VIII. You have something special
Niall ha il volto premuto contro i palmi delle mani; sta scuotendo la testa ed è uno scarso tentativo di soffocare delle grasse risate, il suo, perché degli inconfutabili suoni stanno giungendo alle orecchie di tutti.
«Direi—Oddio!»
Il suo accesso di ilarità deve essere stato causato da ciò che è appena stato detto, Harry ne è sicuro. Non che su di lui le parole di Zayn non abbiano sortito alcun effetto – Louis mi ha disintegrato i gioielli di famiglia con la sua maniacale preoccupazione nei confronti della salute mentale e fisica di Harry –, ma è stata la reazione di Niall a frenare il volo delle farfalle nel suo stomaco.
«Direi proprio che non ti ride alle spalle come pensavi» Niall finalmente dice, scoppiando poi a ridere senza nemmeno la decenza di nasconderlo.
Harry sbarra gli occhi. Un pezzo di frutta gli s'incastra in gola, come se fosse troppo grande per passare, anche se si tratta di un minuscolo e molliccio cubetto di mela. Si porta le mani intorno al collo e comincia a tossire, nel tentativo di disincastrarlo. Ma quello non demorde ed è Liam a intervenire, colpendolo ripetutamente sulla schiena finché il boccone non si sposta e quasi schizza fuori dalle sue labbra. Harry riprende a respirare piegato in due, una mano premuta contro la superficie del tavolo.
Come se non avesse appena rischiato di morire, come se un semplice Harry, tutto bene? non servisse a nulla, Zayn rivolge a Niall uno sguardo interrogativo. «Cosa?»
«N—Niall!»
«Nulla!» Niall guarda Harry, rosso in viso e con gli occhi lucidi, e le sue labbra si colorano di un ghigno divertito. «Cavolate da adolescenti, davvero.»
Sta decidendo se vuotare il sacco e coprirlo di vergogna, Harry lo sa. Hanno fatto pace da neanche cinque minuti e Niall sta già chiedendo a se stesso se sia sensato lasciarsi sfuggire una simile occasione per prendersi gioco di lui.
«Ma, giusto per chiarire, era Harry il ragazzino ridicolo e infatuato di Louis di cui hai parlato con il tuo compare nella nostra cucina?»
E certo non poteva.
«Porca—Niall!»
«Che—Oh, Cristo.» Zayn si piega letteralmente sulla sedia, trattenendo le risa. «No, cazzo no! Parlavo di un ragazzo francese a cui Louis ha salvato la vita due mesi fa, tipo, e che da allora lo perseguita.»
Silenzio.
In tutto ciò, Liam non ha ancora emesso una parola e assiste alla scenetta sorseggiando la sua sangria. Mentre tra gli altri ragazzi cala un silenzio esilarante, di quelli in cui ci si aspetterebbe di sentire il rumore di una palla di fieno rimbalzare in un un vasto terreno desertico.
«Oh.»
«Un ragazzo francese?» Niall domanda, con lo sguardo fisso su niente in particolare.
«Lo perseguita—»
«Un ragazzo francese!»
Harry si porta una mano al volto e scuote la testa.
«Tutte queste storie per poi scoprire che il problema di fondo è un ragazzo francese che Louis nemmeno si fila!» Niall quasi urla, con voce strozzata. «Ho fatto da avvocato divorzista per questo?!»
Liam scoppia a ridere, senza nemmeno cercare di dissimulare la cosa; Zayn guarda Niall e Harry a turno, a metà strada tra il divertimento e la confusione... Ma, uhm: era da tanto che non aveva a che fare con degli adolescenti.
«Credevi che stessimo parlando di te?» La Leggenda chiede, rivolgendosi al diretto interessato.
Harry annuisce impercettibilmente, la pelle rossa fino alla punta delle orecchie.
«Cavolo, no!» Zayn dice, passando ora al completo divertimento e concedendosi la sua dose di risate. «Sono più che certo che Louis ti adori e, calcolando che davvero poche persone sono state in grado di andargli a genio, in tutti questi anni, devi esserne fiero.» Il moro si china sul tavolo e abbassa la voce. «Significa che hai qualcosa di speciale, perché coloro che entrano nelle grazie di Louis hanno sempre qualcosa in più, che motiva la sua simpatia.»
Harry alza gli occhi dalle sue mani intrecciate e ricambia lo sguardo di Zayn, anche se intimorito dalla sua serietà.
Non ha neanche avuto il tempo sufficiente a vergognarsi del discorso, perché questo si è risolto in informazioni piacevoli e positive. Più che piacevoli e positive. Ma adesso è confuso. Le conclusioni a cui era giunto si erano rivelate indispensabili per separare i suoi sentimenti nei confronti di Louis dalla realtà; quello di cui si era convinto, avrebbe in qualche modo potuto aiutarlo, risparmiandogli ciò che l'amore minaccia di causare alla sua vita e alla sua stabilità mentale.
Invece è cambiato tutto.
Non che sia stato stravolto, ma, sentirsi confermare da qualcuno di rilevante che Louis Tomlinson non prova nulla di negativo nei suoi confronti – piuttosto di positivo –, lo ha appena riportato al punto di partenza e peggiorato le cose. Sente già supposizioni, fantasie e intere scenografie cinematografiche crearglisi nella testa, tutte dotate di un magnifico happy ending in cui fugge verso il tramonto insieme al suo ragazzo. E no: non è proprio il caso, né il momento. Ma sta succedendo, tutto grazie a Niall che, in conclusione, gli ha appena incasinato l'esistenza oltre che avergli fatto fare una figura da scemo.
Odia Niall.
Odia tutti quanti, a dire il vero.
Anche Louis.
Sarebbe stato più semplice se avesse avuto la conferma di alimentare nella Leggenda solo odio e disgusto e tanti altri sentimenti negativi, che avrebbero stroncato di netto qualsiasi suo pietoso pensiero, piuttosto che il contrario.
Sono più che certo che Louis ti adori.
Come può resistere a questo?
Significa che hai qualcosa di speciale.
Non può.
Non può semplicemente mantenere la calma e fare finta di niente; non può evitare di incrociare lo sguardo di Niall e ripensare a tutti i perché che gli aveva rifilato a spiegazione del suo fuggire dai sentimenti nei confronti di Louis; non può non ricordare a se stesso che proprio Niall lo ha convinto – o aveva cercato di convincerlo – ad abbassare le sue difese e ad accettare a testa alta... Non può credere di aver fatto un passo indietro e trovarsi di nuovo sulla croce nera dalla quale era partito.
La fiamma si è rinvigorita. E adesso minaccia di esplodergli nel petto, più viva che mai.
«Harry?»
Harry sobbalza e perde l'equilibrio, rischiando di cadere dalla sedia. «Che—Oh, come?» raddrizza la schiena e punta i piedi sul pavimento, guardandosi intorno e cercando di capire se gli sono state poste delle domande, o se è stato detto qualcosa cui ci si aspettava da parte sua una risposta.
Ma Niall lo colpisce alla spalla destra e sghignazza. «Tranquillo, Li: è più che presente e vigile. Sta solo facendo qualche calcolo e fantasticando sul suo abito da sposo.»
«Niall!» Harry quasi piagnocola, guardandolo con orrore e cercando di fargli capire di smetterla... Dannazione, basta!
«Mi sono forse sbagliato?» l'altro domanda, con un sorrisino dipinto sulle labbra.
E Harry si chiede, con più autocontrollo di quanto dovrebbe dimostrare, se il biondo insiste col girare il coltello nella piaga solo perché trae piacere nel farlo soffrire, o perché sta – in un suo modo strano e spietato – cercando di aiutarlo con la questione Louis.
Non è molto positivo, a riguardo.
«I-Io...»
«Aspetta.» Zayn richiama l'attenzione di tutti su di sé e guarda Harry, inclinando appena la testa di lato. «Ti sei preso una cotta per Louis?»
Ed è forse la sua espressione – un misto di stupore, curiosità e preoccupazione – a far calare un'ombra buia su Harry e a trattenergli il timido Sì che vorrebbe dire.
Il silenzio del riccio basta come conferma alla domanda e Zayn assottiglia lo sguardo. Ha occhi solo per lui, ora, ed è come se nella cucina fosse calato un sipario intorno a loro due, per impedire a Liam e a Niall di assistere alla conversazione.
La Leggenda incrocia le dita delle mani davanti a sé e rivolge a Harry uno sguardo serio, sollevando il mento ed espirando. «Matricola, non fraintentermi, non sto per parlare male del mio migliore amico» dice, con voce cupa. «Ma non credo che sia una scelta saggia... E per molti buoni motivi che anche Liam potrebbe facilmente illustrarti.»
Harry viene investito da una secchiata d'acqua gelida. Si sarebbe aspettato di tutto – qualsiasi reazione umanamente possibile –, tranne ciò che è appena successo.
Vorrebbe dire qualcosa, porre una domanda, ma ha la gola secca e non crede di ricordare come si formuli correttamente una frase.
Liam interviene, battendo sul tempo quelli che sarebbero stati degli imbarazzanti gemiti di profondo dolore da parte sua. «Quello che Zayn sta cercando di dirti, Harry, è che tu sei un ragazzino di diciassette anni, mentre Louis è—»
«Non mi riferivo proprio a quello, Payne» lo interrompe il moro. «La differenza di età è un particolare di importanza soggettiva e irrilevante, tra esseri come noi.»
Harry non li sta davvero ascoltando. Solo una piccola parte della sua testa sta prestando attenzione a ciò che gli stanno dicendo, mentre, la restante parte, vorrebbe correggere Liam ricordandogli che, anche se il suo corpo si è congelato nei diciassette anni, ormai Harry può affermare di aver raggiunto i diciotto. Come raggiungerà i venti, i venticinque, i cinquanta e i cento, sempre restando il ragazzino dai folti capelli ricci che è ed era nell'istante in cui la telecinesi l'ha preso. Vorrebbe dire questo e togliersi lo strano peso che sente premergli sulle spalle.
«Mi riferivo al fatto che Louis ha visto morire molte persone, troppe: persone a cui voleva bene, che non avrebbe mai voluto seppellire e di cui si era addirittura innamorato.» La voce di Zayn prosegue, facendo breccia nei suoi pensieri. «L'ho visto donare il cuore a ragazzi che sono invecchiati amandolo e che non hanno potuto fare niente per impedirlo. Come non ha potuto lui.»
Ragazzi.
Harry sgrana gli occhi.
Ragazzi!
«So benissimo che tu sei un supereroe e che non morirai, ma sei un bambino e Louis potrebbe non essere la persona giusta per te, Harry.»
Ha detto ragazzi.
«Anzi, non lo è.»
Harry alza gli occhi su Zayn, sempre con quella parola che significa tutto a ripetersi nella sua testa, e la severità nello sguardo della Leggenda gli fa venire la nausea.
«Non sto cercando di spaventarti, ma soffriresti nel rifiuto, perché secoli di vita rovinano un giovane ragazzo di Doncaster, cresciuto nel sovrannaturale e nel dolore.»
Quando Zayn smette di parlare – di portarlo sempre più vicino a una crisi di nervi, con ogni nuova affermazione –, nella cucina cala il silenzio, interrotto solo dal ticchettio dell'orologio appeso al muro. Le lancette segnano quasi le quattro del mattino. Ormai tutti loro hanno dato per scontato che passeranno la notte alzati e, restare svegli quando il sole sarà sorto, ma soprattutto affrontare un'altra giornata di addestramenti, non sembra proprio una bella e rincuorante prospettiva, per nessuno di loro.
Comunque non avrebbe più nessun senso andare a letto.
«Io credo—»
«Niall. Zitto» Liam lo interrompe, rivolgendogli un'occhiata gelida.
L'irlandese incrocia le braccia al petto e ricade contro lo schienale della sedia, sbuffando come un bambino di cinque anni. Ma non apre più bocca.
Harry, dal canto suo, ha la gola secca e non saprebbe che cosa dire nemmeno se lo volesse. E vuole farlo: vuole dire qualcosa, a difesa di se stesso, dei suoi sentimenti e forse di Louis stesso... Ma non può essere così presuntuoso, giusto? Non può permettersi di contestare Zayn proprio quando è del suo migliore amico che si sta parlando. Quindi, fondamentalmente, non può far altro che aprire la porta a ciò che è appena stato detto e fronteggiarlo. Se gli è negato ribattere, l'unica cosa a lui consentita è ingoiare il boccone amaro.
Può davvero farlo?
Harry non è stupido, ma non è nemmeno piccolo e indifeso come ormai si sono convinti tutti che sia.
Si gratta il retro del collo, imbarazzato, e guarda Zayn, pregando che il moro si beva la sua espressione di infinita tristezza e senso di colpa. «Ho capito» sussurra. «H-Ho capito e... Non serve che aggiungi altro.»
La sua maniacale preoccupazione.
«Non era mia intenzione buttarti giù di corda, Harry.»
Hai qualcosa di speciale.
«Voglio solo darti un consiglio da amico.»
Ragazzi.
Le affermazioni importanti, quelle rilevanti per una causa che stava cercando di abbandonare a se stessa, si ripetono senza sosta nella sua testa, offuscando qualsiasi ragione e qualsiasi precedente proposito.
Harry non sta veramente ascoltando Zayn; lo sta guardando e sta cercando di mantenere un'espressione che testimoni il suo triste stato d'animo e il crollo delle speranze di un adolescente. Ma non sta prestando attenzione a ciò che gli sta dicendo, perché la sua attenzione è già completamente concentrata su Louis, sulla vigorosa presa che il suo cuore ha cominciato ad esercitare sulla sua testa, ormai stregato da nuove possibilità.
«L'acqua è vita, ma sa essere più letale di qualsiasi altro ostacolo incontrerai sul tuo cammino, Harry. Tienilo bene a mente.»
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