IX. Irrational Lady
Quando Pan rientrò nella tenda era mattina.
Wendy dormiva tranquilla nell'oscurità, rischiarata dalla luce dorata del marchio.
Ormai quel letto non era nemmeno più suo, ma poco importava. C'erano questioni ben più significative ad impegnare il ragazzo.
Aveva girovagato tutta la notte, attraversato l'isola a piedi e in volo, cercato ovunque una risposta, ma invano.
Sapeva benissimo a chi chiedere ora, ma era poco convinto che avrebbe ricevuto una risposta valida.
Infilò la mano in un cassetto, afferrando la fiala che cercava. Trilli.
Si guardò alle spalle per un attimo.
La ragazzina dormiva ancora.
Agitó il barattolino tra le dita, osservandolo accendersi di una luce cristallina.
Si ricordò di quando aveva catturato quella fata. Era stato così divertente.
A quel tempo lui e Felix erano molto più legati.
Da quando era arrivata Wendy la situazione era cambiata. Il loro rapporto era cambiato.
Ma Peter Pan non era un tipo sentimentale e a mala pena se ne accorgeva. Nemmeno notava la devozione di Felix nei suoi confronti.
Riportò la sua attenzione sulla fata.
"Quanto manca ancora?" parlò con voce decisa, stringendo il vetro luccicante tra le dita e puntando gli occhi dritti sulla piccola figura all'interno.
Nessuna risposta.
Pan la scosse ancora, per poi ripeterlo, a voce più alta.
"Quanto manca?" sbraitò, "Rispondi, stupida fata!"
Trilli incrociò le braccia sul petto e si sedette, senza aprire bocca. Non che dovesse aprirla per poter parlare.
"Allora?" continuò Pan "Non farmi perdere la pazienza. Rispondi!"
Trilli scrollò il capo.
"Voi fate siete degli esseri così stupidi. Ma poco importa. Mi arrangerò a prendere quello che mi serve. E poi te la farò pagare." sputò, avvicinando il barattolo alla fronte.
Il ragazzo chiuse gli occhi e si concentrò su sé stesso.
Immobile, si allontanò da tutto quello che lo circondava. Era avvolto dal silenzio. Un silenzio pesante e opprimente.
Lo aveva già fatto prima. Sapeva benissimo come comportarsi.
Scavò con la mente in quel silenzio, in quell'oscurità e poco alla volta una luce si fece spazio.
Ci si aggrappò con tutto sé stesso.
Era nella mente della fata, adesso.
Sussultò e riaprì gli occhi, percependo qualcosa premergli sulla schiena.
Chiunque l'avesse interrotto l'avrebbe pagata cara. Non era facile entrare nella mente di una fata e rientrarci poco dopo era pressoché impossibile. Chissà quanto avrebbe dovuto aspettare per venire a sapere quella cosa, che Trilli non gli voleva dire.
"Lasciala stare" disse la voce dietro di lui.
Pan ridacchiò innervosito.
"Cosa cerchi di fare, piccola Darling?" la prese in giro.
Wendy si fece coraggio.
"Lasciala andare, ho detto." ripeté, spingendo la spada più a fondo.
Era pesantissima e lucente. Non sapeva nemmeno con quale forza fosse riuscita a sollevarla, e sicuramente non sarebbe riuscita a conficcarla nella schiena di Pan. Per quanto l'avesse voluto.
Il ragazzo rise. Si voltò velocemente, in un soffio, e afferrò la lama tagliente.
Wendy si accorse solo allora che stava tremando. Aveva lei la spada eppure era terrorizzata.
Pan la strinse, direzionando la punta dritta sul lato sinistro del suo petto. Sul cuore.
"Trafiggimi" sussurrò.
Wendy lo guardava sbalordita.
"Fallo" continuò lui "Infilami la spada nel petto, trafiggimi, uccidimi. So che muori dalla voglia di farlo." Accompagnò la frase con una risatina, rendendosi conto del gioco di parole.
Wendy strinse l'impugnatura e abbassò lo sguardo sulla lama. Ci sarebbe voluto così poco. Un piccolo sforzo e l'avrebbe ucciso. Un piccolo sforzo e Peter Pan sarebbe morto.
Le mani le sudavano, la testa le doleva fin quasi a scoppiare, le gambe le divenivano molli.
Era davvero così facile ucciderlo?
E cosa sarebbe successo se l'avesse fatto?
Sarebbe tornata a Londra, forse. Avrebbe rivisto la sua famiglia. Si sarebbe dimenticata di questa assurda isola.
Riportò lo sguardo sul ragazzo. Incrociò i suoi occhi e una fitta di dolore le attraversò il petto.
Ci stava seriamente pensando?
Aveva la possibilità di ucciderlo!
Eppure il suo corpo reagiva in modo strano.
La sua mente ragionava. Lucidamente.
Sapeva già cosa fare.
Premere quella lama dentro di lui.
Osservare il sangue sgorgargli fuori dal petto e i suoi occhi spegnersi.
Ma il suo cuore sembrava parlare una lingua diversa.
Non riusciva a sincronizzarsi con la parte razionale di lei.
Wendy si specchiò un'altra volta nei suoi occhi.
Quegli splendidi occhi. Osservò come i capelli gli incorniciavano il viso spigoloso.
Le mani affusolate strette attorno alla lama e alla fiala con la fata.
Guardò Trilli.
Non la vedeva. Solo luce.
Riportò lo sguardo sulle labbra rosse di lui, aperte in un sorriso divertito.
Strinse le dita attorno al manico della spada e concentrò tutta la sua forza nelle mani, spingendo la lama dentro al petto di lui.
Trilli era appollaiata sul margine del letto.
Osservava i corpi dei due ragazzi accasciati a terra, l'uno sull'altro.
La pozza di sangue nero sotto di loro.
La luce che sprigionava il marchio di lei.
Si abbracciò per darsi conforto.
Non sembrava reale.
Peter Pan era morto? Era pressoché impossibile.
Eppure erano passate ore da quando Wendy l'aveva trafitto ed erano ancora lì. Immobili.
E la ragazza?
Una fata avrebbe dovuto possedere ogni risposta. Eppure, Trilli era confusa e sconvolta.
Per lo meno era libera ora.
Forse Pan era davvero morto.
Sennò come poteva essere possibile che lei fosse fuori da quel barattolo?
Wendy sussultò, allungando una mano.
La fata saltò giù dal bordo del letto, atterrando sui capelli di lei.
Sarebbe stato tutto più facile se fosse stata in grado di volare.
Ma, ovviamente, Pan le aveva tolto anche quello.
Wendy si mosse ancora, spalancando gli occhi.
"Oh mio Dio" mormorò.
Si sollevò a sedere, osservandosi le mani sporche di sangue nerissimo.
"L'ho ucciso" sussurrò, sentendo la voce che le veniva meno. Si sentiva debole e stanca.
Com'era possibile?
Aveva davvero ucciso Peter Pan?
"L'ho ucciso." ripeté "Sono stata io"
La voce vellutata di Trilli le accarezzò la mente.
"Calma, bambina mia" canticchiò "Non farti prendere dal panico."
Wendy scosse il capo.
"Devo andare via di qui. Cosa ho fatto?"
Si fissava le mani sporche, tremando.
Aveva ucciso una persona?
Peter Pan era cattivo, ma era pur sempre una persona.
Giusto?
Forse no.
In fondo Pan era una creatura.
E lei era ancora sull'Isola Che Non C'è.
Poteva tranquillamente essere tutto un sogno.
Ma sentiva che non lo era. Era reale.
"Perché non sono a casa?" sussurrò.
"L'ho ucciso. Dovrei essere a Londra adesso."
Si pulì le mani sul vestito, sporcando la pelliccia di un sangue innaturale, simile a inchiostro.
Si alzò in piedi e uscì dalla tenda, seguita dalla fatina che le zampettava dietro.
I Bimbi Sperduti erano tutti lì, distratti a ridere e scherzare tra loro, ma Wendy si sentiva come se tutti fossero attenti soltanto a lei, come se la stessero monitorando in ogni suo movimento.
Camminò più velocemente, boccheggiando. Aveva paura.
Chissà cosa le avrebbero fatto, non appena si fossero accorti di Pan.
Era talmente angosciata che non si accorse nemmeno della figura incappucciata davanti a lei e ci si scontrò violentemente.
Alzò lo sguardo, incrociando il viso magro di Felix, che la osservava serio, e scoppiò a piangere.
Il biondo la guardava confuso.
Alla fine allungò una mano e l'appoggiò sulla spalla di lei, avvicinandola al suo corpo e stringendola a sé.
Wendy accettò quell'abbraccio.
Non capiva cosa le stesse succedendo.
Era spaventata?
O forse era triste? Triste per la morte di Pan?
Le sembrava tutto così irreale.
Il marchio aveva ricominciato a splendere e bruciare. D'altronde c'era da aspettarselo. Era l'unica cosa che la legava a Pan.
Forse era per quello che quasi le dispiaceva fosse morto.
Scivolò via dal tocco di Felix e corse verso la foresta, seminando sia lui che la piccola fata.
Continuava a correre senza mai fermarsi.
I polmoni le bruciavano, la gola era secca, le gambe le facevano male.
Ogni tanto iniziava a tossire ed era costretta a rallentare, ma non si fermava.
Non poteva.
Sapeva che non ci sarebbe voluto molto perché i Bimbi Sperduti trovassero il corpo di Pan e iniziassero a cercarla.
Per ucciderla.
O torturarla.
Il bosco si stava facendo più rado e ora non doveva più curarsi di schivare gli alberi o le radici.
Continuò a correre, fino a che non raggiunse un lago.
L'acqua era limpida e sembrava normale rispetto a tutto il resto.
Wendy si inginocchiò sull'erba e bevve una buona quantità di quell'acqua dolce.
Poi si rialzò in piedi e aggirò il lago camminando, piano. Non aveva abbastanza forze per correre.
E stava morendo di fame.
Quanto tempo era passato dall'ultimo pasto che aveva fatto?
Superato il lago l'erba finiva.
Ma non si diradava o fermava in modo discontinuo. Finiva letteralmente. Una linea netta separava l'ultima striscia d'erba da un terreno sassoso.
Non composto di sassi, ma fatto di sasso. Come un enorme roccia, di cui non si vedeva la fine.
Si ricordò di quando i Bimbi Sperduti l'avevano catturata, il suo primo giorno sull'isola e lei era caduta a terra scontrandosi con il terreno rigido.
Probabilmente si trovava qui.
Era alla disperata ricerca di qualcosa da mangiare, ma non aveva idea di dove guardare. L'erba dietro di lei ormai non si vedeva più e per chilometri e chilometri tutto ciò che si scorgeva era questa superficie fredda, dura e rocciosa.
Si ritrovò a fantasticare sul cibo.
Avrebbe voluto una bistecca. Oppure un panino gigantesco. O ancora un enorme budino. Avrebbe mangiato qualsiasi cosa.
Una struttura attirò la sua attenzione.
Era come una piccola grotta scavata nella roccia, accesa di una debole luce.
Le sembrava impossibile non averla vista prima, ma era probabile che la fame le stesse giocando qualche scherzo.
Si avvicinò cautamente, fino a gattonare attraverso l'entrata.
La grotta era piccola e molto bassa, ma al suo interno c'era tutto il cibo che Wendy aveva desiderato.
Allungò le mani e lo trascinò fuori, per poi fiondarcisi sopra e divorarlo.
Mentre mangiava, le parole di Pan le tornarono alla mente.
Sull'Isola Che Non C'è ogni cosa era possibile. Bastava crederci.
Probabilmente desiderando quel cibo così intensamente l'aveva fatto apparire.
Le sembrava strano ma in fondo le era già capitato una volta.
Con la candela, quando aveva trovato Trilli.
Chissà quella fatina che fine aveva fatto.
E chissà se i Bimbi Sperduti si erano già accorti di Pan.
Wendy si risollevò in piedi e riprese a camminare. Quando da quella distesa rocciosa sbucò nella foresta si disperò.
Era tornata indietro?
Ma quando si accorse che quel bosco era ben diverso dal primo sospirò sollevata.
Quell'isola era davvero enorme.
Un paio di ore dopo si ritrovò su una spiaggia.
Assomigliava a quella su cui era capitata il primo giorno, ma era interrotta da qualche roccia qua e là e la sabbia aveva un colore strano, verdastro.
Dei rumori lacerarono il silenzio. Sembravano dei passi. Potenti e decisi, che si avvicinavano sempre di più.
Wendy indietreggiò sulla spiaggia.
Forse i Bimbi Sperduti avevano scoperto di Pan.
Ma com'era possibile che l'avessero già trovata?
Continuò a camminare, fino a che non si ritrovò con l'acqua alta fino al ginocchio.
I passi si facevano sempre più forti e ora erano accompagnati da delle voci.
Non sembravano quelle dei Bimbi Sperduti.
Erano voci potenti e gravi. Sicuramente maschili, ma non appartenenti a dei ragazzini.
Wendy non riusciva ad afferrare nemmeno una parola ma iniziava ad intravedere delle figure avvicinarsi.
Si sarebbe dovuta nascondere o avrebbe dovuto correre via, ma riusciva solamente a starsene lì impalata e osservare gli uomini che si avvicinavano.
Si concentrò su quello che apriva la fila.
Era alto e muscoloso, vestito interamente di nero. Wendy non aveva mai visto vestiti simili.
Indossava dei pantaloni aderenti di pelle e un giaccone aperto sul davanti sempre in pelle nera.
I capelli, neri anche quelli, erano scompigliati, ma ciò che non poteva passare inosservato era l'uncino metallico che gli brillava al posto della mano sinistra.
Spazio autrice.
Hei Hei Hei
So che non ci credete ma sono proprio io!
Dopo appena quattro giorni dall'ultimo aggiornamento, ho aggiornato di nuovo..pazzesco, vero?
Lo so, fatico a crederci anch'io..
Anyway che fine ha fatto il nostro Peter? Possibile che ammazzare il ragazzo immortale sia così facile? Mmh..
E chi mai sarà il baldo giovine che compare alla fine?
Mah, io non ne ho proprio idea. E voi?
Grazie mille a tutti coloro che commentano, stellinano ecc la mia storia, mi fate immensamente feliceeee
Cercherò di tornare a breve col prossimo capitolo, ma non vi garantisco nulla..
Bacini e fatemi sapere che ne pensate!♡
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