Capitolo 12

"Tutto bene?"
Una voce profonda mi fece risvegliare completamente.

"si, sto bene."

Mentii.

"no, non è vero..."

Rispose ed io lo guardai stranita. Non volevo dirgli dei miei sogni, non volevo aprirmi con lui, avrebbe usato tutto questo contro di me, ho visto com'era diventato, come non ha mostrato emozioni quando ha detto a quella ragazza che non la voleva veramente... non volevo essere vulnerabile, non volevo essere debole vicino a lui, non volevo né dovevo piangere, avrebbe capito...

"si, sto bene, non preoccuparti."

Mentii nuovamente.

"Renèe...non dire che stai bene quando non è vero, non ti aiuta."

Cercò di rassicurarmi, ma non funzionò.

"Harry, sto bene, e poi cosa te ne importa a te? Non hai detto che mi odi?"

Non lo guardai.

Corrugò la fronte e serrò la mascella.

"sto...sto solo cercando di aiutarti...cazzo."

Ammise, stava cercando di stare calmo ma non sembrava riuscirci.

"va bene...okay..."

Dissi.

"vuoi...vuoi parlarne?"

Chiese chiaramente imbarazzato.

"non credo..."

Ammisi abbassando la testa, avevo voglia di piangere, ma se lui continuava a stare qui non potevo.

"comunque domani dobbiamo parlare, e molto!"

Disse prima di uscire dalla camera. Un brivido percorse la mia schiena, annuii e se ne andò.

Sbuffai , poggiai la testa sul cuscino e le mani tra i capelli.

Delle lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi blu e cercai disperatamente di non farne cadere altre, ero stufa di piangere tutto il tempo, di essere così emotiva...non volevo.

...

La mattina seguente mi svegliai con la mia sveglia delle sette e mi alzai svogliatamente dal letto caldo. Mi incamminai e appena aprii la porta vidi mia sorella che stava per bussare.

"buongiorno!"

Le sorrisi accarezzandola.

"stai bene? Ieri hai urlato..."

Chiese e mi paralizzai. Solo un'altra volta me l'aveva chiesto, di solito se lo teneva per se o non so...ma non sapevo veramente cosa dirle.

"sto bene Leila...tranquilla!"

Appena dissi quella frase Harry passò e mi guardò male. Si fermò e accarezzò mia sorella, che gli sorrise.

"vado a preparare la colazione..."

Dissi lasciandoli lì.

Scesi velocemente le scale e andai in cucina. Preparai il caffè, latte e dei toast. Cominciai a canticchiare un motivetto orecchiabile di MTV, e finii per cantare insieme a Bruno Mars. Aprii la mensola in alto e cercai di prendere delle tazzine, ma la mia altezza me lo impedii, infatti, appena sfiorai una tazzina questa cadde miseramente ed io saltai all'indietro lasciando uscire un gridolino.

"cazzo..."

Imprecai...

"i ruoli si sono invertiti?"

Mi derise una voce roca dietro di me. Mi girai e lo vidi senza maglia e solo con dei jeans neri attillati. Le guance andarono in fiamme e lui se ne accorse perché lo vidi ridere e mettersi una camicia bianca, lasciata aperta sulla parte superiore del petto. Come faceva ad essere così perfetto? Cioè...no. non era perfetto, era un comunissimo ragazzo di vent'anni. Vero?

"no...cioè..."

Balbettai e lui si avvicinò allo sgabuzzino prendendo una scopa e porgendomela.

"scopiamo?"

Rise, il suono più bello che abbia mai sentito. No! Ma che cazzo...? Non è vero, basta...lui è...lui.

"dammi qua!"

Risposi nascondendo un sorriso. Mi porse la scopa e pulii i cocci della povera tazzina bianca. Riposai la scopa e buttai i cocci nella spazzatura, quando mi girai lo vidi seduto sulla sedia al pianoforte che mi fissava con sguardo cupo, perso.

"grazie tante per l'aiuto..."

Scherzai e lui sembrò ritornare sulla terra. Dovevo ammettere che più lo guardavo più capivo che era attraente, aveva una mente scomposta, quello che faceva con le ragazze era sbagliato, ma il suo passato fu abbastanza turbolento, un po' come il mio. Solo che io avevo una mente disordinata, tra le nuvole, mentre lui sembrava perfetto nella sua imperfezione. Non mostrava alcuna emozioni, mentre io le esternavo anche quando non volevo, e spesso. Non riuscivo a leggerlo, non riuscivo a capirlo, non riuscivo a capire cosa gli passasse per la mente, non capivo se era triste, felice o preoccupato. Sembrava solo disinvolto, sembrava che nessuna emozione lo colpisse...come se fosse apatico. Solo quando ha bevuto vidi uscire qualche emozione, si è confidato, non volendo, con me. Io invece avevo paura, non sapevo di cosa ma ce l'avevo. Lui mi promise di proteggermi, ma eravamo piccoli ed ingenui. Eravamo cresciuti e non potevamo basarci sul passato, dovevamo guardare il futuro... sono sempre stata abbastanza chiusa, non ho mai detto a nessuno di mia madre, di mio padre, ed eccomi qui con Harry che sa di mio padre. Ma come avrebbe potuto non saperlo? Sua madre ci passò...era così dolce con me.

"hei! Ci sei?!"

Sentii la sua voce impaziente e vidi la sua mano che sventolava di fronte il mio viso. Non mi ero accorta che era di fronte a me e la sua imponenza mi inquietava.

"scusa! Ero...stavo pensando..."

Balbettai.

"comunque va bene?"

Chiese andando verso il tavolo...ma cosa non capiva del fatto che non lo stavo ascoltando?

"Harry... - si girò verso di me - non ho sentito la domanda..."

Dissi guardandolo torva.

"ti ho detto che ti accompagno io a scuola."

Disse duramente.

"non mi sembra una domanda..."

Dissi a bassa voce e lui sbuffò.

Dopo poco mia sorella scese e si sedette a tavola.

"Renèe?"

Mi richiamò ed io alzai il viso dal mio caffè.

"posso invitare Matt a casa oggi?"

Chiese diventando rossa.

"si"

"no"

Io ed Harry parlammo insieme.

"cosa? Perché no?!"

Lo guardai male.

"perché non voglio mocciosi per casa"

Disse a bassa voce mentre Leila ci guardava stranita.

"non sarai tu a rovinarle la sua prima cotta. Non ti impicciare."

Dissi tra i denti a bassa voce.

Contrasse la mascella e mi guardò male, ma poco importava.

"certo, lo puoi invitare"

Sorrisi e lei ricambiò a trentadue denti. Era così dolce e non volevo che le rovinasse la sua prima cotta..

"vestititi, ti accompagno! Leila il tuo pullman sarà qui fra poco."

Disse Harry alzandosi.

"non puoi accompagnare anche lei?"

Chiesi.

"il suo pullman arriva fra poco, suona prima la sua campanella..."

Annuii.

Salimmo di sopra e andai a prendere i vestiti. Decisi di mettere una gonna nera con le pieghe e una maglietta bordeaux a maniche corte attillata, dentro la gonna e le mie Dottor Martens dello stesso colore della maglietta. Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, dopodiché mi vestii, mi truccai e scesi di sotto.

"è proprio vero che le ragazze dormono in bagno."

Sbuffò.

"ci ho messo pochissimo."

Mi lamentai.

"se questo è metterci poco allora io sono brutto."

Sorrise. Spalancai la bocca per il suo commento, si credeva bello? Bene gli avrei fatto passare la voglia.

"bhe...allora ci ho messo molto, molto poco."

Dissi facendogli l'occhiolino uscendo di casa. Prima che potessi mettere piede fuori mi tirò dal braccio facendomi rientrare.

"cambiati."

Ordinò.

"cosa?"

Lo guardai stranita non capendo.

"non andrai a scuola conciata così!! Cambiati. Ora."

Ordinò nuovamente.

"Harry! Non voglio che mi dici quello che devo fare, e poi non mi cambierò, non succederà niente, sarò in compagnia e non sarò da sola."

Chiarii. Ma che problemi aveva questo tizio? Non poteva dirmi quello che dovevo fare.

"non me ne frega un cazzo con chi sarai o meno, ti ho detto di cambiarti e ti devi cambiare."

Era uno scherzo o diceva sul serio?! Un minuto fa scherzavamo ed ora stavamo litigando...

"no. Non mi cambierò per un tuo capriccio Harry! Non sei nessuno, non mi puoi comandare, e te l'ho già detto."

Cercai di tenere la mia posizione.

"esci. Ora."

Ordinò nuovamente, aveva gli occhi scuri, la mascella contratta e i pugni chiusi lungo i suoi fianchi. Uscii di casa, dopodiché sentii la porta sbattere dietro di me e mi girai di colpo...

"ma che!?"

Mi aveva sul serio lasciata lì?! Ma che problemi aveva questo ragazzo?! Non lo sopportavo più. In quel momento lo odiai a morte. Non poteva avermi lasciato veramente a piedi!!

Rassegnata e arrabbiata cominciai a camminare lungo il marciapiede, gliel'avrei fatta pagare. D'un tratto una macchina bianca si fermò accanto a me, quando mi girai mi rasserenerai vedendo dei capelli biondi.

Harry's pov

Cazzo. Non la sopportavo più. Ragazza più cocciuta di lei non esisteva. Santo cielo. Non poteva semplicemente indossare dei fottutissimi jeans e una fottutissima felpa come facevano tutte le fottutissime ragazze?!

Mi dovevo calmare e pensare bene, veramente ero geloso per come si vestiva e di con chi stava? Non potevo...cioè non potevo non esserlo, dovevo proteggerla. L'ho promesso...e poi sento di avere un legame con lei, forse nullo, forse invisibile, ma dovevo proteggerla cazzo. Non potevo lasciarla sola con Liam, Zayn e James in giro. Cazzo. Se Liam l'ha toccata alla festa giuro che lo uccido. Non bastava suo padre nella mia vita, no...anche il figlio.

Ma non poteva importarmene. Io mi facevo Giuly e lei...bhe chi vuole...giusto? No. Si. Si, lei può farsi chi vuole. Perché mi importa tanto? Siamo stati insieme da piccoli punto. Non c'è, e non ci sarà mai niente fra di noi. Io non sono geloso di lei e a lei non deve fregare un cazzo di me. Siamo diversi, troppo diversi per...per qualunque cosa, santo cielo.

'certo, allora perché sei geloso?'

Ovviamente si doveva immettere il mio subconscio. Muori bastardo. Non ero geloso. ero protettivo verso di lei...solo verso di lei...no. Ero un po' protettivo e legato a lei in un modo assurdo, stupido, da cazzoni. Si, ero un cazzone, non ero geloso.

E per la mia cazzonaggine ora lei era chissà dove con chissà chi...oh no. E se Zayn l'ha vista? E se l'ha portata in un vicolo?! Cazzo. Ma cosa ho fatto?!

Mi alzai di scatto dal divano e andai verso la porta.

No. Non dovevo andare a controllare a scuola. Cosa mi stava succedendo? Non potevo essere preoccupato per lei... mi dovevo sedere e rilassarmi, basta....

Renèe's pov

Io e Niall arrivammo a scuola in tempo, per fortuna, e andammo ognuno nella propria aula. Lo ringraziai milioni di volte in macchina, e gli raccontai cosa successe, e le sue parole furono "è uno stronzo"...bhe, aveva ragione...

"uno stronzo sexy però.."

No. Per niente, non lo era...okay forse un po'. Ma niente di che. Era irritante, antipatico, e...

"sexy"

No!!

"hei Renèe ci sei?"

La voce di Sophia mi fece ritornare alla realtà.

"cosa?"

Chiesi, scuotendo la testa per cacciare tutti quei pensieri assurdi.

"come è andata ieri?"

Ripeté.

"bene...credo"

Non avevo intenzione di dirgli di Liam, di Zayn o di Harry.

"come credi?"

Rise.

"bhe...no è andata piuttosto bene - mentii - sai che sono nuova per le feste.."

Cercai di forzare un sorriso.

"si bhe...comunque scusa se non sono venuta, ma i miei sono partiti e ho aiutato mia sorella a riordinare casa, dato che tornano oggi."

Spiegò.

"oh bhe, fa niente...almeno c'era Niall.."

Sorrisi e lei ricambiò.

"si, è simpatico no?"

Sorrise ancora.

"si, è veramente simpatico, e sembra un buon amico"

Ammisi.

"si, lo è."

Confermò.

"c'è una rissa in cortile corri!!"

Sentimmo due ragazze parlare mentre correvano.

Io e Sophia ci guardammo e fermammo un'altra ragazza.

"che succede in cortile?"

Chiesi.

"Liam si sta picchiando con uno più grande, dicono sia carino, riccio e alto.."

Rise insieme alle sue amiche e corsero via anche loro..

"oh cazzo."

No. Non poteva...nono, non poteva essere lui...no, oddio.

Presi per mano Sophia e cominciammo a correre verso il cortile. Una folla di studenti era in cerchio e urlava.

Cazzo.

Mi feci strada tra quelle persone e arrivai davanti vedendo...oh Dio.

Il cuore smise di battere quando vidi la figura di Harry. Cazzo no. I suoi occhi verdi erano molto più scuri, i pugni serrati e il petto andava su e giù. La mascella era contratta, faceva paura. Piccoli brividi cominciarono a corrermi su per tutto il corpo...la paura si impossessò di me e non riuscii più a muovermi. Harry non mi aveva visto, e neanche Liam, con il suo sorriso strafottente. Non stava succedendo seriamente, non poteva...

"Liam. Cazzo. Ti faccio il culo di fronte tutta la scuola se non rispondi."

Urlò Harry chiaramente infuriato.

"e se...ti dicessi che me la sono scopata per bene? Questo ti farebbe infuriare?"

Provocò Harry e la mia testa cominciò a pulsare...stavano parlando di me...?

"ti spacco la faccia!!"

Urlò Harry andandogli incontro. Sapevo che l'avrebbe picchiato, Liam non si sarebbe riuscito a difendere dalla sua furia, era molto più forte di lui. Dovevo fare qualcosa, non potevo lasciarli fare, ma cosa potevo fare? Ero solo...io. Anche se odiavo Liam, dovevo allontanare Harry da lui, subito, o sarebbe finito in ospedale.

"e dai, provaci, o e comunque è veramente sexy senza niente addosso."

Sentii un coro urlare "oooh".

Appena vidi Harry andargli addosso il tempo sembrò rallentare, corsi in mezzo a loro e misi le mani sul torace di Harry. Liam aveva indietreggiato quasi spaventato ed Harry si bloccò in tempo, mi avrebbe buttato per terra facilmente se continuava a muoversi. I suoi occhi finirono in basso su di me. I miei invece erano serrati e ci fu un silenzio di tomba. Avevo presupposto che mi sarei ritrovata per terra, dolorante, a causa di Harry, pensavo mi avrebbe colpito...

"Renèe. Va via."

Ordinò lui guardandomi.

"no. Non me ne vado."

Dissi arrabbiata e spaventata.

"Renèe cazzo."

Non stava urlando ma sentivo che era irritato e aveva i denti serrati.

"per favore ascoltami-"

Prima che potessi parlare mi fermò.

"no, ascoltami tu. È vero quello che ha detto?!"

Disse sempre senza urlare, ma con voce dura.

"no. Certo che no! Non l'avrei mai fatto Harry!"

Ed era vero. Non l'avrei fatto con Liam, ero vergine e non me l'avrebbe tolta di certo uno qualunque.

"Renèe...."

Respirava affannosamente, ma le mie braccia non lo stavano più trattenendo, erano semplicemente poggiate sul suo torace scolpito.

"credimi Harry. Non lo farei mai."

Lo guardai seriamente negli occhi e sembrò rilassarsi...

"oh, che dolce scena, ti è venuta a difendere?"

Cazzo...

"no. E comunque ti conviene togliere quel fottutissimo sorriso che hai dalla faccia perché non è finita. Quando non ci sarà tu sarai morto."

Minacciò andandogli incontro.

Persi un battito a quella frase. Sapevo l'avrebbe fatto, ho visto come picchiò Zayn...

Quando tutti uscirono dal cancello lamentandosi io rimasi lì, immobile, poi parlai.

"cosa cazzo ti è saltato in mente?! Prima mi lasci a piedi perché sono vestita così, poi vieni a scuola mia litigando con Liam...puoi spiegarmi? perché non ci sto capendo niente?!"

Urlai. Ormai non c'era più nessuno, ero solo sbalordita che non fossero arrivati né i professori né il preside...che razza di scuola.

"non lo so okay?! Cazzo Renèe se scopro che ti sei fatta Liam io..."

Si bloccò.

"tu cosa...Harry. Non sono di tua proprietà, promessa o meno. Io non sono di nessuno e devi smetterla."

Urlai esausta.

"Renèe. Lui...lui non è molto raccomandabile..."

Cercò di mantenere la calma. Lo vedevo, i suoi occhi erano di nuovo sul verde, ma i suoi pugni e i denti erano serrati.

"e tu si?! Tu che mi hai lasciato a piedi, tu che sei venuto qui per picchiare Liam, tu che l'altra sera stavi per uccidere Zayn, sei raccomandabile?!

Continuai ad urlare.

"merda. Renèe, non lo conosci. Non sai chi è, come puoi dire che è più raccomandabile di me? Non puoi. Cazzo."

Urlò nuovamente ed io indietreggiai. Seriamente era arrabbiato con me?! Persona più lunatica, stronza e prepotente di lui non esiste!

"va bene, non posso. Ma conosco te abbastanza da poterlo dire..."

Abbassai la voce cercando di non piangere.

"sei così fottutamente... - si fermò - cazzo. Ti odio, non scherzavo l'altra volta. Ti odio seriamente."

Disse passandosi le mai tra i capelli.

"si, lo so...non posso piacere a tutti..."

Una lacrima cominciò a scendere spezzando il piccolo muro che mi ero costruita intorno. Mi odiavo anche io, mi odiavo perché non potevo piangere, non potevo piangere di fronte a lui. Non potevo. Dovevo essere forte, dovevo essere meno emotiva e più forte. Non volevo piangere di fronte a nessuno, eppure lui continuava a vedermi.

"non stai seriamente piangendo!!!"

Urlò ma più piano di prima.

"no."

Mi pulii velocemente la lacrima che era scesa e tirai su con il naso.

"Renèe.."

Stava per parlare ma lo bloccai con la mano.

"no, va bene così, odiami...non fa niente..."

Mi girai e lui urlò nuovamente il mio nome, per poi imprecare. Non mi importava, non mi sarei girata, non sarei tornata indietro...basta.

Le lacrime continuarono a scendere imperterrite e non riuscii a fermarle.

Quando arrivai di fronte casa non vidi la sua auto parcheggiata. Un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca. Ormai le lacrime non scendevano più. Non sapevo come facevano ad esserci ancora liquidi nel mio corpo.

Aprii casa con la copia delle chiavi date da Harry in precedenza. Vidi mia sorella con il suo amichetto, oh no...me n'ero dimenticata.

"hei...Leila..."

Cercai di sorridere andandole incontro.

"Renèe! Lui è Matt...stiamo guardando la tv. - era così entusiasta - C'erano le chiavi sotto lo zerbino"

Disse a bassa voce ed io risi. Era più intelligente di quanto pensassi.

"ciao Matt, io sono Renèe, sua sorella."

Sorrisi al bambino seduto sul divano, dopodiché si alzò e mi prese la mano baciandomela...rimasi leggermente allibita dalla mossa del bambino.

"ha questa specie di rituale quando vede una ragazza, le bacia la mano per salutarla."

Spiegò mia sorella, ma lui la corresse.

"oltre a questo, anche perché le ragazze devono essere trattate bene, e non devono essere trattate male dai ragazzi, e lei ha l'aria di essere triste!"

Il bambino arrossii ed il mio cuore sprofondò...allora era vero 'i bambini sono la voce della verità'. Mi guardò intensamente gli occhi, così distolsi lo sguardo.

"...sei un bambino molto intelligente e gentile - sorrisi - trattala bene eh!"

Scherzai e lui rispose un "si signora".

"vi preparo dei toast con prosciutto?"

Chiesi ai due ragazzini seduti sul divano.

"va bene!"

Rispose mia sorella.

Presi il telefono dalla tasca sperando in una chiamata, ma niente, nessuno mi cercava, e per 'nessuno' intendevo Harry. Non sapevo perché ci pensavo tanto, non mi sarebbe dovuto interessare, mi odiava, l'aveva ammesso, di nuovo. A quel pensiero un senso di tristezza si fece spazio in me, ma cercai di non pensarci troppo. Non mi piaceva essere odiata, perché ogni volta ero io quella che cercava di capire le persone, di aiutarle. Perché sentivo che quella che soffriva di più ero io? Lui non capiva cosa passai, per questo non volevo aprirmi con lui, non volevo raccontargli tutto, o forse niente. Sapeva solo che mio padre mi picchiava, e ora di questi incubi, non li facevo spesso, solo a volte. Ma le volte in cui li facevo cominciavo a sudare, urlare, e non riuscivo a svegliarmi, era come una tortura per me, ma per fortuna non capitavano spesso. In questi giorni stavano capitando più frequentemente, ma non capivo il perché. Controllai per la millesima volta il telefono, ma niente.

I toast ormai erano pronti, così glieli portai e mi sedetti sul divano accanto a loro. Più li guardavo ridere e scherzare, più la mia mente si calmava. Volevo ritornare ad essere piccola, ma piccola piccola, spensierata, senza nessuno che ti dice cosa fare, e tutti che fanno le cose al posto tuo. Mio padre cominciò a picchiarmi a 12 anni, quando cominciai a 'maturare'. Non che prima spruzzava gioia da tutti i pori, ma era meno aggressivo...vorrei aver conosciuto mia madre, non ero neanche sicura di quello che mi disse mio padre...

Flashback
Fu il giorno in cui compii sedici anni. Avevo invitato i miei due amici. Dopo essere usciti, la sera, tornai a casa e mio padre mi stava aspettando seduto sul divano. I miei amici mi chiesero dove fosse mia madre, cosa dovevo dirgli se neanche io sapevo dov'era? Così decidi di chiederglielo.

"papà..."
Entrai lentamente nel salone e lui aveva una birra in mano e guardava una partita di football. Non sapevo cosa mi avrebbe detto, se me l'avrebbe detto...

"dimmi."
Era serio, come sempre, e non pensò neanche di girarsi a guardarmi.

"dovrei chiederti una cosa...bhe, è seria.."
Cominciai, sperando si girasse, e lo fece.

"va bene."
Corrugò la fronte. Era un giorno in cui era calmo, per fortuna.

"dov'è la mamma?"
Chiesi, mentre la paura stava avendo la meglio su di me. Se mi avesse picchiato?

"perché questa domanda?"
Girò la frittata.

"bhe, me lo stavo chiedendo, non l'ho mai conosciuta e...bhe non so chi sia o dove sia..."
Ammisi torturandomi le mani.

"okay, penso sia il momento..."
Non si alzò, guardò solo di fronte a se. Sembrò pensarci su, sembrava terrorizzato dal dirmelo, sembrava che non sapesse cosa dire...non era possibile, mio padre sapeva sempre cosa dire...

"t-tua...tua madre è morta quando sei nata."
Cosa? No...non volevo crederci...non poteva essere morta, o forse poteva? Non l'avevo mai vista, non l'avevo mai conosciuta, in sedici anni di vita l'avevo vista appena nata. Mille domande mi frullavano in tesa...come era morta? Era morta per me? Era morta nello stesso giorno in cui ero nata? Com'era? Bella? Grassa? Magra?

Non ebbi mai il coraggio di chiederglielo, non lo chiesi a nessuno. Avevo forse paura, di qualcosa di inesistente.

Fine flashback

Passò un'ora, Harry non c'era e Matt se ne stava andando.

"mi sono divertito Leila, ci vediamo domani! Ricordati i fogli per il compito di matematica"

Sorrise lui.

"si, a domani!"

Si abbracciarono e se ne andò. Chiusi la porta e mia sorella aveva un sorriso stampato in viso.

"bhe, ti piace molto questo Matt eh?"

Risi e lei mi buttò un piccolo schiaffo.

"non sei mai stata innamorata?"

Chiese ed il mio sorriso sparì.

Sono mai stata innamorata? Bhe fidanzata si, ma innamorata? No, non credo neanche che l'amore esista...è solo un altro sentimento che ti fa soffrire, non potevo innamorarmi, avevo già molti problemi...

"la parola 'amore' è una parola grande Leila, si può avere una cotta, una grande cotta, ma innamorarsi di una persona è difficile.."

Spiegai.

"lui mi ha detto che mi ama."

Disse ed il mio sangue gelò.

"n-non è amore, è una cotta.."

Cercai di dire.

"ma, se uno ha una cotta, ti porta sempre i libri al posto tuo e ti dice che le ragazze non devono lavorare troppo? Ti lascia metà della sua colazione perché dice che le ragazze devono mangiare bene? Ti da il suo giubbino se fa troppo freddo fuori? Ti pettina i capelli alla ricreazione? Ti difende se ci sono persone che ti prendono in giro? Ti prende la mano quando sei triste, e poi ti abbraccia? Questo significa avere una cotta?"

Chiese mia sorella...no. Questo non significava avere una cotta...le lacrime minacciarono di uscire ma le bloccai.

"i-io non sapevo tutto ciò... - mi difesi - si, questo è amore...mi prometti una cosa? - mi abbassai alla sua altezza - tieniti stretto questo Matt, non ne troverai ragazzi così, ce ne sono pochi, e tu hai la fortuna di avercelo, tienilo stretto e trattalo bene, così come lui fa con te."

Cercai di sorridere ma inutilmente, le lacrime ormai stavano per uscire, così corsi di sopra e mi chiusi in camera. Le lacrime uscirono e fu un sollievo. Speravo veramente il meglio per mia sorella, non sopporterei vederla finire come me, o come le tante fidanzate di mio padre e di Harry. Non avrebbe mai dovuto piangere, solo per le cose belle, e non come me...

Mi stesi sul letto e cominciai a dormire. Poco dopo sentii bussare ripetutamente alla porta di camera mia...ma che? Mi alzai svogliatamente dal letto e la aprii. Vidi Harry e persi un battito. I suoi occhi erano iniettati di sangue, aveva il naso rosso e si reggeva a malapena in piedi: era ubriaco.

"tu...tu sei una stronza, lo sai?"

Farfugliò.

"Harry sei ubriaco?"

Sapevo già la risposta.

"no...okay, un po'. Ma non importa...ora zitta stronza, fai parlare me."

Corrugai la fronte, volevo urlargli contro per dirgli di non chiamarmi in quel modo, ma non mi sembrò il momento adatto.

"tu...tu non puoi rimanere qui. Basta."

Mi indicò tenendosi dallo stipite della porta.

"te ne devi andare..."

Continuò e la paura si impossessò di nuovo di me.

"dove dovrei andare? Mi manderesti di nuovo da mio padre?"

Chiesi spaventata.

"non mi rinfacciare il fatto di tuo padre! Qualche schiaffetto non ti deve spaventare, non ti ha uccisa, sei viva no? Allora va da lui!! Qui la vita non è migliore!"

Sputò e catturai un respiro...non l'aveva detto, vero?

"ogni volta tiri fuori questo argomento, sono fottutamente stufo. Ti assicuro che lì vivresti meglio! Io non posso darti niente, non mi appartieni, giusto? L'hai detto tu! Oppure, puoi chiedere a Zayn un posto in casa sua!!"

Sputò. Sembrava quasi geloso, ma Harry Styles, ovviamente, non era geloso di nessuno.

"no...non voglio andare da Zayn..."

Dissi non sapendo cosa dire...

"perché non vuoi tornare a casa tua?!"

Urlò.

"lo sai, Harry."

Avevo lo stomaco in subbuglio, la testa mi faceva male, ma di più le parole di Harry...

"si, per tuo padre, ma sinceramente non mi hai mai detto un cazzo di lui. Solo che ti picchiava qualche volta, e di mio so che è un bastardo! Cos'hai qui che lì non hai? Ci urliamo sempre contro e sei anche in pericolo"

Disse.

Non sapevo veramente che dire.

"tuo padre non ti vuole bene? E allora? Il mio vendeva droga, mia madre è morta e io sono rimasto solo."

Era irritato.

"Harry va via."

Non ce la facevo più, non mi piaceva parlare di mio padre, anzi lo odiavo, o del mio passato.

"no."

Si mise di fronte a me, e la sua imponenza mi faceva paura. Gli chiusi la porta in faccia e girai la chiave...provò ad aprire ma senza risultato.

"apri la porta Renèe! Cazzo."

Imprecò.

"stavamo parlando, perché non parli con me? Cosa ti costa farmi capire qualcosa? Ti piace Liam?"

Chiese.

"tu non vuoi capire! Sei uno stronzo Harry, non so se te ne rendi conto! Pensa alle parole che mi hai detto, pensa a tutto! Non credi che Liam non me l'avrebbe mai dette?!"

Mi tappai immediatamente la bocca. No. Non dovevo. Non mi piaceva Liam, si era carino e tutto...ma non era...non era il mio tipo. Il silenzio regnò per vari minuti. Aveva ragione, io non conoscevo Liam...non lo conoscevo affatto.

"Harry?"

Chiamai, nessuna risposta.

"sei lì?"

Chiesi, ma niente. Aprii lentamente la porta, ma non c'era nessuno. Camminai lungo il corridoio buio, la sua stanza era aperta, e lui non c'era. Scesi sotto, ma niente, c'era solo la porta di casa aperta...oh no. Presi velocemente le chiavi ed uscii chiudendomela alle spalle.

"muori bastardo."

Sentii qualcuno urlare da un vicolo ed il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, sentii mille brividi percorrermi il corpo, e la testa pulsava. Dovevo andare? E se fosse stato Harry? Cazzo, e Liam?

Prima che potessi rendermene conto le mie gambe si stavano muovendo per andare in quel vicolo. Appena arrivai i miei occhi si spalancarono, le gambe cominciarono a tremare, e per un momento vidi sfocato.

Harry era sopra Liam, molteplici pugni stavano arrivando sul suo viso ed Harry non sembrava volersi fermare...no.

"Harry!!!"

Urlai molto forte. Delle lacrime scesero e cercai di avvicinarmi piano. Lui sembrava non aver sentito.

"non la devi toccare! Capito?!

Urlò lui e il cuore cominciò a battere sempre più veloce, avevo paura potesse uscirmi dal petto. Si era fermato, Liam muoveva lentamente la testa, e si girò verso di me. Il viso era pieno di sangue, ma un sorriso apparve. Harry si girò verso di me, ed i suoi occhi verdi, diventati più scuri, mi scrutarono, per vedere se ero veramente io.

"cosa cazzo ci fai qui?!"

Indietreggiai spaventata dal suo tono, dalla scena, dalle nocche insanguinate, e dal viso di Liam.

Si alzò e mi venne incontro.

"non scappare, ti prego.."

Mentre mi camminava io indietreggiavo, fin quando mi fermai, perché anche lui lo fece. Era lunatico, troppo, prima mi urla contro e poi era di nuovo calmo.

"per favore Renèe...sono meglio di così!!"

Urlò.

"come faccio a saperlo.."

Quasi sussurrai ma lui sentii.

"per favore...credimi e basta. Andrà tutto bene"

Fino a poco fa continuava a dirmi di andarmene, che la vita qui non sarebbe stata migliore, ed ora stava cercando di convincermi che lui era migliore di così, e che sarebbe andato tutto bene.

"no Harry, sono stufa, stufa di crederci e basta, stufa degli 'andrà tutto bene', stufa di te che mi dici che mi odi e poi cerchi di rassicurarmi. Prima dici che devo andarmene, mi insulti e poi dici che sei migliore di così! Come faccio a crederti Harry?!....Come?!"

Urlai e le lacrime scesero, e le lasciai scendere.

"...te lo dimostrerò..."

Cercò di dire.

"è tardi, pensavo fossi sempre il ragazzino buono, gentile e simpatico di anni fa...ma è vero che la gente cambia...e tu sei cambiato..."

Dissi con più calma.

"no..."

Non mi guardava più...

"non negare l'evidenza..."

"io non voglio perderti, ti voglio bene...come quando eravamo bambini, forse di più. Devo proteggerti, ce l'ho fatta in tutti questi anni, ed ora...ora eccoti qui. Sei arrivata all'improvviso ed io non sapevo cosa fare...mi hai preso alla sprovvista... se l'avessi saputo non mi sarei mai fatto trovare, perché per quanto possa proteggerti lui ci sarà comunque..."

Mi sbilanciai per un momento, la testa mi girava e avevo così tante domande senza risposta in testa...non ce la facevo più. Come ha fatto a proteggermi in questi anni? Mi voleva bene veramente? Ci teneva a me? Perché prima diceva che non voleva perdermi e poi diceva che se avesse saputo del mio arrivo non si sarebbe fatto trovare?

"ricordi la promessa?"

La mia mente fu riportata alla realtà.

"si.."

Annuii leggermente.

"ecco, io ci credo ancora, perché tu no? Non ti farei mai del male..."

I miei occhi finirono su Liam che cercava di alzarsi...

"quella è la prova, tu sei cambiato...guardalo, l'hai picchiato perché ti ho detto che lui non mi avrebbe mai detto tutte quelle cose.."

Dissi calma e a bassa voce.

"l'ho picchiato per validi ragioni, non solo per te...possiamo tornare a casa? E parlarne civilmente?"

"non è casa mia, domani me ne vado."

Mentii. Ma non volevo più rimanere lì...

-----------

#SPAZIOME#

salve popolo di wattpad(?) Scusate l'attesa, ma in compenso il capitolo è molto più lungo degli altri! Spero vi piaccia e che riceva molti commenti positivi, quindi fatemi sapere!

P.s. continuo a più di 20 commenti ❤

Pubblicità:

tommo_eddy con "opposite"

Love54922 con "lui il classico bad-boy del liceo// Cameron Dallas"

Resjstiamo con "mine"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top