VIII. The Darkest Part Of Me
Wendy sussultò.
Gli occhi di Pan non lasciavano i suoi, scrutandola fin nel profondo, le dita le stringevano i capelli quasi strappandoglieli, il marchio continuava a bruciare intensamente ma c'era ben di peggio.
Non c'era alcun sorriso sulle labbra di Pan, né alcuna smorfia inquietante.
Wendy faceva fatica a crederci, ma era proprio così.
Le labbra di Pan erano pressate sulle sue.
Peter Pan la stava baciando.
Senza delicatezza, dolcezza, amore o qualsiasi altra forma di bontà. Più che un bacio sembrava una spinta, una pugnalata, un pugno, tanto era violento, forte, esigente.
Una strana sensazione si stava facendo spazio in Wendy. Una sensazione mai provata prima, ma che non portava niente di buono.
Dolore, cattiveria e distruzione. Queste erano le tre parole impresse nella mente della ragazzina, mentre Pan si allontanava da lei.
"Mi hai baciata?" sussurrò Wendy, cercando un briciolo di umanità negli occhi di Pan.
"Ti fa ancora male?" parlò lui, ignorando tranquillamente la domanda di lei.
La ragazzina allungò due dita sulla clavicola, sfiorando il marchio.
Nulla. Non sentiva assolutamente nulla.
Il suo sguardo parlava da solo, non c'era alcun bisogno di dare una risposta, Pan aveva già capito.
"Non ti ho baciata." parlò allora "Ti ho guarita."
Era sparito di nuovo, lasciando Wendy da sola.
Si sollevò a sedere sul letto e prese una boccata d'aria.
Scivolò con la mano destra fino alle labbra. Le accarezzò lentamente col pollice, le strinse tra due dita, sospirò.
Guarita?
Cos'altro le avrebbe rubato Pan?
Le aveva tolto la sua famiglia, la sua casa, il suo mondo, la sua innocenza, il suo primo bacio.
Era sudata e provata da tutto quel dolore.
Ora stava bene ma sapeva che quello le sarebbe rimasto impresso ben più a lungo di quello stupido marchio.
Uscì dalla tenda. Il cielo era strano, non aveva mai visto un cielo così a Londra. Non c'erano nuvole, ma era grigio, non c'era il sole, ma in alcuni punti era comunque azzurro, una zona era addirittura nera. Eppure le trasmetteva più pace di un cielo azzurro.
Alcuni Bimbi Sperduti seduti su un tronco giocherellavano con delle lame, incidendo strani disegni sul legno e lanciandoseli tra loro.
Wendy abbassò il capo. Non voleva farsi vedere.
Troppo tardi pensò, quando una figura si avvicinò a lei.
"Stai bene?" le sussurrò piano, come se non si volesse far sentire davvero.
La ragazzina annuì, intravedendo il profilo di Felix spuntare dal cappuccio.
"Credo di si" mormorò, passandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Come ha fatto? Come ti ha guarita?" parlò sottovoce, continuando a camminare in direzione della foresta.
Wendy riflettè per un secondo. Cosa voleva questo ragazzo da lei?
"Mi ha baciata. Credo" disse infine.
Felix sembrava confuso. Come era possibile che un bacio l'avesse guarita?
Il bacio del vero amore era un'ipotesi da scartare. Peter Pan non amava. Distruggeva.
"Come ha fatto a guariti con un bacio?" domandò poi.
Wendy ci pensò su un attimo. Cosa poteva saperne lei di magie, incantesimi e cose del genere? Nulla.
Ma comunque sentiva che il bacio non era servito a niente. Lo sentiva dentro di lei.
"E se non mi avesse guarita davvero?" mormorò.
Felix si guardò attorno. Erano nel mezzo della foresta, tra alberi e cespugli.
"Impossibile." sbottò "Peter Pan non fallisce mai" recitò, voltandole le spalle e sparendo tra alcuni arbusti.
"Fantastico" mormorò Wendy "Uno svanisce nel nulla e l'altro scappa via."
Avanzò di qualche metro tra gli alberi, sperando di sbucare in qualche luogo a lei conosciuto.
"Mi portano su questa maledetta isola e poi mi evitano."
Si stava innervosendo. Ripensava al marchio di Pan, alle sue risate sarcastiche, alle prese in giro, al dolore, alla sfida dell'albero, all'ombra che l'aveva strappata via dalla sua famiglia, ma non si sentiva triste, impaurita o disperata.
Era arrabbiata.
Avrebbe voluto afferrare quel maledetto pugnale che a Pan piaceva tanto e conficcarglielo nel petto. Guardarlo chiedere perdono, vederlo inginocchiato ai suoi piedi, vedere il terrore nei suoi occhi, vedere i segni della morte sul suo volto.
Si accasciò a terra. Che le prendeva?
Si rialzò in piedi. Ricadde. Si rialzò.
Cosa le aveva fatto?
Stava sudando e aveva freddo. Non era guarita. Proprio per niente.
"Peter" mormorò, accasciandosi totalmente al suolo e stringendosi il capo tra le mani.
"Peter Pan" ripeté con tutto il fiato che aveva.
"Io voglio uccidere Peter Pan" sputò infine.
Il marchio era ora nero e scuro, brillava di una luce opaca, la stessa luce che pervadeva gli occhi di Wendy.
Uno scossone improvviso fece sussultare Pan. Quasi cadde dall'albero su cui stava appollaiato, da cui scrutava l'orizzonte.
"Non è niente di buono" pensò, librandosi in volo, sopra la spiaggia.
Sfiorò con l'indice la superficie increspata dell'acqua, per poi portarsi il dito alle labbra.
"Le sirene sentono qualcosa" mormorò, volando più velocemente.
Planò nel mezzo dell'accampamento.
"Felix" tuonò, aspettando che il biondo si avvicinasse a lui.
"Dov'è la ragazza?" sputò, con uno sguardo glaciale.
"Non lo so" rispose non curante il ragazzo.
Pan sollevò il capo.
"Te lo ripeterò. Più lentamente" parlò, scandendo bene le parole "Dov'è" alzò la mano destra verso di lui "La" continuò stringendola nel vuoto, osservando Felix annaspare in cerca di aria, "Ragazza" disse infine, spingendo la mano davanti a sé, mentre il biondo volava a terra un paio di metri più in là.
"Nella foresta" sussurrò quest'ultimo, massaggiandosi il collo.
Un'altra scossa fece tremare la terra. Pan si voltò verso la foresta per un attimo, stampandosi un sorriso sulle labbra.
"Ho un gioco per voi, Bimbi Sperduti." ridacchiò, alzandosi in volo sopra di loro.
"Voglio che andiate a cercare la ragazzina e la portiate qui, nella mia tenda."
"Cosa si vince?" gridò uno.
Pan si portò due dita al mento, come riflettendoci.
"Un desiderio" gridò Pan.
"E mi raccomando, Sperduti. La voglio viva."
Detto questo, sparì all'interno della sua tenda, mentre i Bimbi Sperduti si spintonavano, correndo all'interno della foresta.
Wendy era seduta a terra, lo sguardo sulla foresta attorno a lei, attenta ad ogni minimo rumore.
Si sentiva diversa. Nuova, fresca, forte.
Si alzò in piedi con un'agilità spaventosa, alzò il capo e osservò un ramo sopra di lei. Sembrava abbastanza robusto e solido.
Una quindicina di metri lo separavano da lei, ma sentiva che se avesse allungato una mano verso l'alto l'avrebbe potuto toccare.
Strinse le palpebre e inspiró una boccata d'aria.
Quando li riaprì, una decina di centimetri separavano i suoi piedi dal suolo.
Non aveva paura. Sapeva benissimo che ci sarebbe riuscita. Era in grado di fare anche di meglio.
Spinse i piedi verso il basso e si diede uno slancio verso l'alto, mantenendosi in perfetto equilibrio nel vuoto.
Un attimo dopo si trovava seduta su quel ramo. Il cuore le batteva all'impazzata, ma si sentiva comunque calma e tranquilla.
Saltò in piedi e camminò. Un piede dopo l'altro si ritrovò alla fine del ramo.
Si sbilanciò verso destra e saltò nel vuoto, atterrando su un ramo, un paio di metri più in là.
Si sentiva forte e potente. Ogni cellula del suo corpo era rigenerata e eccitata.
"Eccola" sentì una voce che gridava sotto di lei.
Abbassò lo sguardo, incrociando un gruppetto di Bimbi Sperduti che cercavano di aggrapparsi su per il tronco dell'albero.
Ridacchiò ai loro goffi tentativi.
Non l'avrebbero mai raggiunta.
Continuò a saltellare, ridacchiando, correndo di qua e di là, da un albero all'altro.
Si paralizzò quando due dita le afferrarono la spalla, trascinandola indietro.
Avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque.
"Pan" sussurrò, voltandosi e incrociando il suo sguardo.
"Mi piacevi di più quando stavi al tuo posto" parlò lui, avvicinandosi pericolosamente al suo viso, senza staccare le dita dalla sua spalla.
Wendy ridacchiò.
"Hai soltanto paura di me" sussurrò sulla sua pelle.
Pan si avvicinò ancora, posò le labbra sul suo orecchio, facendola rabbrividire.
"Tu non hai capito, ragazzina. Io non ho paura di nessuno. Ti credi tanto forte?" scivolò alla sua sinistra mantenendo le labbra pressate sul suo orecchio "Tu non sei nemmeno un quarto di quello che sono io."
Ora si trovava dietro di lei, i loro corpi aderivano, entrambe le mani di lui erano posate sulle sue spalle, il viso accanto al suo e il solito tono minaccioso che tanto lo caratterizzava accapponava la pelle della ragazza.
"Guarda giù" continuò a parlare, spingendo Wendy poco più avanti.
Un Bimbo Sperduto cercava di arrampicarsi su per il tronco dell'albero, senza riuscirci, graffiandosi le braccia e le ginocchia.
Era più piccolo degli altri. Gli si poteva dare al massimo dieci anni.
Wendy ripensò a Michael e a John.
Il Bimbo cadde di nuovo, sbattendo la schiena a terra.
Wendy sussultò e si lasciò scappare un gemito.
"Continuerà all'infinito" ridacchiò Pan.
"Fermalo" mormorò la ragazza.
"Come scusa?" alzò la voce lui "Non sono sicuro di aver capito"
Wendy strinse le labbra.
"Fermalo, ho detto." parlò.
"Per favore" aggiunse.
Pan alzò due dita e il ragazzino si allontanò dall'albero.
"Sei troppo buona, mia cara Darling" le sussurrò sulla pelle.
L'ultima cosa che Wendy vide prima che le dita di Pan le chiudessero le palpebre fu il marchio sulla clavicola che tornava dorato.
I Bimbi Sperduti erano raccolti a cerchio attorno al tavolo, mentre si riempivano i piatti e divoravano ogni cosa.
Pan era seduto in disparte, su un tronco. Stava intagliando il suo flauto, levigandolo.
Felix si avvicinò lentamente, come sempre, con il cappuccio calato in testa e il mantello che lo accompagnava con dei fruscii.
Si sedette accanto a lui. Le mani tra le ginocchia, il capo abbassato.
"Cosa sta succedendo?" parlò dopo un paio di minuti.
Pan si infilò il pugnale e il flauto nella cintura.
"Sto perdendo il controllo." sussurrò.
"Dice che l'hai baciata." continuò il biondo.
L'altro annuì.
"Dovevo tentare. Ho bisogno che lei resti viva. Sembrava l'unico modo per levare via l'oscurità del marchio."
"Ed è guarita?"
"No. Ho, diciamo, ampliato la sua oscurità."
Felix alzò lo sguardo.
"È cattiva ora?"
Pan ridacchiò.
"È troppo stupida per essere una cattiva."
Spazio autrice.
Lo ammetto, il capitolo è un pochino più corto del solito, ed è anche strano. Molto strano direi.
Ma anche questa volta vi toccherà accontentarvi mi sa.
Anyway, il nostro bel giovane non si risparmia in complimenti e gentilezze. Un veeeeerooo gentiluomo.
Wendy è strana. Ma strana forte.
Ma forse poi tutto sarà più chiaro, forse.
Grazie mille a tutti i cliccatori di stellina e commentatori, vi amo tanto e non so dove sarei senza di voi.
Fatemi sapere che ne pensate, a presto e buon anno!
Bacini♡♡
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top