Capitolo Otto
Capitolo 8
Alice
- ... e poi il professore ha cominciato a lamentarsi delle matricole che non gli lasciavano fare lezione ... ti rendi conto? Era appena arrivato in classe e già aveva incolpato qualcun altro del suo ritardo! - Daphne stava ridendo. - A te invece come sono andati i primi due giorni? -
- Uhm?- Mi ero distratta e non avevo minimamente ascoltato gli ultimi dieci minuti di conversazione.
- Alice, è da due giorni che sembri su un altro pianeta! - Si lamentò lei alzando le braccia al cielo. - Mi sembra quasi che io stia parlando ad un muro il 90% delle volte... -
- Scusa Daphne- dissi. - Il fatto è che ho un sacco di cose per la testa-
Ed era vero. Non ero mai stata attiva nella mia vita come da quando erano cominciate le lezioni. Non solo passavo ore ed ore ed ore sui libri a studiare, ma stavo anche cercando disperatamente più informazioni sul passato di Nicholas per aiutarlo con la memoria.
All'inizio avevo pensato sarebbe stato molto più facile: un paio di ricerche su Google e avrei ottenuto tutto quello che volevo, ma alla fine scavare nel passato si era rivelato molto più complesso. Non esistevano documenti online sulla vita dei soldati durante la prima Guerra Mondiale perché la maggior parte delle testimonianze era stata distrutta dal conflitto, e anche quel poco di informazioni che si riuscivano a trovare erano cartacee ed impolverate da secoli.
Cioè, da un secolo.
Per questo io e Nicholas avevamo passato ore ed ore nelle più importanti biblioteche londinesi solo per ritrovarci con una scarna quantità di dati senza arrivare da nessuna parte.
Mi alzavo alle cinque del mattino e andavo a dormire alle due a ripetizione. Non sapevo per quanto ancora sarei durata.
Mi appoggiai alla scrivania in camera di Daphne sorreggendo la mia testa con la mano, ma mi pentii in un istante di averlo fatto. Guardai la mano piena di fondotinta e tentai istintivamente di pulirla sui pantaloni, lasciando una macchia color carne sui miei jeans.
Ora, so cosa starete pensando. "Ma Alice tu non odiavi truccarti e bla bla bla?"
E la mia risposta è sempre SI, LO ODIO. Ma il problema era che ormai avevo talmente tante occhiaie da assomigliare più ad uno zombie che ad una ragazza, e quella mattina avevo tentato di salvare il salvabile.
Non avrei voluto accidentalmente dare inizio a rumori su un'imminente invasione di zombie.
- Ma dormi almeno?- chiese lei preoccupata. Doveva aver notato le mie immense occhiaie che non erano riuscita a coprire del tutto.
- Non tantissimo- sarebbe stato inutile negare l'ovvio.
- E questo non avrebbe NULLA a che vedere con il fatto che Nicholas sgattaiola in camera tua ogni sera giusto?- chiese lei sarcasticamente.
Ci mancava solamente che cominciassero a girare voci su me e lui insieme.
- Non è come pensi- mi giustificai. - Studiamo-
- All'una di notte?- disse scettica.
- Che fai mi spii?- risposi scioccata.
- Non cambiare discorso!- vidi le sue guance arrossarsi. - Se le ragazze del campus lo dovessero venire a sapere verresti odiata tanto quanto me!-
- Non mi preoccupa quello che dicono le persone- dissi scrollando le spalle. - Hanno parlato male di me tutta una vita in Canada, possono farlo anche in Europa-
Daphne strinse gli occhi.
- Quindi stai confermando la mia tesi!- esclamò battendo le mani. - State insieme!-
- Non ho detto nulla del genere!- protestai sconfitta. Nulla sarebbe servito a farle cambiare idea.
Qualcuno bussò alla porta. Daphne si alzò ancora ridendo, e scoppiò in una risata ancora più fragorosa quando si rese conto di chi si ritrovò davanti.
- Oh hey Daphne- la salutò Nicholas. - Alice è da te per caso? Non risponde al telefono e ho pensato che fosse venuta a farti una visita-
Controllai immediatamente il mio cellulare.
Quindici chiamate perse da Nicholas
"Ops" pensai.
Daphne era piegata in due dalle risate.
- Hey ALICE- mi chiamò. - C'è qui il tuo AMICO Nicholas-
- DAPHNE PIANTALA!- esclamai mentre mi avvicinavo.
Nicholas aveva uno sguardo molto perplesso: forse le ore mancate di sonno cominciavano a fare effetto anche su di lui.
- Ehm posso parlarti?- disse spostando lo sguardo da me alla mia amica.
- Certo- risposi. Lanciai uno sguardo assassino a Daphne che aveva cominciato a piangere.
- Si ti prego Alice, lascia qui la tua AMICA Daphne per parlare di studio con il tuo AMICO Nicholas- disse mentre chiudeva la porta senza darmi nemmeno il tempo di rispondere.
Nicholas non commentò lo strano incontro. Mi prese per mano e cominciò a trascinarmi verso la sua stanza senza riflettere.
- Ho trovato qualcosa- aveva detto solamente.
Mi lasciai guidare fino alla sua scrivania dove era aperto il Manuale verso la fine del libro.
- Conosco a memoria quel coso Nicholas- dissi incrociando le braccia al petto.
- Lo so lo so, lasciami spiegare- rispose entusiasta. Non riusciva a smettere di muovere le mani ed aveva un inquietante tic all'occhio destro che lo faceva sembrare uno di quegli scienziati pazzi dei telefilm della Disney. Avevo come l'impressione che avesse bevuto un caffè di troppo. - Guarda -
Prese l'ultima pagina bianca del libro e la accostò alla finestra. Inizialmente, non riuscii a vedere nulla, ma a mano a mano che la luce solare penetrava la pagina cominciai a leggere delle parole.
- Come diamine l'hai scoperto?- chiesi mentre mi avvicinavo per osservare meglio.
Lui alzò le spalle.
- Cercavo indizi-
Presi il mio telefono e scattai una foto. Nicholas appoggiò il libro sulla scrivania e si avvicinò leggere.
- Non hai già letto?- chiesi curiosa. Scoprire cosa significavano quelle parole sarebbe stata la prima delle mie preoccupazioni una volta venuta a scoprire il segreto.
- Non.. non ci riesco- disse imbarazzato. - Non dormo da due giorni e sono troppo stanco per inquadrare le lettere-
Capivo perfettamente a cosa si riferisse. Il nostro particolare tipo di "dislessia" da lettori si intensificava se i nostri occhi erano affaticati.
- Caro scrittore- lessi ad alta voce per entrambi. - Complimenti per essere riuscito a trovare la sezione segreta. Non mi aspetto che in molti ci riescano, anzi forse nessuno leggerà mai quello che sto per scrivere. Presta molta attenzione, perché sto per rivelare qualcosa che va persino oltre i limiti della conoscenza di uno scrittore, ed Aris mi ha espressamente vietato di tramandarlo come il resto delle mie tecniche. So rischiando la mia stessa vita in questo istante scrivendo questo messaggio. La verità è che nemmeno io dovevo venirne a conoscenza, ma un'emergenza si è verificata durante la mia "veglia" ed Aris è stato costretto a mostrarmela.
Come sai bene, il nostro ruolo è quello di proteggere l'umanità da se stessa ad ogni costo. Tuttavia, ti sei mai chiesto come gli scrittori siano riusciti a risolvere OGNI problema dell'umanità senza mai fallire? Dopotutto, anche gli scrittori sono essere umani.
Non posso parlare per gli scrittori precedenti, ma so per certo che almeno la MIA vittoria non è stata solo fortuna ed esperienza. Non scenderò nei particolari, ma quello che devi sapere è che commisi un errore che sarebbe costato la vita all'umanità.
Aris se ne accorse prima di me e mi suggerì che l'unico modo per fermare ciò che avevo causato, sarebbe stato bloccare me stesso ancora prima di commettere l'errore in primo luogo. Avrei dovuto agire da scrittore su me stesso.
Tornando indietro nel tempo-
Mi bloccai per assorbire tutto ciò che avevo appena letto. Ero scesa a patti con il fatto che esistessero delle altre realtà, che si potesse viaggiare nello spazio e che si potessero sfruttare gli elementi della natura e piegarli al proprio volere... ma ora anche...viaggiare nel tempo? Era ... impossibile... O no?
- Continua ti prego- mi incoraggiò Nicholas.
Feci un respiro profondo per calmare le mie mani tremanti e ripresi la lettura.
- Sai già come viaggiare da una realtà all'altra, e viaggiare nel tempo è più o meno la stessa cosa. Nel momento in cui uno scrittore viaggia fra i mondi in realtà non fa altro che scomporre il proprio corpo in minuscole particelle in grado di attraversare lo spazio quantico e passare in un'altra realtà. Per viaggiare nel tempo, bisogna usare lo stesso processo. Con l'unica complicazione che mentre viaggiare nello spazio è relativamente un processo naturale e spontaneo e quindi libera energia, viaggiare nel tempo è contro natura e richiede una grandissima quantità di energia. Non è sufficiente quella di uno scrittore, e solo con la collaborazione di Aris è possibile effettuare un salto temporale.
Prima che tu provi a fare qualunque cosa ti avverto ... è doloroso, molto di più del viaggio spaziale, molto più di qualunque cosa tu abbia mai provato in vita tua. Usa questo potere con giudizio.- mi bloccai non appena vidi delle lettere in un alfabeto che non conoscevo.
"πίσω, να διορθώσει το λάθος σας"
- Ehm.. non ho idea di come pronunciare questa roba- dissi.
- Torna indietro, rimedia al tuo errore - tradusse il ragazzo immediatamente.
Vide la mia espressione perplessa e si limitò ad alzare le spalle.
- L'anno scorso ero in camera con uno studente greco- spiegò. Quel ragazzo non avrebbe mai spesso di stupirmi.
Rimanemmo a fissare il mio telefono per quella che parve un'eternità.
- Ok- dissi dopo un po'. - Che facciamo?-
- Nulla- rispose. - Cosa dovremo fare?-
- Stai scherzando spero- dissi. - Potremo fare QUALUNQUE cosa! Anche se non abbiamo Aris con noi, siamo due scrittori... la nostra energia è più che sufficiente!-
- Proprio perché potremo fare qualunque cosa non dovremo fare nulla- rispose. - Non possiamo giocare con il passato-
- Nicholas- dissi. - Non so se te ne rendi conto, ma tu VIENI dal passato-
Nicholas sospirò tristemente. Quasi mi pentii di aver tirato fuori l'argomento.
- Si- disse. - E il passato si è evoluto senza di me. Sarò anche finito a SafeEarth per errore, ma la vita è continuata a scorrere-
- Ma potresti sempre tornare indietro! Potresti stare con tua sorella e lei non morirebbe in un orfanotrofio!- Sapevo di stare usando delle parole dure, ma non riuscivo proprio a capacitarmi del fatto che un ragazzo che era stato strappato prematuramente alla propria casa non volesse farci ritorno.
- Credi che non ci abbia pensato!- gridò con gli occhi che lanciavano saette di rabbia. - Ma non è così semplice! Se tornassi indietro cambierei il passato, il presente ed il futuro dell'umanità! Il mondo come lo conosci potrebbe non esistere più. TU potresti non esistere più!-
- Non dire idiozie, una sola persona non può fare la differenza!- adesso avevo cominciato ad urlare anche io. Non potevo credere che IO stessi prendendo le parti della SUA famiglia.
Un'improvvisa calma sembrò avvolgerlo dalla testa ai piedi. Faceva quasi più paura di mentre urlava.
- Non voglio più parlarle, Alice- disse.
- Ma ... -
- HO DETTO NO ALICE- mi interruppe prendendomi per mano. Mi stava implorando con lo sguardo. - Ti prego-
Tornai in camera con le lacrime che scendevano inesorabilmente sulle mie guance. Non avevo idea del perchè, ma non riuscivo a smettere. Non era la MIA famiglia, era la SUA, ma a forza di leggere i suoi diari non avevo potuto far a meno di affezionarmici. Dalle sue parole traspariva così tanto amore che era impossibile non rimanere sentimentalmente coinvolti. Il solo pensiero che quella bambina, Katherine, fosse morta prematuramente mi faceva singhiozzare la sera nel letto.
Adesso avevamo la possibilità di salvarla, e Nicholas, SUO fratello, si tirava indietro?
Una piccola parte di me era consapevole dei rischi dell'operazione, ma il mio cuore non voleva sentire ragioni. Sapevo di essere stata un'ipocrita con lui, considerato che era stato il più razionale fra noi due e probabilmente stava soffrendo molto più di quanto non ci stessi male io.
Mi distesi sul letto vicino al Gatto con la testa fra le mani.
- Qualcosa non va dolce Alice?- disse leccandosi la zampa.
- Sono un'imbecille- risposi e gli raccontai quello che era successo poco prima.
- C'è una soluzione- disse dopo un pò. - Devi solo prendere ciò che desideri nel momento meno desiderato-
- Wow grazie, mi serviva proprio una filastrocca per addormentarmi- risposo sarcastica.
Erano le 11.00 di sera ed ancora non riuscivo a chiudere occhio nonostante fossi distrutta.
Decisi di chiamare mio fratello per del conforto. Non avevo nemmeno idea di che ora fosse in Canada e non mi importava. Luke era stato chiaro sulle telefonate: non dovevano avere orari per sua sorella lontana.
Gli avevo raccontato giorno per giorno tutto quello che era successo, ed era quasi svenuto con la cornetta in mano quando gli avevo rivelato che Nicholas non fosse morto.
Voleva tornare in Europa per picchiarlo di brutto per avermi rapito in primo luogo, ma io glielo impedii (anche per la sua stessa salvezza).
Il telefono squillò solo due volte prima che Luke rispondesse.
- Alice?- chiese preoccupato. - E' successo qualcosa?-
- Nulla di grave- risposi tranquillizzandolo. - Solo che ho trovato un modo per viaggiare nel tempo e Nicholas non vuole tornare con me per salvare SUA sorella! E so che ha ragione, ma non posso credere che ci stiamo lasciando scivolare così un'opportunità del genere!-
- Si beh... aspetta hai trovato COSA?-
- Viaggiare nel tempo, mi segui Luke?- chiesi spazientita.
Lui rimase un po' in silenzio per metabolizzare ciò che gli avevo detto.
- Ok... perché no? Continua-
Gli raccontai tutta la conversazione per filo e per segno, incluso ciò che mi aveva detto il Gatto.
- Aspetta- mi bloccò immediatamente. - Ripetimi cosa ha detto.... il Gatto-
- Devi prendere ciò che desideri solo nel momento meno desiderato?- chiesi perplessa. - Ma non farci troppo caso, il Gatto dice una marea di sciocchezze in rima -
- In realtà penso che abbia ragione!- esclamò facendomi dubitare della sua sanità mentale. - Pensaci: devi prendere ciò che desideri, ovvero la ragazzina, solo nel momento meno desiderato... ovvero quello della sua morte!-
- E che senso avrebbe prenderla se già morta?-
- Non dopo la sua morte, ma nel momento della sua morte- rispose eccitato. - Se la salvaste solo nell'istante in cui lei dovrebbe morire, la storia non cambierebbe, perché tecnicamente da quel momento in poi lei non esisterebbe più-
- Rimarrebbe sempre il problema che una volta salvata potrebbe compiere azioni che influirebbero nel passato sul presente- obiettai.
- Si ma non se la porti con te nel presente- rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mi alzai di scatto dal letto.
- Luke-
- Si?-
- Sei un genio- e gli attaccai la cornetta il faccia.
Infilai un paio di pantaloni presi a caso dalla sedia e corsi in camera di Nicholas.
Bussai alla porta ininterrottamente per un minuto intero, finché lui non si decise ad aprirmi.
- ALICE- disse spazientito non appena aprì la porta. - E' l'una di notte!-
- Sappiamo entrambi che eri sveglio, levati idiota- risposi entrando a forza nella sua stanza.
Avevo fatto finta di non notare che avesse gli occhi completamente rossi per aver pianto.
- Che vuoi?- disse bruscamente.
Io mi limitai a sorridere.
- Ho una soluzione al nostro problema -
Nota Autrice:
Buon salve lettore, volevo solo rubarti un secondo del tuo tempo per ringraziarti del supporto che stai dando alla mia storia ed augurarti un meraviglioso anno nuovo all'insegna della lettura :3
Mi scuso in anticipo per eventuali errori di grammatica/ortografia/battitura nel capitolo, ma non ho avuto tempo di revisionarlo per filo e per segno prima della pubblicazione e tenterò di rimediare al più presto.
Fammi sapere cosa ne pensi! Anche se con moooolto ritardo leggo tutti i commenti e adoro sentire le tue opinioni o pensieri sulla storia >.<
Buon proseguimento di Lettura!
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