XXXII

Volevo urlare quello che sentivo,
ma sono rimasto zitto,
per paura di non essere capito

Tyler


Mi metto seduto di scatto sul mio squallido letto di ferro.
Colpa di un'altro incubo.

Sbuffo dal naso e cerco di liberarmi dalle manette che mi tengono inchiodato a quel maledetto lettino, ma Bob, Tom, Rob o come diavolo si chiama mi tiene gli occhi addosso H24.

Un suono di tacchi attira la mia attenzione, so perfettamente di chi si tratta.

"Che cosa vuoi oggi? Un'altro prelievo, o cos'altro?" Urlo infastidito, "devi semplicemente venire con me Tyler, niente di più, niente di meno" spiega calma la dottoressa Philips, apro la bocca per ribattere ma il tizio mi precede, trascinandomi fuori dalla mia cella con forza.

Mi blocco quando noto una figura fin troppo familiare.

Se è un sogno ditemelo vi prego, perché a me quella sembra proprio Lilith Addams.

È bella come sempre.
Indossa la divisa della Nevermore, i suoi lunghi capelli ramati sono legati in una perfetta mezza coda e i suoi occhioni cristallini sono valorizzati da un leggero trucco.
Si guarda intorno nervosa, probabilmente impaziente di vedermi.

Io non lo sarei, se fossi in lei.

"Signorina, il procedimento è quello della volta precedente, è protetta" le sorride dolce la Philips.

Quel diavolo.

Lei annuisce distrattamente, si vede che non le interessa.

Mi spingono sulla sedia 'degli incontri'.

Lei si volta immediatamente a guardarmi, i suoi occhi sono velati da una profonda tristezza.
Abbassa lo sguardo per un attimo e la sento sussurrare un coraggio, puoi farcela e sorrido a quel gesto, che non le si addice per niente.

Ci guardiamo in silenzio, so che aspetta un cenno di vita da parte mia, ma non riesco a formulare una frase di senso compiuto, profondamente dispiaciuto per le parole orribili che le avevo rivolto nella scorsa visita, ma purtroppo i miei cambi di umore sono sempre più frequenti.

"Tyler, volevi per caso, vedermi?" Azzarda nervosa, io la fisso, impassibile e incapace di sorriderle, come vorrei fare.

La vedo sospirare e voltarsi a guardare la dottoressa, che intanto prende appunti.

E sia.

"Voglio vederla, qui" dico fermo.
Tutti si voltano a guardami.
Ma il mio sguardo rimane gelido e miei occhi incastrati in quelli di Lilith, che mi guarda stralunata.
Ma non sembra avere paura.

La dottoressa mi guarda, confusa.

"Andiamo Doc, lo sappiamo entrambi che non vedeva l'ora di sentire pronunciare queste parole" affermo con un sorrisetto beffardo, la vedo stringere la presa sul suo block notes, ma il suo viso rimane duro, la sua espressione gelida.

Lilith alterna lo sguardo da me a lei, impaziente.

"Cosa, cosa dovrei fare dottoressa?" Chiede con voce flebile, lei le rivolge un sorriso sfacciatamente falso e le poggia la mano sulla spalla.

"Esattamente quello che si sente di fare, signorina Addams" risponde calma, ma il suo sguardo pungente rimane fisso su di me.

Touche.

"Ok" risponde determinata, quella sicurezza che amo tanto in lei.
Se solo lo spesse.

Il tizio apre la porta della mia cella, e Lilith varca la soglia, sicura di sé.
Come sempre.

Le sorrido e lei mi guarda curiosa, ma non infuriata.

"Può lasciarci un po' di privacy, per favore?" Chiede pacatamente la rossa, "cinque minuti" risponde duro, per poi chiudere la porta alle sue spalle.

Si avvicina lentamente a me e, senza esitare, mi libera dalle manette, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo e lei mi sorride, dolce.

"Mi dispiace" azzardo, lei mi guarda e il suo sorriso si allarga.
"Non ero in me, io, ho degli sbalzi di umore che insomma, disturbano la mia psiche" farfuglio, lei annuisce in silenzio.

"Tyler, ascolta" mi aiuta a mettermi in piedi, "io non ho, e non avrò mai, paura di te ok?" Spiega calma, ma sicura di sé in contemporanea.

"Forse dovresti" sussurro, "forse, ma non ci riesco" si avvicina di un passo, "perché?" Chiedo, lei scuote la testa, divertita.

Che c'è di così tanto divertente?

"Ma per favore Tyler, dopo tutto quello che abbiamo passato io dovrei temerti? Perché, tu pensi che io sia meno pericolosa di te?" Spalanco gli occhi, questa non mela aspettavo.

"Quindi, se adesso io, mi trasformassi" le poggio una mano sulla guancia, "io non avrei paura" sussurra, "fidati di me Tyler" annuisco leggermente, "sei davvero testarda, lo sai?" Lei sorride beffarda, "lo so, io ottengo sempre tutto ciò che voglio" afferma autoritaria, "ad esempio?" La sfido, "ad esempio" mi guarda negli occhi per poi unire la nostra labbra in un bacio passionale, ma dolce allo stesso tempo.

Ci stacchiamo per riprendere fiato, la sua mano stringe la mia.

"Io ti prometto" si alza sulle punte per sussurrami all'orecchio, "che ti tirerò fuori da qui" la fisso con gli occhi sgranati, "sei pazza?" "Forse" risponde pronta.

Sento bussare alla porta della cella, Lilith si affretta a rimettermi la manette, si inginocchia davanti a me e io le bacio la fronte.

"Va tutto bene signorina Addams?" La voce della dottoressa fa scattare Lilith in piedi, che si stampa una espressione allarmata in viso, così decido di stare al gioco.

Vaffanculo Doc.
Il Karma fa tik tok alla tua porticina.

"Sono profondamente dispiaciuta Lilith, sa, ormai nemmeno i tranquillanti riescono a tenerlo sotto controllo" spiega falsa, sbuffo dal naso e roteo gli occhi.

Complimenti per l'interpretazione, davvero.

Lei si volta a guardarmi, "ti amo" sussurra, le sorrido dolce e la porta si chiude con un tonfo sordo.

Mi sdraio sul letto, ma qualcosa mi fa rimettere seduto.

Un biglietto?

Sta attento a quello che fai,
Ti sto osservando
-Anonimo40

Spalanco gli occhi e nascondo il bigliettino in tasca, attento a non farmi vedere.

È proprio vero, non c'è mai fine al peggio.

E questa ne è la prova.

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