the my first pride

Ricordo quando mia mamma mi portava al pride. Ero piccolo e non capivo perché tutta quella gente fosse li riunita, ma vedevo la felicità sui volti delle persone e i colori delle bandiere; vivevo gioiosamente la partecipazione a quella festa.

Più passavano gli anni, più diventavo consapevole del motivo per cui, così tanta gente si riuniva. Il motivo della loro felicità e del perché mi piacesse così tanto quell' evento...

Mi resi conto, abbastanza presto, circa nel periodo delle scuole medie, che non ero attratto dal genere femminile. Grazie al cielo, non fu difficile rivelarlo ai miei genitori; in un certo senso penso che lo sapessero già, soprattutto mia madre.

Ora frequento la quinta superiore del liceo classico, in una classe di sole ragazze. L'istituto ospita anche altri indirizzi... Il primo giorno di scuola, le ragazze, mi hanno preso per matto. Mentre, molti ragazzi dell' istituto mi invidiano, anche perché, a volte, capita che le mie compagne mi invitino ai loro pigiama party  e chissà cosa pensano che succeda...

Era iniziato come un giorno qualunque; la porta dell'aula era aperta, io e le ragazze scrutavamo il corridoio in cerca di bellimbusti. Il professore di greco, che con la sua voglia di vivere, pari alla mia quando ci danno da fare tre versioni contemporaneamente, cioè zero, ci riprendeva per farci seguire la lezione. Ad un certo punto, ebbi una visione: mi apparve come una divinità scesa in terra, che si affrettava per arrivare in classe. Uno splendido ragazzo.
Camminava velocemente, i suoi meravigliosi e particolari boccoli verdi, si muovevano sinuosamente. Le sue simpatiche lentiggini, i grandi occhi verdi come smeraldi, incastonati in tondi occhiali.  Il mio cuore prese a battere all'impazzata, sentii le guance calde: ero sicuramente rosso in viso. Mi girai verso la mia compagna di banco, Ochaco Uraraka, una ragazza dai capelli scuri e corti, guance tonde e occhi grandi che si trovava nella mia stessa situazione, fu lì il momento in cui entrambi capimmo che avremmo lottato per ciò che volevamo e ciò che volevamo era proprio il ragazzo dai capelli color prato.

Durante la pausa pranzo, io e Ochaco Uraraka eravamo seduti vicini. Immaginavo il perché di questa insolita vicinanza... per un bel po' di minuti restammo in silenzio, mangiando il nostro pasto poi lei parlò.

<< Bakugo... il ragazzo che abbiamo visto durante la lezione... è mio>> disse, fingendo un tono amichevole, ma lasciando trapelare una sottile minaccia. Appoggiai le bacchette nel mio bento e mi girai verso di lei.

<< Non credo proprio... innanzitutto non c'è scritto il tuo nome sul ragazzo, poi sinceramente non mi pare sia etero ... quindi tesoro, non voglio che ti si spezzi il cuore: è meglio che ti faccia da parte>> le dissi, dopo un profondo respiro, guardandola dritta negli occhi.

<< Come fai a dirlo... mh?>> mi chiese in tono provocatorio.

<<Oh... mi chiedi come?... ho un radar speciale,  riesco a captare queste cose>> dissi ironico e sicuro di me.

Informandomi in giro, riuscii a scoprire il nome del ragazzo e il suo indirizzo scolastico. Uraraka invece si mise a provarci spudoratamente con lui, mettendosi in situazioni anche molto imbarazzanti. Una volta a pranzo, Izuku Midorya, così si chiama il bellissimo ragazzo, era seduto da solo, io mi stavo avvicinando per chiedergli se volesse sedersi con me e magari anche con le ragazze della mia classe, quando quella faccia tonda di Uraraka con una
spinta mi fece ruzzolare per terra e saltò praticamente in braccio al povero Izuku.  Con mia grande soddisfazione, con gentilezza e garbo la spinse via, per poi dirigersi verso di me, aiutandomi a rialzarmi. Poiché il mio pranzo era finito a terra, condivise il suo pranzo con me. Un altro episodio che mi piacque un sacco fu quando quella... Ochaco era decisa a farsi accompagnare a casa da Midorya, lui  non la degnò di uno sguardo,  ma notandomi con la mia "piccola" Suzuki cbr 600 venne da me per complimentarsi.

<< Wow ma quella è una Suzuki cbr 600?!>> disse tutto emozionato, io arrossii un secondo e grattandomi la nuca annuii.

<< Vuoi... ehm, vuoi provare a farci un giro?>> chiesi un po' titubante.

<< Mi ci faresti salire davvero??>> Chiese, tutto emozionato e io annuii. Gli misi il casco e lo aiutai a salire, provai ad avviarla, ma non parti, riprovai un paio di volte ancora, poi dopo diverse imprecazioni dissi:

<< Uffa mi dispiace, non so cosa abbia, devo portarla dal meccanico sarà per la prossima volta ... come hai detto che ti chiami?>> alla fine finsi di non sapere il suo nome.

<< Oh... scusami, non mi sono presentato la volta scorsa, quando abbiamo mangiato insieme, ma con la gente che non conosco vado in ansia e mi dimentico le cose basilari, come le buone maniere... comunque sono Izuku Midorya, frequento la seconda di meccanotronica e mio zio ha un'officina in cui sono praticamente cresciuto e dal rumore che faceva, il problema è il motorino di avviamento. È sufficiente cambiarlo, dovrei averne uno a casa di questa moto>> iniziò a borbottare di motori, sospensioni eccetera eccetera... intanto si abbassava per controllare se le sue supposizioni fossero giuste. Ad un tratto, si girò verso di me e mi chiese qualcosa che non capii perché mi riscoprii incantato a guardarlo.

<< Hey... scusami mi stai ascoltando?>> domandò scrocchiando le dita davanti alla mia faccia, io sobbalzai e lo guardai.

<< Scusami... mi hai perso da motore di avviamento... potresti ripetere la domanda? e prima non mi hai lasciato il tempo di presentarmi... piacere Katsuki Bakugo>> mi presentai, anche se in ritardo.

<< Non preoccuparti... stavo dicendo che se ti va, portala nell'officina di mio zio, si chiama Plus ultra...penserò io a ripararla, lo faccio per passione e non ti verrà a costare niente>> disse, io accettai ma a patto che accettasse almeno il rimborso del costo del pezzo di ricambio.

Portai la mia "piccola" nell'officina dello zio di Izuku ed il ragazzino dalle mille lentiggini fece un lavoro meraviglioso. Iniziammo ad uscire insieme come amici. Mi rivelò un giorno che non aveva ancora capito se fosse attratto dalle ragazze oppure no. La settimana seguente si sarebbe svolto, nella nostra città il pride. Gli proposi di partecipare con me per fare un giro.

Il giorno tanto atteso arrivò, io mi vestii come sempre: maglietta nera a maniche corte e pantaloncini, con la bandiera della mia sessualità legata sulle spalle. Il luogo dell'appuntamento era fissato alla partenza della parata. Una volta trovato Izuku, notai nei suoi occhi, quella luce inconfondibile di chi ha compreso finalmente qualcosa di importante.

Partecipammo all'intera sfilata, verso la fine successe una cosa che, desideravo ma, non mi sarei mai aspettato... Izuku, con le mani, accarezzò le mie guance, si avvicinò e mi diede un adorabile bacio che mi fece arrossire. Mi disse che era da un po' di tempo che nutriva un qualcosa per me, qualcosa che non aveva ancora ben identificato, ma lo aveva capito solo in quel momento.

E ora siamo qui, io e mio marito Izuku al primo pride di nostra figlia.

Buon pride month.

🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱
1166 parole spero che questa storia vi sia piaciuta mi sono impegnata un sacco.
Grazie a BLUTeam_ per quest'idea e per aver dato a me e molt* altr* autor* l'opportunità di partecipare a questa challenge ❤️🧡💛💚💙💜

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