Capitolo Quindici

Il tempo è muto fra canneti immoti... 

- Giuseppe Ungaretti


Capitolo 15

Nicholas 

Era passato più di un secolo dall'ultima volta che il ragazzo aveva sentito il rumore di una bomba a pochi passi da se, ma le immagini di distruzione che queste provocavano erano saldamente stampate nella sua memoria.

Il suo istinto animale prese il sopravvento e spinse Alice per terra coprendole le orecchie dal costante boato sopra le loro teste. Dal rapporto rumore/luce, il ragazzo aveva capito che le bombe dovevano essere ancora lontane, ma ciò non significava che le truppe fossero altrettanto distanti.

Spesso in guerra capitava di mandare una "truppa suicida" in una zona pattugliata da forze nemiche solo con lo scopo di distrarre gli altri gruppi ed attaccarli quando meno se lo aspettavano. Lui stesso era caduto in una trappola del genere, e se non fosse stato per il suo dono di scrittore, ora sarebbe stato sei metri sotto terra insieme ai suoi ex-compagni.

Alice lo fissava terrorizzata, ma i suoi occhi erano decisi.

- Sono arrivati- disse con le mani sulle orecchie.

Lui annuì.

- Resta qui- ordinò.

Strisciò nel campo per usare le spighe come copertura e non essere notato. Voleva vedere se qualcuno fosse già arrivato nella strada principale, per capire se era il caso di entrare in casa o di aspettare un altro po'.

Una marea di pensieri negativi cominciò ad affollarsi nella sua mente: cosa avrebbe fatto se uno dei soldati avesse deciso di punto in bianco di uccidere sua sorella davanti a tutti? Sarebbe intervenuto lo stesso a salvarla? Ovviamente... Ma come avrebbe fatto poi con la storia del - futuro- modificato? Non poteva mica mettersi a scrivere davanti a tutti... Li avrebbe uccisi? Non poteva, e non solo perché avrebbe influito sul futuro, ma anche perché aveva promesso a se stesso di non farlo mai più in nessuna circostanza. Pensare che avrebbe rimediato ai propri errori era l'unico modo che aveva per costringersi ad alzarsi ogni mattina. Non poteva ricadere in quel vortice di morte che la guerra lo aveva costretto a cominciare. Ma lo avrebbe fatto per Katherine? Si, e al diavolo i suoi buoni propositi. Se qualcuno avesse tentato di toccarla, non avrebbe saputo rispondere delle sue azioni. Ed Alice? Se non fosse stato per lei, lui avrebbe già ucciso suo zio che l'aveva appena sfiorata. Non poteva farcela.

- Idiota, non ti puoi fermare senza avvertire!- protestò Alice alle sue spalle. Lo aveva seguito e gli era andata addosso.

- Alice ti avevo detto di restare lì!- disse il ragazzo.

- Perchè sono una ragazza e bla bla bla... risparmiami la predica- gli fece cenno di proseguire.

- Non voglio che ti succeda qualcosa di male-

Alice alzò gli occhi al cielo. Non lo avrebbe ascoltato.

"Come se mi ascoltasse mai..." pensò ricominciando a muoversi.

Sull'altro lato della strada era parcheggiato un enorme veicolo color fango mimetizzato fra le fronde degli alberi. Se non fosse stato per i tre individui che parlavano lì vicino, non lo avrebbe nemmeno notato.

- Was wir tun, ist nicht sinnvoll- (Quello che stiamo facendo non ha senso) disse il primo porgendo un accendino al secondo.

- Bestellungen müssen nicht sinnvoll- (Gli ordini non devono avere senso) rispose questo accendendo una sigaretta.

- Ich habe nur Jungen- (Sono appena dei ragazzi) commentò il terzo. - Ich glaube nicht, dass sie gehabt haben, der weiß, was Einfluss auf den Krieg- (Non credo proprio che loro abbiano avuto chissà che influenza sulla guerra)

- Di cosa stanno parlando?- sussurrò Alice per non farsi sentire.

- Credo che vogliano attaccare l'orfanotrofio... qualcuno glielo ha ordinato, ma sono titubanti- rispose. Anche dopo anni, l'addestramento che gli avevano dato prima di entrare in esercito risuonava nella sua testa. Il tedesco era stata solo una delle tante lingue di cui aveva ricevuto le basi, e fin dal principio era stato uno dei pochi a capirla. I suoi superiori avevano presto sfruttato questa sua capacità mettendolo ad ascoltare conversazioni di contrabbando.

Squillò una specie di walkie-talkie ed il primo soldato rispose con qualche verso incomprensibile. Forse stavano parlando in codice. Conclusa la chiamata questo si rivolse agli altri due.

- Verantwortlich oder nicht, haben wir keine andere Wahl ... es diese oder Gefängnis (Responsabili o no, non abbiamo scelta... è questo o la prigione.) - disse.

Gli altri non riuscivano a sostenere il suo sguardo.

- wir müssen niemanden töten (Non dobbiamo uccidere nessuno)- continuò. - Wir wollen nur das Lösegeld , und wir sind frei für den Rest unseres Lebens (Vogliamo solo il riscatto, e siamo liberi per il resto della nostra vita)-

Cominciarono a muoversi lungo la porta d'ingresso. In lontananza esplosioni avevano preso a scuotere la terra sempre più frequentemente. Le sirene dei vigili del fuoco si sentivano anche da quella distanza, così come le urla di coloro che erano rimasti feriti. Nicholas non poté fare a meno di sentire un grande vuoto nello stomaco. Se solo avessero avvertito le forze armate dell'attacco... Non doveva pensarci. Non poteva farlo.

- Vogliono un riscatto- spiegò ad Alice. - Immagino dal governo Inglese-

- Quei ragazzi muoiono di fame... se il governo avesse potuto mandare dei fondi, lo avrebbe fatto per sostenerli!- esclamò lei.

- Lo so- rispose. - Ma loro non ne hanno idea. Gli inglesi hanno vinto la guerra, dal loro punto di vista sono ricchi fino a scoppiare. Questo è l'orfanotrofio più rinomato della capitale... avrebbe senso venire qui-

Li seguirono nascosti fra le spighe per tutto il percorso senza fiatare. I soldati si limitarono a bussare alla porta d'ingresso, che venne prontamente aperta da una tremante Mrs. Marple in vestaglia rosa.


- Cosa posso fare per voi?- chiese mettendosi gli occhiali. I suoi occhi apparivano così ancora più grandi e terrorizzati.

- Ci faccia entrare- rispose con accento tedesco quello che aveva parlato al walkie-talkie. I suoi due compagni avevano alzato le pistole causando facendo quasi svenire la signora lì di fronte.

- Oh santo cielo!- esclamò. - Non abbiamo nulla, ci sono solo bambini qui dentro, abbiate pietà!-

I soldati procedettero senza degnarla di alcuna attenzione. I bambini per la prima volta in vita loro, erano rimasti completamente ammutoliti dalla paura. Fissavano a bocca aperta le armi dei soldati, ed i più grandi avevano coraggiosamente protetto i bambini dietro di loro. Katherine stava nascondendo un ragazzino di appena cinque anni con il suo corpo, ed i suoi occhi blu non lasciavano trapelare alcun tipo di emozione.

Il ragazzo si voltò verso Alice, ma lei era sparita.

Un panico acuto lo colse impreparato mentre cercava con lo sguardo l'amica in mezzo al campo di grano. Era sicuro che fosse rimasta dietro di lui tutto questo tempo, dove poteva essere sparita? L'avevano catturata? Ma non c'era un'anima nelle vicinanza, non poteva essere!

Poi la vide.

Era dall'altra parte della casa, e gli stava facendo un cenno di saluto attraverso la finestra.

I soldati erano troppo distratti da un paio di ragazzini più giovani che si erano messi a piangere disperatamente per guardare tutte le entrate della casa. Alice scivolò dentro attraverso la finestra senza destare alcun sospetto.

"La ucciderò un giorno di questi" pensò.

Quella ragazza aveva una particolare inclinazione all'autodistruzione. Come il resto del genere umano d'altronde.

Alice sgattaiolò silenziosamente fino alla stanza dove erano raggruppati la maggior parte dei ragazzi e si sedette in mezzo a loro come se nulla fosse. Solo allora il ragazzo notò che si era legata i capelli in una coda posticcia ed aveva abbandonato il vestito di sua madre per un paio di vecchi pantaloni scuri e una felpa verde. Prima di partire Nicholas l'aveva presa in giro per aver portato quel cambio di vestiti nel suo zaino da viaggio, dicendo che sarebbe stato molto più prudente portare viveri ed acqua, ma lei non aveva voluto sentire ragioni, ed il ragazzo adesso era costretto a ricredersi. Con quei vecchi vestiti anonimi, Alice si mimetizzava perfettamente fra gli altri orfani, cosa che non avrebbe potuto fare vestita di tutto punto con abiti eleganti. Avrà anche avuto diciannove anni, ma quando ci si metteva d'impegno la ragazza poteva passare tranquillamente per una quattordicenne. Perfino i bambini intorno a lei sembravano non averla notata, con l'eccezione di Katy che le aveva lanciato uno sguardo veloce prima di ritornare a fissare le armi che i soldati le avevano puntato addosso.

Sarebbe potuto passare dalla stessa entrata, ma lo avrebbero riconosciuto subito nel mare di bambini. Persino quando aveva quindici anni veniva scambiato per un adulto a causa delle occhiaie ed i muscoli che aveva collezionato grazie alle ore di lavoro extra.

Prese istintivamente la penna che aveva in tasca e la strinse fra le dita. Qualunque cosa fosse successa, sarebbe stato pronto.

I soldati continuavano a parlare fra di loro e gridare ordini occasionali ai bambini terrorizzati, con il risultato di spaventarli ancora di più. Il soldato-capo teneva in mano il walkie-talkie in attesa di nuove notizie, ma da quello che il ragazzo poteva vedere, queste tardavano ad arrivare.

Alice gli lanciò uno sguardo furtivo e tornò a stringere la manina del bambino che le era vicino. Doveva fare qualcosa.

Improvvisamente la radiolina tornò a parlare, ed il secondo soldato rispose quasi urlando al proprio superiore.

- Es gibt keine der Reichtümer, die in dieser Hütte versprochen! (Non c'è nessuna delle ricchezze che ci avevano promesso in questa catapecchia!) gridò muovendo le mani.-Sie sind nur mangelernährten und schlecht behandelt schlimmer als Soldaten (Sono solo bambini denutriti e maltrattati peggio di soldati) - 

Un attimo di silenzio seguì alle sue affermazioni.

- ich sehe (Capisco) -  rispose rabbuiandosi e chiuse la chiamata.

- Le nostre fonti ci dicono che voi abbiate nascosto provviste per l'inverno- disse rivolto a Mrs. Marple. - Ne abbiamo bisogno. Ora-

- Noi non abbiamo nulla da potervi dare- protestò la signora cadendo in ginocchio. - Abbiamo meno di quello che ci servirebbe per tirare avanti un altro inverno-

- Non ho intenzione di sentire scuse, vecchia!- gridò scostandola. - NOI abbiamo bisogno di quel cibo, VOI potete sempre chiederne altro ai signori che hanno raso al suolo le nostre città e ucciso le nostre famiglie-

Nicholas strinse i pugni talmente forte da sentire il sangue scorrere lì dove si era tagliato con le sue stesse unghie. Non sapeva se gli facesse più rabbia la disperazione dei soldati, o il modo in cui la sfogavano.

Mrs. Marple aveva cominciato a piangere, e con lei un'altra decina di bambini che non sapevano come altro comportarsi. Quei ragazzini potevano non capire le dinamiche di una guerra, ma sapevano cosa significasse patire la fame ed erano consapevoli che quelle persone volevano portargli via ciò per cui avevano tanto faticato.

- Se non ci uccidete adesso con quelle vostre armi ma prendete il nostro cibo, ci condannate ugualmente a morte certa. Il sangue di questi bambini scorre sulle vostre mani- decretò Mrs. Marple con tono solenne.

- Silenzio!- gridò il terzo soldato afferrando il bambino vicino a Kathy.

Il bimbo, gli sembrava di ricordare si chiamasse Vincent, non riusciva a smettere di frignare, e questo non faceva altro che incrementare la rabbia del soldato.

Non appena gli puntò il fucile alla testa, nella stanzetta calò il silenzio.

Kathy si alzò in piedi, ed i suoi occhi blu trasmettevano una determinazione che Nicholas non sapeva possedesse.

- Non c'è bisogno di perdere le staffe- disse con estrema calma. - Abbiamo il cibo, non è molto, ma lo abbiamo-

I soldati parvero rilassarsi, così come tutti gli altri bambini. Probabilmente Kathy aveva su di loro una certa influenza essendo lì dentro da molto più tempo di chiunque altro.

- Kathy...- disse Vincent in cerca di supporto. I suoi occhi erano puntati sul fucile vicino alla sua testa.

- Non ti preoccupare Vincent va tutto bene- rispose lei avvicinandosi di qualche passo.

- Stai ferma, dannazione- pensò il ragazzo. Il suo cuore aveva cominciato a battere ad un ritmo vorticoso.

- Tu ragazzino- continuò il secondo soldato rivolto a Kathy. - Portaci dalle provviste-

Kathy guardò Mrs. Marple in cerca di conferma, ed annuì ai soldati.

In meno di un secondo, il fucile passò dalla testa di Vincent alla schiena di Kathy, facendo sussultare il ragazzo impercettibilmente. Non che non avesse avuto paura per la sorte del bambino, ma un certo senso era sicuro che non gli sarebbe successo nulla. Per Kathy invece... era tutta un'altra storia. Da quel momento in poi,  ogni mossa sarebbe potuta significare morte certa.

Kathy si mosse verso le scale, con due dei soldati al suo seguito. Il soldato numero due era rimasto di guardia ai bambini, forse per impedire che chiamassero aiuto, ma prestava più attenzione al walkie-talkie che ad altro.

Mentre la sorella stava per sparire dalla sua visuale si rese conto che era venuto il momento di tentare il tutto per tutto.

Si mosse verso la finestra da dove Alice era passata ed ottenne una vista più ampia su quello che stava accadendo all'interno.


Il trio composto da Kathy ed i due soldati si stava dirigendo verso una piccola porticina vicino alle stanze che ad occhio e croce li avrebbe condotti al piano sotterraneo.

Da quel momento in poi sarebbero stati irraggiungibili. Doveva trovare il modo di seguirli.

Alice dovette aver pensato la stessa cosa perché si mosse velocemente verso di loro facendo attenzione a non essere notata dal tipo del walkie-talkie.

Nicholas scavalcò la finestra e fu dentro con un balzo silenzioso. I mesi di addestramento in caserma non erano mai stati così utili come in quel momento.

Camminò con passo felpato verso il salone centrale, tutti gli occhi dei bambini fissati sul fucile del loro aguzzino.

Alice sgattaiolò senza problemi dietro il trio senza destare sospetti. Con un leggero scricchiolio, la porta si chiuse alle sue spalle. 

Nota Autrice:

Scusate per il tedesco preso direttamente da Google traduttore, ma non ho proprio idea di come formulare una frase in quella lingua :/ 

In revisione lo farò rivedere da qualche madrelingua.

Per ora ... buon proseguimento di lettura! 

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