Giorno 8
Trovava il suo lavoro completamente e totalmente noioso. Certamente, rispetto ad altre "mansioni", come lavorare nelle cucine o occuparsi delle pulizie di quella mastodontica sede, lui si godeva la bella vita: doveva stare seduto a fissare il monitor per ore, su cui passavano linee di numeri verdi in verticale o parole scordinate, aspettando che l'apparecchio emettesse un qualche segnale e se mai questo fosse accaduto doveva chiamare la Salvatrice e, ottenuto il suo consenso, premere il pusante di allarme generale. La sua occupazione poteva sembrare facile, ma in realtà metteva a dura prova la sua capacità di stare sveglio in qualunque situazione e di dilettare la mente senza perdere la concentrazione: insomma, un lavoro per veri professionisti.
Il tema di quel giorno era Hawaii: seduto sulla sua scomoda poltrona immaginava di essere seduto su uno sdraio in spiaggia e per aiutare la sua mente a compiere quel viaggio aveva avviato in loop una registrazione dei suoni dell'oceano, con schiamazzi di bambini in lontananza e stormi di gabbiani. Poteva benissimo percepire i granelli di sabbia tra le sue dita dei piedi e la brezza che proveniva dall'oceano gli scompigliava leggermente i capelli. Si sentiva in pace con sè stesso e con l'oceano, sarebbe poturo rimanere lì per tutta la giornata, saltando addiritura i pasti.
In sottofondo si sentiva anche un cellulare suonare, probabilmente di un manager che si era portato il lavoro in spiaggia. Però la suoneria gli ricordava qualcosa, assomigliava molto al suono che il computer emetteva se qualcuno cercava di entrare di soppiatto nella sede. Quell'intuizione rovinò ore di concentrazione, poichè in pochi secondi si ritrovò di nuovo in quella stanzetta asfissiante dove trascorreva le sue giornate. Orientò di nuovo il ventilatore verso il cuore del super computer per raffreddarlo, tolse i piedi dal catino pieno di sabbia e lo spinse in un angolo, nascondendolo. In tutta la stanza risuonava l'allarme, che produceva un suono acuto e sgradevole che sentiva solo lui: le pareti erano insonorizzate e nessuno sapeva cosa si celava quella stanza, se non i ranghi più alti dell'associazione. In pochi secondi l'adepto riuscì a spegnerlo e rintracciò cosa aveva fatto scattare l'allarme. Quello che vide sul monitor lo sorprese a tal punto che stava per sbagliare procedura e premere il pulsante di allarme generale direttamente: Saeran, l'infedele, era tornato e non era solo.
La Salvatrice arrivò pochi minuti dopo la chiamata e non sembrava affatto sorpresa dell'incursione che stava avvenendo. Leggendo la preoccupazione negli occhi dell'adepto, lo rassicurò 《È tutto a posto, sono solo venuti a riprendersi una cosa, non è il caso di mobilitare tutti i fedeli.》 《E noi lasceremo che ci derubino indisturbati?》 《Non ti preoccupare: quella cosa è rotta ed inutilizzabile per la nostra causa, portandola via ci aiuteranno》 vedendo il fedele non ancora convinto concluse 《La cosa che cercano è nei sotteranei e là rimarranno: ci sono guardie a tutte le scale nel caso venga loro la malsana idea di salire ai piani superiori》. Rika sorrise gentilmente al sottoposto che sembrò rilassarsi. Dopo avergli ordinato di tenerla aggiornata, uscì dalla stanza. Mentre tornava alle sue mansioni giornaliere commentò tra sè e sè 《Mio caro Saeran, goditi la tua bomba ad orologeria... ops, volevo dire, goditi la tua ragazza》.
Qualche piano più in basso i due fratelli stavano percorrendo i corridoi bui dei sotterranei che sembravano appena usciti da un film horror: l'illuminazione scarsa rendeva difficile orientarsi in quel labirinto di cunicoli che si espandeva ben oltre le mura superiori della casa; il pavimento, composto da pietrisco, era totalmente sconnesso ed era un inferno camminarci sopra; ogni tanto ai lati del tunnel comparivano delle diramazioni o delle celle che parevano inutilizzate, ma Saeran commentò di non farsi ingannare dalle apparenze, infatti di sottofondo si potevano udire lamenti e versi che non avevano niente di umano, ma riuscivano benissimo a far accapponare la pelle. Saeran camminava davanti a Saeyoung in un silenzio assoluto, senza fermarsi ad alcun bivio come se sapesse già dove andare. Questo aumentò il desiderio di Saeyoung di chiedere spiegazioni al fratello e azzardò a porre una domanda sottovoce 《Perché...》. Non riuscì a iniziare che Searan lo zittì con un "shhh" che poteva essere paragonato a un sibilo di un serpente. Per nulla scoraggiato Saeyoung continuò sottovoce 《Ho una domanda da porti, anzi due.》 pensandoci su alla fine aggiunse 《No, sono molte di più: perchè non c'è nessuna guardia qui? Non ti sembra strano e sospetto? Perchè sembra che tu sappia esattamente dove andare? Cosa sono questi rumori raccapriccianti che si sentono di sottofondo? Non rinchiudono la gente nelle celle e la torturano, vero? Perchè tieni tanto a questa MC?》.
Tutte le domande arrivarono alle orecchie di Saeran come un mantra sussurrato in cui le parole si accavallavano le une sulle altre rendendole incomprensibili, tranne l'ultima che lo riportò indietro nel tempo fino al momento in cui aveva compiuto la prima ricerca su di lei, di come si era innamorato con un solo sguardo e ricordò quel giorno in cui l'aveva persa a causa di Rika. Saeran smise di camminare improvvisamente, intrappolato nel turbine di ricordi che quella semplice domanda aveva scatenato, si accovacciò a terra schiacciato dal senso di colpa nei confronti di MC: aveva rovinato la vita della ragazza per un suo capriccio. Saeyoung si sistemò alla stessa altezza del fratello 《Scusami...》 mormorò mettendo una mano sulla spalla del fratello 《Ne parleremo quando saremo fuori di qui, quando ti sentirai pronto, ok?》 concluse. Saeran annuì, anche se a causa dell'oscurità Saeyoung non potè vederlo, e si alzò di nuovo in piedi, dopo qualche secondo avvertì il fratello 《So dove andare con sicurezza perchè Rika ha un terribile senso dell'umorismo: avrà rinchiuso MC nella stessa cella in cui rinchiudeva me. Non è lontano.》.
Saeyoung intuì che erano arrivati quando Saeran iniziò a rallentare e i suoi passi divennero sempre più insicuri 《E' qui?》 chiese alla fine per confermare le sue ipotesi, 《E' qui.》 rispose il fratello indicando la cella dinnanzi a loro. Capì immediatamente che Saeran non si sarebbe mosso: era pietrificato dal terrore e poteva percepirlo solo stando di fianco a lui. Allore il ragazzo si mosse verso la porta della cella e la spinse: la porta si aprì lentamente cigolando sui cardini arrugginiti producendo uno stridio insopportabile. Saeyoung accese la torcia del telefono per vedere mrglio e si chiese perchè quell'idea geniale non gli fosse venuta in mente prima. La usò per controllare se in quella angusta cella ci fosse ciò per cui avevano viaggiato tanto e subito il fascio di luce illuminò un corpo esanime in fondo alla cella; la posizione era innaturale, porbabilmente qualcuno l'aveva portata fino a quella cella e l'aveva posata a terra senza troppo ritegno; i vestiti erano pressoché a brandelli e le parti del corpo visibili erano ricoperti da lividi o ferite e tagli; i capelli lunghi e bruni erano arruffati e le coprivano il volto, quando Saeyoung li scostò e vide la ragazza in faccia non osò immaginare il dolore che aveva patito in sole poche ore da non poter definire il suo volto come tale. Molte domande stavano per formasi nella sua mente, ma le respinse brutalmente: non era il momento giusto per lasciarsi trasportare da futili congetture. Saeyoung si caricò la ragazza sulle spalle, ma non riusciva ad alzarsi completamente in piedi: non era abituato allo sforzo fisico. Saeran, che era rimasto pietrificato sulla soglia della cella fino ad allora, si riscosse e, raggiunto il fratello, prese in braccio la ragazza come se fosse un piuma per lui. 《Vai avanti e fai luce, io ti seguo. Dobbiamo uscire il prima possibile.》 sentenziò Saeran con una calma che sembrava comparsa dal capello di un illusionista: gli era bastato aver tra le braccia MC per ritornare il ragazzo sicuro di sè che tutti a Mint Eye temevano. I due fratelli percorsero a ritroso e di corsa il percorso accidentato che avevano fatto precedentemente. L'ansia e la paura di incontrare qualcuno aumentava ad ogni svolta e bivio, e il silenzio tombale di quei sotterranei non migliorava la situazione. Saeyoung aveva ceduto e nella sua mente si formavano già le più disparate teorie attorno a una domanda cardine: perchè se questa ragazza era tanto importante da rapirla da suo fratello, non c'era nessuno che la sorvegliasse e la cella era aperta?
Arrivarono alla macchina trafelati e senza fiato: avevano corso fino alla loro radura. Saeyoung si mise al posto di guida e mise in moto la macchina, Saeran sistemò MC nei sedili posteriori e salì davanti con il fratello. Appena tutte le portiere furono chiuse la macchina partì a razzo allontanandosi il più velocemente da Mint Eye. 《Conosco un posto sicuro dove potremmo rifugiarci per qualche giorno》 disse Saeyoung 《E' a prova di intelligence, nessuno ci troverà lì, fidati.》 concluse dirigendosi ancora di più verso il cuore della montagna.
Saeyoung guidò per ore nella foresta percorrendo strade impervie circondate da pini alti oltre sette metri. La macchina sobbalzava a destra e a sinistra seguendo le buche e le cunette prodotte dalle radici degli alberi circostanti e a volte il motore sembrava avanzare con fatica sulle salite più ripide. Saeran non riusciva a pensare a nulla perchè era troppo impegnato a sedare le rivolte che il suo stomaco minacciava di fare se quello sballottamento non fosse terminato presto. Quando la macchina si fermò era quasi notte, il sole stava scomparendo oltre le punte dei pini lasciando spazio alla notte e alla luna. Davanti a loro si apriva un piccola radura che era completamente occupata da una baita: era completamente di legno,solo la canna fumaria era composta da pietre; aveva le finestre sbarrate e nessuna decorazione. Sembrava che nessuno avesse mai vissuto lì. 《Siamo arrivati.》 informò Saeyoung. Saeran aprì la portiera ed inspirò l'aria fresca del luogo per riprendersi dal viaggio turbolento. Quando si sentì meglio il ragazzo prese MC in braccio con delicatezza e fece segno con la testa al fratello di avviarsi verso la baita. Giunti davanti alla porta Saeyoung estrasse le chiavi ed aprì, appena entrati indicò una porta sulla sinistra e disse 《Quella è la camera, stendila sul letto, prendo il kit di pronto soccorso in cucina e arrivo. Noi ci accomederemo sul divano in salotto, sempre se riusciremo a dormire.》. Quando Saeyoung entrò in camera pochi minuti dopo trovò la ragazza stesa al centro del letto matrimoniale in una posizione che ricordava le mummie imbalsamate dell'antico egitto, mentre Saeran era accovacciato su una seggiola nell'angolo più lontano dal letto che osservava la giovane con attenzione, tenendo le gambe vicine al corpo senza muovere un muscolo a sua volta. Saeyoung controllò le ferite minuziosamente: non erano gravi, ma ciò che era spaventoso era la quantità di quei tagli e lividi. Dopo aver disinfettato le ferite, non sapeva cosa altro potesse fare, quindi Saeyoung coprì la ragazza e chiese al fratello se voleva cenare. Non ricevendo alcuna risposta uscì silenziosamente dalla stanza senza aggiungere altro.
I giorni passavano e MC non dava alcun segno di migioramento: le ferite si stavano rimarginando, ma non si era mossa di un millimetro da dove l'avevano adagiata nel letto sere prima. Saeran era seduto nell'angolo sulla seggiola da quella notte: neanche lui si era spostato, non aveva dormito nè mangiato. Rimaneva là ad osservarla, pronto a cogliere un singolo respiro diverso dal precedente, in attesa di qualcosa che probabilmente non sarebbe mai arrivato. Saeyoung era preoccupato per entrambi: non aveva alcuna strumentazione medica in quella baita per aiutare MC o semplicemente mantenerla in vita per un lungo tempo, stava lentamente deperendo e in pochi giorni sarebbe morta, e suo fratello avrebbe fatto la stessa fine se non fosse accaduto un miracolo. Era l'unico rimasto con i piedi relativamente ancorati a terra, doveva fare qualosa per aiutarli. Dopo aver chiesto inutilmente al fratello se voleva cenare, Saeyoung chiuse la porta della camera senza produrre alcun rumore e si diresse sul porticato davanti la casa: era ora di mettersi al lavoro. Con il computer portatile si assicurò che la sua telefonata non potesse venir intercettata da nessuno e compose il numero: dovette attendere solo un paio di squilli. 《Pronto?》 chiese una voce preoccupata, 《Ciao V, non indovinerai mai cosa ho scoperto nelle ultime quarantotto ore. Ti faccio un piccolo spoiler: inizia tutto con il fatto che sei un gran bugiardo.》 disse piatto Saeyoung cercando di contenere la sua collera 《Luciel...》 rispose sorpreso l'interlocutore 《Nessuno mi chiama più con quel nome. Ti ho telefonato solo perchè mi devi aiutare.》 concluse il ragazzo.
spazio autrice
Siamo quasi alla fine di questa ipotetica "route" di Saeran😄
Come al solito impiego ere geologiche per pubblicare 😓
E con MC in bilico tra la vita e la morte, vi saluto 👋😁
Al prossimo capitolo 🤗
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