Taehyung
𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀
"Jungkook e Jimin sono amici d'infanzia, i loro genitori credo siano migliori amici o roba del genere e quindi quando da Busan sono tornati a Seoul, stavano sempre insieme. Poi a Kook piaceva Namjoon e ha costretto me e Jimin, che abbiamo fatto le medie insieme, a stare sempre con lui e la sua banda di amici. Hoseok è stato il nuovo arrivato giusto l'anno dopo e qualche tempo siamo diventati sette. Ormai sono almeno tre anni che non ci separiamo più."
L'uomo di fronte a lui sorride. Ha il mento poggiato sul palmo, che schiaccia il gomito sul tavolino di quel carino e modesto caffè del centro di Seoul. È lontano dal quartiere dove Tae abita o i suoi genitori lavorano. Anche dall'università in realtà, perché nessuno dei due vuole far capire all'intera città che stanno insieme. Tantomeno vuole che i suoi scoprano che il loro figlio più grande frequenta uno di quei ragazzi fuori dagli standard che gli hanno sempre imposto. Tutta quella predica l'aveva già fatta Namjoon all'inizio dell'anno, ma si era arreso verso il compleanno di Jin, quando aveva conosciuto per la prima volta Jihan ed entrambi avevano cominciato a parlare di quanto fosse bella la mostra di arte contemporanea. Taehyung avrebbe voluto intervenire ma li aveva solo guardati da lontano. Era una vittoria per lui, il resto dei suoi cinque li aveva accettati subito dopo.
"Scommetto che tu sei il più il carino, comunque."
Il più piccolo dei due arrossisce completamente e smette di parlare, prima di abbassare lo sguardo. Ha quel sorriso amo ma che trattiene per la timidezza, a labbra chiuse ma che è comunque stupendo, gentile, semplice. La mano del suo fidanzato raggiunge la sua testa, spostandogli dietro l'orecchio i capelli di quell'azzurro splendente che con il basco cachi che gli aveva rubato stavano decisamente bene.
"Hai gli stessi colori della notte stellata di Van Gogh, in questo momento."
Taehyung allora ride e leva gli occhi al cielo, le sue labbra si allargano di fronte a quella sincerità in un curioso rettangolo ampio, tanto che i suoi occhi sottili si restringono in una linea ancor più acuta. Poi lascia la tazza di the che stava bevendo e si porta le mani sul viso, schiacciandolo fino a quando, aprendo la bocca, il suo viso di allunga.
"E questo che cos'è?"
"L'urlo di Munch." spiega ovvio, tornano a socchiudere le labbra. Le poggia di nuovo sul bordo della tazza, per questo quando Jihan gli ruba un rapido bacio le sente calde contro le proprie.
A Taehyung piace quando lo fa. Considerando che solo i suoi amici più stretti sanno di loro, queste effusioni lontane dal carino monolocale di lui dove spesso si scambiano le più morbide effusioni. Vuol dire che il suo fidanzato non si vergogna di lui. Che è okay se si baciano in pubblico, è come farebbero Jimin e il suo ragazzo, d'altronde, no?
"Quanto sei stupido." Jihan prende il suo caffè, finendolo. Intanto il giovane dai capelli blu lo guarda, innamorato come mesi prima, quando hanno cominciato ad uscire. Pensa che magari un giorno lo presenterà ai suoi amici, giusto quando la loro relazione avrebbe raggiunto un anno. Perché l'avrebbe fatto, ne era più che sicuro. "Stasera comunque non ci sono." Aggiunge, di fronte al broncio dell'altro.
Si alzano quasi in sincronia tornando nei loro caldi cappotti eleganti. A Taehyung, Jihan piaceva per come fosse elegante e avesse stile nel vestire. Lo aveva notato che fosse simile al suo, lo stesso per cui gli altri lo prendevano in giro e lui lo aveva capito Din da Maggio scorso, in aula. Stupendo. Riusciva ad avere quel fascino che per i corridoi si parlava del suo fascino senza capire che si vestiva un po' all'antica. Tae avrebbe tanto voluto quello stesso charme, nonostante gli era stato sussurrato, più volte, a fior di labbra, che ce l'aveva tutto.
"Esci con i tuoi amici?" Gli chiede una volta fuori nelle strade del quartiere. Poi, ridacchiando, gli da una leggera gomitata. "Con gli altri prof? O magari il preside?"
Jihan sbarra gli occhi a quella tenera presa in giro, sotto la risata del più piccolo. Per questo è facile per lui prendere per i fianchi il suo ragazzo e portarlo fuori dal continuo via-vai di gente, premendolo contro un vicolo illuminato ma deserto che probabilmente è cieco, ma chi ha il tempo per notarlo?
A Taehyung manca il fiato mentre si ritrova il viso di Jihan ad un passo dal suo, il suo fiato caldo di caffè si infrange contro quel piccolo spazio fra le sue labbra che crea soffici nuvolette. É così bello da vicino. É così bello sentire quelle attenzioni, il suo corpo piccolo contro quelle mani sagge e consumate del suo professore di arte che salgono, da sotto il cappotto fino alla camicia, che scosta e tocca con i polpastrelli. Vivo. È affascinante. Taehyung pensa di amarlo.
"Ti piaccio anche perché sono un prof, Kim." Soffia a pochi centimetri dalla sua guancia e i capelli blu coprono il viso del più basso, il fiato bloccato nei polmoni. Sembrano fuggitivi che stiano per fare chissà cosa, per come la mano del più grande è ancorata al suo fianco, si sente vivo, il sangue ribolle emozionato nelle vene.
"E io perché sono il suo studente modello." Taehyung non può vederlo, ma sente le labbra fredde del professore sfiorargli il collo, ridacchiare contro la sua pelle.
"Il mio studente modello."
E Taehyung è gelatina.
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Jimin è steso sul suo stomaco e ha nelle mani la nintendo, i piccoli pollici che smanettano sui tasti. Più in là Yoongi ha rinunciato ad aiutarli e quindi ora rimane pacificamente sulla sedia girevole rossa di Taehyung, un libro sulle gambe e gli occhiali pesanti da studio sul naso, alla punta. Un piccolo starnuto e potrebbero cadere, osserva il proprietario della casa.
"Stasera usciamo?, chiede Hobi." Li informa, un sospiro e la testa azzurra che crolla sul cuscino. La chioma pesca di muove sul suo maglione e lui grugnisce, ma l'amico è troppo concentrato a vincere il livello.
"Io non ci sono." Mormora, appena la musichetta di game over riempie la stanza. "Esco con Hyunjin in realtà."
"Uscite o rimanete in casa a fare i piccioncini?" Il giovane dalle guance piene adesso si solleva, proprio quando queste si tingono di rosso. La nintendo cade fra le sue gambe divaricate e lui si imbroncia tristemente, il labbro inferiore sporto all'ingiù.
"Non lo so Hyung." Ma sembra più triste della sua risposta che l'amico. Qualcosa lo tormentava e Taehyung non solo sapeva cosa, ma lo capiva da come si torturava le mani.
"Non l'avete ancora fatto, Minie?" Domanda con gentilezza, tirandosi anche lui su a sedere su quel comodo materasso da una piazza e mezza.
Era da un po' di giorni, anzi settimane, che Jimin si tormentava sul spendere la sua prima volta con il suo ragazzo. Okay precisamente da capodanno. Da quando allo scattare della mezzanotte intorno a loro c'erano solo coppie pronte a scambiarsi saliva e liquidi corporei se solo le stanze della villa di un suo amico fossero bastate per tutti, nel piccolo ragazzino arancione era scattata un'idea come fosse una lampadina. I baci dolci e le piccole carezze sul divanetto non gli bastavano più. Lui era cresciuto. Doveva fare sesso con Hyunjin.
L'aveva detto per tutto il primo dell'anno nel ritorno a casa in macchina nonostante Jungkook gli stesse sbavando sulla spalla e Jin, con un mal di testa atroce, cercava di dar corda a lui e Hoseok, e per tutta la settimana a venire. Poi per quelle successive si era occupato di come presentarsi per la prima volta nudo al suo fidanzato di ormai sei mesi. Aveva comprato l'intimo giusto e mangiato solo insalata per il mese di Gennaio e quando Seokjin lo rimproverava diceva che ora i suoi addominali erano perfettamente visibili: Hyunjin li avrebbe adorati. Poi aveva controllato le lenzuola che aveva a casa, comprato le protezioni e un paio di prodotti alla vaniglia perché secondo Taehyung erano quelli meno sdegnosi.
Ma dopo aver passato la sera con il proprio fidanzato stesi sul letto, alla mattina aveva risposto sul gruppo chat dei suoi amici con "Abbiamo dormito. Niente domande. Tornatevene a dormire."
Quindi, da allora, il suo bellissimo fidanzato sembrava bruciare ogni possibilità di fare quel fatidico passo avanti nella loro relazione. Namjoon aveva suggerito che magari non notava neanche i suoi sentimenti per cui perché... Non dirglielo esplicitamente?
Jimin non aveva voglia di parlare e quindi il venerdì dopo, quando erano accoccolati sul divano in una calda copertina si era alzato di colpo e gli era piombato addosso, la felpa sparita di colpo.
Da come l'aveva raccontato a Taehyung si erano baciati per un po' ma poi lui l'aveva fermato, ma il ragazzo ci scommetteva tutto che si erano fissati in silenzio per cinque minuti buoni prima che uno si rivestisse e l'altro alzasse il volume della tivù.
Così, otto giorni dopo, passavano il sabato sera insieme e, persino i due in quella camera speravano che potesse concludere tutta la situazione (gli volevano bene, ma a detta di Yoongi era meglio se non frignava.)
"No ma... ora sa che voglio farlo. Mi basta cominciare e lui..."
"Andrà bene, Pesca." Lo interrompe il più grande, sollevandosi finalmente gli occhiali fin sopra il naso, salvandoli da una rovinosa caduta. "E poi, vi amate. Disgustosamente. Sarà bello. Me lo sento."
Jimin lo guarda con i suoi grandi occhioni scuri ma annuisce, fino a sospirare e decidersi ad alzarsi per cambiare posizione. Spegne il gioco proprio quando la voce di Mario Bross lo incitava a continuare, e si stiracchia.
"Tu ci sei stasera?"
"Sì." Fa immediatamente Yoongi. "La prossima settimana torna papà, devo approfittarne di questa."
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Erano stati SeokJin e Yoongi ad ordinare i drink perché erano i due anticipatori del loro anno e quindi erano già maggiorenni*. Il barista non se l'era bevuta che loro si potessero tracannare tre drink a testa tutti in una volta ma non era un suo problema quindi i due erano tornati con i cocktail preferiti dei ragazzi al tavolino su quella pedana in legno infondo al pub. Era carino e c'era musica dal vivo e, a quanto pareva, Jungkook stava fissando il cantante dall'inizio della serata, proprio quando loro erano andati a prendere da bere.
Questo fa ridere Hoseok accanto a Taehyung che afferra il suo bicchiere colorato e incassa la cannuccia fra le labbra, il giusto per fare una foto con la fotocamera interna e allegarla al suo fidanzato.
"Tae, si vedrà che non hai neanche cominciato a berlo. Fai almeno finta di aver aspettato un po'."
"Non può. A metà di quel coso ed è già a ballare in pista. Quindi non-"
"In pista!" Trilla in quel momento il maknae. Sembra di colpo avere un'illuminazione e quindi tracanna metà dell'alcol in un sorso solo -Yoongi lo guarda disgustato- e afferra la mano di Taehyung. "Balliamo."
Il giovane sembra pensarci su. Il suo messaggio ha solo due spunte ma non colorate quindi posa il cellulare e prende un lungo sorso, scendendo dallo sgabello e portandosi dietro il bicchiere. L'idea di Jungkook non era male e lui si divertiva un mondo a ballare con il più piccolo. Stava giusto sentendo farfugliare su come avessero dovuto conquistare gli occhi del batterista per questo, quando si infilano nella folla la musica è così forte che Taehyung sorride ampiamente, sentendosi nel pieno della sua adolescenza.
Il suo ballo è studiato, i movimenti dei suoi fianchi coincidono con la musica come se ogni nota rimbalzasse sul suo corpo in perfetta sincronia. I suoi occhi socchiusi e la pelle ambrata scoperta dalla camicia arrotolata fin sopra al gomito aveva già catturato degli occhi casuali, che gli si erano appiccicati in maniera sfacciata, lungo la vita stretta, sul collo scoperto, sulle labbra schiuse, i capelli disordinati. Per questo ad un certo punto, quando sente il braccio protettivo di Jungkook avvolgergli i fianchi non protesta, lasciandosi trascinare a ballare appiccicato a lui, muovendo il corpo in sinuose curve che combaciavano con quelle sensuali del suo amico.
I'm here to save you,**
I suoi occhi si aprono e lascivi incontrano quelli di Jungkook coperti ora dalle lunghe ciocche umide di sudore, della calca che non sembra neanche riuscire con la sua prepotenza a bloccare i loro movimenti. Un sorso dalla cannuccia lui, uno il suo amico.
I'm here to ruin you
Poi il più piccolo se lo stringe ancora più vicino e a Tae manca il fiato, quando i loro bacini si scontrano in un gesto che non sfugge a quegli sguardi affamati. Forse lui non lo nota, ma anche quello di un certo artista con un microfono in mano, sul piccolo palco a qualche metro da lì.
I'm takin' over you
Lo canta persino Jungkook al suo orecchio, l'attimo dopo è sparito e con lui anche il ragazzo, dichiarando che il bassista avrebbe preso il suo posto. E bravo il nostro Kook.
Per uscire da quella calca ci mette un po' ma ha finito totalmente quel delizioso cocktail fruttato, e la sua testa gira deliziosamente. Sta ritornando al tavolo ma non barcolla. Ciò che però nota accanto al suo gruppo di amici lo stordisce, tanto che non sente affatto l'effetto di quei superalcolici come qualche secondo prima o in pista.
Incontra prima gli occhi terrorizzati del suo Hyung dai cappelli scuri, poi due figure rotolare sul pavimento. Una di questa la conosce, anche se cola sangue dal suo naso.
Oh cazzo, Namjoon.
*l'età per bere e dove si è ufficialmente maggiorenni in Corea è in realtà 21, l'ho cambiata per comodità
**Pied Piper, BTS
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