Ho deciso, gli adulti fanno cagare
Nate POV
Posso farvi una domanda?
Bene.
Da quando si può mettere in punizione una persona perché non vuole uccidere in un duello mortale un'altra persona?
Aspettate, vi spiego meglio cos'è successo.
Tantalo era furioso perché aveva scoperto che se n'erano andati anche Percy, Annabeth e Tyson, l'ultimo "special guest" di Poseidone.
E così, il nostro nuovo direttore del campo nonché mostro resuscitato dal tartaro era talmente iroso che peggiorava sempre di più le attività del Campo.
Ad esempio, al tiro con l'arco i bersagli li tenevano dei ragazzi, e i bersagli si erano notevolmente ristretti, perciò potete capire quante frecce in posti in cui dovevano essere.
Solo chi era stato riconosciuto dal proprio genitore divino poteva buttare una porzione di cibo e fare una preghiera agli dei, perciò metà campo stava zitto, tra cui me, Santos, e Angi.
In più i combattimenti dovevano essere praticamente come quelli dei gladiatori al Colosseo, e io e Connor Stoll siamo stati i primi due a combattere.
Siccome l'avevo battuto (controvoglia) Tantalo mi guardò sogghignando.
"Però, non male per un'indeterminato" mi disse.
Il campo calò in un silenzio di tomba.
Io domandai giù l'acido che mi era salito in gola e mi girai verso Connor che borbottava qualcosa, seduto a gambe incrociate.
Gli tesi una mano per aiutarlo ad alzarsi.
"Oh no ragazzo. Ora lo devi ferire."
Mi fermai.
Poi mi girai verso Tantalo.
Avevo sentito male giusto?
Anche Connor guardò il direttore con espressione stravolta.
Tutti gli abitanti del campo Mezzosangue si bloccarono alle sue parole.
"Scusi" chiese uno dei figli di Atena.
"Ma non può dire sul serio" constatò.
Tantalo fece una smorfia.
"Certo che posso. Se non si ferisce o tramortisce l'avversario che combattimento è? Forza, non siate sciocchi. E tu" disse indicandomi. "Datti una mossa. Non abbiamo tutto il giorno."
Connor mi guardò terrorizzato.
Io invece fissai Tantalo, furioso.
"No. No. No. Assolutamente no." Affermai risoluto.
"In un combattimento si ferisce l'avversario solo se necessario. E qui non lo è. Per niente." Dissi incrociando le braccia e fissando i miei occhi in quelli grigi e spenti di Tantalo.
"Osi disubbidirmi?" Chiese Tantalo indignato.
Per tutta risposta gettai la spada a terra, il più lontano possibile da me.
Tantalo si alzò.
I ragazzi del campo sussultarono.
Connor si allontanò piano, rimettendosi in piedi.
"Nathaniel Ivanov, giusto?" Mi chiese.
Annuii deglutendo.
Lui con un dito mi indicò la foresta scura, da cui provenivano rumori inquietanti.
Sorrise compiaciuto.
"Vai lì Nathaniel. E non tornare fino a quando non avrò deciso che il tuo irrispetto nei miei confronti si sia estinto."
Oh bello, se è così rimarrò in quella foresta per tutta la vita, pensai.
E poi irrispetto non esiste come parola.
Diedi un calcio alla spada furioso , fissando Tantalo nel punto in cui ci doveva essere la sua anime se ne avesse avuta una.
Tantalo si girò verso gli altri semidei, che stavano protestando.
"Chi si trova in disaccordo con le mie decisioni?" Chiese il direttore.
In molti alzarono la mano.
Ma la prima fu Olivia, con espressione furiosa.
Tantalo la indicò.
"Tu" disse . "Sei figlia di Atena giusto?" Le chiese.
Olivia annuì.
"Mi deludi, credevo che con una madre tanto saggia avresti saputo prendere la decisione giusta" disse Tantalo fingendosi dispiaciuto.
Olivia si strinse forte un lembo della maglia arancione del campo, probabilmente per calmare l'istinto omicida che le stava salendo.
"Oh be'" continuò Tantalo.
"Se anche tu hai intenzione di non ubbidirmi , sei libera di seguire il ragazzo" disse Tantalo.
Olivia non disse nulla, ma quando si alzò e passò accanto al nuovo direttore lo fulminò con lo sguardo, gli occhi improvvisamente blu che fiammeggiavano di rabbia.
Mi raggiunse e incrociò le braccia al petto, continuando a fissare Tantalo con odio.
Tantissimi altri provarono a raggiungerci, urlavano che era sbagliato, ingiusto e tantissime altre cose sacramente vere, ma Tantalo li bloccò tutti indignato.
"Fermatevi immediatamente voi" disse agli altri ragazzi
"Tornate subito alle vostre cabine per l'ispezione. Che sarà fatta da me" aggiunse come una minaccia mentre Eric dietro di lui teneva ferma Sol che stava per aggredire Tantalo con una mazza da baseball.
Anche Cassie e Arianna e Angelica stavano trattenendo Giada che stava provando a strangolare Tantalo.
E non vi dico Esmeray, che stava andando a prendere un lanciafiamme da Luca.
"Io vado con loro" disse una ragazza coi capelli rossi, lunghi fino ai fianchi.
Tantalo ringhiò. "Benissimo. Ma sei l'ultima, novellina." Disse.
La ragazza nuova ci raggiunse.
Era più bassa di me di qualche centimetro, ma più alta di Olivia di una spanna buona.
Tantalo ci fece un gesto che stava a significare: "smammate"
"Scomparite dalla mia vista tutti e tre." Ci disse rabbioso.
Poi chissà come riuscì a riportare i semidei alle proprie cabine mentre noi tre ci avviavano verso il bosco.
"Io non ci posso credere. Si può essere più ipocriti?!" Chiese Olivia tirando un calcio ad un sasso, per poi fare una smorfia di dolore accorgendosi che il sasso era troppo duro.
"Direi proprio di no. Scusate ma da quant'è che quello è a comando del campo?" Ci chiese la rossa.
Io sbuffai. "Sarà una settimana." Lei inarcò un sopracciglio.
"E prima chi c'era?" Chiese.
Stavo per rispondere ma Olivia mi precedette.
"Conosci Chirone? Quello dei miti, che ha addestrato tutti i più grandi eroi?" Chiese la figlia di Atena.
"Sì " annuì la ragazza.
"Esatto, è lui."
La nuova sembrò sorpresa.
"È ancora vivo?" "Oh sì. E di sicuro e milioni di volte meglio di Tantalo" affermai io.
Olivia annuì, poi scomparì sotto ad un cespuglio in cerca di bacche da mangiare.
Io mi girai verso la ragazza nuova.
"Come ti chiami?" Le chiesi.
"Evelyn Hughes. Per gli amici Eve." Disse stringendomi la mano.
Olivia riemerse dal cespuglio improvvisamente incuriosita dalla conversazione.
"Hai un accento molto poco americano. Di dove sei?" Le chiese.
"Vengo dal Galles. Ho recentemente scoperto che il mio migliore amico è un satiro e mi ha portato qui." Le rispose Eve.
Olivia annuì.
Non era la prima volta che sentivamo questa storia.
"E sei già stata riconosciuta?" Le chiesi io.
Eve alzò le spalle.
"No" disse. "Ma sto bene così. A casa ho un sacco di fratelli e la cabina 11... bè mi fa sentire a casa. Rumorosa, piena di persone che ti fregano le cose e che vorresti picchiare."
Olivia rise.
Guardai la figlia di Atena sottecchi.
La nuova ragazza la interessava fin troppo.
Tornai a concentrarmi su Eve.
"Comunque anch'io sono indeterminato. Purtroppo per te può durare per anni se non.... per sempre" dissi rattristandomi all' idea.
Non si contavano le notti in cui volevo che mia madre mi riconoscesse, che mi facesse sentire come se tenesse a me.
Volevo sapere che effetto faceva essere amati a quel modo.
Ma credo che non lo scoprirò mai.
"Quindi, visto che dobbiamo rimanere qui fino a nuovo avviso.... che ne dite di cominciare a costruire una capanna?" Propose Olivia.
Così ci dividiamo nel bosco per cercare rami, foglie e qualsiasi cosa che potesse essere utile alla costruzione.
Io non trovai cose molto utili, uno o due rami abbastanza spessi da fare due gambe di una sedia ma troppo corti, un paio di foglie secche per il fuoco e 4 pietre.
Purtroppo, quando tornai al punto di raccolta e vidi Olivia, notai che non era messa meglio.
Aveva raccolto molti più rami di me, però troppo piccoli per essere di concreta utilità, e foglie secche anche lei.
Ci guardammo sconsolati.
Sarebbe stata una luuuuunga notte..
O almeno lo sarebbe stata se non avessimo avuto Eve con noi.
Quando tornò, era piena di assi, rami enormi, foglie così grandi da poterci fare da coperte.... tutto ciò che ti davano nei Reality shows.
La guardammo a bocca aperta e lei arrossì.
"Li ho trovati..." spiegò.
Possibile che io e Olivia avessimo trovato giusto il materiale per una mini casa delle bambole e che Eve invece aveva trovato abbastanza materiale per un condominio a dimensioni naturali?
Olivia e Eve si accinsero a costruire la capannetta mentre io cucinavo.
Sì, al campo mezzosangue i gender roles vanno a farsi fottere, com'è giusto che sia.
Eve ed Olivia rimasero a chiacchierare quasi tutta la notte, parlando delle loro famiglie, discendenze ascendenze missioni amici nemici e cose varie, mentre io provavo ad eliminare le loro voci dalla mia testa e ad addormentarmi
Ci riuscii soltanto una volta che tutte e due le ragazze avevano chiuso gli occhi.
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