III. I'm Peter. Peter Pan.
Il ragazzo guardava divertito Wendy che cercava di alzarsi in piedi per raggiungere la sua altezza, senza nemmeno provare a darle una mano.
Quando la ragazza riuscì finalmente a sollevarsi, facendo leva sul ginocchio meno sbucciato, fece un passo indietro per guardarla meglio.
"Cosa ci fai sulla mia isola?" le chiese, appoggiandosi ad un tronco d'albero a uno o due metri di distanza.
"Io non lo so" mormorò Wendy, cercando di fronteggiare il ragazzo "mi ci ha portata un'ombra, credo" disse poi tutto d'un fiato immaginando quanto strano dovesse sembrare.
Lo sguardo del ragazzo si rabbuiò per un secondo per poi ritornare a quella maschera di divertimento.
"Allora devi essere Wendy" sorrise, ma non con uno di quei sorrisi sinceri o divertiti, sembrava quasi che da un momento all'altro l'avrebbe potuta sgozzare lì, davanti a tutti e che poi sarebbe tornato tranquillamente alla sua vita di tutti i giorni.
La ragazza annuì impressionata, facendo un passo indietro.
Chi era quel ragazzo?
Lui sembrò leggerle nel pensiero perché si batté la mano sulla fronte e con finta simpatia "Oh, non mi sono ancora presentato. Sono Peter, Peter Pan." rispose alla domanda inespressa.
Wendy per poco non si soffocò con la sua stessa saliva.
Tu non sei il mio Peter Pan, avrebbe voluto dire, lui soccorre le persone in difficoltà.
Ma tutto ciò che fece fu spalancare la bocca e fissarlo con uno sguardo a dir poco sconvolto.
Il ragazzo si avvicinò in un balzo, quasi invisibile, e sollevò Wendy tenendole un braccio sotto le gambe e uno dietro la schiena e con l'agilità e la grazia di un airone si sollevò in volo.
La ragazzina cacciò un urlo, era stufa di essere trascinata da una parte all'altra voleva solo risvegliarsi nel suo letto a Londra.
"Che c'è? Ti sei già stufata di volare?" ridacchiò Peter mentre atterrava su un prato che sembrava tagliato da poco.
Wendy scivolò via dalla presa del ragazzo e si passò le mani sulla camicia da notte sporcandola ulteriormente di sangue e terra.
Attorno a lei c'erano una serie di tende improvvisate con rami e foglie di varie dimensioni e ai suoi piedi una decina di pietre formavano un piccolo cerchio al cui interno ardevano dei rametti secchi.
Peter la prese per un braccio e la trascinò dietro di sé, mentre si dirigeva verso un enorme tronco d'albero della larghezza di quattro o cinque metri.
Sulla parete era incisa una fessura abbastanza alta e larga da cui pendevano dell'edera ed altre piante.
Peter la superó, trascinando con sé una buona parte delle piante che pendevano e trascinò Wendy attraverso di essa, all'interno di quella che aveva tutta l'aria di essere la sua casa.
Più che una casa era una stanza, di certo molto più grande delle altre tende, con un pavimento di erba alta e soffice.
Al centro era posizionato quello che doveva essere il letto, ovvero una struttura in legno alta all'incirca 30 centimetri dal suolo, imbottita di un erba particolarmente voluminosa e ricoperta da un telo che quasi sicuramente era il manto di un qualche animale di una specie sconosciuta.
Era a metà tra un ghepardo e una tigre, sulla pelle arancio-oro si alternavano righe e macchie marroni formando un manto stupendo.
Oltre al letto non c'era molto in quella stanza.
Sulla parete destra era appoggiata una specie di rudimentale cassettiera e c'era qualche sorta di sgabello nei vari angoli della camera.
Infine a tutte le pareti erano appese armi di ogni genere, spade, pugnali, archi e frecce e molto altro.
Peter lasciò la mano di Wendy e si avvicinò alla cassettiera mentre lei rimaneva sulla soglia non sapendo cosa dire o fare.
Sapeva così tante storie su Peter Pan, Uncino e i Bimbi Sperduti ma ora che l'eroe dei suoi racconti si trovava accanto a lei non sapeva cosa pensare.
Di certo era una creatura affascinante con quegli occhi che sembravano cambiare colore ad ogni suo passo e i ciuffi castani che gli incorniciavano il viso lasciando spuntare le orecchie leggermente appuntite.
Per non parlare del fisico.
Era magro ma sotto quella specie di tutina verde che indossava si potevano scorgere le linee morbide e allo stesso tempo rigide dei muscoli che gli definivano il corpo.
Ma ciò che più colpiva era l'agilità con cui si muoveva, trovandosi sempre almeno cinque passi più avanti di quello che ci si aspettava.
Il ragazzo si avvicinò a Wendy porgendole un rettangolo di pelle di un altro animale a lei sconosciuto con macchie simili a quelle di un ghepardo su una base vellutata di color rosso scuro.
Poi si sfilò dalla cintura uno strumento in legno che Wendy non aveva mai visto.
Era formato da alcuni cilindretti di legno abbastanza sottili, forati all'interno, di misure differenti, legati tra loro con una cordicella.
Peter ci soffiò dentro emettendo un suono grave e piacevole.
Pochi secondi dopo un ragazzo entró nella stanza.
Era alto e magro, avvolto in dei vestiti scuri con un cappuccio calato in testa.
Sotto di esso spuntavano dei ciuffi biondi e un paio di occhi scuri e minacciosi.
"Questo è Felix" si rivolse Peter alla ragazza "ti porterà al lago e ti darà una mano con quelle ferite." Detto questo, il ragazzo svanì nel nulla, lasciando Wendy e Felix da soli.
"Tu devi essere Wendy" disse il biondo afferrando la ragazzina per un polso e trascinandola fuori.
"Avrai di sicuro un sacco di domande" continuò addentrandosi nella foresta "potrei provare a darti qualche risposta."
Wendy fece un piccolo sorriso "Intanto vorrei sapere come mai mi conoscete." mormorò cercando di stare al suo passo.
Il ragazzo emise una risata "Non crederai mica di essere capitata qui per caso. Sei qui perché Pan lo vuole e quindi è giusto che lui sappia chi sei."
"E perché mi vuole qui?" chiese prendendo confidenza.
"Questo non te lo so dire e anche se lo sapessi probabilmente non potrei. In effetti non ho mai visto una ragazza qui, sull'isola che non c'è."
Quelle parole si insinuarono nella mente di Wendy facendole risalire un gusto amaro sulle labbra.
Che cosa poteva volere da lei Peter Pan?
"Ma se lui mi voleva qui perché non ha detto all'ombra di portarmi direttamente da lui invece di farmi quasi affogare?"
Felix scosse la testa "Non so nemmeno questo. Ma l'ombra ti voleva affogare?" domandò stupito.
"Non lo so. Mi ha fatta cadere in acqua e all'inizio non stavo affogando ma poi mi sono come addormentata in mezzo all'acqua."
"Ah. Sei precipitata nel Mare del Sonno. La sua acqua è buonissima ma è come una droga, più ne bevi più velocemente ti addormenti. Ma ora basta con le domande. Questo è il lago."
Felix indicó un piccolo ruscello dall'acqua limpidissima che si inseriva in un lago non molto ampio, circondato da qualche albero dall'aspetto quasi normale, fatta eccezione per le sfumature d'oro delle foglie.
"Hai mezz'ora per lavarti e metterti il vestito che ti ha dato Pan. Poi verrò a prenderti per darti una mano con quei tagli." disse con vice piatta e priva di ogni emozione, voltandosi e sparendo nella foresta senza nemmeno dare il tempo a Wendy di rispondere.
La ragazza si spogliò di quel poco che restava dei suoi vestiti separando la camicia da notte che era diventata ormai uno straccio dall'intimo che lavò accuratamente nel ruscello.
Poi si immerse nell'acqua.
Era normalissima acqua di lago che le bruciava un po' sulle ferite lavandole via la terra e la sabbia dal corpo e dai capelli.
Una volta uscita si stupì di trovare l'intimo già asciutto e lo indossò, per poi avvolgersi attorno al corpo il manto che le aveva dato Peter Pan, annodandolo sopra la spalla, in stile donna preistorica.
Dove cavolo era finita?
Ah giusto, sull'Isola che non c'è, come dimenticarlo.
Prese una lunga boccata d'aria e si sedette su un sasso aspettando il ritorno di Felix.
Quest'ultimo non ci mise molto ad arrivare.
"Fammi vedere queste ferite" disse il ragazzo sedendosi accanto a lei.
Wendy gli porse il braccio, indicandole i graffi e il sangue secco sulla sua pelle.
Il ragazzo strappò una manciata di foglie dorate e le passò sulle ferite che in pochi secondi si rimarginarono perfettamente. Poi fece lo stesso anche con i tagli sulle gambe e sulla schiena.
Il tutto senza pronunciare una parola e con innaturale freddezza.
Quando finì i capelli di Wendy erano solo un poco umidi e i due ripresero il cammino verso l'accampamento, questa volta in silenzio.
Mentre si avvicinavano Wendy riusciva a sentire delle voci di ragazzi che parlavano e ridevano tra loro ma, pur riuscendo ad afferrare qualche parola, non capiva molto.
Stava per sbucare fuori dalla foresta quando Felix la afferrò per un braccio tirandola indietro.
"Pan non vuole che gli altri ti vedano, faremo l'altro giro"
"Gli altri chi?"
"Gli altri Sperduti." rispose il ragazzo aggirando l'accampamento.
Quindi Felix era un Bimbo Sperduto?
Wendy era davvero confusa.
I Bimbi Sperduti non sarebbero dovuti essere appunto bimbi?
A Felix si poteva dare 16 anni con fatica ma sicuramente non di meno.
"Vai dritta verso la porta e non voltarti" ordinò Felix dando una piccola spinta a Wendy.
La ragazza percorse quei pochi metri in velocità per poi fiondarsi nell'"abitazione" di Peter Pan.
"Sei tornata" la accolse Peter regalandole uno dei suoi sorrisi sarcastici.
Era seduto sul letto a gambe incrociate, rigirandosi tra le mani un piccolo pugnale col manico in legno, intrecciato con varie foglie.
Wendy restò sulla soglia.
Nella testa le scorrevano miliardi di pensieri da dire a quel ragazzo ma quando si avvicinavano alle labbra per essere pronunciati scivolavano via dissolvendosi.
"Avrai fame, immagino." aggiunse Peter che ora era sceso dal letto e aveva mosso qualche passo verso la ragazzina con la solita leggerezza e agilità "Tra poco ceneremo e potrai conoscere gli altri bimbi sperduti."
Stava giocherellando con il pugnale su un ricciolo di Wendy, avvolgendolo attorno e poi facendolo cadere, mentre la ragazza lo guardava petrificata col cuore in gola. Sollevò il ricciolo tenendolo in equilibrio sulla lama a poca distanza dal viso di Wendy "Non voglio che tu rivolga la parola a nessun bimbo sperduto. Se hai qualcosa da dire la puoi dire soltanto a me." e con uno scatto tagliò via due o tre centimetri di punta del ricciolo.
Wendy lo guardò esterrefatta ma si fece coraggio "Cosa vuoi da me? Perché mi hai portata qui?"
Peter sorrise indietreggiando di qualche passo ed appoggiandosi al bordo della cassettiera "Se te lo dico adesso, dov'è il divertimento?"
Spazio autrice.
I giochi cominciano!
Ecco il nostro amato Peter, dolce e affabile come al solito.
Così gentile da dare anche una spuntatina ai capelli di Wendy, un vero gentiluomo.
Ma, bando alle ciance, il gioco di Peter Pan sta per iniziare e se ne vedranno delle belle, ma tutto a tempo debito!
Aggiornerò il prima possibile, in linea di massima entro il fine settimana (:
Bacini a tutti, Sperduti♡♡
E fatemi sapere che ne pensate, per qualsiasi cosa sarò felice di rispondervi♥
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top