il manicomio

Pov's stefano

Mi svegliai, non riuscivo a vedere niente, qualcuno mi aveva messo qualcosa negli occhi per non farmi vedere niente, ma riuscì a capire che eravamo in una macchina, non ricordavo tutto quello che era successo prima, non mi ricordavo come mi chiamavo!
volendo cercare di capire cosa stesse succedendo iniziai ad urlare

Io: ehy c'è qualcuno!!

X: non urlare stefano

Mi chiamavo stefano, non mi ricordo più nulla, nè i miei genitori, nè se avevo un fratello o una sorella, non mi ricordavo neanche come mi chiamavo

Io: DOVE MI STATE PORTANDO

X: presto lo saprai

Io: LO VOGLIO SAPERE ORA

X: stai zitto, o con le buone o con le cattive

Il suo tono di voce era freddo, distaccato, mi metteva paura,

Io: dove stiamo andando

Dissi abbassando la voce, mi arrivo subito un pugno nello stomaco, mi fece perdere il respiro, e solo ora mi resi conto che ero legato

X: ne vuoi prendere ancora?

Disse in un tono freddo e compiacuto

Io:mi dite il mio cognome almeno?

Mi arrivo dritto in faccia un pugno, e iniziò a sanguinarmi il naso, prima che svenì riuscì a sentire una frase del signore affianco a me

X: comunque il tuo cognome è lepri

Dopo quello svenì

Mi svegliai, cercai di aprire gli occhi, ma mi facevano male a causa della luce che mi arrivava dritto negli occhi, cercai di tenerli il più aperti possibili, e dopo due minuti riuscì ad abituarmi alla luce, ero su una sedia, cercai di alzarmi, ma non ci riuscì, avevo le mani legate dietro la schiena e le gambe ognuna legata a una gamba della sedia, mi guardai attorno, le pareti della stanza erano di colore panna, il pavimento era fatto di parquet, in un angolo della stanza c'era un letto matrimoniale, nel letto c'era un uomo, stava dormendo, nel resto della stanza non c'era niente, solo due porte, per capire dove mi trovavo cercai di chiamare l'uomo che era sul letto

Io: signore, è sveglio

X: chi è?

Io: potrei sapere dove mi trovo

L'uomo si girò e disse con un tono tra il freddo e il sorpreso

X: e tu chi sei???

Io: sono stefano

X: sascha

Mi protese il braccio per stringergli la mano ma non potevo stringerla

Io: sono legato

Sa: ora ti slego

Prese un coltello da sotto il cuscino e tagliò le corde, con cui mi avevano legato, talmente erano strette le corde che avevo il segno sui polsi e sulle gambe della corda tutti rossi, sembrava che da un momento all'altro potevano esplodermi le vene

Io: dove siamo

Sa:siamo in manicomio





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