niall che gridava per l'emozione e Anastasia che faceva imperversare una tempesta di vento intorno a lei. Poi Harry ingranò la marcia e partì, lasciandosi alle spalle l'ospedale che si faceva sempre più lontano. L'abitacolo era immerso nel silenzio: Zayn giocherellava con il suo cellulare con la mano libera, Beatrice aveva la testa piegata sul sedile e sembrava stesse dormendo, Clary e Harry parlottavano tra loro. « Come va la ferita? »
« Bene. » inserì la quarta marcia, « Non sento quasi più il bruciore. »
La ragazza sorrise e gli appoggiò la mano sopra la sua, ancora stretta all'asta delle marce, e ne accarezzò il dorso. Harry frenò bruscamente in quanto davanti il semaforo era rosso, e spostò lo sguardo nello specchietto. Sophie aveva la testa bassa e si torturava le mani umidicce, e di tanto in tanto guardava fuori dal finestrino. Harry sorrise al suo riflesso, poi scattò il verde e partì di nuovo. Aveva le mani ben salde sul volante, e lo stringeva come se fosse una corda sul punto di spezzarsi. Imboccò una curva sulla destra, « Beh, Sophie. Ti stai trovando bene nel nostro mondo? »
« Smettila, idiota. » Zayn aveva abbassato il finestrino e i capelli gli venivano scompigliati dal vento che entrava nell'abitacolo.
« Che c'è? Ho fatto solo una domanda. »
« Inopportuna. »
« Ma è la verità, vero Sophie? »
La mora alzò lo sguardo e incontrò le sua iridi verdi nello specchietto che la fissavano intensamente. Ingoiò a vuoto, « Sì, è molto bello. »
Clary si sporse dal sedile per vederla in faccia, prima che Beatrice urlasse. « Attento Harry! »
Il riccio riportò lo sguardo sulla strada e frenò talmente tanto velocemente che la macchina incomiciò a girare su se stessa, catapultando da una parte all'altra i ragazzi. Quando si fermò, Sophie spostò lo sguardo più avanti, e vide una montagna nel bel mezzo della strada che si stagliava imponente sopra di loro.
Harry con un calcio aprì la portiera e uscì fuori, lasciando sul sedile gli occhiali da sole. « Ma che merda è? »
« Fermo là. » Clary uscì dalla macchina e si inginochiò per terra, le mani premute contro l'asfalto. « Non avvicinarti. »
Gli altri passeggeri uscirono richiudendo le portiere e fermandosi dietro Clary che, con lo sguardo puntato sulla montagna, faceva partire dalle sue mani un'energia tale da creare una spaccatura per la strada che si diramò dal punto in cui lei esercitava la sua forza sull'asfalto fino alla base della montagna. Harry fece un salto indietro per evitare che cadesse nella cavità del terreno, poi sgranò gli occhi, come tutti gli altri. Il sole era proprio davanti a loro e dovettero tutti socchiudere gli occhi per vedere meglio cosa stesse succedendo. La spaccatura incominciò ad arrampicarsi su per la montagna, dividendola esattamente in due parti uguali che incominciarono a separarsi. Quella al bordo della strada piegò il guard reil e piombò in mare, l'altra avanzò dall'altra parte, andando verso il centro abitato. Harry lanciò uno sguardo rapido a Clary la cui faccia era una maschera di sudore e gocce che scivolavano a terra. Aveva la fronte aggrottata e gli occhi ridotti a due fessure, mentre le vene delle braccia si facevano più evidenti e scure. « Fermati, Clary. »
La ragazza non parve sentirlo e la metà sinistra della montagna continuò la sua corsa verso il centro città. « Ferma! »
La terra intorno alle sue mani incominciò a tremare e a rompersi vicino alle dita, le braccia ancora più stese di prima e i capelli neri completamente bagnati.
Sophie si lanciò in avanti, si buttò sopra Clary e la fece cadere di lato, facendole staccare le mani da terra e interrompendo la magia. Si mise seduta e si appoggiò la testa della mora sulle gambe. Era bianca come un lenzuolo, i capelli tutti appiccicati e la vena del collo che pulsava più velocemente sotto la pelle. Beatrice le si sedette accanto e Harry, superando con un salto la spaccatura, arrivò vicino alle ragazze. Zayn rimaneva in piedi dietro di loro, mentre si manteneva il gesso con l'altra mano, ancora più premuto contro lo stomaco. « Che è successo? »
« Non ne ho idea! »
Sophie le spostò tutti i capelli dalla fronte e incominciò a sventolarle un po' di aria addosso, mentre Clary respirava rapidamente, con gli occhi chiusi e le gocce di sudore che le calavano dalle tempie. « Forse è davvero successo qualcosa alla terra. »
« Ehm, ragazzi... » Beatrice spostò lo sguardo dove poco prima c'era stata la montagna, ingoiando a vuoto, « Non vorrei allarmarvi, ma.. »
Sophie, con una mano che continuava a sventagliare davanti al volto della mora, alzò lo sguardo e rimase impietrita. Zayn dietro di lei spalancò la bocca, mentre Harry aveva il terrore dipinto in viso. Dal punto in cui le due parti della montagna si erano separate, c'era una spaccatura nel terreno da cui si stavano riversando fuori delle figure umanoidi, con al posto delle testa un palla dalla forma ovale e il corpo slanciato, interamente fatte di terra e radici. Al posto delle dita avevano dei piccoli rametti e per tutto il corpo delle radici che li attorcigliavano dalla testa in giù. Come le mani, anche i piedi avevano dei rami più lunghi al posto delle dita.
Erano in tanti, e alcuni stavano già andando verso di loro a passo di marcia. Non avevano occhi o una bocca, solo una palla morrone uniforme. Erano più alti di loro, forse due metri e mezzo, e continuavano ad uscire fuori dalla spaccatura.
Forse erano già una decina ed erano a dieci passi da loro.
Zayn chiuse la bocca e ingoiò la poca saliva che gli era rimasta in gola, e lanciò uno sguardo rapido su tutti loro. Erano inferiori numericamente, due ragazze erano fuori gioco, avevano una mutaforma e un ragazzo appena operato che non sapeva se fosse in grado di usare il suo potere del fuoco contro quelle cose che continuavano ad avvicinarsi. Abbassò lo sguardo sul suo gesso e se lo strinse al petto. Harry lo guardò disperato e Zayn ingoiò un'altra volta. « Merda. »

Isabelle e Liam con i rispettivi compagni arrivarono per primi sulla veranda della piccola casetta di legno, si sedettero sulle sedie a iniziarono ad aspettare. Niall arrivò poco dopo sulla cresta di un'onda in lontananza, facendo in modo che i raggi si specchiassero nell'acqua cristallina e riflettessero sul viso del biondo che aveva un sorriso largo fino alle orecchie. Giunto all'acqua bassa, dispiegò le braccia e fece abbassare l'onda fin quando non toccò la sabbia con le scarpe. Il corpo era immerso per metà nell'acqua salata e si tuffò, con tutti i vestiti addosso. Quando uscì, l'acqua continuò a gocciolargli da ogni dove e non si preoccupò nemmeno di asciugarsi. Si strinse il naso con due dita e spostò lo sguardo sulla strada un po' più distante. « Ma gli altri? »
Isabelle sul dondolo si voltò verso Liam che si stava passando una mano tra i capelli, « L'ospedale non è lontano, per cui dovrebbero già essere qui. »
Una folata di vento forte li fece chiudere gli occhi, poi le figure di Anastasia e Jasmine apparvero dal nulla davanti a loro. La riccia si guardò intorno, « Siete solo voi? »
Louis era seduto a terra con le gambe incrociate, « A quanto pare. »
« E' molto strano, comunque. » Niall ancora tutto bagnato si avvicinò agli altri, mettendosi sotto la veranda. Anastasia gonfiò le guance e gli soffiò addosso con una forza tale che il biondo sembrava sul punto di prendere il volo. Quando terminò l'aria, gli sorrise e si sedette accanto a Louis, mentre Niall si passava entrambe le mani addosso e tra i capelli, allora asciutti. « Non avevo chiesto di essere asciugato. » si allontanò dagli altri e si andò a mettere contro lo stipite della porta dipinta di bianco, incrociando le braccia.
Liam aveva una gamba piegata contro il petto e l'altra stesa per terra, mentre con il dito tracciava dei cerchi concentrici sul bracciolo della sedia. Tutti erano in silenzio, intenti a fare altro. Niall con le mani simulava una spirale e in mare aperto si scatenò un turbine in acqua, a volte venivano colpiti da forti folate di vento, altre volte stavano semplicemente zitti e fermi, aspettando. « Che noia, però, ragazzi. » Niall si staccò dalla porta e si andò a sedere sui gradini della scala infossata nella sabbia, sotto il sole delle due del pomeriggio. Si portò il dito su un orologio inesistente al suo polso, « Quanto dovremmo ancora aspettare? »
Poi Isabelle si alzò in piedi di scatto, socchiudendo gli occhi per vedere meglio in lontananza.
« Avete visto? »
« Cosa? » anche Liam era in piedi in quel momento, cercando di vedere nella stessa direzione della bionda, mentre si sbottonava i bottoni della camicia. « Che è successo? »
« Mi è sembrato di vedere qualc...eccolo di nuovo! » puntò l'indice poco lontano, dritto verso la strada, e tutti si girarono da quella parte. Niall scattò in piedi, « Sbaglio, o è un segnale di fumo? »
« Sì, » Isabelle stava già prendendo Louis in braccio, mentre quest'ultimo sentiva nella mente tutti i ragionamenti della bionda che gli stava facendo male a sua insaputa. « Solo che non era fatto di fumo. E' fuoco vivo, quello. » piegò le gambe e saltò, volando sopra di loro e andando in quella direzione.
Liam prese Niall per la vita, « Liam, le tue manie sessuali riservale per quando stiamo da soli. »
Il moro gli diede uno schiaffo in faccia e partì a sua volta, seguito da Anastasia e Jasmine che vorticavano in un turbine che all'esterno poteva sembrare violento.

« Harry, smettila! Ti ucciderai! »
Zayn era accucciato per terra, insieme alle tre ragazze, mentre Harry davanti a loro creava una barriera di fuoco per proteggerli. « Non durerai ancora per molto! »
Il riccio spostò lo sguardo su Clary ancora sulle gambe di Sophie, immobile, mentre la ragazza le sventolava aria addosso oppure cercava di asciugarla. Scosse la testa. « Non finchè non riprende energia! »
Scagliò un'altra palla di fuoco verso l'alto per cercare di catturare l'attenzione degli altri, riportando un secondo dopo la mano sulla barriera. Era stata un'idea di Beatrice, quella dei segnali di fumo. Almeno avrebbero provato a chiedere aiuto a qualcuno. C'erano poche speranze che riuscisse a mantenere ferma la barriera davanti a loro, si era persino stancato di stare in piedi. Le braccia gli tremavano e cercava allo stesso tempo di respingere quei cosi fatti di terra che si scagliavano contro il fuoco. Harry non sapeva se si fossero sciolti o altro, ma sperava che gli altri ragazzi lo raggiungessero quanto prima.
La barriera era a forma semicircolare, quanto bastava per tenerli al sicuro, ma stava incominciando a sfumarsi. Harry non aveva più forza nelle braccia e le goccioline di sudore gli scivolavano sugli occhi, facendoli bruciare. Vedeva le sua vene di uno strano color giallo visibili sotto gli strati di pelle delle braccia, come se il fuoco ci stesse passando attraverso, poi si sentì le gocce di sudore freddarsi contro la fronte e una folata di vento che lo aiutò a rigenerare i polmoni affaticati. Girò di poco la testa e vide Anastasia lasciare Jasmine per terra e correre ad aiutarlo, fermandosi prima a dare un'occhiata a Clary. Si mise accanto ad Harry e si lasciò cullare dal vento, alzandosi in altezza, fin sopra la barriera di fuoco. Quando fu abbastanza in alto, vide quegli esseri fatti di terriccio aumentare a dismisura, uscendo da una cavità nel terreno. Lanciò uno sguardo rapido a Clary che stava riacquistando colore sotto un Louis che le premeva due dita sulla fronte, poi urlò ad Harry al di sopra del fuoco e del vento. « Dobbiamo ritardarli ancora un po'. »
Il riccio annuì e spinse ancora di più le braccia, mentre Anastasia dall'alto ritardava i loro movimenti, affaticati come quando si cerca di camminare contro vento. Pezzi di terra si staccavano dai loro corpi, per poi tornare indietro come se fossero attratti da una forza gravitazionale molto potente. Liam e Isabelle non potevano fare nulla, se non aiutare Anastasia a rimanere in aria in momenti di debolezza.
Intanto Sophie vide che la vena sul collo di Clary stava pulsando di meno, mentre i battiti cardiaci tornavano nella norma. Louis le stava sussurrando qualcosa nella mente, con le due dita premute sulla fronte. Aveva la faccia rilassata come se stesse dormendo, e allora capì la leggera differenza tra il suo potere e quello di Jasmine. Lei poteva obbligare a fare determinate cose, al contrario Louis riusciva a riordinare i pensieri in un messaggio tranquillo, come se stesse in una seduta di yoga. Clary incominciò a far tremolare le palpebre, prima che Niall le gettasse un secchio d'acqua sopra che bagnò sia lei, sia Sophie. Clary spalancò gli occhi e si mise seduta, boccheggiando. Si girò verso il biondo che aveva ancora il secchio dondolante in mano, « Ma dimmi, sei normale? » gli urlò, mentre gli altri facevano sospiri di sollievo. Sophie la aiutò ad alzarsi, ma la mora mosse le braccia per liberarsi. « Non ho bisogno del tuo aiuto. » Si girò e vide Harry troppo affaticato, con il peso del corpo scaricato contro il ginocchio piegato sulla strada, mentre le mani gli si avvicinavano alla faccia per la potenza che gli omini stavano esercitando sopra la barriera. Zayn si mise in piedi e fece muovere Beatrice e Sophie lontano da lì. « Prima regola che dovete sapere. » guardò Sophie perché pensava fosse l'unica a non saperlo. « Quando gli altri combattono e il tuo potere non serve, devi uscire dalla battaglia. »
« Ma io non ho nessun potere! »
« A maggior ragione, devi starne fuori. » si passò la mano tra i capelli bagnati, mentre anche il suo viso stava riacquistando colore. « Sento il mio braccio rinforzarsi, ma fin quando non tolgo 'sto gesso di merda, devo stare lontano, come voi. »
Beatrice sbuffò rumorosamente perché anche quella volta non avrebbe potuto far niente. Si erano riparati sotto la chioma di un grande albero che era cresciuto sul bordo della strada, nascondendosi dietro al tronco. Il sole filtrava tra le foglie e passava attraverso gli occhi di Beatrice, rendodoli color cioccolato. Zayn era vestito di nero, con il bianco del braccio ingessato che risaltava su tutta quell'oscurità . Appoggiò la mano sana sulla spalla di Beatrice, stringendola. « Arriverà anche il tuo turno. Devi saper aspettare. »
« Zayn, sai che palle rimanere sempre con le mani in mano? » si portò i corti capelli marroni indietro, mantenendoseli in una finta coda. « Lei può essere giustificata perché non ha nessun dono ed è capitata qui per caso. Io invece ho quello che si direbbe 'un cazzo di potere' ma che non posso mai usare. Che minchiata. »
Zayn spalancò la bocca e tolse la mano dalla sua spalla, spolverandola amichevolmente. Persino Beatrice si stupì di se stessa, in quanto non aveva mai usato un tono del genere, soprattuto nei confronti di chi pensava fosse più antipatico o contro cui non poteva mettersi. Forse era il caso di incominciare a cambiare.
« Beatrice... » Zayn piegò la bocca all'ingiù, annuendo piano. « Mi piaci quando dici parolacce. »
Sophie diede loro le spalle e si sporse per vedere la scena che infuriava dietro di loro. Se solo avesse avuto un potere anche lei...non si era accorta di desiderarlo così tanto, però ci stava incominciando a pensare. Sarebbe tornato davvero utile. Scosse la testa e riprese a prestare attenzione, nel caso fosse successo qualcosa.
Liam era rimasto indietro ed era in posizione di attacco, come anche Niall e Clary dalle parti opposte del semicerchio. Isabelle era di fianco ad Anastasia e la aiutava a mantenersi in equilibrio. Erano visibilmente stanchi, poi Liam urlò a squarciagola e Harry si accasciò di lato, coprendosi la testa con le mani e rannicchiandosi in posizione fetale. La barriera di fuoco scomparve e Niall venne spinto in alto da un'onda imponente apparsa dal nulla, andando sopra quelle figure umanoidi che aumentavano a dismisura. Clary si avvicinò a quella più vicina e aspettò il getto d'acqua di Niall che sommerse tutti quegli esseri. Il biondo si abbassava pian piano, via via che toglieva acqua all'onda per gettarla sugli omini di terra che incominciavano a ripiegarsi su se stessi. Il fango, pensò Sophie, mentre si ritrovava a sorridere di fronte a quella scena. Potevano anche essere rivali, potevano fare tutte le litigate di questo mondo, ma quando c'era in gioco la sicurezza degli altri si davano da fare, creando in un baleno piani geniali. L'onda di Niall era sparita e tutte le figure erano stese a terra, con il terriccio che si scioglieva dando spazio a pozzanghere di fango sotto di esse. Niall si allontanò di scatto mentre vedeva le figure contorcersi per quello che forse era dolore, prima che Clary piombasse sulla scena e si inginocchiasse per terra. Harry si era messo seduto e Liam lo aiutò ad alzarsi e allontanarsi, sempre con gli occhi puntati sulla ragazza che allungò di nuovo le braccia verso terra. Anastasia e Isabelle tornarono con i piedi per terra, avvicinandosi agli altri. Solo Niall era quello più vicino, ma dovette allontanarsi nel momento in cui Clary fece aprire un varco persino più largo e profondo dei precedenti, facendo cadere dentro tutti quelle figure per metà sciolte. Quando precipitavano, si sentivano dei sussurri che forse erano le loro grida, prima di essere inghiottiti nell'oscurità. Mentre gli ultimi omini precipitavano nelle profondità delle terra, tutte le spaccature circostanti si richiusero, facendo tornare la strada com'era prima. Quando anche l'ultima pozzanghera di fango venne risucchiata nel varco, anche quella voragine si chiuse, lasciandosi dietro un silenzio inquietante. Clary alzò lo sguardo e sorrise soddisfatta, passandosi un braccio sulla fronte e stendendosi sull'asfalto. Niall si sedette per terra e si lasciò andare a sospiri di sollievo, mentre tutti gli altri incominciarono ad avvicinarsi. Zayn e Beatrice uscirono per ultimi da dietro l'albero, quando invece Sophie si era buttata prima a capofitto.
Il sole del primo pomeriggio brillava sopra di loro, riflettendosi sul mare calmo più in basso. Harry lasciò Liam e andò da Clary, facendola rimettere in piedi, mentre Niall si ricongiungeva agli altri saltellando come un bambino. Tutti si diedero delle leggere pacche sulle spalle, tranne Clary e Harry che poco più in là si stavano abbracciando. Nessuno ci fece caso, perché sembrava una cosa normale in quel momento, ma il loro era un abbraccio di ringraziamento per la protezione ricevuta, sia di congratulazioni per il piano riuscito. Si staccarono sorridendosi a vicenda e si unirono agli altri che si stavano stringendo in un abbraccio di gruppo.
« Ragazzi, due battiglie vinte nel giro di qualche ora! »
Alcuni scoppiarono a ridere e si strinsero tra loro, tutti tranne Sophie che rimase in disparte, appoggiata alla macchina nera. Era il loro momento, non il suo, e non c'entrava assolutamente niente con tutto quello che era successo e che sarebbe successo. Si stava guardando la punta rovinata delle converse che aveva ai piedi, mentre si aggiustava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, non accorgendosi di una testa che aveva fatto capolino da quell'intrico di teste e braccia strette tra loro, e che si staccò di poco per sfiorare il braccio di Sophie.
Harry le sorrise e le fece un cenno del capo verso quell'abbraccio fittissimo. Non aveva idea di cosa stesse facendo nè il perchè, gli sembrava una cosa normale da fare in quel momento e si lasciò guidare dal suo istinto. La ragazza rimase senza parole, e nonostante non potesse crederci - andiamo, il ragazzo che la odiava da quando era apparsa nella loro storia, le stava davvero sorridendo come se non fosse successo nulla? - si staccò con un rapido movimento del corpo dalla macchina e si fece afferrare il braccio da Harry che la fece diventare parte integrante di quell'abbraccio collettivo.

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