Dopo quel breve pisolino che a Clark sembrò tanto, aprì gli occhi e vide che quella nebbiolina dall'altra parte del ponte si era leggermente affievolita lasciando posto ad una incantevole luce proveniente dal suo più lungo orizzonte.

Si alzó, era tentato ad attraversare il ponte, chissá cosa vi era OLTRE.

Con molta cautela mosse i primi passi ma guardando giù nel suo profondo gli vennero i brividi di quanto fosse alto; allora si mise a ginocchioni e lentamente guardando con lo sguardo fisso, diretto all'altra parte del ponte incomincio la sua attraversata.

A metá percorso, sentí sotto di lui uno scricchiolio, cavolo, un pezzo di quel ponte si stava sgretolando, stava cedendo, Clark rimase immobile, impietrito dalla paura.

Cosa poteva fare il piccolo ometto?
Preso dalla paura e senza pensarci due volte si alzò ed incominciò a correre come un forsennato, più correva e più il ponte si andava sgretolando, arrivò per un filo dal non cadere dall'altra parte ed il ponte giá non vi era più, l'unica cosa rimasta erano i grammenti rocciosi che andavano giù, un botto enorme.

Clark ancora tremava, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in quell'avventura cosí vicino ad una sfortuna cosí grande.

Meno male - disse - per un soffio, fiuuuuuu.

Fu lí, in quell'angolo che si sentí abbandonato, solo, tutto intorno a lui non vi era niente, solo su quel crostone di roccia e la polvere che si alzava da terra e per di più la nebbiolina stava riprendendo potere.

L'unica via d'uscita che aveva era dietro di lui, dentro una grotta da dove aveva visto quel fascio di luce prima di attraversare il ponte, altro non vi era.

Senza perdere tempo, stremato da quella forte emozione vissuta entrò dentro la grotta e il suo sguardo era fisso solo a seguire la luce.

Più si addentrava per la grotta e quindi lungo il suo sentiero e più la luce sembrava lontana, ma dove portava?

Possibile che ancora una volta il suo cammino era senza tempo e senza misura?

                                                 ...continua