XXXVI

La tristezza è causata
dal ricordo della felicità

Lilith

Francia, 1539

Sorrido in modo gentile all'uomo che ho davanti, seppur per contrizione.
Fingo una risata portando la mano fasciata dai guanti bianchi, sulla bocca.
Cerco con lo sguardo la persona che devo incontrare tra esattamente, 10 minuti.
"Scusi messere, arrivo subito" faccio un breve inchino e corro in giardino, tenendo la gonna del vestito fra le mani, per non cadere.
"Finalmente, penso che noi due abbiamo davvero tante cose di cui parlare".

Presente

Scatto seduta, mi guardo intorno e mi tranquillizza vedere le pareti della mia camera.
Da piccola amavo starci ma, ormai questa stanza sembra soffocarmi.
Sospiro e mi giro su un lato, guardo il vuoto con sguardo assente.
Una lacrima sfugge al mio controllo e mi affretto ad asciugarla con la manica della felpa, i miei poteri sono fuori controllo e io non so cosa fare.

Forse ho sbagliato a chiedere aiuto a Tatiana, perché ora mi ritrovo le mani legate con delle manette H24.

Mi annoio, non posso liberarmi perché queste manette mi proibiscono di usare la magia.


Spagna, 1609

Abbasso il cappuccio, la luce fioca della mia lanterna è l'unica cosa che illumina la stanza, seppur molto poco.
Assottiglio lo sguardo, "Lilith Addams, proprio la persona che aspettavo oggi, prego, accomodati" serro le labbra e scuoto la testa, senza muovermi di un centimetro.
"Sono solo di passaggio" sibilo, "Capisco, hai ciò che ti ho chiesto?" Annuisco, "Centomila precisi" gli lancio la borsa con i soldi e lo squadro.
"Adesso tocca a me, abbiamo un accordo, non è vero?" Lui annuisce, "Sono un uomo di parola, ma ho poco da dirti, in verità" beve un sorso di whisky e torna a guardarmi, "Parla e basta, oppure i soldi vanno via con me" sputo fredda, inchiodandolo con lo sguardo.
"Ok ok, calma" sbuffai, "Gira voce che quel che cerchi sia in Austria. Per tua fortuna ho una collega lì, che potrà aiutarti più di quanto possa fare io" mi porge un biglietto, "D'accordo, ma se menti, ti troverò e ti ucciderò con le mie stesse mani" minaccio, "Ti do la mia parola" "sarà meglio".



Presente

Apro gli occhi.
Perché mi tornano in mente cose del passato?
Cosa mi sta succedendo?

***
Gemo di dolore mentre finalmente le mie mani vengono liberate, "Sta attenta, sai che posso osservarti sempre" annuisco e guardo in direzione della Nevermore, abbozzo un sorriso e sospiro, "Telo prometto" "Questa mi permetterà di tenerti sotto controllo" mi scappa un urlo, "che diavolo è?!" Strillo, "Non lamentarti, se vuoi tornare lì devi accettare le mie condizioni" risponde gelida, la trucido con lo sguardo ma non dico nulla, perché capisco che non avrebbe alcun senso, mi metterei solo nei guai.

Apro la porta del mio dormitorio, che trovo aperta.
Che strano.
Scrollò le spalle, "Oddio!" Strillo, "Mercoledì! Mi hai fatto prendere un colpo!".

Austria, 1610

Mi guardo intorno, cercando di non essere notata, se non dalla persona che cerco.
La vedo infondo alla sala, ricambia la mia occhiata e mi fa cenno di seguirla all'esterno del locale.
"Salve, Lilith Addams, giusto?" "Giusto" sospiro, "Ho denaro" "Quanto?" "Molto" "Prima i soldi" "Come posso sapere che non scapperai?" "Telo prometto" "Non mene faccio niente di promesse, voglio fatti".
Tutto diventa buio, e da lì.
Il nulla.

Presente

"Lilith?" Mugugno qualcosa simile al suo nome e mi alzo con non poca fatica.
"Ti senti bene? Pensavo che tu non avessi le visioni" scuoto la testa senza guardarla, "Non lo era infatti" rispondo prontamente, lei mi guarda curiosa, "E allora cos'era?" Sbuffo, "Non me ho idea ma-" interrompo la frase a metà, non voglio che si immischi in queste faccende, sa già troppe cose su di me.
Mi sta fissando, in attesa di una risposta.
Sospiro e mi butto sul letto, "Perché sei entrata qui?" Sbuffo deviando l'argomento, "Frugavo tra le tue cose" scatto seduta, "Che?!" La mia voce risulta più stridula del solito, "Per le mie indagini. Cercavo qualche collegamento con i biglietti di Anonimo40" nascondo il viso fra le mani, vorrei incendiarla in questo momento ma, il microchip infilato nel mio collo melo impedisce.
La guardo male, "Potevi chiedere, sarebbe la mia stanza" la rimprovero, "Lo farò" risponde semplicemente, "No, non lo farai perché tu non tornerai più qui dentro salvo in mia compagnia" la indico con il dito, alza gli occhi al cielo.
Certo, come se fosse lei la vittima.
Nascondo la testa sotto il cuscino cercando in qualche contorto e inesistente modo di sbollire la rabbia, senza successo naturalmente.
"Perché sei ancora qui?" La mia voce risulta ovattata, mela immagino con la sua espressione infastidita, "Hai interrotto la tua frase" "lo so" "perché?" "Perché si" "Voglio saperlo" alzo la testa e la fulmino con lo sguardo, "Se non la smetti giuro che-".

Jericho, 2018

Casa.
Sono tornata a casa.
Ma, infondo posso ancora chiamarla così? Ho passato secoli a cercare di tornare qui ma, adesso non provo nulla.
Nulla.
Ho sacrificato me stessa, ho ucciso persone, ho rubato, sono fuggita da tutti e da tutto per tutto questo tempo, e quello che mi rimane è niente.
Niente.
L'unica cosa che mi salta all'occhio è l'edificio lontano, che sono sicura possa chiamarsi Nevermore.

Presente

"Sei peggio di me quando avevo le visioni, che diavolo ti sta succedendo?" La voce di Mercoledì mi riporta alla realtà.

"Credo di sapere chi sia Anonimo40".

Spazio autrice

Scusatemi!
Ciao a tutti, mi dispiace un sacco ma è un periodo in cui sono parecchio occupata (e manco un po' di ispirazione) quindi gli aggiornamenti sono più lenti, ma non temete perché finirò questa storia a tutti i costi.
(Fine momento eroico)
Vabbè, grazie a chi è rimasto e come sempre a tutti voi!
Se vi va, lasciate una stellina!
Bacioni!
Chiara 🤍

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