4. Alec
-A che stai pensando?-
La voce curiosa di Hailey distrasse Kayla dai suoi pensieri.
-A niente, perché?-
Hailey le lanciò una pallina di carta sul braccio per attirare la sua attenzione e l'amica si girò di nuovo verso di lei.
-È dall'altra sera che sei strana- le fece notare. -Quando non sei venuta più a casa mia per il coprifuoco improvviso.-
L'altra sera. Sì, Kayla se la ricordava bene. Sarebbe dovuta tornare subito a casa, ma la sua curiosità aveva avuto la meglio quando aveva sentito le urla di quel ragazzo. Un ragazzo che conosceva molto bene e che dopo quella sera era misteriosamente scomparso.
-Smith! Morris!- le rimproverò il professor Carge. -La lezione non vi interessa?-
-Scusi, professore- dissero all'unisono.
Kayla abbassò la testa e aprì il quaderno di Storia. Tra le pagine di appunti della lezione prima, notò un biglietto di cui non ricordava nulla. Osservò la calligrafia e non la riconobbe; guardò di sottecchi Hailey per controllare che non la stesse guardando, poi aprì il biglietto.
È Jade la ragazza che era lì quella sera, non è così? Potrebbe essere stata l'ultima persona ad aver visto il tuo migliore amico Alec. Non lo trovi un po' strano? Magari lavora per l'Ordine, magari lo ha ucciso. Io fossi in te mi guarderei le spalle.
Alex ebbe di nuovo quella sensazione di insopportabile calore, sembrava che il suo corpo stesse bruciando in mezzo alle fiamme. Il simbolo sulla sua mano era di nuovo visibile, rosso come il sangue, e delle scintille saltellavano tra le punte delle sue dita. Sentiva il bisogno di liberare qualcosa; non sapeva cosa fosse, ma era certo che se lo avesse fatto sarebbe stata la fine.
Si lasciò cadere a terra, sbattendo i pugni sul pavimento del corridoio. Qualcuno avrebbe potuto sentirlo ma non riusciva proprio a sopportarlo. Ogni muscolo del suo corpo si opponeva al suo volere, e le fiamme sembravano avvolgerlo sempre di più.
Ti hanno mentito.
Basta negare Alex, so cosa hai visto e so cosa sei veramente.
-Tutto ok?-
Alex sentì qualcuno sfiorargli la schiena, e quell'orribile sensazione scomparve di nuovo. Era bastato solo un leggero tocco ad alleviare il dolore, quello di Destiny.
-Ti cercavo- disse lei con gentilezza. -Mi hanno detto di non averti visto oggi.-
Lo aiutò ad alzarsi. Alex si schiarì la voce. -Non mi sentivo molto bene, ho saltato le prime due ore.-
Alzò la testa per guardare la ragazza negli occhi e notò che non erano semplicemente verdi come gli erano sembrati al loro primo incontro: era un verde ghiaccio con una sfumatura arancione intorno all'iride che si perdeva in piccole sfaccettature.
Destiny sembrò non curarsi del suo sguardo fisso su di lei. -Io ho finito il mio primo giorno, se vuoi posso accompagnarti a casa.-
Alex scosse la testa, distratto dai suoi pensieri. -No tranquilla, sto bene.-
Fece per andarsene ma la ragazza si fermò davanti a lui. -Allora troverò un altro modo di sdebitarmi per la tua gentilezza.-
Gli sorrise, accarezzandogli il braccio con fare malizioso. Alex, improvvisamente imbarazzato, la salutò con un cenno della mano e si diresse a passo svelto verso l'ingresso, deciso di tornare a casa il prima possibile.
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