Jimin
𝐀𝐃𝐄𝐒𝐒𝐎
Quando Jungkook finalmente muove le palpebre, tutti intorno a lui tirano un sospiro di sollievo. Beh, tranne Hoseok che ha cercato di dirci che andava tutto bene sin dall'inizio. È steso su uno dei divanetti al bordo del locale che Taehyung, il proprietario, aveva sgomberato delle persone che, comunque, vedendo il cantante esser svenuto ormai da mezz'ora, avevano pagato e cercato la felicità del sabato sera altrove.
Era rimasto anche Yoongi, con un forte mal di testa per la caduta che aveva fatto, Taehyung gli stava premendo del ghiaccio sulla fronte mentre il corvino, sorpreso, lo scrutava attentamente. In realtà il suo sguardo spaesato si stava spostando su tutti i suoi amici: tutti là, per coincidenza o meno, riuniti in un locale di uno, per l'esibizione di un altro. Era assurdo e a Jimin faceva male la testa.
Taehyung era diventato più bello. Lo aveva notato prima quando gli aveva dato una mano a cacciare gentilmente i clienti. Le occhiate che gli mandava si prolungavano per come quel profilo perfettamente designato e la voce profonda incastrava su di lui lo sguardo di tutti. Si vestiva in modo bizzarro, un po' antico, ma perfettamente elegante. Un'artista incompreso che dirigeva un bar, allora.
Mentre Hoseok era diventato molto, molto più carismatico del ragazzino che conosceva. Forse l'aveva affascinato come aveva preso in mano la situazione e, facendosi portare gli strumenti necessari era diventato l'eroe della situazione anche con camicia e pantaloni eleganti. Non aveva affatto salvato la vita di Jungkook o robe simili, niente sangue o respirazione cardio-polmonare, ma aveva il suo fascino.
Accanto a lui aveva subito notato SeokJin, rimasto identico, e si era chiesto che facessero insieme. Si erano incontrati come lui e Yoongi? Era rimasto che i due si odiavano, prima di tutto quel trambusto.
Namjoon poi era sbucato a caso chiedendo a qualcuno del ghiaccio per Yoongi. (Lì Jimin si era ricordato di aver perso di vista Yoongi.) Era cambiato tantissimo. Aveva notato i lineamenti simili nonostante non avesse più la fronte scoperta da una frangia infantile, e quest'aria era così da uomo che... Jimin ne era rimasto sorpreso.
Ma più di tutti, Jungkook.
Non perché non se lo aspettasse a cantare in un pub qualsiasi, non solo, nonostante avesse sempre immaginato il giovane o famoso quanto Suga, o dietro uno di quei semplici uffici a disgustare il suo monotono lavoro.
Ma perché aveva perso quegli occhi che prima spiccavano enormi sul suo viso. E ora c'era questa mandibola definita e del trucco sulle sue labbra, la fronte alta e libera dai capelli che gli si appiccicavano in maniera sensuale al suo collo, scoperto da una camicia che il Jungkook di dieci anni fa non avrebbe mai indossato in quel modo. E lo stesso Jungkook che conosceva gli avrebbe cantato Baby di Justin Bieber, e non lo avrebbe guardato così intensamente negli occhi, non l'avrebbe incantato con quei movimenti sicuri e le pupille scure e le ciocche più lunghe che ondeggiavano a ritmo e... Jungkook non sarebbe mai svenuto per colpa sua.
Proprio questo è ora steso accanto all'altra voce della sua piccola band, ma dal modo in cui stringe la sua mano deve essere il suo ragazzo.
"Mhm," farfuglia, mentre Hoseok si rialza e ringrazia il bicchiere di acqua che Seokjin gli offre (il biondo ne vorrebbe uno di vino). Il giovane a Jimin sconosciuto tira un sospiro di sollievo e scosta i capelli dalla fronte del più piccolo, è per questo che Jimin distoglie lo sguardo. Trova il giovane proprietario nonché quella che una volta era la sua soulmate, che lo guarda con un piccolo cipiglio divertito.
"Non so da quanto stiano insieme. Ma prima che svenisse stavano litigando dall'inizio della serata." Questo solleva inspiegabilmente l'umore di Jimin, che sorride divertito ma grato all'amico.
"Quindi fai il locandiere?"
"Ew, sono un architetto, per piacere." Il giovane gli fa un rapido occhiolino, prima di lanciarsi uno sguardo in giro. "Ma ho preso una pausa. Mi piace gestire la mia vita mondana per un po'."
"Sei sempre il solito. Sapevo non avresti resistito alla carriera." Lo sfotte bonariamente, arrossendo però sulle guance quando Taehyung gli da di gomito. Era rimasto davvero così buono nonostante tutto? Dopo il modo in cui si erano urlati addosso di tutto e di più? Era restato il solito, buono, Taehyung? Era rimasto sorpreso ma, d'altronde parte, non poteva fare nulla, ed aveva troppo vino e nuove sensazioni in circolo per capire bene come avrebbe dovuto comportarsi.
"Sta parlando lo scrittore di manga!"
"Li hai letti?" Sbarra gli occhi, e il più piccolo ride.
"Certo. Sai che amo quella roba. E la tua è... passabile."
"passabile." Jimin incrocia le braccia la petto.
"Modesta."
"Bugiardo."
"Lo so, è strabiliante." Questa volta arrossisce del tutto, coprendosi il viso con una mano.
"Ji... Jimin?" chiama poi una soffice voce. È flebile e insicura e, quando il biondo si volta verso la sua origine, scopre che è anche fonte del ragazzino protagonista del disastro della serata. Il suo cuore accelera velocemente, fin quando due occhi glaciali non smorzano tutto il suo entusiasmo.
"È ancora incosciente." mormora Hoseok con tono basso.
"E tu chi saresti?" Il ragazzo di Jungkook interrompe Hoseok, che accigliato porta anche lui l'attenzione sul biondo. Il cantante è in piedi, giusto di fronte a lui.
"Un... un suo amico di infanzia."
"Sicuro?" Sbotta allora, le braccia che rapide si incrociano sul petto. "A me sembra tanto ci sia qualcosa. Cos'eri? Il suo ragazzo? La sua cotta?"
Jimin ripensa per un attimo a quei grandi occhi simbolo del suo passato e come li abbia sempre, segretamente, amati. Di quante volte li abbia visti da vicino. E ora vuole dire a quel deficiente di fronte a lui che è solo qualcuno che l'avrebbe meritato più di lui, stando a quanto fosse geloso e ipocrita. (Attenendosi a ciò che Tae raccontava).
Che lui da dove sbucava, diamine?
"No, nulla di tutto questo-"
"Sei il suo amante?" Accanto a lui Taehyung trattiene il fiato, e sente che Yoongi, ancora seduto, ha allontanato il ghiaccio e sta ridacchiando sotto i baffi.
"No," fa allora Jimin, assottigliando gli occhi di fronte a lui. "Paura io possa diventarlo?"
Lo sconosciuto rimane in silenzio, come il resto del pub ormai chiuso, se non fosse che finalmente Jungkook parla ancora. Stavolta dice il nome giusto.
Il cosiddetto Woosung si volta e sorride alla sua metà, chinandosi e intrappolando le labbra con quelle del giovane e stordendolo con dolci, ma troppe, parole.
"Ipocrita." Lo pensa il biondo ma è Seokjin a dirlo. Jimin gli sorride grato, un occhiolino dal suo hyung più grande. È la prima volta che si ri-guardano direttamente e il più piccolo vuole solo sprofondare, scomparire il prima possibile da quella situazione.
"Okay ragazzetti. Mi avete rovinato la serata di incassi e vi perdono solo perché siamo qui tutti e sette-" Si blocca per un attimo, Suga sembra fargli cenno verso il cantante escluso e appena conosciuto ma il giovane architetto non si corregge. "Deve essere un segno del destino. Quindi ora mi aiutate e mi lasciate i vostri nuovi numeri di telefono."
Jungkook, sollevato da terra, inarca un sopracciglio con fare confuso.
"Che ci facciamo tutti qua? Sto sognando o...?"
"È il destino" cita sarcasticamente SeokJin. Non sembra troppo entusiasta all'idea, infatti è già tornato al tavolo a prendere la sua giacca estiva di jeans. Solo gli occhi luccicanti di Taehyung sembrano immobilizzarlo sul momento, un piccolo broncio a cui non sa resistere.
Non ci è mai riuscito.
"Okay. Il mio numero ce l'ha Hobi. Fai quel che ti pare."
Jimin lo guarda andare via ma creare lo stesso un sorriso spigoloso sulla sottile bocca dell'amico più piccolo. Sposta il peso da un piede all'altro e gli si scalda teneramente il cuore. Ma il suo è un sorriso triste e nostalgico.
Nota che ha gli occhi del più piccolo su di lui e arrossisce nella penombra del Winter B(e)ar. Sembra l'altro voglia scusarsi ma Jimin non glielo permette. Come al solito, scappa.
Finché può, lo farà sempre probabilmente.
─────•~❉᯽❉~•─────
Il messaggio di Taehyung su una nuova chat arriva di martedì mattina quando Jimin è in studio e ha appena sfilato il guanto, lasciato la penna e il disegno di una nuova storia giusto a metà.
-È ovviamente il destino e dobbiamo tutti rincontrarci.
Jimin non risponde subito, ma sorride. Si sistema meglio sulla sedia della sua scrivania e ne approfitta per cliccare sulla foto profilo di Taehyung.
Sembra essere un selfie allegro, in riva ad una spiaggia ma ha i capelli chiari e più corti, quindi probabilmente risale a qualche mese prima, come minimo. È contagiosa la felicità che sembra però avere da qualcun altro. I suoi occhi sono spostati oltre l'obbiettivo e quella foto diviene sincera di fronte a chiunque la guardi.
Schiacciando sull'info del gruppo, è facile anche riconoscere tutti gli altri. Più o meno.
Hoseok ha una foto fatta in quella che sembra New York visto il grosso e famigliare edificio in lontananza. Ha un outfit che non rispecchia proprio il gesto a braccia spalancate e l'allegria che vuole trasmettere, ma gli dona la camicia. È troppo piccolo per notare i dettagli, e per la seconda volta Jimin si chiede con chi fossero i loro amici in quelle foto, chi le abbia scattate.
Seokjin ha un semplice selfie con un ragazzo abbastanza carino. Ha gli occhi grandi spalancati e la guancia appiccicata alla faccia di un tipo che invece è distorta per il grosso sorriso che ha sulle labbra. Ha un che di familiare ma Jimin non vuole essere impiccione.
Namjoon è di spalle sull'orlo di un tramonto spettacolare che taglia la sua sagoma in groppa ad una bici che la rende scura; Yoongi ha quella che sembra essere la foto che appare ogni volta che premi la sua ultima hit su Spotify, ma è come una seconda versione perché sorride amabilmente seppur a labbra chiuse.
Jungkook ha uno stupido selfie fatto al buio con i capelli naturali, crespi forse, e una mano che inspiegabilmente gli taglia il viso a metà. Lo fa sorridere anche se non sprigiona felicità come quella di Taehyung, ma è esattamente lui.
Sono esattamente loro. Gli stessi.
Gli stessi Tae e Hobi che postano foto allegre, anche se solo uno dei due preferisce i primi piani; Joon è misterioso, Jin spontaneo, Kook si crede figo, Yoongs la più spontanea tenerezza che nasconde dietro un atteggiamento swag.
-E come? sono un uomo impegnato
-Se trovi tempo per uscire nel mio locale con Jimin-ssi perché non con il resto di noi? >:c
-Dove?
-Non lo so Kook :( Hai casa libera una di queste sere?
-Nope
-Io se volete.
-Così mi piaci, Yoongi.
Jimin si ridimensiona immediatamente. Visto che Hoseok, Seokjin e Namjoon non avevano intenzione di intervenire e Taehyung stava facendo tutto il lavoro, apre la tastiera.
-Facciamo una di queste sere? Giovedì?
-Alle 19. Puntuali. E Hoseok, porta il vino.
Sì. Anche se Yoongi si finge swag in realtà Jimin è sicuro stia fremendo di aspettative. Esattamente come lui.
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