mietitura
Buongiorno lettori, mi scuso per questa mia prolungata assenza.
In questi giorni, grazie a delle persone(che per motivi di privacy metterò solo le iniziali)
F.-A.-A. che, mi hanno fatto riflettere ho deciso di riprendere una mia vecchia storia: HOGWARTS AN OLD NEW STORY.
Non vi preoccupate, continuerò anche con questa.
Di conseguenza aggiornerò purtoppo una sola volta al mese.
Mi dispiace.
Il vostro autore.
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Il sole non era ancora sorto, quando lasciai mio fratello addormentato nella stanza.
Presi il giubbino e cautamente uscii di casa.
L'alba illuminava il 12° distretto.
La foresta era in silenzio mentre camminavo in essa; potevo sentire ogni rumore che poteva essere udito.
Due alberi caduti ostacolavano il mio cammino;
-Koliso- sussurrai e i due maestosi alberi tornarono dritti e portanti ai lati del sentiero.
Arrivai in una radura, la quale era coperta da una lastra di ghiaccio permanente; era la mia Arena.
Appena misi piede su essa la foresta si animò, ma potevo ancora sentire quello strano fetore che mi seguiva dal villaggio.
-Per quanto ancora starete lì nascosti?-
-finche lei non si gira ragazzino.-
Se c'era una cosa che odiavo era essere chiamato "ragazzino". Mi sminuiva.
-Bambino, perchè non dici a tuo fratello di girarsi?- disse la voce ad un'altra figura.
Mi girai e vidi un manipolo di soldati che avevano i fucili puntati su di me e su mio fratello, che, poverino, aveva una faccia tra lo spavento e la sorpresa; non potevo biasimarlo: nessuno sapeva, o meglio, avrebbe dovuto sapere di questa Arena.
-Hector, vieni dietro di me, subito.-
lo incitai vedendo i fucili puntati alla sua tempia.
-Il signore dice che tu sei cattivo Gu. Non lo sei? Avevi detto niente segreti ed invece?-
-Alcuni segreti sono necessari Hector, non lo dimenticare-
-Alcuni segreti però compromettono il Regime; e noi non vogliamo che il Regime sia rovesciato. Capisci Gunnar?- disse il capitano
-Capisco che siete più rivoltanti dello sterco, più viscidi di una lumaca-
Feci per continuare quando i soldati armarono i fucili e puntarono i mirini contro mio fratello che stava correndo per venire tra le mie gambe.
-Non mi avete ucciso anni fa, non mi ucciderete ora. Nè me nè mio fratello.-
L'antica religione è qualcosa di incomprensibile, ma niente è incomprensibile quando hai 234 anni.
Bisbigliai qualcosa alla radura e da essa sorse un muro di ghiaccio che protesse la corsa di mio fratello.
Appena lui toccò le mie braccia,il muro ci circondò;
-Ascoltami Hector, non ti devi fidare di nessuno,perchè li hai portati qui?-
-Hanno ucciso nostra madre, avevano detto che avrebbero fatto lo stesso con me se non li avessi portati da te.-
Ero inbestialito, avevano ucciso mia madre, l'Arena sarebbe stata bagnata dal loro sangue.
Mio fratello si nascose mentre io attraversavo il muro di ghiaccio, poi tutto fu l'Inferno.
-avete ucciso mia madre- gridai. Il mio grido perforò i loro timpani; le loro inutili armi si polverizzarono al mio sguardo.
Il capitano solo allora mi domandò
-Tu non sei normale, cosa sei?-
Io gli risposi
-Io sono tutto ciò che è questo mondo. Mi chiamano con molti nomi: Terra, Acqua, Fuoca, Aria, Magia, Morte, Vita, Pensiero...
IO SONO GUNNAR PRIOR, FIGLIO DI TESSA PRIOR E DEI GEMELLI CELESTI: HYPNOS E THANATOS. IO SONO UN GUARDIANO ETERNO...ORA PREGA PECCATORE, PREGA SULLA TUA FAMIGLIA, PREGA PER LA TUA DISCENDENZA MALEDETTA... PREGA... PERCHÈ HAI OSATO ANDARE CONTRO UN DIO.-
Caddero fulmini, caddero tuoni , mentre il corpo del capitano stramazzò al suolo.
Hector continuava a piangere, allora mi avvicinai, creai un prisma di ghiaccio dalle mani glielo porsi e dissi
-Questo prisma è come l'amore che ci ha dato mamma: eterno; tienilo sempre con te e non dimenticarlo mai-
Non tornammo a casa, dopotutto dov'è casa nostra?
Rimanemmo nell'Arena fino a quando un megafono gracchiò
-Buoni 74° Hunger Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore; oggi avremo l'onore di sorteggiare i due tributi; genitori avete un ora per preparare i vostri figli e poi dirigetevi tutti in piazza.-
Feci esplodere l'altoparlante per il nervoso che quel ronzio continuo mi dava; guardai mio fratello e lo preparai, lo spogliai, lo lavai e gli feci mettere dei vestiti che avevo recuperato a casa.
Fu il mio turno, mi lavai, e mentre mio fratello giocava con un piccolo lupacchiotto che si era avventurato nell'Arena.
Tornai a casa, andai in camera, tolsi dal cuscino il bracciale che mi diedero alla mia nascita, tornai di sotto, presi il corpo della mia defunta madre e tornai nella radura.
Resi onore alla madre, presi il suo corpo, lo deposi al centro dell'Arena e le creai attorno una bara di cristallo, in modo che il tempo non potesse più toccare in alcun modo la salma.
Mi vestii: la maglia bianca, quasi trasparente faceva intravedere la fisionomia del busto; i pantaloni neri; le scarpe anch'esse nere; ed infine due gemelli di ghiaccio finissimo sui due polsini della maglia.
Ci avviammo verso la piazza; ogni volta che mi giravo vedevo le madri salutare affettuosamente la prole; mentre i padri davano pacche sulla schiena come a dire "Sono orgoglioso di te, figlio o figlia"; tutti ci guardarono e iniziarono a parlottare; era raro che io mi presentassi alla folla.
Ci riunimmo tutti in piazza dove, per l'evento, era stato allestito un palco.
Una signora, truccata e vestita come in epoca vittoriana, premette le labbra sul microfono, che subito fischiò.
"Benvenuti, benvenuti... Felici Hunger Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore."
Mio fratello mi prese per mano. Mi inginocchiai e gli sussurrai:" vedrai, andrà tutto bene".
La signora riprese a parlare "prima le signore, è buona educazione... La signorina Lucinda Mel, prego cara sali sul palco...
E ora pasdiamo ai fanciulli" i secondi erano interminabili. Mio fratello mi strinse più forte.
"Il signorino Hector Prior, prego mi raggiunga."
Quelle parole furono un colpo al cuore.
Tutti si spostarono.
I soldati mi allontanarono da mio fratello. Mi ripresi.
Andai verso di lui quando un soldato mi spinse via.
"Cosa ccredi di vare, microbo?"
" Semplicemente questo" lo guardai, gli posai la mano in mezzo al petto e lo feci volare verso la palizzata.
Tutti si misero a gridare.
"Vai nella radura. Il bosco ti proteggera, non ti preoccupare, andrà tutto benev dissi a mio fratello che subito si mise a correre.
Mi rivolsi verso le telecamere e dissi
"Eccomi Panem, sono un tuo tributo.
Perchè macchi il tuo suolo con il sangue dei tuoi figli? Solo per il desiderio di un folle."
I soldati mi presero e mi condussero sul palco.
"Salutate ragazzi, siamo in diretta." ci disse la signora.
Ci girammo e fummo condotti dentro al palazzo grigio alle nostre spalle.
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