11. La Mezzanotte Oscura
Kayla sbatté le palpebre un paio di volte, ma la sua vista era annebbiata. Era seduta su qualcosa di comodo, un divano a giudicare dallo schienale, e qualcuno le stava dicendo qualcosa. Era una voce femminile, familiare, che ripeteva il suo nome.
Kayla chiuse gli occhi e li riaprì, incrontrando lo sguardo apprensivo di Hailey.
-Hailey!- esclamò abbracciandola.
Sentì l'amica sorridere sulla sua spalla. -Stai bene?- le chiese.
Kayla annuì. -Dove siamo?-
Destiny si sedette accanto a lei, con un piatto di biscotti in mano. -Questa è casa mia- rispose. -Fai come se fosse la tua.-
Le porse il piatto con i biscotti, e Kayla notò che erano i suoi preferiti: sua madre glieli comprava di quella stessa marca fin da quando era piccola. -Come sai tutte queste cose su di me?-
Destiny rise di scherno e posò il piatto su un tavolino di fronte a sé. -Ti riferisci ai biscotti o a qualcos'altro, Kayla?-
Hailey si girò verso di lei con uno sguardo interrogativo, e la ragazza si maledì mentalmente per la sua lingua lunga.
-Non importa- cambiò argomento. -Volevi parlarmi, no?-
Destiny sorrise soddisfatta; aveva un certo controllo su di lei, e a Kayla non piaceva affatto.
-Prego, seguimi.- Si alzò e la invitò a fare lo stesso. -Tu e Alex andrete d'accordo.-
Kayla si girò verso Hailey e incrociò il suo sguardo apprensivo. L'amica la prese sottobraccio e seguirono Destiny.
Entrarono in una grande camera da letto, perfettamente ordinata, a differenza della confusione che c'era di sotto. Un ragazzo alzò lo sguardo non appena le sentì entrare, e i suoi occhi marroni si illuminarono quando Destiny gli sorrise. Avvicinandosi, Kayla lo riconobbe: era Alexander Campbell, lo studente simbolo della scuola insieme a Katherine McAllister. Tutti i professori e il preside lo elogiavano come se fosse un eroe; alla Steinen High erano molto attaccati alle "tradizioni".
Alexander la ignorò e rimase appoggiato sul letto, seguendo ogni minimo movimento di Destiny. Kayla aveva visto decine di ragazze e ragazzi della sua scuola fissare Alexander come se fosse un dio, ma non aveva mai visto uno sguardo del genere: sembravano gli occhi di qualcuno in assuefazione da una droga che ne vede un po'.
-Vedi, Kayla- iniziò Destiny, appoggiandosi sul bordo della finestra. -Il motivo per cui sto radunando più persone possibili è per combattere le ingiustizie del Consiglio.-
Kayla rimase in silenzio, aspettando che continuasse.
-Per anni, hanno mascherato attacchi di vampiri, mostri, licantropi, spacciandoli per opere di persone con precendenti o di cui si volevano liberare.-
Kayla ripensò a tutte le notizie di omicidi e scomparse che suo padre leggeva al giornale tutte le mattine prima di andare al lavoro. Era consapevole di essere una delle poche a sapere dell'esistenza delle creature soprannaturali, ed era solo grazie alla sua amicizia con Alec.
-Tu avrai già sentito questo discorso... Non è vero, Kayla?-
Kayla ebbe un brivido. Può leggermi nel pensiero?
Destiny le sorrise. -Avrei voluto avere anche Alec qui con noi- ammise. - Purtroppo è caduto vittima di questi bastardi.-
Kayla ricordava bene quegli uomini che lo avevano picchiato e trascinato in quell'auto sotto gli occhi sconvolti di Jade.
-Sta bene?- domandò di getto, sperando che quella strega eccentrica sapesse la risposta. -Ho bisogno di saperlo.-
Destiny sospirò. -No, non sta bene- rispose. -Ma se vuoi sapere se è vivo, allora sì, lo è, ma ancora per poco.-
Hailey le strinse la mano. -Non fare troppo caso alle sue parole- la avvertì. -Crede di sapere molte cose, ma non lo ha mai davvero mai dimostrato.-
Destiny le lanciò uno sguardo di ghiaccio. -Fossi in te terrei queste cazzate per me- le rispose. -Potrei ucciderti in meno di tre secondi.-
Hailey strinse le dita tra quelle di Kayla. -Però non lo fai, perché non sai trovare una come me.-
-Come noi- la corresse Destiny con un ghigno. -Siamo molto rare.-
La sua migliore amica respirò affannosamente, ma non aggiunse altro.
Destiny rivolse uno sguardo languido ad Alex. -Abbiamo anche un'ottima fonte di informazioni- disse. Il ragazzo sorrise come se fosse il miglior complimento che avesse mai ricevuto. -Suo padre è un membro del Consiglio... Incredibile, vero?-
Kayla la fissò in silenzio. Vedeva Alex con la coda dell'occhio mentre se ne stava immobile come una statua, a malapena sbatteva le palpebre.
-Che cosa gli hai fatto?- domandò, mentre Hailey le stringeva ancora la mano. -Sembra... stregato.-
La scelta di quel preciso termine fece sorridere Destiny. -Tu dici? A me sembra solo adorabile.-
Hailey le fece un verso di scherno. -Sì, deve essere davvero entusiasmante per te avere qualcuno disposto ad ascoltare le tue...-
-Passiamo alle cose importanti- la interruppe Destiny con un gesto della mano. -Hailey, mi piacerebbe parlare da sola con questi due se non ti dispiace.-
La bionda fece una smorfia. -Non se ne parla nemmeno, non lascio Kayla da sola con te e il tuo soggiogato.-
Destiny serrò le labbra in un'espressione irritata, poi ispirò, e i suoi lineamenti si rilassarono. -Jonah!- chiamò, continuando a fissare Hailey negli occhi.
Un ragazzo entrò nella stanza, appoggiandosi sullo stipite. Era alto, con i capelli castani e ricci, e l'aria di uno che avrebbe potuto ucciderti prima che tu potessi dire anche solo una parola. -Perché mi hai chiamato?- chiese, visibilmente scocciato.
Destiny gli sorrise, un sorriso così falso che sembrava dipinto sul suo volto. -Hailey non si fida a lasciarmi sola con la sua amica, perché non rimani anche tu?- gli chiese con gentilezza. -So che adori le leggende.-
Jonah alzò le spalle, lanciando un rapido sguardo a Hailey. -Se è per lei lo faccio, ma non parlarmi più in quel modo inquietante- commentò sedendosi sul divano accanto a Kayla. Allungò le braccia e appoggiò la caviglia destra sul ginocchio sinistro, facendo dondolare il piede. -Non ti si addice.- Sul braccio destro aveva uno strano tatuaggio, con una frase in latino, corruptio mali, e ai lati dei suoi stivali di pelle c'erano delle macchie di sangue ormai secche.
Hailey si sporse per guardarlo, e il ragazzo le mimò una frase con le labbra: "non le farà del male".
Lei sospirò, ancora poco convinta, e accarezzò la mano dell'amica. -Ascolta, e capirai cos'è successo ad Alec.-
Kayla impallidì. Rimase immobile mentre la sua migliore amica si alzava e usciva dalla stanza, lasciandola delle mani di uno sconosciuto probabilmente pericoloso, una strega eccentrica con problemi a gestire la rabbia, e un ragazzo "soggiogato".
-Bene- esclamò Destiny battendo le mani. -Alex, Kayla, siete stati scelti personalmente da me per combattere il Consiglio.-
-E perché ci hai scelto? Cosa abbiamo di speciale?- intervenne Kayla.
La strega inarcò un sopracciglio. -Non scelgo solo persone che hanno un potere, Kayla, scelgo chi ritengo degno di affrontare questa battaglia. Come te, come Jamie e come Jonah.-
Il ragazzo in questione si girò verso di lei e alzò il mento in modo fiero. -O forse era puramente per farti beffa del Consiglio- commentò. -Sono la persona che vogliono di più al mondo.-
Destiny sospirò. -Non montarti la testa, Jonah- gli rispose, nascondendo un velo di ammirazione verso quel ragazzo. -Sei un ottimo cacciatore, per questo ti ho scelto.-
-E io cosa sono?- domandò Kayla. -Credi che sappia combattere?-
Destiny guardò Alex e gli sorrise, e il ragazzo rimase a fissarla come incantato. -Qui non si tratta di lottare, Kayla, qui si tratta di distruggere il Consiglio con la loro stessa arma, ovvero l'appoggio dei cittadini- rispose, continuando a non guardarla. -Dobbiamo distruggerli dall'interno, attaccarli come un virus silenzioso che infetta le cellule una dopo l'altra, finché non cadranno tutti.-
Kayla vide con la coda dell'occhio Jonah mentre la fissava attento, come se la stesse studiando. -Perché proprio adesso?-
Destiny si girò finalmente verso di lei e ghignò. -Era esattamente la domanda che stavo aspettando.-
La rossa diede loro le spalle e camminò fino a una vecchia libreria in legno, con tutti i scaffali pieni di libri antichi e probabilmente impolverati.
Ne prese uno, abbastanza piccolo e di poche pagine, e lo lasciò cadere sul tavolino di fronte al divano, facendo alzare la polvere. La copertina era rigida, di un colore rossastro, e c'era una scritta sopra: 'Tra demone e uomo: il ghefil'.
-È davvero uno spreco che tu abbia tutti questi libri e non li legga mai- intervenne Jonah, prendendo il libro tra le mani e sfogliandolo. -Anche solo alcuni pezzi di quella collezione farebbero invidia alla biblioteca di mio padre.-
-Che cos'è?- domandò Kayla, improvvisamente attratta da quel libro ingiallito.
Jonah glielo porse. Le dita della ragazza tracciarono il titolo, inciso nella copertina.
Tra demone e uomo, due creature che dovrebbero essere distanti e invece si uniscono... Come diceva sempre Alec quando parlava del suo demone, che vegliava su di lui e aspettava il momento giusto per sovrastarlo.
Il demone e l'uomo, come una sola entità.
-Avevi mai sentito la parola ghefil, Kayla?- la distrasse Destiny.
La ragazza scosse la testa. -No, mai- rispose mentre apriva il libro. -È una specie di ibrido?-
-Esatto- fece la strega. -Come puoi ben capire dal titolo del libro è un ibrido tra un essere umano e un demone, ed è molto raro.-
-E raro in questi casi è sinonimo di molto pericoloso- riferì Jonah. -Se ne trovano pochi.-
-La prima testimonianza di un ghefil risale al 1397- continuò lui. -Quando un potente stregone ingannò una giovane donna e la fece innamorare di un demone. Dalla loro unione nacque un giovane di nome Kir.-
Kayla fece scorrere le pagine e trovò un vecchio schizzo che rappresentava un volto diviso a metà: una parte era ordinaria, ben dettagliata, l'altra invece era tutta scura, come se l'autore di quel disegno avesse solo scarabocchiato; non aveva i lineamenti come la sua parte opposta, solo un occhio vuoto senza iride.
-Kir non manifestò nessuno strano comportamento fino al compiere dei 17 anni- raccontò Jonah, recitandola come se la sapesse a memoria.
Kayla sfogliò ancora e trovò dei fogli pieghettati con altri disegni sopra: rappresentavano tutti una creatura mostruosa con i contorni irregolari; la carta era consumata proprio su quella parte, come se quella stessa persona avesse calcato con il carboncino.
-Iniziò a fare degli incubi che riguardavano una creatura che lo voleva catturare, poi iniziò a soffrire di sonnambulismo e terrori notturni, ritrovandosi spesso sporco di sangue che non era il suo.-
Kayla trovò un paio di pagine dove c'erano frasi scritte ripetutamente, scarabocchiate e con le lettere storte, come i deliri di un pazzo; il tratto era talmente forte che aveva bucato la carta in alcuni punti.
-Il demone si stava svegliando e cercava di prendere il controllo- intervenne Destiny. -E Kir non è riuscito a contrastarlo.-
Kayla trovò una pagina che narrava la morte di Kir, ucciso da un giovane di nome Gelfrad Lancaster. Su decisione del Valer di allora, il corpo del demone fu sepolto accanto alla casa dell'assassino a sua insaputa.
Jonah allungò la testa per vedere cosa stesse leggendo la ragazza. -La popolazione di Holmes non voleva seppellirlo nel cimitero cittadino perché aveva paura che sarebbe ritornato, così lo hanno portato fuori città, e lo hanno lasciato sottoterra in mezzo al giardino della proprietà dei Lancaster, coprendo le proprie tracce.-
-E non lo hanno mai scoperto?-
Tutti si girarono sorpresi verso Alex, come se avessero dimenticato che fosse lì anche lui.
Destiny lo fissò con le labbra arricciate, perplessa. -No, o almeno non lo hanno dichiarato.-
-Perché ce lo stai dicendo?- domandò Kayla, chiudendo il libro e appoggiandolo sulle gambe.
-Ci sono stati altri episodi di ghefil nei decenni successivi, anche se pochi, e sono stati tutti sconfitti facilmente- raccontò Jonah. -Ma dato che non succede da quasi due secoli, tutti hanno abbassato la guardia e non hanno idea che ce ne sia un altro, proprio in città.-
Kayla deglutì, improvvisamente nervosa. -Che cosa? Com'è possibile?-
-Non so quale sia la storia di questa nuova vittima- ammise Destiny, riprendendo il libro. -Ma so che è qui, lo percepisco, e il Consiglio non ne ha idea.-
-Perché tu puoi sentirlo e loro no?- domandò incerto Alex, come se non volesse davvero farle quella domanda.
-Perché il loro stregone non gli è più fedele- rispose. -Se lo fosse avrebbero già agito e fatto sparire il ragazzo.-
Kayla alzò la testa verso di lei. -È un ragazzo? Lo conosco?-
Destiny ripose il libro sugli scaffali. -L'hai sicuramente visto, viene nel tuo stesso liceo.-
Kayla sgranò gli occhi per la sorpresa. Non sapeva bene se quell'improvvisa mancanza di ossigeno fosse per la paura o per rabbia: lei non sapeva niente, non aveva potuto aiutare Alec.
Un ragazzo mezzo demone veniva nella sua stessa scuola, un ragazzo che percorreva i suoi stessi corridoi, forse anche le stesse classi. Magari ci aveva parlato, magari lo conosceva.
Non si era resa conto di star respirando a fatica finché Jonah non le mise una mano sulla spalla. -Noi potremmo aiutarlo, ma dobbiamo prima riuscire a trovarlo- riferì. -Sappiamo che va alla Steinen High, perché è lì che Destiny ha percepito la sua presenza più spesso, ma ora non riesce più a sentirlo.-
-E questo significa che il demone si sta per svegliare- concluse Destiny.
Fece un passo verso Kayla e si inginocchiò di fronte a lei per parlarle meglio. -Ho bisogno che tu mi trovi questo ragazzo.-
Kayla la fissò aggrottando le sopracciglia. -E come dovrei farlo? Avvicinarmi a ognuno di loro finché non assisto a un omicidio?-
-Sappiamo che non va a scuola da almeno due settimane- intervenne Jonah. -Ti basterà trovare uno studente di 17 anni con un numero elevato di assenze.-
-Perché proprio io? Hailey potrebbe...-
-Hailey mi serve qui- rispose prontamente Destiny. -Dobbiamo trovare un modo per intrappolarlo.-
Si girò verso Alex. -E per lui ho già un compito molto importante.-
Il ragazzo raddrizzò la schiena e ricambiò lo sguardo; al suono delle parole di Destiny ogni sua mossa sembrava quella di un automa.
-E va bene- si arrese Kayla. -Non credo di avere molta scelta.-
Destiny le sorrise. -Molto bene.-
Si alzò di scatto, sistemandosi il top scollato verde. -Fammi sapere il suo nome e andremo a fargli visita.-
Destiny fece per andarsene, con Alex già pronto a seguirla come un cane che aspetta il cibo, ma Kayla la fermò.
-Voglio sapere cos'è successo ad Alec.-
La strega la guardò inarcando un sopracciglio, come se stesse aspettando quella domanda. -Aleksander era un ribelle- disse con una nota di ammirazione. -Ha un potere che lo rende molto pericoloso, perché non è ancora in grado di controllarlo.-
Kayla si alzò in piedi, stringendo i pugni. Jonah la fissava attento. -Sono stati loro?-
-Sì- rispose. -Lo avevano scoperto, e sapevano che lui era a conoscenza delle loro bugie.-
Kayla respirò lentamente, cercando di calmarsi.
-Sapeva di tutti gli omicidi di creature soprannaturali che avevano mascherato, e di tutti quelli che avevano ucciso e torturato...-
-E perché non hanno ucciso anche lui?-
Destiny si morse il labbro, indecisa su cosa dire. -Lo hanno fatto rinchiudere nel Bloodlust, a Whitmore, e ora sta lentamente perdendo la ragione, rinchiuso in una cella.-
Jonah si chinò in avanti. -Ora basta, Destiny. Non ti ha chiesto tutti i dettagli.-
Kayla strinse i pugni fino a sentire le unghie che penetravano nella pelle.
-Non appena l'avrà persa completamente, potrà diventare la loro nuova arma- disse la rossa, ignorando il ragazzo. -È questo quello che fanno, trattare le persone come oggetti, e quando non gli sono più utili se ne sbarazzano come spazzatura.-
Destiny fece cenno ad Alex, che la raggiunse.
-È arrivato il momento che tutti conoscano la verità, non importa quanto sarà dolorosa.-
Lanciò un ultimo sguardo a Kayla, come se volesse comunicarle qualcosa, e uscì dalla stanza con Alex al seguito.
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