una gabbia liberatoria

La fascia era esattamente questo, una gabbia per il corpo, ma la Libertà, limitata, per la mente.

Avevo finalmente i miei capelli corti, avevo, anche se apparentemente, il petto piatto sopra la maglietta, avevo ciò che più desideravo in quel momento...o almeno una parte.

La mia felicità e la mia libertà erano solo per me, non c'era mamma, né papà, ne un'amico né una amica con cui condividere tutto ciò, nessuno tranne la mia ex compagna delle medie, e i miei tanto cari quanto trasparenti amici immaginari...

Essere trasparente non significa non poter fare compagnia o non poter consolare o far divertire, semplicemente sapevo che era tutta un'elaborazione della mia mente per compensare la solitudine. Ciò non mi causava fastidio, anzi, mi affascinava, era un modo come un altro per studiare la mente umana e le sue reazioni in certe situazioni.

Ancora non so se potrei essere definito "pazzo" per questa reazione mentale, probabilmente si...ma continuiamo.

Mi sentivo vivo, vero, felice...ciò che davvero mi mancava era un'amicizia...

Ma come farsi amici? lo chiesi ai miei maestri di vita:

Adam Kadmon " prova a riflettere un poco, la risposta è già nella tua mente, devi solo toglierle il velo di dosso"

M. Jackson "cerca nel tuo cuore, prima di farti nuovi amici vale la pena assicurarsi di non averne neanche uno, anche se solo, un buono amico basta per mille"

Eminem "puoi contare su te stesso per combattere, gli amici in tempi come questi sono rari come le possibilità che tuo padre capisca...ma non è detto che tu non lo abbia già trovato"

E mentre mi concentravo nel trovare la risposta a quella domanda, prima di trovarla, trovai risposte per altre domande e cominciai a cercare persone nella mia stessa situazione tramite i social...

Oramai avevo capito "chi o cosa" ero. Prima ero riuscito a darmi una definizione che attualmente mi sta stretta, non è la definizione della mia persona ma la definizione della parola "transgender FtM":

"Gli FtM sono persone geneticamente di sesso femminile (aventi XX) che si identificano e si sentono , desiderando di vivere nel maschile; questa condizione è causata dalla disforia ."

anche no. E' questo, ma non solo, nessuno è una definizione, io non sono un FtM, io sono un essere umano, posso utilizzare quell'anacronismo solo per far capire la mia identità, ma non capisci nulla di una persona sapendo solo che è trans...

Ma comunque... dalla pagina "FtM e MtF Italia bla bla bla" ci mettemmo d'accordo per fare un gruppo su whatsapp ne quale confrontarci e fare amicizia, quel gruppo darà il via ad un'amicizia tra me e un ragazzo di nome Alessandro che non credo finirà mai.

Ero felice di sentirmi parte di un gruppo in cui almeno parzialmente tutti capivano come mi sentivo. Dico parzialmente perché ognuno vive il proprio stato in modo diverso, giustamente, e ognuno vive in situazioni diverse per quanto simili.

Capii che per capire qualcosa di più forse era necessario l'aiuto di qualcuno che di professione studia le mente umana, uno psicologo. Sapevo dell'esistenza di uno sportello di ascolto a scuola e appena uscita la circolare che invitava chiunque a rivolgersi alla psicologa per qualsiasi aiuto psicologico. Non persi tempo, era già gennaio inoltrato.

Prima di quel passo però successero del piccoli eventi piacevoli legati al cosiddetto "passare" ovvero essere visti e trattati dalle persone come un ragazzo, nel mio caso, o una ragazza nel caso delle MtF.

E credetemi se vi dico che pur sembrando insignificanti sono piccole cose che anche se per poco fanno salire il livello di autostima. Ma... In tutte le storie c'è un "ma" che non promette nulla di buono:

mi capitò di passare davanti a mia mamma, per ovvi motivi ignara di tutto, con una vecchietta, a mio parere molto simpatica ma anche impicciona XD

Come da tradizione in ogni paese che si rispetti tutti conoscono tutti, perciò la presenza di estranei si nota immediatamente. Ebbene io, che comunque vivevo ormai la mia vita in una città, in un'altra casa diversa da quella dei miei, con il percorso psicologico che avevo intrapreso ero oramai un'estraneo, e la gentile signora non ci mise molto a notarlo.

Stavo andando in negozio, con mia madre, e ci ferma la suddetta signora. " Chi è questo bel ragazzo? Non sei di Orroli, di chi sei figlio?"

Sinceramente non sapevo se rispondere o meno, due emozioni attraversavano il mio cuore: gioia infinita per il grande complimento, paura e anche un po' di imbarazzo perché, insomma, c'era mia mamma!

Vista il mio assoluto silenzio parlò mia mamma al posto mio... " non è un ragazzo, è mia figlia! Diglielo anche tu che sei mia figlia!" Io ero oramai troppo scioccato per poter parlare...

Gentil signora "davvero? ma che diamine sei piatta!! Non è possibile!"

Io, mi decisi a parlare per evitare che la situazione degenerasse.." si signora, sono sua figlia" ( sorrisetto mezzo nervoso mezzo vero perché ero felice e basta!)

" ah boh...va beh buonasera a voi"

BUONASERA SIGNORA! Non dimenticherò mai questa scenetta!

Ovviamente mia mamma era un po innervosita e infastidita, ma forse aveva così tanta paura di ciò che forse stava succedendo che non ci diede peso...almeno credo

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