Capitolo 4
Di fronte a me c’era un ragazzo in pigiama, suppongo. Aveva i capelli lunghi e ricci, gli occhi smeraldo, magro e molto alto. Mi scrutò dall’alto in basso senza preoccuparsi minimamente che potessi vederlo. Si fermò su mia sorella che si nascose dietro le mie gambe. Alzò lo sguardo e i suoi occhi si fermarono sui miei blu.
“tu saresti?”
Chiese lui guardandomi stranito. Una strana sensazione si formò all’interno del mio petto e un senso di dispiacere mi assalì. Non si ricordava di me…
“n-non ti ricordi?”
Dissi quasi sotto voce.
“scusa?”
Chiese non avendo capito.
“s-sono Renèe…Renèe Cooper!”
Dissi raddrizzando la schiena.
“R-Renèe?! – sgranò gli occhi – quella Renèe?!”
Sembrava sia preoccupato che sbalordito.
“s-si…”
Dissi semplicemente.
Io l’avevo riconosciuto…eccome se l’avevo riconosciuto. Come si dimenticano due occhi così? Dei capelli così ribelli e un sorriso così splendente? La voce era cambiata, e non poco, la sua minuta voce di quando aveva otto anni era diventata una voce roca e profonda che fece rabbrividire anche me.
“io sono Harry…Harry Styles! Ti ricordi?”
Chiese con un accenno di sorriso.
“si. Mi ricordo!”
Dissi sorridendo timidamente. I suoi occhi, subito dopo, si posarono su mia sorella, ancora nascosta dietro di me.
“e lei chi è?”
Chiese abbassandosi sulle ginocchia.
“lei è mia sorella Leila!”
Accarezzai i capelli a mia sorella che stringeva la mia gamba, intimorita da Harry.
“quale numero è questa?”
Capii la domanda. Si riferiva a mio padre, a quello che faceva con le donne.
“come mai è con te e non—“
Prima che potesse continuare lo fermai.
“Harry! Devo parlarti.”
Dissi semplicemente.
“si…come mai sei qui?”
Chiese.
“esattamente…mio padre è andato via per lavoro e mi ha detto che dovevo venire a vivere qui, da Anne.”
Mi guardò stranito.
“Anne? – chiese corrugando la fronte – non vive qui..”
Disse semplicemente.
“oh…”
Perché allora ci aveva mandato da lui?
“Renèe…mia madre vive in America. Io invece ho deciso di vivere qui.”
Il sangue mi si gelò nelle vene.
“c-come no? M-mio padre ha parlato con lei!”
Dissi mettendomi i capelli all’indietro.
“mi dispiace…avrà mentito. Lei non è qui!”
Stava per chiudere la porta ma lo fermai.
“vorresti lasciarci qui? In mezzo alla strada?!”
Dissi indignata. Ma questo ragazzo il cuore dove l'aveva messo?
“cosa posso fare io? Hai detto che cerchi mia madre, bhe non è qui!”
Rispose duramente.
Aprii la bocca per dire qualcosa che non uscì.
“mi dispiace…”
Disse appoggiandosi alla porta.
“i-io…ho una bambina con me. Non posso tornare casa, mio padre si è preso le chiavi e non so cosa posso fare, se hai anche un minimo di cuore faresti qualcosa.”
Risposi stringendo i pugni mentre i miei occhi pizzicavano.
Mi guardò negli occhi e non riuscii a reggere il suo sguardo così lo abbassai. Cominciai a torturarmi le mani in attesa di una sua risposta.
“potete stare qui…”
Sospirò.
“veramente?”
Il mio sguardo si illuminò.
“si…in fondo…siamo stati fratelli”
Fece spallucce e per poco non gli saltavo addosso per abbracciarlo.
“Renèe?”
Sentii una tenera voce sotto di me e mi girai.
“si?”
Dissi abbassandomi alla sua altezza.
“ho paura, voglio tornare a casa…”
Abbassò lo sguardo ed il mio cuore si strinse..
“Leila…n-non si può! Staremo qui per un po’! almeno fin quando non torna papà…”
Dissi abbracciandola.
“dove sono le vostre valigie?”
Chiese Harry!
“nella macchina, le vado a prendere.”
Andai verso la macchina lasciando Leila con Harry.
Mentre prendevo le valigie sentii Leila chiedere qualcosa ad Harry.
“hai i fogli per disegnare?”
Risi a questa domanda.
“bhe…si”
Le rispose lui. Sembrava molto impacciato.
“e mi farai stare sveglia a guardare la tv?”
Non fece in tempo a rispondere che arrivai io con le valigie.
“mi aiutate?”
Dissi quasi cadendo.
Harry le prese e le portò in casa. Era veramente bella, i pavimenti in parquet, il salone era attaccato alla cucina e non c’erano muri a separarli, c’era solo un lieve rialzamento del parquet che indicava la fine del salone. Al centro c’era un tavolino e a destra e , girato verso il tavolino, c’era un divano a ‘L’. Al muro a sinistra c’era una TV al plasma, mentre a destra delle scale che portavano alle camere da letto, suppongo.
“vuoi camminare o ti fermi qui per molto?”
Lo guardai, distraendomi dai miei pensieri, e vidi che aveva le mie grandi valigie in mano e che non riusciva a passare. Salimmo le scale e ci trovammo un corridoio a sinistra. Lo percorremmo.
“allora: quella è la mia stanza, quindi non si entra. – disse indicando l’ultima porta – questa è la tua – indicò me – e questa è la tua disse a Leila – tutto chiaro?”
Chiese infine.
“si, ma…il bagno?”
Chiesi un po’ imbarazzata.
“il bagno è quello!”
Indicò la porta accanto alla stanza di Leila. Dalla parte sinistra c’era la stanza mia e di Harry, a destra quella di Leila ed il bagno.
“ora non disturbatemi! A dopo!”
Che caratterino. Questo ragazzo era leggermente lunatico. Lo vedemmo sparire nella sua stanza e gli occhi grandi di mia sorella mi scrutarono.
“ora che si fa?”
Chiese impaziente. Bella domanda…
“bhe…disfiamo le valigie..”
Dissi e ognuno andò per conto proprio. Entrai nella mia stanza, non era niente male. Era abbastanza spaziosa. Di fronte a me c’era un letto, di fronte i piedi del letto, a destra, c’era un armadio, accanto al letto c’era un piccolo comodino con sopra una lampada e con dei cassettini per depositare degli oggetti. Al muro, dove si trovava la porta, c’era un tavolo con, anche qui, una lampada. Accanto al tavolo c’era una libreria con pochi libri. Mi avvicinai e vidi che c’era un libro di Shakespeare e altri libri che non conoscevo. Dopo aver depositato i vestiti nell’armadio, misi i miei libri nella libreria, il mio computer sul tavolo e aggiustai il letto con le coperte, che mancavano. Attaccai con dello scotch e delle piccole spille, che avevo portato, delle fotografie al muro dove era attaccato il tavolo. Dopo aver sistemato mi affacciai alla finestra, sul muro ai piedi del letto.
Il tempo non era dei migliori, c’erano delle nuvole che minacciavano pioggia, ma non c’era neanche una goccia. Vedevo la mia macchina parcheggiata di fronte la casa, vidi il giardino curato e pieno di fiori. Un sorriso spuntò sul mio viso. Ma la felicità non la sentivo. Sentivo preoccupazione, disagio e paura…paura che mio padre non sarebbe tornato, paura che non sarei più tornata a casa, paura che mia sorella non sarebbe cresciuta con un padre accanto. Ci ero passata già io…mio padre non stava mai con me. Ero sempre da mia nonna! Sentivo in me un senso di angosci che mi spaventava. Avrei voluto avere un’infanzia felice, con una mamma, un papà da abbracciare…ma non era stato possibile, il destino mi aveva portato via tutto,aveva portato via per prima mia madre, poi mio padre ed infine la mia casa. Non volevo che mia sorella passasse la mia stessa infanzia…ma da sola non potevo farcela. Cercavo sempre di dargli tutto l’affetto di questo mondo…ma lei chiedeva spesso della mamma…ma io non la conoscevo, sua madre.
“Renèe! Io esco!”
Disse in tono duro mio padre. Avevo 10 anni e avevo appena finito di disegnare la mia famiglia, mio padre, mia nonna e me.
“aspetta papà! Tieni!”
Gli porsi il foglio ma non mi ascoltò, così glielo misi nella sua cartella d’ufficio, sperando lo vedesse. Prima di andarsene la prese ed io ero felicissima. Speravo in un abbraccio, in un 'grazie', ma la reazione fu diversa.
Quando tornò a casa era arrabbiato, distrutto, affranto.
“Renèe!”
Urlò con la sua possente voce.
Corsi al piano di sotto e gli andai in contro sorridendo, ma non ne ricevetti uno in cambio.
“ma cosa ti passa per la mente?! Cosa ci fa questa schifezza nella mia cartella? Mi hai fatto fare brutta figura di fronte al capo!! – poi sussurrò – cazzo.”
“i-io…non volevo…”
Abbassai la testa.
“non. Piangere.”
Disse serio.
Scossi la testa e salii in camera mia.
…
“Renèe!”
Una voce profonda mi fece spaventare! Mi girai e trovi Harry sulla porta.
“ti sto chiamando da un’ora! Vieni a mangiare?”
Chiese seccato. Annuii e scendemmo di sotto. Andammo nella cucina e ci sedemmo al tavolo.
Nei piatti era sistemata della pasta al sugo.
“hai cucinato tu?”
Chiesi sedendomi.
“chi se no?”
Disse scorbutico. Sembrava ce l’avesse con me…
“mmh buona!”
Dissi guardandolo con sospetto.
“tu come la trovi…Leila giusto?”
Annuì con la testa senza parlare.
“domani si va a scuola Leila!”
Dissi cambiando discorso. Annuì di nuovo. Quella sera non mangiò molto, non era mai successo.
“bhe allora buonanotte!”
Disse Harry, e sparì di nuovo in camera sua. Chissà perché non voleva che entrassimo.
Prima di andare in camera a dormire rimasi un po’ con mia sorella.
“allora…come ti sembra questo posto?”
Le chiesi mettendola a letto e rimboccandole le coperte.
“Harry fa paura…”
Disse portandosi il lenzuolo sul viso. Mi misi a ridere.
“ma no…fa un po’ impressione!”
Si mise a ridere.
“domani si comincia! È come a Brighton, passa il pulmino e ti porta a casa! Va bene? Io arriverò più tardi, nel frattempo stai con Harry.”
Dissi accarezzandole il viso.
“ma io ti voglio aspettare!”
Disse guardandomi con i suoi occhioni.
“no Leila...devi tornare qui perché io torno tardi…non ti farà niente Harry! Ne sono più che sicura!”
Risi e le diedi un bacio in fronte. Le diedi la buonanotte e andai in camera mia.
...
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#SPAZIOME#
Heilá bella gente! Che ne dite del capitolo? Se avete amiche, amici a cui piacciono i one direction suggeritela!
Vorrei sapere cosa ne pensate! Scrivetelo in un commneto! Grazie per tutti i bellissimi commenti! ❤❤
(Continuerò a +40 commenti)
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