Capitolo 1
Quattro mesi prima
Il primo giorno di scuola in una nuova scuola... tanto per cambiare. Mi infilai la divisa scolastica e mi osservai con sguardo critico allo specchio. Una divisa! Incredibile! A Boston, da dove venivo, ne portavi una solo se andavi in una scuola privata esclusiva. Navigando un pò su Internet avevo scoperto invece che in Irlanda la indossavano tutti. La mia era composta da un maglione blu scuro con lo scollo a V, una gonna grigia e una cravatta a righe gialle e blu. Che strazio, ma avrebbe potuto andarmi peggio. Se non altro mi sarei mimetizzata alla perfezione.
Scrutai preoccupata la mia immagine riflessa e tirai l'elastico che mi teneva raccolti i capelli castani e mossi. Qui ci voleva proprio un pò di trucco - un filo di mascara e di lucidalabbra, se non altro -, ma la scuola lo proibiva severamente: una regressione alle sue antiche origini religiose.
Alla fine, abbastanza soddisfatta del mio aspetto, scesi in cucina, al piano di sotto, dove trovai mio padre che armeggiava con il computer e borbottava qualcosa a proposito di un guasto.
"Giorno, papà. Sei riuscito a farlo funzionare?"
"Ciao Mila", rispose confuso. "Si, stava andando alla grande ma poi si è spento."
"Dovresti collegare il caricabatterie alla corrente. È così che si caricano le batterie." Andai verso la presa, infilai la spina e premetti il pulsante di accensione del computer.
"Funziona di nuovo!" esultò
"Miracoli della tecnologia", commentai dandogli le spalle mentre tostavo due fette di pane. "Allora, com'è il nuovo lavoro?"
"Fantastico. Perchè non fai un salto al circolo dopo la scuola? Ti faccio fare un giro. Ho la sensazione che sia il posto adatto a noi, Camila. Potrebbe essere la volta buona." Speravo avesse ragione. Sarebbe stato bello restare nella stessa scuola per un anno intero, anche se significava vivere a Kinsale. "Certo, papà", risposi. "Passo a trovaarti dopo la scuola." Il pane era pronto e lo imburrai velocemente. "Adesso devo capire quali corsi dovrò frequentare."
"In bocca al lupo", disse, sorridendomi rassicurante. "Andrà tutto bene, sono sicuro che ti ambienterai subito."
La scuola non era lontana da casa, e lungo il tragitto incontrai molti ragazzi che si incamminavano verso quella direzione. Svoltando l'angolo vidi i cancelli della scuola e sentii una leggera fitta allo stomaco. Feci un respiro profondo e mi avviai verso l'ingresso principale, quando mi sentii trafiggere da un paio di occhi. Proprio al di là del cancello una ragazza alta, appoggiata a un lampione, mi stava fissando. Avvertii i brividi corrermi lungo la schiena e un formicolio alle mani. Le strinsi a pugno e guardai in basso. Ma cosa accindenti..? Ero così sconvolta che urtai una ragazza. "Scusa!" strillai, barcollando a causa dello scontro. Lanciai un, occhiata al lampione, ma la ragazza era sparita. "Nessun problema", cinguettò una voce amichevole. "Stavi cercando qualcuno?" Seguì il mio sguardo con espressione curiosa. "Oh, no. Be', a dire il vero sì. Stavo cercando l'ufficio del preside."
"Sei nuova?"
"Si vede tanto?" le chiesi ridendo.
"Io sono Dinah", si presentò.
"Io sono.."
".. Camila", mi anticipò e sorrise quasi per scusarsi vedendo il mio stupore. "Questa è una città piccola. Ci stavamo tutti chiedendo quando ti avremmo vista." Indicò la scuola. "L'ufficio del preside è oltre quella porta, e poi a destra. Chiedi di Suor Basil." Pronunciò il nome con tono minaccioso. Mi sentii impallidire. Grandioso. Una suora, e magari dall'aspetto terrificante.
"Non è così male", mi rassicurò Dinah. "È severa, ma equa. Sostieni il suo sguardo e dalle sempre ragione: vedrai che andrà tutto bene." La ringraziai e mi voltai per dirigermi verso l'ufficio.
Grazie ai consigli di Dinah, l'incontro con Suor Basil filò liscio. La preside sbrigò in fretta tutte le formalità, mi diede il programma delle lezioni e la mappa della scuola, poi mi accompagno fuori dall'ufficio.
Dopo un girovagare per la scuola in cerca della mia lezione di francese vidi Dinah. "Mila, dove stai andando?", disse in tono amichevole.
"Sto cercando l'aula di francese" dissi cercando con lo sguardo la classe.
"Oh, fantastico. Abbiamo lezione assieme. Vieni con me" disse prendendomi per un braccio. La seguì fino in classe e ci sedemmo agli ultimi banchi. Notai, dopo essermi seduta, che la ragazza che vidi stamattina all'ingresso mi stava osservando.
"Conosci Lauren?"
"Chi?"
"Lauren Jauregui, la ragazza seduta al secondo banco. Fai finta di niente, ma ti sta tenendo gli occhi addosso."
Mi sentii avvampare. "Non conosco nessuno qui." dissi in maniera impacciata
"Be', a quanto pare lei ti conosce. Ti sta ancora fissando. Che strano: di solito è presa esclusivamente da se stessa. Oh, merda!", disse girandosi di scatto verso di me. "Si è accorta che la stavo guardando. Come se non fosse già abbastanza presuntuosa."
Cercai di guardarla, spostandomi in maniera che non mi vedesse, ma proprio in quel momento l'insegnate entrò in classe e si buttò a copofitto in un'impegnativa lezione sulla Tour Eiffel. Voglio sapere di più di questa Lauren.
N/A
Salve bella gente! Ho deciso di scrivere un genere completamente diverso da quello che sto scrivendo con la mia dolce metà. Quindi spero vi piaccia questa nuova tipologia, ci saranno misteri ed altro ancora.
-Beezus
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