Prologo
Russia, campionati mondiali
Osservai la grande scacchiera, che rappresentava la partita che Borgov e Beth stavano giocando.
Beth.
Mi strofinai le mani, in Russia in quel periodo faceva davvero molto freddo.
Guardai attentamente i pezzi che si spostavano e chiusi gli occhi, immaginando di giocare la loro partita.
Mi strinsi di più nel mio cappotto lungo, sudando freddo.
«Avanti Beth» sussurrai fra me e me.
«Puoi farcela, tu sei l'unica che può batterlo, forza» continuai determinata.
I pezzi si muovevano, e di conseguenza la mia mente elaborava ogni loro mossa, giocando con loro in una partita silenziosa.
Beth giocava con i bianchi, quindi aveva un margine di possibilità di vittoria superiore rispetto a lui, e con uno come Borgov, un vantaggio non guastava di certo.
«La partita è aggiornata».
Sgranai gli occhi dallo stupore.
Borgov aveva appena aggiornato una partita?
La partita che avrebbe segnato, la sua carriera scacchistica, c'era in ballo il futuro di entrambi.
E lui aveva aggiornato.
Sbuffai, frustrata.
Cosa gli era passato per la testa?
Aspettai con ansia che la porta si aprisse.
Borgov uscì, seguito dai suoi agenti, passo sicuro e sguardo impassibile.
Un pezzo di ghiaccio.
Giocavo le sue partite da sempre, era davvero una mente geniale, ammiravo la sua tecnica, precisa, decisa, anche durante le partite lui non mostrava un minimo di sentimento, le sue iridi scure erano fisse sull'avversario, per intimidirlo.
Sembrava un robot, non commetteva mai alcun errore, e se doveva perdere, doveva farlo in modo esemplare, per questo non abbassava mai il Re, neanche nei campionati di minor importanza.
Per questo lo temevo.
Beth aveva perso contro di lui già due volte, a Città del Messico la aveva praticamente mangiata a colazione, e lei gli aveva servito la partita.
Non doveva giocare la Siciliana Chiusa, è stato un errore, lui è forte, e sa muoversi bene anche in territori inesplorati.
Poi ci furono i campionati nazionali a Parigi, mi stupí la velocità in cui Beth aveva spudoratamente perso.
E come poi.
Non avevo un buon presentimento, lei era arrivata in ritardo, e giocava con il nero.
È stata una carneficina.
In sole 12 mosse Beth aveva abbandonato la partita.
Non avrei mai immaginato un simile gesto da parte sua.
Gli scacchi erano sempre stati la sua vita, come lo erano stati per me.
Come aveva potuto presentarsi in ritardo, e poi ritirarsi?
Incredibile.
Avrei dovuto aspettare ancora per riuscire a parlarle.
Mi diressi verso i 'vecchi tavoli', dove anziani signori giocavano insieme, in armonia, in pace con loro stessi e con tutto ciò che li circondava.
Per questo mi piaceva andare lì.
Affrettai il passo e scelsi la prima scacchiera libera che vidi.
«Signor Moore» gli strinsi la mano e l'anziano mi fece cenno di sedermi.
Giocavo con il nero.
Ci sorridemmo e sfilai i guanti, «Giochiamo?».
Ero concentrata sulla partita, stavo andando piuttosto bene, giocare mi aiutava a non pensare, a scacciare i brutti pensieri.
Mi rifugiavo in quelle 64 case, e i problemi svanivano.
Magia.
Per caso il mio sguardo si posò verso sinistra, dove proprio Beth Harmon stava osservando tutti i giocatori, i suoi occhi nocciola vagarono su ogni tavolo, fino a raggiungere il mio.
Ricambiai, nella speranza che si avvicinasse.
Accennò un sorriso, e fece un passo avanti, ma proprio quando pensavo che ci avrebbe raggiunti, un uomo le mise una mano sulla schiena e la guidó nella direzione opposta.
Poco dopo strinsi la mano del signor Moore sorridendo in modo amichevole.
La vittoria era mia, ma era comunque di tutti.
Era una cosa fatta con amore, seguendo soltanto la magia di quella meravigliosa scacchiera, e senza vincitori né vinti.
«Mi spiace, è tardi e devo andare» dissi con tono allarmato, ma lui mi baciò la mano e mi fece cenno di andare.
Quelli erano i veri scacchi, per me.
Camminai verso l'hotel in cui avevo soggiornato per circa due giorni.
Ero venuta in Russia per vedere Beth dal vivo, avevo rischiato, ma sapevo che anche se lei avesse perso, ne sarebbe valsa la pena.
Il telefono squillò, e io mi affrettai ad afferrare la cornetta.
«Pronto?» una voce familiare mi rispose, «Hey Tesoro» la voce allegra di Joline mi fece spuntare un sorriso sincero, «Ciao, perché chiami?» «Sei riuscita a parlare con Beth?» mi morsi il labbro, «Sam, sei ancora lì?» «emh si, si ci sono» mi ripresi, e se conoscevo bene Jolene, sapevo che sarebbe partita all'attacco.
«Scommetto 10 dollari che non le hai detto che i soldi per il suo viaggio erano i tuoi» alzai gli occhi al cielo, dannazione a lei.
Il mio silenzio valeva mille parole, e lei capì.
«Sam, non puoi fare così, lo capisci?» «è meglio così, per lei quei dollari sono tuoi» la sentii sospirare, «Daccordo, ma sta attenta ok?» «Certo» riagganciai e mi buttai sul letto a peso morto, fissando il soffitto.
Non riuscivo proprio a dormire, così accesi la luce e mi sedetti alla scrivania, sistemando i pezzi sulla mia scacchiera portatile.
Giocai qualche partita di Beth, e poi quella di quel giorno, ordinai una camomilla e rimasi a studiare la scacchiera.
"Beth deve creare una colonna, o è fregata" pensai bevendo un sorso della mia bevanda.
Provai a muovere qualche pezzo, cercando di capire come riuscire a fare vincere Beth senza che Borgov non sene accorgesse, lui era estremamente attento e notava ogni mossa del suo avversario.
Beth doveva fare attenzione.
Poggiai la tazza accanto a me e poggiai la testa sulle mani, pensierosa.
Doveva esserci per forza una soluzione.
Beth doveva vincere.
Lo doveva fare.
Mossi il pedone centrale e gli occhi mi si illuminarono.
Continuai con l'alfiere, e in otto mosse, era scacco matto in G6.
Sorrisi e mi alzai dalla scrivania, presi il telefono e alzai la cornetta, «Si salve, ho bisogno di vedere Elizabeth Harmon, la scacchista« dissi tutto d'un fiato, «Chi parla?» rispose l'uomo della reception, sospirai e buttai una fugace occhiata alla scacchiera.
«Parla Samantha Harmon, ed è urgente».
Spazio autrice
Ciao a tutti!
Ho avuto un piccolo blocco dello scrittore con "The new phoemix, profondo rosso", e, visto che ho da poco finito questa serie stupenda, che consiglio a tutti, ho deciso di crearci una storia.
Spero davvero che possa piacervi, ovviamente Profondo rosso è ancora in corso e aggiornerò anche quello, ma per ora, questo è tutto.
Per dubbi o altro commentate, e se vi va, lasciate una stellina.
Baci,
Chiara ♥️
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